L’arte di ascoltare
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Canada
IL RAGAZZO stava uscendo di corsa dalla casa della nonna quando si fermò di botto sulla soglia udendola gridare:
“UN MOMENTO!”
“Sì, nonna?”
“Allora cosa mi devi comprare?”
“Il pane, . . . e poi . . . mezzo chilo di caffè?”
“Si! . . . E cos’altro?”
“Ecco . . . non ricordo più!”
Il ragazzo aveva dimenticato una cosa perché, anche se aveva udito, a un certo punto aveva smesso di ascoltare, di prestare attenzione.
La nonna aiutò gentilmente il nipote a ricordare l’altra cosa, il burro. Coi suoi modi semplici questa nonna stava saggiamente insegnando un’antica lezione: Bisogna ascoltare se si vogliono ricordare le cose veramente importanti. Sapeva che per fare bene le cose è indispensabile prestare attenzione.
In circostanze normali non è fatica udire. Ascoltare invece è una facoltà che bisogna coltivare ed esercitare. Infatti, ascoltare significa “udire con attenzione”. Sotto questo aspetto, ascoltare è un’arte!
La sua utilità negli affari
L’industria moderna ha imparato ora quello che la nonna sapeva già. “Il cattivo ascolto è uno dei problemi più gravi che si affrontano oggi nel mondo degli affari”, secondo il massimo dirigente della Sperry, una società americana. “Il mondo degli affari poggia sul suo sistema di comunicazione”, ha spiegato, “e quando esso si interrompe, gli errori possono costare cari”.
Si dice che sui posti di lavoro l’“efficienza d’ascolto” sia inferiore al 50 per cento. Tradotto in termini di ciò che accade nel lavoro, questo vuol dire che ogni giorno meno di metà di quello che viene comunicato oralmente è poi correttamente messo in atto.
Ma di questi tempi ascoltare sul posto di lavoro non è una strada a senso unico. I dirigenti imparano sempre più ad ascoltare i lavoratori. I dipendenti sono più contenti, rendono di più e sono meno soggetti a scioperare quando si rendono conto che il principale ascolta le lamentele legittime.
In alcuni casi i lavoratori mostrano d’essere in grado di risolvere i problemi e di accrescere la produttività quanto i datori di lavoro. In uno stabilimento produttore di impianti per il condizionamento dell’aria, i dipendenti trovarono la soluzione di un problema tecnico che i dirigenti non erano riusciti a risolvere, “facendo risparmiare alla ditta migliaia di dollari all’anno”, dice una relazione.
Inoltre, un centinaio di società nordamericane hanno adottato un metodo che ha avuto origine in Giappone. Si tratta di particolari “circoli”— ne esistono già da 2.000 a 3.000 circa negli Stati Uniti —in cui dirigenti e dipendenti tengono riunioni congiunte per risolvere i problemi. Alcune ditte affermano di avere risparmiato milioni di dollari seguendo i suggerimenti dei lavoratori.
La sua utilità per voi
Se in tanti casi i rapporti migliorano non trascurando l’arte di ascoltare sul posto di lavoro, non migliorerebbe anche la situazione nella famiglia media, nella comunità e fra le nazioni? Sì, non c’è dubbio in proposito. Il cosiddetto divario fra le generazioni non è in effetti un divario di comunicazioni? I genitori non accusano spesso i figli di non prestare attenzione quando parlano loro? E i giovani d’oggi non si lamentano forse che i genitori non li ascoltano quando cercano di parlare loro di problemi personali? I problemi coniugali sono spesso attribuiti alla “mancanza di dialogo”. “Tu non mi ascolti!” sono parole che ricorrono spesso in molte dispute familiari.
Ascoltate attentamente quando vostra moglie, vostro marito, i vostri genitori o i vostri figli vi parlano? Davvero? O siete occupati a pensare alla risposta? Ascoltate il vostro interlocutore con uno spirito di ripulsa anziché con imparzialità? Dato che avete già sentito i suoi argomenti, distogliete l’attenzione anche questa volta? In tal caso, potreste perdere nuove informazioni che potrebbero essere valide e giustificare un cambiamento di idea da parte vostra. Molti problemi umani si potrebbero risolvere se ci fosse un buon dialogo, e una parte essenziale del dialogo è quella di ascoltare.
