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  • Mantenersi giovani nonostante l’età

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  • Mantenersi giovani nonostante l’età
  • Svegliatevi! 1982
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Svegliatevi! 1982
g82 8/1 pp. 5-12

Mantenersi giovani nonostante l’età

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Federale di Germania

MALGRADO i suoi 94 anni, l’uomo dagli occhi luminosi seduto davanti a me appariva sorprendentemente giovane e fresco. Proprio la persona giusta, pensai, per leggere e giudicare il mio manoscritto prima di farlo pubblicare. Era intitolato “Mantenersi giovani nonostante l’età”. Ma prima di tutto volevo conoscere il segreto che aveva permesso a Wilhelm Hillmann di mantenersi “giovane”. Glielo chiesi e attesi la risposta.

“Il segreto per mantenermi giovane?” ripeté la mia domanda, riflettendo. “Mi fa piacere che lo chieda a una ‘vecchia aquila’ come me”.

Mi chiesi perché avesse usato l’espressione “vecchia aquila”. Più tardi l’avrei capito.

“Prima di tutto credo che per mantenersi giovani bisogna avere una meta nella vita. Ne avevo già una da adolescente”. Fece una pausa e sorrise mentre diceva: “Allora non mi rendevo conto che le mie mete sarebbero cambiate, che quella vera non l’avrei trovata che più di 60 anni dopo. Ma negli anni dell’adolescenza ero affascinato dalle navi a vela. La mia meta, decisi allora, sarebbe stata quella di costruirle da grande. Terminate le scuole, lavorai come apprendista nei cantieri navali di Bremerhaven, nella Germania settentrionale. Poi nel 1905 il mio sogno si avverò. Ebbi la possibilità di fare il mio primo viaggio per mare non su una nave qualsiasi, ma sulla Preussen, la più grande nave a vela dell’epoca e il più grande cinque alberi che sia mai stato costruito”.

Spinse una foto sul tavolo per farmela vedere. Era della Preussen, e faceva molto effetto.

“Dovevamo trasportare salnitro dal Cile”, continuò. “Era un viaggio di 68 giorni e dovevamo circumnavigare Capo Horn. Che avvenimento per un diciannovenne! Ricordo le tempeste, il vento e la grandine che ci sferzavano il viso fin quasi a spappolarlo! E non era facile lottare contro il vento per controllare le vele. In un’occasione stavo mettendocela tutta lassù fra le vele quando un marinaio accanto mi gridò in mezzo al vento: ‘Solo Dio può aiutarci ora’. Risposi: ‘E ci aiuterà’. Neppure da giovane ho mai dubitato che l’uomo ha bisogno di Dio”.

Cambiano le mete

Volevo sapere se da grande il mio anziano amico aveva veramente costruito navi.

“Be’, mi consigliarono di non farlo”, disse, “e con ragione, perché al principio del XX secolo le navi a vela erano già superate. E non mi interessava costruire navi a vapore. Ma che dire di unire il mio amore per il mare col volo? Gli aerei che avevamo a quell’epoca non ce l’avrebbero fatta ad arrivare in America trasvolando l’Atlantico. Quindi avevamo bisogno in realtà di barche volanti, o, come sono a volte chiamati, di idrovolanti. Avevo una nuova meta.

“Il 10 ottobre 1913 fu un gran giorno per me. Stringevo forte fra le mani il brevetto di pilota, ciò che in seguito mi avrebbe permesso di diventare una ‘vecchia aquila’”.

Di nuovo quell’espressione: mi necessitava una spiegazione e la chiesi.

“Appunto”, spiegò, “nel 1934 fu formata un’associazione di piloti chiamata ‘Vecchie Aquile’. Qualsiasi pilota che avesse preso il brevetto prima dell’inizio della prima guerra mondiale poteva entrare a farne parte. Ci rientravo per meno di un anno.

“Nel frattempo un inglese — fatto in seguito cavaliere col nome di sir Thomas Sopwith — aveva costruito un idrovolante a un solo scafo. Per cui andai in Inghilterra, imparai a pilotare idrovolanti e tornai in patria come primo pilota di idrovolanti della Germania. Ora potevo cominciare a costruire i miei.

