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  • g83 8/11 pp. 20-23
  • L’allattamento materno: Un “sacrificio” che si fa con amore

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  • L’allattamento materno: Un “sacrificio” che si fa con amore
  • Svegliatevi! 1983
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  • Adattamento
  • La nostra prima separazione
  • Ne vale la pena
  • L’allattamento materno è migliore
    Svegliatevi! 1976
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Altro
Svegliatevi! 1983
g83 8/11 pp. 20-23

L’allattamento materno: Un “sacrificio” che si fa con amore

MIO marito ed io avevamo delle decisioni da prendere. Stavamo per avere il nostro primo figlio! Ma questa imminente nascita sollevava varie questioni che bisognava risolvere. Avremmo tentato il parto “naturale”? Mio marito avrebbe assistito al parto? Quale ospedale avremmo scelto? La lista delle decisioni da prendere si allungava.

Una decisione in particolare mi ha dato molta gioia, quella di allattare il mio bambino. Forse vi interesserà sapere come e perché abbiamo preso questa decisione, e perché sono tanto contenta di averla presa.

Primo, lessi vari libri sull’argomento e parlai a molte mie amiche che allattavano o avevano allattato i loro figli. Appresi che la maggioranza dei medici e dei pediatri sono d’accordo che l’allattamento materno è una forma di alimentazione superiore non solo dal punto di vista nutritivo ma anche da quello emotivo. Studiai i cambiamenti che avvengono nel corpo della donna durante la gravidanza. Inoltre mio marito ed io assistemmo insieme a lezioni sul parto.

Adattamento

A casa mi feci un quadro più realistico di cosa avrebbe significato allattare un bambino; è un lavoro impegnativo. È un aspetto dell’allevamento dei figli che la moglie non può condividere neppure con il marito più comprensivo! Ad ogni modo, mio marito ed io ne discutemmo e decidemmo che avrei dato a nostro figlio solo il mio latte.

Non dimenticherò mai l’esperienza del primo parto. Passati i dolori del parto, il medico mi presentò quel nuovo esserino: era una femminuccia! Prima che l’infermiera la portasse via per pulirla esaminai ogni suo ditino, delle mani e dei piedi. Se devo essere sincera, la prima poppata mi preoccupava un po’. Avevo sentito che alcuni bambini non mostrano il minimo interesse per la prima poppata e si addormentano addirittura sul petto della madre.

Non fu il caso di nostra figlia, comunque. Fui molto sorpresa per il suo forte istinto di succhiare. Fu un po’ doloroso. Ma mi ci abituai e riscontrai che allattando la bambina quando lo chiedeva, anziché osservare scrupolosamente un orario, evitavo che mi si congestionassero le mammelle, cosa che può essere un problema per le neomammine.

Passano alcuni giorni dopo la nascita del bambino prima che le mammelle diano il latte. Ma questo non è un problema per il neonato, perché si nutre di colostro, quel liquido giallastro che il corpo produce nel frattempo. Come dice il libro Nursing Your Baby (Allattate il vostro bambino), il colostro “svolge un ruolo particolarmente importante nel difendere il bambino dalle malattie. Il colostro contiene anticorpi per combattere le malattie, in particolare le malattie virali; si è riscontrato che i bambini utilizzano questi anticorpi per difendersi da specifiche malattie per tutti i primi sei mesi di vita, sia che l’allattamento materno continui o no dopo i primi giorni”.

La conoscenza di questo fatto incoraggia la donna durante l’allattamento, e se ne ha bisogno perché, francamente, a volte io temevo quasi la successiva poppata. Il medico mi consigliò di spalmare lanolina pura fra una poppata e l’altra. Personalmente riscontrai che la cosa migliore era quella di far buon viso e sopportare, finché il corpo non ci si fosse abituato. Fortunatamente non ho mai sofferto di ragadi, problema che alcune donne incontrano. E le donne dalla pelle chiara di solito fanno più fatica ad adattarsi, dato che spesso hanno la pelle più tenera. Queste donne hanno bisogno di determinazione per continuare ad allattare.

Ci si deve anche abituare al modo in cui il corpo sostituisce continuamente il latte che il bambino prende. La prima volta che mia figlia dormì per un bel pezzo, soffrivo talmente che dovetti alzarmi e togliermi un po’ di latte. Ma generalmente entro le prime quattro-sei settimane il bambino e la madre si adattano l’uno all’altra, dopo di che tutto fila liscio.

