BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g82 8/4 pp. 23-27
  • Terapie delle gravi forme di depressione

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Terapie delle gravi forme di depressione
  • Svegliatevi! 1982
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Vi sono implicati sia la mente che il corpo
  • Discutetene a fondo
  • Antidepressivi
  • Nutrizione
  • Un attento esame di coscienza
  • Dipende solo dalla mente?
    Svegliatevi! 1982
  • Cosa potete fare se siete depressi?
    Svegliatevi! 1977
  • Perché milioni di persone soffrono di depressione mentale?
    Svegliatevi! 1977
  • Vincere la lotta contro la depressione
    Svegliatevi! 1987
Altro
Svegliatevi! 1982
g82 8/4 pp. 23-27

Terapie delle gravi forme di depressione

“Svegliatevi!” non incoraggia né sottoscrive alcuna delle terapie popolari. Ci limitiamo semplicemente a presentare alcune delle terapie riconosciute dagli esperti in materia, con le quali viene curato un grave disturbo mentale che è molto più intenso della “malinconia” che ogni tanto prende tutti.

IL PAZIENTE soffriva di una terribile depressione. Non riusciva a lavorare e faceva la spola dentro e fuori degli ospedali psichiatrici. Comprendendo che tutti gli altri tipi di cura non avevano dato risultato, il neurochirurgo Keith Langford eseguì un’operazione, aprendo il cranio dell’uomo e inserendo nel suo cervello un “pacemaker” a batteria. Stando a quanto dicono, questo “pacemaker”, senza danneggiare il cervello o alterare i processi mentali, emette un impulso elettrico ritmico che allevia la depressione.

Funzionò! L’uomo riacquistò il suo atteggiamento positivo e tornò a lavorare. “Lei mi ha salvato la vita”, disse al medico. “Ora posso condurre una vita normale”.

Quest’uomo aveva più che normali sbalzi d’umore. Era uno degli otto milioni di americani che ogni anno vanno dal medico per farsi curare di una grave forma di depressione, un disturbo che da luogo a intensi sentimenti di colpa, di inutilità e di disperazione. Di solito, ne conseguono inappetenza e insonnia, continuo affaticamento, crisi di pianto e incapacità di trarre una qualsiasi gioia dalla vita.

Sono pochissimi i casi che richiedono una terapia radicale con un “pacemaker”. Di solito, però, nelle gravi forme di depressione si raccomanda di chiedere consiglio agli esperti. Gli studi indicano che in alcuni paesi ben una donna su quattro e il 10 per cento degli uomini soffrono di depressione in qualche momento della loro vita.

Quali terapie esistono? Ce ne sono diverse. Alcune sono ai poli estremi; altre invece si incontrano. Perché?

Alcuni ricercatori pensano che le gravi forme di depressione siano causate da un difetto fisico (anche se indotte da qualche avvenimento stressante) — uno squilibrio chimico nel cervello — e quindi per correggere questo squilibrio si ritiene essenziale qualche tipo di farmaco. Altri sostengono che il disturbo abbia origine da un errato modo di pensare e che la mente crei lo squilibrio e possa quindi correggerlo. Essi pensano che la mente abbia bisogno d’essere corretta mediante la psicoterapia. C’è del buono in ciascun metodo, eppure nessuno dei due offre la soluzione completa.

Vi sono implicati sia la mente che il corpo

È un problema difficile da risolvere a motivo della stretta interrelazione fra mente e corpo. Ognuno di essi ha determinati effetti sull’altro.

I disturbi mentali sono molto complessi e ogni paziente è diverso. Perciò il medico che conosce il paziente di solito può raccomandare qual è la terapia migliore nel suo caso. Se il paziente non è soddisfatto, forse il medico può aiutarlo a cercare altri specialisti. Il materiale esposto qui di seguito può aiutare sia il paziente che il medico a rendersi conto che esistono diverse terapie. Nessuna terapia guarisce tutti i casi di grave depressione. Bisogna pure ammettere che nell’ambito della stessa terapia c’è spesso un’ampia gamma di medici che l’adottano. Per esempio, nel campo della psicoterapia si dice vi siano 130 diversi metodi. Inoltre, fra coloro che curano la depressione con la nutrizione ci sono eminenti ricercatori che hanno alle spalle decenni di studi e alcuni che sono divenuti “esperti” dopo avere frequentato un corso di un paio di giorni.