“Ben presto il governo tedesco volle comprare uno degli idrovolanti di Sopwith, ma lo si doveva fare in segreto. Così un privato cittadino, il capitano von Pustau, ordinò l’aereo e mi spedì in Inghilterra a sorvegliarne la costruzione.

“Quando l’aereo fu ultimato, un ‘amico’ del capitano von Pustau — era in effetti un ispettore governativo in incognito — venne per prenderlo in consegna. Fui pregato di fare un volo di prova. Quando fummo in aria, mi ordinò di sorvolare Portsmouth. Normalmente questo era vietato, perché Portsmouth era un importante porto militare. Ma lui era deciso e io lo accontentai.

“La mattina dopo von Pustau venne in tutta fretta al mio albergo e mi fece un discorso quasi incoerente: ‘Hillmann, fa le valige — il tuo volo su Portsmouth — ci arresteranno per spionaggio!’ Mi riempì la mano di sterline e scomparve. Che fare ora, mi chiedevo.

“La polizia mi confinò nel mio albergo. Passarono parecchi giorni. Cominciai a fare i piani per svignarmela di notte. L’aereo era nostro; l’avevamo pagato. E alla mia velocità — poteva volare a 110 chilometri orari — non mi avrebbero mai preso.

“Nel frattempo, il mio ex istruttore di volo inglese — eravamo diventati buoni amici — intervenne in mio favore e sistemò la cosa. Partii immediatamente per la Germania. Non ancora trentenne, potevo ora dedicarmi completamente alla vita che pensavo di avere davanti. E invece, la GUERRA!”

Voli durante e dopo la guerra

“Come pilota di bombardieri durante la guerra del 1914-1918 ne conobbi personalmente gli orrori. Ci fu un episodio che produsse un’impressione duratura su di me. In uno scontro aereo il famoso asso francese Védrines mi colpì. Non appena vide che il mio apparecchio era in difficoltà, però, anziché darmi il colpo di grazia si allontanò. Feci un atterraggio di fortuna e rimasi privo di sensi sotto i rottami. I soldati francesi che erano nelle trincee vicine non fecero nessun tentativo per impedire ai miei amici di soccorrermi.

“Come fui grato a Dio d’essere ancora vivo! Ma mi fece impressione anche la considerazione mostratami da Védrines e dai soldati francesi. Perché cercavamo di ucciderci a vicenda? La guerra appariva così innaturale. Decisi che da quel momento in poi avrei fatto tutto il possibile per incoraggiare l’amicizia fra tedeschi e francesi.

“Questa fu un’altra delle mie mete, dopo quella di costruire idrovolanti. Anni dopo fui premiato per la mia opera in questo nuovo campo ricevendo la cittadinanza onoraria di Parigi. Ma neppure questa era la meta che in seguito avrebbe cambiato la mia vita. Dovevo ancora aspettare”.

Il tempo passava in fretta e il mio manoscritto era ancora sul tavolo. Ma chi poteva biasimarmi per essermi lasciato distogliere? “Le vicende della guerra le fecero desiderare di smettere di volare?” domandai.

“No, non si può tenere a terra una ‘vecchia aquila’. Infatti, ogni anno vado nella Francia meridionale dove provo ancora l’emozione di pilotare alianti”.

“A 94 anni!” esclamai.

“Mi ha chiesto come faccio a mantenermi giovane”, rispose. “Ho sempre cercato di vivere per il futuro e di non crucciarmi per il passato. Questo mi ha aiutato a mantenermi giovane. Inoltre, capita a tutti di rischiare la vita in un modo o nell’altro. Come quella volta nel 1926, e tutto per colpa di un paracadute”.

Posai sul tavolo una foto che lo raffigurava su un vecchio aeroplano, ricordo di giorni lontani, e mi misi ad ascoltare.

“Era una nebbiosa mattina di gennaio ed ero andato a rinnovare il brevetto di pilota. Il bollettino meteorologico diceva che il cielo era coperto fino a 180 metri di altezza. Ma a 360 metri di quota ero ancora circondato da fitta nebbia. All’improvviso l’aereo cominciò a comportarsi bizzarramente; stavo perdendo il controllo dell’apparecchio.

