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  • g83 22/2 pp. 22-27
  • “Voglio solo un lavoro!”

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  • “Voglio solo un lavoro!”
  • Svegliatevi! 1983
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  • Estesa disoccupazione: perché?
  • Prospettive per i giovani?
  • L’iniziativa può essere utile!
  • 1. Siate preparati!
  • 2. Siate presentabili!
  • 3. Siate amabili!
  • 4. Perseverate!
  • 5. Siate pratici!
  • 6. Siate positivi!
  • Esiste una soluzione definitiva?
  • Come posso trovare un lavoro, e mantenerlo?
    I giovani chiedono . . . Risposte pratiche alle loro domande
  • Cercate lavoro?
    Svegliatevi! 1975
  • Come regolarsi a un colloquio di lavoro?
    Svegliatevi! 1983
  • Che cosa si può fare quando il lavoro scarseggia?
    Svegliatevi! 1975
Altro
Svegliatevi! 1983
g83 22/2 pp. 22-27

“Voglio solo un lavoro!”

Cosa si può fare per trovare lavoro? Il problema della disoccupazione sarà mai risolto in maniera definitiva?

MOLTI paesi corrono il pericolo di perdere la fiducia di milioni di cittadini, specialmente quelli giovani. Perché? Perché non c’è lavoro per loro. Sono disoccupati, e sono arrabbiati per questo.

Per esempio, negli Stati Uniti il numero dei disoccupati è stato di circa il 9 per cento all’inizio dell’anno scorso, la punta più alta dalla seconda guerra mondiale. Questo significa che circa dieci milioni di cittadini erano senza lavoro!

Nel Regno Unito, un quinto dei circa tre milioni di disoccupati, vale a dire 600.000, hanno meno di diciannove anni. È inevitabile che siano risentiti e amareggiati. Esprimendo la sua frustrazione un adolescente ha detto: “Non m’importa il tipo di occupazione. Voglio solo un lavoro!”

I paesi europei con cui la Gran Bretagna effettua scambi commerciali hanno lo stesso problema. In nove paesi del Mercato Comune circa l’8 per cento della forza lavorativa è senza lavoro. E 400 persone su mille hanno meno di venticinque anni! Come andranno le cose tra alcuni anni se, come prevedono gli esperti, si calcola ci saranno 12 milioni di persone senza lavoro nell’Europa Occidentale? La situazione è critica e tutti i governi lo sanno.

Sebbene il problema della disoccupazione sia peggiore in alcune altre zone, come in certe parti dell’Asia e dell’America Latina, la situazione è nuova per molti abitanti dell’Europa e dell’America Settentrionale. Perché? Quali sono le cause di questo problema che va aggravandosi? Un attento sguardo all’Europa, e alla Gran Bretagna in particolare, aiuterà a rispondere a queste domande.

Estesa disoccupazione: perché?

Alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa entrò in un periodo di prosperità economica senza precedenti. I negozi erano pieni zeppi di merce d’ogni sorta. L’occupazione era al culmine. ‘Non è mai andata così bene!’ era lo slogan di Harold Macmillan, primo ministro inglese al principio degli anni sessanta, e le sue parole riassumevano bene la situazione.

Ma sono passati vent’anni, e le cose sono cambiate! È la piena occupazione una meta nuovamente raggiungibile negli anni ottanta o in qualsiasi tempo futuro? Molti esperti affermano seriamente che sia ora una cosa del passato, solo un ricordo di tempi più felici. Perché?

Quando il costo del petrolio, su cui le nazioni occidentali basano la loro economia, aumentò drasticamente negli anni settanta, l’aumento dei prezzi e l’inflazione procedettero di pari passo. Nel tentativo di stare al passo, le richieste di salario da parte dei lavoratori crebbero rapidamente. Allo stesso tempo alcuni mercati cominciarono a raggiungere il punto di saturazione: un ulteriore aggravio per le economie vacillanti. Il risultato fu la disoccupazione.

Ovviamente non esiste una facile soluzione. Per milioni di persone la prospettiva di trovare un qualsiasi lavoro diminuisce col passare delle settimane. Questo è il vero problema.

Prospettive per i giovani?

I giovani, specie quelli che finiscono gli studi, come affrontano la situazione? Cosa si sta facendo per loro?