Discutetene a fondo

Quando viene diagnosticata una grave forma di depressione, una delle cure raccomandate è la psicoterapia. Dato che l’individuo depresso di solito ha la mente sconvolta, molti sono stati aiutati parlando con un terapeuta. Vi sono psichiatri, psicologi, assistenti sociali e altri che hanno ricevuto un addestramento specializzato. Altri invece hanno tratto beneficio dal parlare con un ministro amorevole e comprensivo.a

Armand DiMele, direttore del Centro di Psicoterapia in America, osserva: “L’individuo depresso si protegge chiudendo la mente e il corpo e non ammettendo nessuno stimolo. Per esempio, quando perde una persona cara, anziché reagire può cadere in uno stato di depressione”. Il compito del consigliere è di aiutarlo a riconoscere i sentimenti e l’ansia che seguono alla scomparsa di una persona cara. DiMele prosegue dicendo: “Se chi lo ha in cura riesce veramente a educarlo e a dirgli quali sensazioni fisiche aspettarsi, allora il paziente gradualmente si rende conto di poter far fronte all’emozione e la depressione scompare”.

Sentimenti repressi come ira, risentimento e colpa, hanno spesso generato depressione. Per esempio, uno psicologo che lavorava presso il Dipartimento di Igiene Mentale dello Stato di New York curò una donna di 58 anni che soffriva di grave depressione. Essa pensava che Dio l’avesse abbandonata e che tutti parlassero male di lei. Quando questo esperto, con vent’anni di esperienza alle spalle, cominciò a parlarle gentilmente ogni settimana, notò che nelle conversazioni sulla sua famiglia non menzionava mai la madre, con cui ora abitava. Indagò. Col tempo essa rivelò che secondo lei la madre, con la sua negligenza, aveva causato la recente morte del suo diletto padre. A poco a poco lo psicologo l’aiutò a vincere questo risentimento, e la depressione sparì.

Dato che i sentimenti di colpa sono spesso uno dei principali sintomi della depressione, gli psicologi cercheranno di eliminarli insieme ai sentimenti di indegnità del paziente. Una donna fu colpita da una forte forma di depressione quando la figlia diventò ribelle. “Non sono mai stata una buona madre, vero?” diceva piangendo allo psichiatra. “Per questo è finita male”. Il medico l’aiutò a capire quanto bene aveva fatto per la figlia. La colpa allora svanì, come anche la depressione.

Tuttavia, nella maggioranza dei casi questa terapia non ha successo, secondo il dott. Ronald Fieve. In un suo libro (Moodswing — The Third Revolution in Psychiatry) egli scrive che non di rado, dopo avere assistito per settimane, mesi e anni un soggetto affetto da una lieve o grave forma di depressione, e averlo aiutato ad analizzare il suo comportamento, “i risultati erano stati minimi”.

A questo punto si presenta anche un pericolo per chi si sforza di vivere secondo elevate norme morali. Alcuni psicoterapisti vanno agli estremi, giustificando modi d’agire che la Bibbia disapprova. Questo vien fatto al fine di alleggerire la colpa del paziente. È vero che non ci si dovrebbe mai sentire oppressi dalla colpa né “condannati da Dio” se entrano nella mente sentimenti non appropriati. Tuttavia, anziché ragionare che tali errati pensieri non siano errati, come dicono alcuni psicoterapisti, coloro che tengono in grande stima i consigli della Bibbia preferiscono correggere tali idee o togliersele dalla testa. Quindi devono valutare seriamente (o farsi aiutare a valutare) i consigli dati da uno psicoterapista. Si possono evitare problemi se il paziente, o qualcuno che l’accompagna, spiega al terapeuta l’importanza delle idee religiose del paziente. — Gal. 5:16, 19-21; Giac. 1:14, 15.

Gli esperti in materia non sono tutti d’accordo sull’efficacia della psicoterapia intensiva. Una delle ragioni è che secondo molti medici lo squilibrio chimico presente in casi gravi di depressione non può sempre essere corretto mediante la psicoterapia. Essi incoraggiano l’uso di . . .

Antidepressivi

“Pensavo che si potesse superare qualsiasi sbalzo d’umore semplicemente decidendo di farlo, ma ora non lo penso più”, ha confessato una casalinga che in passato ha sofferto di forti crisi depressive. “A volte mi gettavo a terra e singhiozzavo senza nessuna vera ragione”. Alla fine andò da un medico che le fu veramente d’aiuto.

Dopo avere ascoltato i suoi sintomi, indice di grave depressione, il medico disse: “Anzitutto lasci che le spieghi che il suo è un male fisico. Ho un farmaco che ritengo l’aiuterà”. Le prescrisse un antidepressivo triciclico. Egli pensava che esso avrebbe compensato uno squilibrio chimico che sospettava nel suo cervello e fatto sparire la depressione. “Per un po’ non successe nulla”, disse, ma poi, “nel giro di sei mesi mi sentii come una persona completamente diversa e smisi di prendere il farmaco”.