“In quei giorni non tutti gli aerei avevano il paracadute. Ma per fortuna quello ce l’aveva. Dopo che ci si era gettati dall’aereo il paracadute si apriva mediante una corda lunga 25 metri, un’estremità della quale era fissata al paracadute e l’altra estremità all’aereo. Ricordo di avere pregato Dio, chiedendo: ‘Mi getto oppure no?’

“Come ricevendo la risposta, mi balenò un’idea. Mi gettai in picchiata e a 150 metri richiamai l’aereo in linea di volo. Mentre l’aereo sobbalzava udii un forte scricchiolio. Si era formato del ghiaccio sulle ali e ora si stava rompendo. Questo aveva causato il problema. Atterrai sano e salvo. Proprio in quel momento mi passò davanti un addetto dell’aeroporto, che guardando l’aereo gridò: ‘Chi diavolo si è dimenticato di fissare la corda del paracadute all’aereo?’ Se mi fossi gettato, questa ‘vecchia aquila’ sarebbe stata di sicuro un’‘anatra morta’!”

Era un piacere notare che non aveva permesso che la vecchiaia lo privasse del senso dell’umorismo.

In un campo di concentramento . . . o quasi

“Durante il regime nazista ero capo ingegnere alla Weser-Flug, una fabbrica di aerei di Brema. Anche se avevo alle mie dipendenze 5.000 operai, rifiutai di iscrivermi al partito nazista. Non ero d’accordo con la politica di Hitler. Questo per poco non mi mise in seri guai.

“Nel 1939 la Weser-Flug mi mandò a Berlino per sorvegliare la costruzione di una seconda fabbrica. Doveva sorgere nei pressi dell’aeroporto di Tempelhof, che in seguito, nel 1948-49, sarebbe diventato famoso per il ponte aereo di Berlino. I capireparto nazisti che dovevano lavorare sotto la mia direttiva volevano costruire un grande palco adiacente a uno degli edifici centrali, perché Hitler vi pronunciasse i suoi discorsi quando veniva a Berlino. Non vedendone la necessità, lo cancellai dai progetti. ‘Non abbiamo bisogno di un palcoscenico per costruire aerei’, dissi loro.

“Per questa e per altre ‘malefatte’ finii presto in tribunale. Ma il mio superiore alla Weser-Flug venne in mio aiuto e disse a Göring: ‘Se prendete Hillmann potete dimenticarvi del Tempelhof’. Così mi rilasciarono e potei portare a termine la costruzione dell’aeroporto, che è ancora oggi più o meno lo stesso”.

La fine, eppure il principio

“La guerra era finita. Avevo 59 anni, ero senza lavoro e non potevo costruire né navi né aerei. La giovinezza, con tutte le sue aspirazioni e i suoi sogni, era venuta e se n’era andata, così in fretta! Ma non riuscivo ad accettare l’idea di stare in ozio. Avevo bisogno di sentire che potevo ancora essere utile nella società.

“Dopo la guerra, per nove difficili anni cercai un lavoro adatto. Lo trovai in una città piuttosto distante. Già sessantottenne, tenni quel lavoro fino a 81 anni. Allora la mia carriera finì. Ma stava per cominciare qualcosa di molto più meraviglioso, una meta che non avrei mai immaginato fosse possibile prima. Vede . . .”

Fu interrotto dalla moglie che, entrata nella stanza, chiese: “Non gradireste una tazza di tè?” La ringraziai dei dolci che mi aveva messo davanti. Approfittando dell’interruzione, spinsi il mio dattiloscritto sul tavolo verso Wilhelm e mi misi a chiacchierare con sua moglie. Con la coda dell’occhio vidi che prendeva in mano i fogli dattiloscritti e si aggiustava gli occhiali. Ecco ciò che lesse nel mio articolo intitolato:

“MANTENERSI GIOVANI NONOSTANTE L’ETÀ”

MENTRE ero in visita in casa di amici chiesi al loro figlio: “Werner, quanti anni hai: 13?” Un Werner piuttosto indignato mi rispose senza esitazione: “No! Ne ho già 14!”