Oltre tre anni fa il governo inglese diede inizio a un programma (Youth Opportunities Programme [YOP]) per aiutare uno su otto dei giovani che terminano le scuole. Ora il programma cerca di aiutarne uno su due. In che cosa consiste tale aiuto?

Tutti i datori di lavoro, in qualsiasi campo, sono esortati a prendere un certo numero di ragazzi a lavorare non appena terminano le scuole. L’obiettivo è duplice: Offrire loro esperienza pratica nell’ambiente del lavoro e, coi corsi di apprendistato, provvedere un certo addestramento in svariati mestieri.

In un periodo di dodici mesi oltre mezzo milione di giovani sono stati aiutati in questo modo. Ma che prospettive offre?

Molti ragazzi, al termine del primo corso YOP, ne seguono un secondo. Non c’è nessuna garanzia di occupazione a tempo pieno, naturalmente, e spesso neanche molte speranze. Il programma, per quanto sembri buono, non può risolvere il problema fondamentale. Un amministratore del programma ha detto schiettamente: “È come dare aspirina per il cancro”.

L’assistenza sociale impedisce di vivere una vita di stenti e di fare la fila per il pane, ma non può sostituire la soddisfazione che viene dal lavoro. The Times di Londra lo faceva notare, dicendo: “Per la maggioranza dei ragazzi, il lavoro è il principale simbolo di maturità; ecco perché ne hanno tanto bisogno”.

Con la prospettiva che nel 1983 ben 800.000 giovani al di sotto dei 18 anni siano senza lavoro, la Gran Bretagna si trova davanti a una sfida. Ma è una sfida a cui devono rispondere anche i suoi alleati europei. Cosa faranno resta da vedere.

L’iniziativa può essere utile!

Siete fra i giovani disoccupati? Non avete mai cercato lavoro? Coraggio! La situazione non è disperata! Prendete in esame le seguenti informazioni. Contengono suggerimenti pratici dati da dirigenti, giovani e altri che si interessano del problema dell’occupazione.

Tenendo presenti questi suggerimenti, usate la vostra iniziativa per fare domanda dei posti vacanti di cui venite a conoscenza. O all’occasione create voi stessi le opportunità. È possibile, come hanno scoperto molti con loro soddisfazione. È vero che al presente possono esserci pochi posti disponibili, ma uno può essere vostro.

1. Siate preparati!

“Dopo 15 anni di esperienza, credo che i giovani d’oggi siano molto meno preparati che mai a un colloquio”. Così ha detto uno che tiene corsi di apprendistato. Perché? “Non fanno i compiti a casa!” ha esclamato. Cosa voleva dire?

Come risposta considerate questa esperienza: “Mi interessai della ditta per cui ora lavoro. Durante il colloquio feci domande, essendomi informato in anticipo del genere di lavori che facevano in diverse parti di Londra. Ottenni l’impiego”.

Sareste preparati a fare tali approfondite ricerche prima di fare domanda per un posto vacante? Potrebbe significare la differenza fra l’essere assunti e il non esserlo. Ne vale senz’altro la pena. Un datore di lavoro ha detto: “Quelli che mostrano iniziativa ottengono l’impiego più facilmente di quelli che sono passivi”. E nessuno poteva saperlo meglio di lui.

2. Siate presentabili!

“La mia insegnante di materie commerciali mi aveva detto che una domanda di lavoro è meglio scriverla a mano, in modo accurato, che a macchina. Aveva ragione. Ho scoperto che ne vale la pena”. Così ha detto un’adolescente che ha avuto successo. La scrittura ordinata produce un’impressione immediata, indica che la persona si interessa della cosa. È un punto che vale la pena di notare. Certo, se la propria scrittura non è chiara e ordinata, è meglio una lettera dattiloscritta.

Quando ci si presenta per un colloquio come si dovrebbe essere vestiti? Un giovane ha detto: “Ho avuto quattro colloqui prima d’essere informato che mi avevano assunto. All’ultimo colloquio eravamo solo in tre. Eravamo tutti freschi di studi e non c’era molto da scegliere fra noi. Ma in ultima analisi penso che la cosa che contava fosse il modo in cui eravamo vestiti”. Ci avreste pensato?

