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  • g82 22/1 pp. 20-22
  • ‘La regina delle vie’

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  • ‘La regina delle vie’
  • Svegliatevi! 1982
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Arrivo a Pozzuoli
  • Da Capua a Terracina
  • Da Terracina alle Tre Taverne
  • Arrivo a Roma!
  • La Via Appia
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
  • Tre Taverne
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Mercato Appio
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Atti — Approfondimenti al capitolo 28
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
Altro
Svegliatevi! 1982
g82 22/1 pp. 20-22

‘La regina delle vie’

VI PIACE la storia? In tal caso forse avete notato che non è sempre facile trovare una fonte storica fidata. Gli antichi storici, ad esempio, esageravano spesso o presentavano come verità ovvi miti e incredibili leggende.

Un fatto interessante che molti non sanno è che la Bibbia è un’eccezione a questo riguardo. Benché sia un libro di storia antica, i particolari che essa fornisce su avvenimenti e luoghi interessanti si sono dimostrati attendibili e accurati. Possiamo citare come esempio un’antica strada che collegava Roma col sud dell’Italia. Si chiama via Appia.

Costruita verso il 300 a. E.V., la via Appia, con le sue dure pietre laviche, era già piuttosto trafficata quando fu percorsa dall’apostolo Paolo intorno al 59 E.V. Paolo percorse un bel tratto di questa strada chiamata dai poeti romani longarum regina viarum, o “regina delle vie di grande comunicazione”. Vi piacerebbe ritornare sui suoi passi?

Arrivo a Pozzuoli

Partiti da Malta, dove avevano fatto naufragio, Paolo e i suoi compagni proseguirono il viaggio scortati da un ufficiale dell’esercito; Paolo era prigioniero e si era appellato al Cesare Nerone. Sbarcarono in Italia a Puteoli (la moderna Pozzuoli, vicino a Napoli). Il racconto dice: “Ivi trovammo dei fratelli e fummo supplicati di rimanere con loro sette giorni”. — Atti 28:14.

L’ufficiale dell’esercito evidentemente non obiettò. La cosa dovrebbe sorprenderci? No, poiché l’antica Pozzuoli era un luogo di villeggiatura, “una delle stazioni termali preferite dai romani, poiché le sue numerose sorgenti calde erano considerate efficaci per la cura di varie malattie”. — Cyclopædia di M’Clintock e Strong.

Mentre Paolo era con loro, i cristiani di Pozzuoli poterono spiegargli che la strada che conduceva a Roma, benché famosa, non era agevole. Se si guarda una cartina dell’Italia (pagina accanto) si può pensare che Paolo avrebbe seguito la costa fino a Roma. Ma questo non era possibile. Una generazione più tardi, sotto l’imperatore Domiziano, fu costruita una strada lungo la costa, ma ai giorni di Paolo bisognava fare una deviazione nell’interno. Dopo essersi addentrato fino a Capua, Paolo prese la “regina delle vie” fino a Roma, distante di lì 132 miglia (212 chilometri).

Da Capua a Terracina

Capua era il punto dove in origine finiva la via Appia. Molto tempo prima dei giorni di Paolo, però, la strada era stata prolungata a est fino a Beneventum (la moderna Benevento), dove costituisce il fondamento della strada moderna. Da Benevento la via Appia proseguiva a sud-est fino a Venusia (Venosa), poi fino a Tarentum (Taranto) e a Brundisium (Brindisi), porti del “tallone” dello “stivale” italiano, distante da Capua 230 miglia (370 chilometri).

Furono in effetti questi porti marittimi a rendere la via Appia così importante per i romani. La via Appia costituiva il primo tratto di qualsiasi viaggio da Roma alla Grecia. Man mano che l’impero romano si espandeva verso est nella “regina delle vie” il traffico si intensificava.

Paolo, naturalmente, non doveva andare verso sud-est a Benevento, Brindisi e quindi in Grecia. Doveva dirigersi verso nord-ovest, a Roma. Come si svolse il viaggio?

Forse i bei paesaggi che Paolo vide oltre Capua mentre attraversava i colli della Campania per raggiungere la costa italiana lo compensarono dei disagi del viaggio. La strada era accidentata perché lastricata di duri blocchi poligonali di pietra lavica, simili a enormi ciottoli. Ma non era tutto qui. Per fare il fondo stradale i romani avevano tolto il suolo superficiale fino a portare allo scoperto un fondamento solido. Su di esso erano stati disposti vari strati di materiale: grosse pietre, pietra frantumata e ghiaia mista a malta. Infine la strada era stata pavimentata con una leggera inclinazione “a dorso d’asino” per consentire lo scolo dell’acqua. I romani costruivano le strade per farle durare!

Nelle vicinanze di Tarracina (la moderna Terracina) la strada cominciava a seguire la costa e agli occhi di Paolo si presentava un panorama stupendo, rocce a picco sul mare ammantate di lussureggiante vegetazione. Il viaggio da Capua a Terracina (68 miglia, 109 chilometri) richiedeva senz’altro alcuni giorni, ma si poteva trovare alloggio. Lungo le principali strade romane c’erano delle stazioni di tappa dette mansiones, una ogni 15 miglia (25 chilometri) circa. Lì il viaggiatore stanco poteva rifocillarsi o passare la notte, o cambiare anche i cavalli e riparare il suo carro.

Lungo la strada c’erano anche delle osterie pubbliche, dette tabernae, ma erano frequentate da persone malfamate. Le tabernae “erano piene di borsaioli, le merci scarseggiavano e gli avventori erano costituiti dalla feccia dell’Impero”, dice il libro Great Roman Roads of the World.

