“È semplicemente un lavoro”?
Gli scienziati e gli esperti che dedicano il proprio tempo e le proprie capacità a produrre armi sempre più micidiali e distruttive quali sentimenti nutrono in proposito? Uno di questi professionisti che lavora nel campo da oltre trent’anni osserva che pochi rinunciano per motivi di coscienza a un’occupazione avente a che fare con le armi. “Il fatto è che”, dice, “una volta intrapreso questo lavoro, pochissimi se ne danno pensiero. . . . I miei colleghi che lavorano a ordigni nucleari non lo fanno per una ragione. Lo fanno perché sono fisici nucleari”. Un altro esperto ritiene d’avere la coscienza pulita: “Vedo le cose in questo modo: dato che abbiamo un’istituzione militare, il massimo che possiamo sperare è che nessuno perda la testa e faccia scoppiare una guerra”. Tuttavia questo scienziato ammette che anche questo modo di pensare è raro. “Direi che solo il 10 per cento circa dei miei colleghi condivide le mie preoccupazioni. Forse un altro 10 per cento è all’altro estremo: farebbero qualsiasi cosa ci desse la superiorità militare. E l’altro 80 per cento, be’, dubito che ci pensino molto. Per loro è semplicemente un lavoro”.