I giovani non vedono l’ora di crescere, e alcuni le studiano tutte per far credere che sono più grandi, forse vestendosi in un certo modo, facendosi crescere la barba o i baffi o solo assumendo un’aria sofisticata da adulti. Nulla ferisce tanto l’orgoglio di uno che si picca d’essere adulto quanto trattarlo come uno della sua età; nulla lo lusinga tanto quanto trattarlo come l’adulto che cerca faticosamente d’essere.

Ma la giovinezza è fuggevole. Quando la salute viene meno e le circostanze lo costringono a rallentare, quello che prima voleva essere adulto ora vorrebbe essere giovane. Come si desiderano i “bei giorni passati”! Ricordate quando potevate ancora leggere senza occhiali? quando potevate mangiare senza bisogno della dentiera? quando non soffrivate mai per il mal di schiena o per i piedi piatti? E quando ricordavate le cose senza doverle scrivere, a differenza d’ora che vi dimenticate di leggere quello che avete scritto per ricordarvelo?

E chi oltre a una persona anziana sa realmente quali acciacchi reca spesso la vecchiaia? Quale adolescente sa cosa si prova a perdere il compagno di tanti anni, o la solitudine che sopraggiunge con la perdita di questa devota compagnia? o quale incertezza si prova quando la vista cala, l’udito diminuisce e le gambe tremano? o cosa significa lottare per sbarcare il lunario con una misera pensione? o conoscere il senso di vuoto che viene dal chiedersi: “La prossima primavera sarò ancora vivo per sentir cantare di nuovo i pettirossi?”

Ma anche se la vecchiaia può essere problematica ha i suoi vantaggi. Anni di esperienza hanno migliorato il discernimento e l’acume per capire a fondo i problemi della vita. Si pensi alla conoscenza che si è accumulata. Si è diventati più saggi, probabilmente più equilibrati e quasi sicuramente si apprezza di più la vita.

Come sarebbe meraviglioso se fosse possibile avere entrambe le cose: il vigore fisico della giovinezza insieme alla saggezza e ad altri vantaggi dell’età! E fino a un certo punto questo è possibile, perché anche se non si può allungare la propria vita, si può come minimo allungare la giovinezza. Ma come?

L’invecchiamento non è una cosa che riguarda solo il corpo; riguarda anche la mente, è cioè una questione di spirito. La speranza di vivere a lungo e il desiderio di restare giovani accresceranno le probabilità di fare entrambe le cose. Qualcuno ha detto che si comincia a invecchiare il giorno in cui ci si comincia a preoccupare della vecchiaia.

Mentalità giovane e spirito gioioso

Questo esclude naturalmente che si trascorrano gli ultimi anni della propria vita seduti su una sedia a dondolo nella veranda, dimentichi di quello che succede nel mondo. Tenetevi aggiornati. Non limitate le vostre compagnie ad amici della vostra età, con i quali potreste finire per parlare solo degli ultimi necrologi. State anche coi giovani. Ascoltate quello che dicono. Informatevi dei loro problemi. Apprezzeranno il vostro interesse e vi conquisterete il loro rispetto. Inoltre, sarete inevitabilmente contagiati dal loro giovanile entusiasmo, dalla loro allegria e dal loro ottimismo.

La vecchiaia ha già i suoi sgradevoli aspetti senza peggiorare la situazione con un carattere che non sa più cosa sia il sorriso. Provate gioia nelle piccole cose. Provate lo stesso diletto che provavate da piccoli quando vedevate un gattino tentare di acchiapparsi la coda. Fate in modo che il vostro viso si illumini come quando da giovani ricevevate un dono.

Ai pensieri di una “morte dignitosa” sostituite quelli più positivi di una “vita con uno scopo”. Ricordate che uno spirito felice e contento può far molto per rinnovare un corpo infelice e scontento. Nei mari della vita l’“allegria”, per usare le parole di un centenario, “è il nostro salvagente”.

Fisicamente attivi

È essenziale svolgere regolarmente qualche tipo di attività fisica, benché con moderazione. Essa rafforza il cuore e i polmoni, mantiene snelli e impedisce ai muscoli di diventare flaccidi. Qualunque cosa si preferisca (qualche tipo di sport o fare semplicemente lunghe passeggiate), aiuterà a mantenersi fisicamente attivi.a

L’esercizio fisico è particolarmente importante una volta raggiunta l’età della pensione. Andare in pensione non deve significare restare inattivi. Tenetevi occupati, facendo qualcosa che vi interessa. Non rallentate il vostro ritmo più di quanto sia ragionevole e necessario. Siate come quell’uomo che, quando gli dissero che doveva rallentare, rispose, con un accento di sfida nella voce: “Neanche per sogno. Finché riesco a muovermi, non potranno seppellirmi!”