Come coltivare l’arte di ascoltare
Prima di tutto, ascoltare equivale a prestare attenzione, a concentrarsi su quanto viene detto. Ma se colui che parla è monotono? (Stavate ascoltando? La risposta è proprio in ciò che è stato appena detto: ‘Concentratevi su quanto viene detto’). Anche se l’interlocutore non è molto raffinato e neppure molto istruito, ascoltate i fatti che presenta e che sono utili, pratici e interessanti. Dimenticate per il momento i modi o l’aspetto dell’interlocutore. Quanto egli vi dice è vero e utile? Non siate arroganti come quella donna che disse a due visitatori: “Non parlo di queste cose se non con chi ha almeno una laurea!”
Poi, dato che si ascolta quattro volte più rapidamente di quanto non si parli, approfittate di questo tempo per classificare le informazioni. Mettetele in relazione con quello che sapete già. Pensate quali risultati avrete applicando le informazioni. Non traete conclusioni affrettate, comunque. Ascoltate l’interlocutore sino in fondo. Tenete a freno i pregiudizi per non reagire emotivamente. “Tieni conto da chi viene” non è sempre un buon consiglio da seguire. Il saggio riconosce la verità indipendentemente da chi la dice. Udite abbastanza da poter trarre conclusioni valide. La maggioranza degli interlocutori ve ne darà il tempo. Quindi è appropriato seguire il consiglio di un accorto dirigente che a una riunione disse ai presenti: “Ora ascoltate lentamente”.
Evitate la tendenza a reagire con ‘rifiuti immediati’. Può essere umiliante cercare di rispondere a una questione prima di averla udita, avverte la Bibbia. (Proverbi 18:13) Ma chi sa tutto? Rammentate che le vostre idee si basano su informazioni che avete ricevute qualche tempo fa. Non avete sempre avuto quelle idee. Siate di mente aperta. La persona ragionevole sa che c’è dell’altro da imparare.
Infine, siate pronti ad agire in base a quello che udite. Se i consigli o i suggerimenti dati non sono messi in atto, i risultati sono minimi. In un corso di addestramento della Sperry viene detto ai dipendenti: “L’ascolto efficace . . . consiste di quattro fasi: percepire (udire il messaggio), capire (interpretarlo), valutare (stimarlo) e agire di conseguenza (fare qualcosa in merito)”.
Quando cominciare?
Per quello che vi riguarda, perché non cominciare subito? Divenire più abili nell’arte di ascoltare è solo un altro modo per amare il prossimo come se stessi. I risultati sono molteplici: Più memoria per i nomi, migliorata capacità di ricordare appuntamenti e impegni, una migliore reputazione per il fatto che si ha spirito di osservazione e i compiti si eseguono con accuratezza, per menzionare solo alcuni vantaggi.
Quando si tratta dei figli, cominciate presto a insegnar loro l’arte di ascoltare. A che età? “Dalla culla”, dicono alcuni ricercatori. Se ci si rende conto, come ha detto un educatore, che “i primi tre anni sono il tempo migliore per imparare”, si capisce che bisogna cominciare presto. Leggendo ai bambini molto piccoli li abituate ad ascoltare, a diventare familiari con le parole e con i libri, a mettere insieme i pensieri. Molti genitori sono rimasti meravigliati per la capacità delle menti giovani e fresche di ricordare, con sorprendente accuratezza e facilità, numerosi e svariati particolari.
Come con qualsiasi arte, anche quando si ha talento, per coltivare la capacità di ascoltare ci vogliono addestramento, esercizio e pazienza. Può significare duro lavoro. Richiederà determinazione da parte vostra. Ma, come in altri campi, una raffinata arte di ascoltare può recare soddisfazione a voi e ad altri e contribuire in notevole misura a rendere più produttivi i rapporti umani in molti campi della vita.
[Immagine a pagina 21]
Ascolti attentamente quando tua moglie ti parla?
[Immagine a pagina 22]
Può essere umiliante cercare di rispondere a una questione prima di averla udita