Devo confessare che a volte sono stata lì lì per cedere e dare il poppatoio alla mia bambina. Un neonato deve mangiare praticamente giorno e notte. Per cui non avevo tregua. E quando ti devi svegliare nel cuore della notte per allattare vorresti a volte che ci fosse qualcun altro per darti il cambio. Ma ero decisa a non integrare il mio latte con quello artificiale. Così riscontrai che la cosa migliore era di non tenerlo neppure in casa.

Naturalmente, persone bene intenzionate ti offrono ogni tanto un “aiuto” non richiesto dicendo: “Forse il tuo latte è troppo leggero”, oppure: “Come fai a sapere che ne prende abbastanza, dal momento che non puoi stabilire quanto ne ingerisce?” E anche: “Forse il tuo latte è troppo sostanzioso”. Ma finché il bambino aumenta sufficientemente di peso e reagisce normalmente, la madre che è in buone condizioni di salute e segue un regime alimentare corretto ed equilibrato può avere fiducia che il suo latte è l’alimento ideale per suo figlio.

La nostra prima separazione

La prima volta che uscii di casa dopo avere avuto la bambina fu per andare a fare la spesa. Al mio ritorno trovai padre e figlia ad attendermi alla finestra, entrambi sconvolti! Mi ero tolta latte a sufficienza per ogni evenienza, ma non avevo previsto che l’intero poppatoio fosse rovesciato. Né lo aveva previsto il padre. Decisi subito che nei primi sei mesi, o almeno fin quando non avesse cominciato a mangiare cibi solidi, non mi sarei separata dalla bambina se non per qualche ora.

Ad ogni modo, portare un bambino piccolo in pubblico presenta dei problemi. Spesso decide di mangiare prima del previsto, il che naturalmente ti mette in una situazione imbarazzante. Alcune madri allattano i figli con molta discrezione per non offendere altri. Sembra però che alcuni bambini non vogliano essere coperti quando poppano. La madre può doversi rassegnare a rimanere in una toilette finché il piccolo non si sia saziato.

Ne vale la pena

Ovviamente, la decisione di allattare un bambino è una decisione seria. Comporta molti sacrifici. Per me, comunque, i vantaggi superavano gli svantaggi. Ricordo ad esempio un’amica che rimase bloccata in mezzo a un ingorgo stradale. Non dimenticherà mai come si sentì impotente, dovendo rimanere seduta nell’auto, senza poter dare da mangiare al piccolo che urlava. Infatti il bambino era abituato al poppatoio. Come avrebbe voluto allattare lei stessa il suo bambino! In alcuni casi, naturalmente, può essere raccomandabile l’allattamento artificiale, specie se la madre è affetta da una grave malattia o è una tossicodipendente.

L’allattamento materno ha altri vantaggi. Non ti devi mai preoccupare di rimanere senza latte. Quando col passare delle settimane i bisogni del bambino aumentano, cresce anche il latte della madre. Non ci sono poppatoi da sterilizzare. (Mi chiedo quanti genitori abbiano casualmente rotto o fatto cadere alle due di notte l’ultimo poppatoio, piangendo poi sul latte letteralmente versato). Né ti devi preoccupare di cambiare le pappe in base ai bisogni del bambino che cresce. Puoi aver fiducia che il bambino riceverà il nutrimento necessario finché segui una dieta equilibrata e bevi liquidi in abbondanza.

A mio giudizio, comunque, il vantaggio più grande è il modo in cui contribuisce a stabilire una stretta relazione con il bambino. Il continuo contatto, le attenzioni e l’affetto che nasce tra madre e figlio sono qualcosa di insostituibile.

Ma non credo che ce l’avrei fatta senza l’amorevole collaborazione e l’incoraggiamento di mio marito. Alcuni mariti sembrano risentirsi per le attenzioni che una madre presta ininterrottamente al neonato. E un bambino limita senz’altro le tue attività. In alcuni ristoranti, per esempio, è chiaramente indicato che i bambini non sono graditi. Perciò se un marito chiede con tono impaziente alla moglie: “Quando lo svezzi?”, lei può sentirsi molto scoraggiata. Ma se le dà una mano, ad esempio portandole il bambino quando deve allattarlo, o aiutandola a cambiargli i pannolini, si conquista l’affetto della moglie.

Ripenso dunque con piacere a questa esperienza. Per quel che mi riguarda, le gioie e i meravigliosi ricordi del periodo dell’allattamento mi hanno largamente compensata di qualsiasi sacrificio. — Da una collaboratrice.

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