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  • Il terrorismo: una guerra interna
  • Svegliatevi! 1983
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  • Terrorista o combattente per la libertà?
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Svegliatevi! 1983
g83 8/8 pp. 3-4

Il terrorismo: una guerra interna

DOPO la prima guerra mondiale potenti imperi coloniali sono crollati. Dalle rovine sono nate nuove nazioni che lottano per la propria sovranità. Esse sono in continuo fermento e la loro struttura politica e sociale cambia, andando da un estremo all’altro. L’America Latina è un calderone di lotte intestine. Paragonate una cartina dell’Africa del 1914 a una cartina dell’Africa d’oggi. I vasti imperi coloniali non esistono più. Al loro posto ci sono più di trenta nazioni, molte delle quali tormentate da disordini interni.

Mentre le guerre nell’ambito delle nazioni diventano sempre più minacciose, aumenta la paura che le nazioni possano essere disgregate dal nichilismo. Nel corso del suo processo in Israele, un terrorista dell’Armata Rossa giapponese disse ai suoi accusatori: “Sappiamo [che le guerre all’interno delle nazioni] diverranno più violente che le battaglie fra le nazioni”.

Terrorista o combattente per la libertà?

‘Quello che per uno è un terrorista per un altro è un combattente per la libertà’. I terroristi di sinistra additano George Washington. Non si mise egli alla testa di eserciti rivoluzionari per rovesciare il dominio britannico? “George Washington era un terrorista”, ha dichiarato un appartenente alla Frazione dell’Armata Rossa durante il suo processo davanti a una corte della Germania Occidentale quando si decideva della sua vita. “Essere definiti terroristi è un onore”.

Gli americani possono non gradire che George Washington sia definito terrorista. Eppure gli americani un tempo hanno acclamato Fidel Castro come eroico combattente per la libertà. Questo avvenne quando, insieme a un gruppo di guerriglieri, sconfisse l’esercito del dittatore Batista. In seguito, a causa della forma di governo da lui stabilita, Fidel Castro è stato considerato dagli Stati Uniti alla stessa stregua dei rivoluzionari che uccisero con una bomba lo zar Alessandro II e misero in moto la rivoluzione russa.

Per alcuni il terrorismo è come una furia che la società sta scatenando su se stessa. Altri lo vedono come un cancro della civiltà: bande o movimenti, grandi o piccoli, decisi a ristrutturare con mezzi violenti questo o quel sistema politico, economico, perfino religioso.

Le tattiche dei terroristi

Il moderno terrorista rapina, ruba, incendia, lancia bombe, compie sequestri e uccide. Questi per lui non sono crimini nel senso generale del termine. Per lui quello che fa equivale a quello che fanno le nazioni quando sono in guerra. I suoi atti sono atti di guerra. Lotta contro un ordine sociale.

Di norma, sta insieme ai compagni di lotta. Operano in piccole cellule. Colpiscono e fuggono. Compiono azioni di guerriglia e scaramucce. A volte le loro forze aumentano e formano eserciti. Il timore che essi incutono induce le nazioni a combattere guerre, compiere invasioni, rispondere alle atrocità con altre atrocità. Come farebbero ad esempio le Nazioni Unite a scrivere una storia imparziale del Libano moderno, il campo di battaglia di palestinesi, siriani e israeliani? E, ammesso che tutte le forze esterne venissero allontanate oltre i confini del paese, come farebbe il Libano a unire le fazioni interne in cui si mescolano cristiani maroniti, musulmani sunniti, sciiti e drusi? La violenza di una fazione contro l’altra si potrebbe definire terrorismo? La risposta varia a seconda della persona interrogata.

Per raccontare quale ruolo ha avuto il terrorismo nel plasmare il corso delle nazioni bisognerebbe passare in rassegna buona parte della storia mondiale degli scorsi cinquant’anni. I segni che presagiscono un’espansione del terrorismo, di cui forze avversarie interne ed esterne si servono per i loro scopi, suscitano una inquietante domanda nella mente dei capi del mondo: Che parte avranno queste “guerre interne” nel destino delle nazioni?

[Testo in evidenza a pagina 3]

‘Sappiamo che le guerre all’interno delle nazioni diverranno più violente che le battaglie fra le nazioni’

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