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Svegliatevi! 1983
g83 8/6 p. 27

Non voleva smettere di piovere

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Madagascar

NEL paese tropicale del Madagascar ci sono soltanto due stagioni: quella delle piogge e quella secca. Dato che la stagione delle piogge va da novembre a marzo, nessuno si sorprese quando nel dicembre 1981 cominciò a piovere. Gli agricoltori diedero un sospiro di sollievo. Avevano bisogno della pioggia per i campi di riso.

Ma i sorrisi degli agricoltori cedettero il posto a espressioni preoccupate quando si vide che la pioggia non accennava a smettere. Ad Antananarivo (Tananarive), la capitale, piovve giorno e notte per tre settimane. E non era una pioggia normale. Un pomeriggio, dopo appena dieci minuti di pioggia eccezionalmente forte, vari quartieri della città rimasero isolati a causa degli allagamenti. Mentre continuava a piovere, i fiumi si gonfiavano. Questa stagione delle piogge cominciava a diventare preoccupante e minacciosa. Cosa stava succedendo?

Il Madagascar era investito da cicloni, violente tempeste di vento e piogge torrenziali non rare nell’Oceano Indiano dov’è situato il Madagascar. I cicloni portano gran parte della pioggia che ogni anno i coltivatori di riso attendono con impazienza. Ma quell’anno tre violenti cicloni si abbatterono sull’isola uno dietro l’altro, scaricando sulla terra enormi quantità d’acqua. La situazione era aggravata dalla rottura dell’antico sistema di dighe, aventi lo scopo di contenere i fiumi entro i loro confini quando il livello delle acque si alza. La terra delle dighe fu spazzata via e l’acqua del fiume si riversò nella città e nei terreni coltivati, allagandoli.

I giorni passavano e la pioggia continuava a cadere. Ai primi di febbraio i danni causati dall’inondazione erano già ingenti. Molti raccolti erano andati distrutti. Le acque dell’inondazione avevano sommerso campi, piantagioni, case e strade. Nella capitale le pareti d’argilla di molte case, a continuo contatto con l’acqua, si ammorbidirono e crollarono. Alla fine c’erano 71.000 senzatetto ad Antananarivo, che vennero sistemati in scuole, centri della comunità, ospedali e chiese, finché poterono tornare alle rispettive case o costruirne di nuove.

La parte alta della città, costruita su colline, non fu allagata. Ma il pericolo persisteva. La pioggia erodeva il suolo e spazzava via le pareti di sostegno, causando frane. Anche le strade di tutta l’isola subirono danni. Era difficile immaginare che un tempo fossero asfaltate. E dato che secondo le previsioni non avrebbe smesso di piovere prima della fine di marzo, le autorità non si preoccupavano di ripararle. Gli automobilisti dovevano quindi stare attenti a evitare le enormi buche e i pedoni dovevano badare di non farsi inzaccherare dall’acqua fangosa sollevata dai veicoli di passaggio.

Infine verso la fine di marzo smise di piovere. Subito ricomparvero il sole e il tempo tropicale: sembrava quasi non fosse mai piovuto, finché non si valutarono i danni. Le inondazioni avevano fatto novantatré vittime. Novecento edifici erano stati distrutti solo ad Antananarivo, e più di mille nella città di Toamasina sulla costa orientale. Nel paese c’erano complessivamente 117.000 senzatetto su una popolazione di appena nove milioni di abitanti. E gli agricoltori avevano perso il raccolto.

Passerà del tempo prima che gli abitanti del Madagascar dimentichino l’accaduto. Alcune famiglie piangono ancora i loro morti. Molte altre rimasero senza un tetto per mesi. Gli agricoltori dovettero aspettare un altro anno per raccogliere qualcosa, sperando in piogge più clementi.

In genere si sarebbe più felici se si potesse essere sicuri che disastri come quello che ha colpito il Madagascar non si verificheranno più. In effetti la Bibbia ci dice che presto verrà il tempo in cui potremo avere tale sicurezza. (Isaia 11:9; 65:21, 22; Michea 4:4) I sinceri cristiani del Madagascar sono impegnati ad annunciare questa buona notizia agli abitanti dell’isola mentre lottano per riprendersi dalle conseguenze della stagione in cui non voleva smettere di piovere.

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