Come Pozzuoli, anche Terracina era un luogo di villeggiatura ai giorni di Paolo. Forse qualcuno gli fece notare la lussuosa villa costruita lì per l’imperatore Tiberio. Oggi si vedono ancora le rovine di quella villa, nonché dei sontuosi templi, terme e teatri di un tempo. Difficilmente Paolo avrebbe potuto fare a meno di vedere il grande tempio di Giove Anxur, che dominava la città.

Da Terracina alle Tre Taverne

Fra Capua e Terracina la via Appia si snodava tortuosa sui colli, ma da Terracina a Roma correva dritta come una “fettuccia”. È ovvio che le strade diritte in una regione collinosa sono spesso ripide, e vicino a Terracina la via Appia era veramente ripida, specie ai giorni di Paolo. Più tardi, all’epoca dell’imperatore Traiano, fu tagliata via una fetta di roccia di ben 37 metri per evitare la ripida salita sul monte su cui sorgeva Terracina.

Scendendo bruscamente da Terracina Paolo si trovò in una zona bassa e paludosa detta palude Pontina, una parte del viaggio molto sgradevole. Il poeta romano Orazio, che un secolo prima di Paolo aveva fatto il viaggio, si lamentò con eloquenza dell’acqua “pestifera” che gli fece dichiarar “guerra allo stomaco”, per non parlare delle “zanzare rabbiose e [delle] rane di palude”.

Forse i fratelli cristiani di Roma si rendevano conto che probabilmente Paolo sarebbe stato stanco ed esausto dopo questa disagevole parte del viaggio mentre si recava come prigioniero a Roma. Pertanto il racconto biblico ci dice che, anziché aspettare Paolo negli agi delle loro case, i fratelli gli andarono incontro per via. Leggiamo: “E [da Roma] i fratelli, quando udirono la notizia riguardo a noi, vennero a incontrarci fino al Luogo del Mercato Appio e alle Tre Taverne e, scortili, Paolo ringraziò Dio e si fece coraggio”. — Atti 28:15.

Il Mercato Appio si trovava proprio all’inizio delle paludi Pontine, a circa 43 miglia (63 chilometri) da Roma. Le Tre Taverne si trovavano oltre 10 miglia (15 chilometri) più giù lungo la strada per Roma. Certo, quei primi cristiani compirono un bello sforzo per fare tutto quel tragitto e andare a incoraggiare il loro fratello Paolo!

Arrivo a Roma!

Paolo non aveva bisogno che i fratelli di Roma gli dicessero quanto distava la città perché lungo la via Appia, a ogni miglio romano (1.480 metri), c’era un’enorme pietra miliare indicante le distanze dalle maggiori città, le direzioni e altri particolari. In effetti, la pietra miliare del Mercato Appio esiste ancora. Dalle malsane paludi la strada si arrampica sui Colli Albani verso Roma, scendendo di nuovo quando si avvicina alla città. Quest’ultimo tratto della via Appia Antica è stato conservato e vi sorge un parco pubblico, e mentre rifacciamo il percorso di Paolo ci sembra di tornare indietro nel tempo.

In questo tratto si possono vedere ogni tanto pezzi della pavimentazione originale, corrosi ma ancora intatti dopo 2.000 anni! La strada è fiancheggiata da cipressi e soprattutto pini, che le conferiscono un aspetto grave e sereno. Si possono vedere avanzi di muri fatti con mattoni rossi e lastre di marmo sulle quali è ancora leggibile qualche parola latina. Ogni tanto si vedono statue mozze e consunte. Ancora più vicino alla città si trovano due delle famose catacombe, dove i primi cristiani si nascondevano durante le persecuzioni. Sono fuori delle mura di cinta della città come richiedeva la legge romana, ma adesso siamo molto vicini a Roma.

Forse i fratelli cristiani fecero notare a Paolo alcuni di questi luoghi e monumenti, anche se non andava certo a Roma come turista! Ovviamente, parecchi monumenti che oggi vediamo in rovina furono costruiti parecchio tempo dopo i giorni di Paolo. Ma la grande tomba circolare di Cecilia Metella, abbastanza ampia da essere usata come fortezza (come avvenne durante il Medioevo), richiamò senz’altro l’attenzione di Paolo come richiama la nostra.

Subito Paolo e i suoi compagni attraversarono Porta Capena entrando nella città vera e propria. Lì, a sinistra, sorgeva l’immenso Circo Massimo, un gigantesco edificio adibito alle corse dei carri, capace di 250.000 spettatori. Lì finiva (o cominciava) la via Appia, a 362 miglia (583 chilometri) circa dal porto marittimo di Brindisi. Se andate a visitare Roma e desiderate rifare il percorso seguito da Paolo, accertatevi di prendere la via Appia Antica, perché la via Appia Nuova è un’arteria con un intenso traffico automobilistico.

Questi particolari non sono interessanti solo da un punto di vista storico. Ci danno buone ragioni per avere fiducia nella Bibbia. Ma la Bibbia è un libro che ci parla del futuro, oltre che del passato. Se abbiamo destato il vostro interesse per la Bibbia, perché non considerate le sue promesse per il futuro? Ciò che essa dice è non solo attendibile, ma anche confortante e incoraggiante.

[Cartina a pagina 21]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ROMA

Tre Taverne

Mercato Appio

Terracina

Pozzuoli

CAPUA

Napoli

BENEVENTO

Venosa

TARANTO

BRINDISI

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