Mentalmente attivi

Come il corpo si deteriora se non viene usato, così accade alla mente. Arricchite la vita accrescendo la vostra conoscenza. Imparate cose che prima non avete avuto il tempo o la possibilità di imparare: un’arte, una lingua straniera o a suonare uno strumento musicale. Sapevate, ad esempio, che quasi due milioni di americani al di sopra dei 55 anni hanno ripreso a studiare e molti vanno all’università?

Nel 1975 fu aperta a Ginevra un’università esclusivamente per studenti che hanno l’età della pensione. Gli iscritti, 600 all’inizio, avevano superato i 2.000 nel 1979. Una rivista scientifica tedesca riferisce a questo proposito le parole delle autorità universitarie secondo cui “contrariamente alla nozione popolare che i vecchi non possano imparare, è stato stabilito che in generale essi hanno ricettività e facoltà di apprendimento del tutto normali”.

Attenzione al mangiare e al bere

Studi effettuati nel villaggio ecuadoriano di Vilcabamba, una delle tre regioni del mondo note per la longevità dei suoi abitanti, rivelano che i loro pasti sono frugali. La loro alimentazione a basso contenuto calorico è ricca di carboidrati complessi, come quelli contenuti nella frutta, nelle verdure e nei cereali, ma povera di zuccheri e grassi. Per sopperire ai bisogni nutritivi molti riscontrano utili le vitamine. Le ricerche sembrano indicare che la vitamina E è specialmente efficace per rallentare il processo di invecchiamento.

A differenza del fumo, che è nocivo alla salute anche se si è moderati, gli alcolici in genere sono nocivi solo quando si eccede. Riguardo al bere, è opportuno dare ascolto all’appropriato e logico consiglio dato da un giovane africano, che ha detto: “Ricorda che se bevi meno, vivrai più a lungo. E se vivi più a lungo, potrai bere di più”.

Siate più indipendenti che sia possibile

Non permettete alle persone più giovani, anche se ben intenzionate, di riportarvi ai giorni dell’infanzia essendo troppo protettive e condiscendenti nei rapporti con voi. Se potete vivere ancora da soli, fatelo. Se potete ancora badare alla casa, fatelo. Se potete ancora cucinare da voi, fatelo. Se potete ancora falciare l’erba del vostro prato e lavare la vostra automobile, fatelo.

Ma se il vostro corpo o la vostra mente sono troppo deboli e avete bisogno di assistenza, accettatela quando vi viene offerta, con grazia e riconoscenza. Fatevi aiutare secondo il vostro bisogno, non secondo la vostra età. In questo modo conserverete l’amor proprio e non avrete motivo di sentirvi troppo di peso ad altri.

Non vivete nel passato

I cari ricordi sono una bella cosa, ma mantenere troppi legami materiali col passato, come vecchie lettere e foto, può scoraggiare. Anziché vivere nel passato, cercate di affrontare il presente, e nello stesso tempo di fare progetti per il futuro. Decidete quello che vorreste fare domani o la prossima settimana, e avrete ogni giorno qualcosa per cui vivere.

I ricordi del passato possono essere trapiantati nel presente. Per esempio, invece d’essere come la vedova che dice: “Non ho più fatto nessuna torta da che Carlo è morto”, sorprendete i vicini o gli amici facendo una torta per loro. Dite: “Ho pensato che ti sarebbe piaciuta. A Carlo piaceva sempre. La torta al cioccolato era la sua preferita”. Facendo felici gli altri, farete felici voi stessi. All’improvviso quel caro ricordo ha assunto nuove dimensioni.

Accettate la realtà

Ammettete che non siete più giovani come un tempo. Ma dopo tutto chi lo è? Non vi sentite obbligati a tenere il passo con altri che hanno la metà dei vostri anni. Non c’è nessuna ragione di “dimostrare” che siete ancora giovani quando è ovvio che non lo siete più. Invecchiate bene, senza scusarvi.