Una ditta di confezioni pubblica continue inserzioni di offerte di lavoro. Perché? “Molti aspiranti si presentano in blue jeans sporchi e abiti spiegazzati”, ha deplorato il direttore generale. Se foste voi a dirigere una ditta, vorreste avere persone simili alle vostre dipendenze? L’aspetto lindo e pulito accrescerà le vostre probabilità di ottenere quell’impiego, mentre se vi presentate con un abbigliamento trasandato le vostre probabilità scenderanno a zero. La maggioranza dei datori di lavoro ve lo confermerà. Non imparate a vostre spese.

3. Siate amabili!

Che tipo di persone siete nei rapporti di lavoro? Siete amabili e gentili? Sorridete? Sapete ridere di voi stessi e dei vostri errori? O siete lunatici? Vi prendete troppo sul serio? Chiedetevi: Io con che tipo di persona vorrei lavorare?

“La scuola non ti insegna quanta importanza può avere la personalità”, ha detto una ragazza poco più che ventenne. È proprio vero! Nel corso degli anni l’istruzione si concentra sui requisiti accademici, spesso a discapito della formazione del carattere.

“Il corso che frequento si interessa dello sviluppo della mia personalità nonché della mia intelligenza?” è una delle domande che si suggerisce ai giovani di farsi. Ne consegue che una personalità gradevole non dipende dalla propria capacità di superare gli esami, e il probabile datore di lavoro può essere colpito dalla vostra personalità, più che semplicemente dal vostro diploma.

4. Perseverate!

Data l’acuta scarsità di posti di lavoro, chi assume può permettersi il lusso d’essere pignolo. Da parte vostra, dovete essere perseveranti! Rammentate il famoso episodio biblico della vedova che continuò ad andare dal giudice perché le fosse fatta giustizia? Alla fine ottenne quello che voleva grazie alla sua insistenza. — Luca 18:1-8.

La stessa cosa può dirsi di voi. Un datore di lavoro narra di avere dato un buon lavoro a un ragazzo appena uscito di scuola semplicemente per ‘toglierselo di torno!’ Non solo conviene persistere, ma per i probabili datori di lavoro questo è un indice della vostra sincerità e del vostro interesse. Può farvi guadagnare il loro rispetto.

“Sono contento di non essermi dato per vinto dopo una cattiva esperienza”, rammenta un giovane. “Il solo modo di far fronte alla situazione è quello di riprendersi in fretta e cercare da un’altra parte”. Avete questa facoltà di ricupero? Ne avrete bisogno se volete che la vostra ricerca di un impiego abbia successo.

5. Siate pratici!

Il mondo non ha l’obbligo di mantenere nessuno. Eppure molti probabili datori di lavoro si preoccupano per coloro che terminano le scuole e che guardano troppo in alto ed esigono diritti che non hanno mai guadagnato. Un portavoce dell’Associazione americana delle agenzie di collocamento ha spiegato che molti giovani “chiedono insistentemente più denaro di quanto i datori di lavoro non siano disposti a pagare. Sono troppo esigenti”.

Se non vi danno lavoro perché chiedete una paga troppo alta, cosa avete guadagnato? Certo è molto meglio cominciare e farsi l’iniziale esperienza nel lavoro. Può essere il trampolino di lancio verso qualcosa di meglio mentre acquistate questa preziosa esperienza.

“I giovani considerano umiliante fare un lavoro al servizio del prossimo”, ha fatto notare un albergatore. Siate pratici! La gente paga sempre i servizi di natura personale. Infatti molti giovani hanno cominciato a lavorare per conto proprio in questo ramo. Offrono i loro servizi nei modi più svariati: falciare i prati, potare le piante dei giardini, pulire i vetri, badare ai bambini, lavare auto. Questi sono soltanto alcuni esempi. Vale senz’altro la pena di tentare questa strada.

6. Siate positivi!

Supponiamo che abbiate tentato molte volte di trovare lavoro, ma inutilmente. Che fare allora? NON ARRENDETEVI! Ammettiamo che non è facile, ma continuate a essere positivi.

“Vendete i vostri servizi!” ha consigliato uno che è esperto nel trovare lavoro. Mostrate al vostro eventuale datore di lavoro quale ottimo affare potrebbe fare assumendovi. A questo riguardo sarà molto utile presentare buone referenze circa la vostra onestà. Anche se non ha subito un posto di lavoro vacante, forse sarà disposto a tenere presente il vostro nome.