In circolazione esistono oltre 20 antidepressivi e anche litio. Non sono “eccitanti” (amfetamine) né tranquillanti, che immediatamente stimolano o calmano il sistema nervoso e possono dare luogo ad assuefazione. Anziché reprimere certi impulsi che generano ansietà, come fanno i tranquillanti, questi antidepressivi (farmaci triciclici e inibitori della monoaminossidasi, abbreviato M.A.O.) modificano evidentemente i livelli di certi neurotrasmettitori nel “centro del piacere” del cervello e si pensa che questo faciliti la trasmissione degli impulsi piacevoli da una cellula nervosa all’altra. Quindi è possibile che questi farmaci correggano uno squilibrio chimico nel cervello.b

Secondo il dott. Ronald Fieve, direttore della Fieve Lithium Clinic di New York, “il litio è utile nella fase maniacale della psicosi maniaco-depressiva bipolare ed è ottimo per prevenire questo disturbo e talora è utile nelle crisi ricorrenti di grave depressione”. Egli comunica che in un periodo di vent’anni sono stati attentamente studiati oltre 6.000 pazienti a cui era stato somministrato litio in una dozzina di paesi. Di coloro che soffrivano di psicosi maniaco-depressiva, dal 70 all’80 per cento sono stati curati con successo.

Naturalmente tutti questi farmaci possono avere sfavorevoli effetti collaterali. Spesso si provano vari farmaci finché non si trova quello “giusto”. Gli inibitori della monoaminossidasi possono causare una reazione mortale se combinati con certi cibi come formaggi stagionati, birra, vini e fegatini di pollo. Quindi tutti questi farmaci devono essere usati sotto l’attenta sorveglianza di un medico bene informato.

“[La farmacoterapia], comunque, non è una soluzione magica per tutti i problemi del paziente”, scrive il dott. Nathan Kline di New York in un suo libro (From Sad to Glad). Egli, che è stato uno dei primi a far uso di antidepressivi, ha detto: “In sostanza essa corregge un particolare tipo di guasto funzionale, così che il paziente possa affrontare i problemi nel pieno delle sue facoltà”.

Nutrizione

Oltre 65 anni fa fu dimostrato che un regime alimentare carente può causare disturbi mentali. La pellagra, una malattia mortale, era diffusa in molti paesi e uccideva 10.000 americani all’anno. Le prime manifestazioni della malattia erano di solito disturbi mentali, prevalentemente depressione.

Per arrivare alla radice del problema, il dott. Joseph Goldberger mise alcuni soggetti sani allo stesso regime alimentare a cui venivano tenuti alcuni malati di mente: pasti a base soprattutto di farina di granturco, farina d’avena, amido di granturco e altri prodotti del granturco, oltre a una piccola quantità di ortaggi. Aspettò. Sette degli undici soggetti furono colpiti da depressione e contrassero la pellagra! Il medico aggiunse allora al loro regime lievito di birra, carne magra e latte. Tutti si ripresero in fretta. Nel loro caso la depressione era stata causata da una carenza nutritiva.

Il granturco, che è alla base dell’alimentazione degli abitanti poveri della zona presa in esame, è quasi interamente privo di un essenziale amminoacido, il triptofano. Per questo mancavano di alcune vitamine del complesso B.

Gli scienziati hanno riscontrato che altre carenze nutritivec causano sintomi come depressione, nervosismo, affaticamento e cambiamenti della personalità. Numerose ricerche hanno messo in relazione le vitamine, specialmente quelle del complesso B, con la conversione degli amminoacidi, come il triptofano, in neurotrasmettitori, che trasmettono gli impulsi del pensiero fra una cellula nervosa e l’altra. Si pensa che alcuni tipi di depressione siano dovuti alla carenza di certi neurotrasmettitori.

“La prima cosa da fare è quella di mettere il paziente nella condizione ottimale in quanto a nutrizione”, spiega il dott. David Hawkins, presidente fondatore dell’Accademia di psichiatria ortomolecolare. Ma anche quando viene scoperta una carenza nutritiva, non sempre la depressione scompare integrando l’alimentazione.

Una donna che soffriva di forte depressione aveva letto un libro sulla terapia megavitaminica e per trarre un certo sollievo prendeva forti dosi di certe vitamine, ma senza alcun sensibile effetto. Un medico esaminò attentamente il tipo di alimentazione della paziente e riscontrò che faceva un solo pasto al giorno a base di hamburger e patate fritte, con un po’ di lattuga e pomodori. Beveva da 25 a 30 caffè al giorno. Aggiungendo al suo regime vari ortaggi, frutta e noci, e limitando il consumo di caffè, nel giro di alcuni mesi la donna guarì completamente.

Alcuni medici che curano questo disturbo correggendo l’alimentazione ricorrono però anche a farmacoterapia ed elettroshock. Questo perché la strada della nutrizione è spesso lenta e il paziente, specie se ha intenzioni suicide, può avere bisogno di aiuto immediato.