Non cessate mai d’essere grati dell’opportunità che avete avuto di invecchiare. Milioni di giovani, morti prematuramente, non hanno mai avuto questa possibilità. Non siate come il giovane che, quando si alza la mattina, si lamenta di doverlo fare; siate come quel vecchio che si rallegra di poterlo ancora fare.

Fine

Ogni tanto, mentre leggeva, Wilhelm sorrideva e in certi punti faceva cenni di assenso col capo. Presi queste reazioni come segni favorevoli, ma, come quasi tutti gli scrittori, temevo un po’ il suo giudizio.

“È un buon articolo, informativo e utile. Ma c’è un altro punto”.

La sua nuova meta: restare giovane per sempre

“Mentre lavoravo ancora fuori città, e ho lavorato lì fino a 81 anni”, spiegò Wilhelm Hillmann, “mia moglie cominciò uno studio sistematico della Bibbia. Tornavo a casa nei fine settimana per stare con lei. Una volta stetti a casa tutta la settimana e potei partecipare allo studio che faceva con i testimoni di Geova. Fu molto interessante. In seguito, quando smisi di lavorare, vi presi parte regolarmente.

“Durante lo studio appresi che in origine Dio si era proposto che l’uomo vivesse per sempre e non invecchiasse mai. Fu emozionante apprendere che presto il regno di Dio adempirà quel proposito originale. Allora si adempiranno le profezie bibliche, come quella di Rivelazione 21:4: ‘[Dio] asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate’.

“Tra le ‘cose precedenti’ che devono passare, appresi, c’è la vecchiaia con tutti i suoi acciacchi e le sue difficoltà. La mia speranza si fece più forte quando mi fu detto che potevo vivere per veder adempiersi, su me e su altri, Giobbe 33:25 che dice: ‘La sua carne divenga più fresca che nella giovinezza; torni ai giorni del suo vigore giovanile’.

“A poco a poco la Bibbia, che fino a quel momento avevo considerato interessante solo sotto il profilo storico, divenne un libro in cui avere fede. Infine, quando avevo superato da un bel po’ l’ottantina, fui battezzato come testimone di Geova.

“Quando incontro alcuni miei amici di un tempo, mi dicono che non sembra che io invecchi. E io dico loro che forse hanno ragione, e poi spiego perché”.

Spingendo verso di me la Bibbia, mi additò Isaia 40:30, 31 e mi disse di leggere: “I ragazzi si stancheranno e anche s’affaticheranno, e i giovani stessi senza fallo inciamperanno, ma quelli che sperano in Geova riacquisteranno potenza. Saliranno con ali come aquile”.

“Nessuno dovrebbe mai pensare d’essere troppo vecchio per acquistare conoscenza di Geova e sperare in lui”, disse. “Glielo dice una ‘vecchia aquila’! Sì, sperare sapendo che nel nuovo sistema di Dio potremo vivere in eterno eppure restare giovani in eterno”.

[Nota in calce]

a Per ulteriori suggerimenti, vedere l’articolo di Svegliatevi! dell’8 marzo 1981 intitolato “L’esercizio fisico fa bene?”

[Testo in evidenza a pagina 6]

“In uno scontro aereo il famoso asso francese Védrines mi colpì”

[Testo in evidenza a pagina 7]

“La giovinezza, con tutte le sue aspirazioni e i suoi sogni, era venuta e se n’era andata, così in fretta!”

[Testo in evidenza a pagina 10]

Il senso di vuoto che viene dal chiedersi: “La prossima primavera sarò ancora vivo per sentir cantare di nuovo i pettirossi?”

[Testo in evidenza a pagina 11]

“Appresi che in origine Dio si era proposto che l’uomo vivesse per sempre e non invecchiasse mai”

[Immagine a pagina 8]

Il famoso cinque alberi “Preussen” con cui Hillmann circumnavigò Capo Horn

[Immagine a pagina 9]

La “vecchia aquila” con uno dei suoi primi aerei. A 94 anni pilota ancora alianti

[Immagine di Wilhelm Hillmann a pagina 5]

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