Non siate mai troppo aggressivi, né nel modo di fare né nel corso di un colloquio. Ricordate che ci sono molti altri nella vostra stessa situazione. Se vi rifiutano il posto, chiedete perché. Forse imparerete qualcosa che vi sarà utile quando farete la prossima domanda.

Non perdete mai il senso dell’umorismo e, soprattutto, conservate la dignità se le cose vanno male. Chissà come andrà la prossima volta? Quando fate la domanda siate ottimisti, quel lavoro potrebbe essere vostro.

Esiste una soluzione definitiva?

Non c’è dubbio che la difficoltà di trovare un’occupazione causa molta frustrazione e ira. Simile frustrazione e ira spesso si prova quando si fa un lavoro che non piace.

Non c’è dunque nessuna speranza che un giorno non solo tutti abbiano un lavoro ma che provino piacere nel farlo? Dalle condizioni che esistono attualmente nel mondo, la risposta parrebbe negativa.

Tuttavia le condizioni che esistono oggi in questo mondo pieno di problemi, inclusa la forte disoccupazione, sono prove che questo insoddisfacente sistema di cose è prossimo alla fine! Molto tempo fa numerose profezie bibliche predissero le cose spaventose che sono accadute nella nostra epoca, come prova che era vicino il tempo in cui il Creatore, Geova Dio, sarebbe intervenuto negli affari umani e avrebbe fatto sparire l’intera struttura umana che opprime gli uomini. — Matteo 24:3-14.

Durante la nostra vita, in “questa generazione”, come la chiamò Gesù, Dio userà la sua onnipotenza per annientare il male e ripristinare il bene sulla terra. (Matteo 24:34) “I retti son quelli che risiederanno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi saranno lasciati. Riguardo ai malvagi, saranno stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Proverbi 2:21, 22.

L’ultimo libro profetico della Bibbia, Rivelazione, mostra che “una grande folla” di persone rette sopravvivrà alla distruzione di questo mondo, ‘venendo dalla grande tribolazione’, per vivere in eterno sulla terra. (Rivelazione 7:9-17) Poi, sotto la guida di Dio, avrà inizio un grandioso programma di lavoro per trasformare questa terra in ciò che Gesù chiamò Paradiso. (Luca 23:43) Tale programma di costruzione fu prefigurato dalle seguenti parole del profeta Isaia: “Per certo edificheranno case e le abiteranno; e per certo pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. . . . i miei eletti useranno appieno l’opera delle loro proprie mani. Non faticheranno per nulla”. — Isaia 65:21-23.

Dato che Dio creò gli uomini con il desiderio di fare un lavoro soddisfacente, quella speranza si avvererà. Dopo che Dio avrà eseguito il giudizio contro l’attuale sistema, i suoi sudditi terreni dovranno impegnarsi in una mondiale opera di pulizia che supererà qualsiasi cosa questa terra abbia mai visto. Le macerie lasciate dalla guerra finale saranno tolte via. (Salmo 46:8, 9) Saranno costruite belle case. Giardini, parchi e messi saranno rigogliosi, grazie al lavoro felicemente compiuto da uomini benedetti dal loro Creatore.

Inoltre, “vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Pensate a tutto il lavoro costruttivo che si compirà per loro! Saranno loro insegnate le leggi di Dio, saranno loro provveduti luoghi in cui abitare e avranno lavoro da svolgere. Poiché “la morte non sarà più” (Rivelazione 21:4), ognuno avrà tutto il tempo necessario per diventare esperto nei mestieri, nelle arti e nelle scienze. Sì, veramente, “useranno appieno l’opera delle loro proprie mani”, così che ciascun giorno sarà una delizia. Povertà, disoccupazione e lavoro poco gradevole non esisteranno mai più.

Quindi, mentre oggi la vita è piena di incertezze per quanto riguarda il guadagnarsi da vivere, si può avere piena fiducia nella promessa divina di stabilire presto un nuovo sistema che eliminerà tutto ciò. Le persone non diranno più frustrate: “Voglio solo un lavoro!” Ci sarà lavoro creativo, edificante, utile e soddisfacente per tutti, e ce ne sarà in abbondanza!

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