I medici che basano la loro terapia sull’alimentazione usano primariamente sostanze presenti di solito nel corpo, evitando così i pericolosi effetti collaterali degli psicofarmaci. The American Journal of Psychiatry (maggio 1980) riferiva il caso di una donna di trent’anni che aveva sofferto di una grave forma di depressione per parecchi anni e che aveva reagito sfavorevolmente agli antidepressivi. Le fu somministrato un amminoacido presente in natura, la tirosina, e “dopo due settimane di terapia a base di tirosina migliorò sensibilmente”. Per vedere se il miglioramento aveva una base psicologica, le fu somministrato un placebo di aspetto simile. Nel giro di una settimana era di nuovo depressa! Quando le fu di nuovo somministrato l’amminoacido, la depressione “scomparve del tutto”.

Esperimenti indicano che il triptofano, un altro amminoacido, è tanto efficace quanto alcuni antidepressivi, senza alcun effetto collaterale. Sebbene non tutti gli esperimenti siano riusciti, il dott. J. H. Growden ha riassunto la cosa dicendo: “Sembra probabile che esista un gruppo di pazienti i cui disturbi dell’umore migliorino clinicamente con la somministrazione di triptofano, da solo o unito a terapie più convenzionali”.

Comunque il dott. Allen Cott, un pioniere delle ricerche sulla nutrizione, avverte: “Il medico deve sempre studiare la formula corretta. Non si dovrebbero inghiottire manciate di vitamine. Se ci si carica di B6 si esaurisce la riserva di magnesio del corpo. . . . Solo un medico esperto può accertarsi che correggendo una carenza vitaminica non se ne crei un’altra”. I nutrizionisti quindi raccomandano di solito di integrare l’alimentazione con vitamine, minerali, microelementi, enzimi e amminoacidi. È pure riconosciuto che se una di queste cose viene assunta in dosi massicce agisce sul corpo come una droga.

Lo psichiatra H. M. Ross, che nell’esercizio quotidiano della sua professione fa uso di vitamine e bada all’alimentazione e che avrebbe guarito centinaia di persone affette da grave depressione, dichiara: “Le vitamine non sono l’unica soluzione di molti problemi psichiatrici”. Facendo eco a questa equilibrata opinione il dott. Carlton Fredericks, noto sostenitore di questo tipo di terapia, ammette: “Come lo psichiatra e lo psicologo sono ossessionati dal concetto che i disturbi mentali siano puramente mentali, così lo specialista ortomolecolare deve resistere alla tentazione di dare troppa importanza a una sola terapia biochimica per i disturbi emotivi e mentali”.

Un attento esame di coscienza

Sebbene spesso sia possibile trarre beneficio dalle cure di esperti, di solito questo non basta per ottenere la guarigione. L’individuo depresso deve fare un onesto esame di coscienza. Una trentacinquenne depressa riscontrò che doveva fare alcuni cambiamenti oltre a modificare le proprie abitudini alimentari per liberarsi definitivamente della depressione. Essa spiega: “Gli antidepressivi non risolvono tutti i tuoi problemi. Devi riconoscere e affrontare i tuoi timori e le tue ansie e cambiare il tuo modo di pensare”.

Sì, ogni forma di terapia ha i suoi limiti. Nessuna di esse può trasformare completamente l’individuo. Farmaci e vitamine possono equilibrare l’umore, ma non possono mettere a posto la vostra vita domestica. “Se esigete ‘perfetto’ rendimento nel lavoro, gli amici proprio ‘giusti’, beni materiali costosi e numerosi”, avverte DiMele, “forse vi preparate a una vita di crisi depressive periodiche”.

Pertanto, anche se esistono varie terapie per i casi gravi di depressione, non dimenticate mai che devono anche essere accompagnati da un deciso sforzo da parte dell’individuo depresso. Solo allora egli riuscirà a vincere la forte depressione.

[Note in calce]

a Svegliatevi! dell’8 febbraio 1982, nell’articolo “Cosa si può fare per combattere la depressione”, considera come molti sono riusciti a vincere la depressione seguendo i principi biblici.

b Vedi l’articolo “Dipende solo dalla mente?” in Svegliatevi! dell’8 febbraio 1982.

c Un’équipe di scienziati elenca B1, B3 (niacina), B6, B12, acido pantotenico, biotina, acido folico e C in Nutrition and the Brain (1979, edito da Wortman e Wortman del Massachusetts Institute of Technology).

[Testo in evidenza a pagina 27]

I disturbi mentali sono molto complessi e ogni paziente è diverso. Perciò il medico che conosce il paziente di solito può raccomandare qual è la terapia migliore

[Riquadro/Immagine a pagina 23]

C’è una stretta interrelazione fra mente e corpo. I pensieri possono influire sul fisico e produrre nel cervello uno squilibrio chimico che causa depressione. Il fisico, a causa di carenze, malattie o difetti fisici, può anch’esso influire sulla mente e contribuire alla depressione

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi