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  • g84 22/1 pp. 8-12
  • Smettiamola di rimandare

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  • Smettiamola di rimandare
  • Svegliatevi! 1984
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  • “Farò meglio la prossima volta”
  • Perché si rimanda
  • Come smettere di rimandare
  • Stabilite ciò che ha la precedenza
  • Esaminate le vostre abitudini
  • Potete ricevere aiuto
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Svegliatevi! 1984
g84 22/1 pp. 8-12

Smettiamola di rimandare

AVETE appena finito di cenare. Questa sera vi proponete di mettere a posto il ripostiglio, o il garage, o la scrivania, o di mettere finalmente mano a uno di quei lavori che intendete fare da settimane o addirittura da mesi.

Ma prima di cominciare, pensate, perché non rilassarsi per un istante? Dopo tutto, avete appena finito di cenare. Così vi accomodate sul divano e accendete il televisore, “solo per pochi minuti”. Prima che ve ne accorgiate state vedendo il telegiornale della notte. La serata è trascorsa. Il lavoro che intendevate fare dovrà aspettare ancora.

Se vi ritrovate in questa descrizione, potete almeno trarre conforto dal fatto che siete in buona compagnia. Quella di rimandare, rinviare, procrastinare o comunque vogliate chiamarla è certo una delle più comuni debolezze umane. Non c’è quasi nessuno che una volta o l’altra non abbia detto a se stesso: “So che dovrei farlo, ma . . .”

“Farò meglio la prossima volta”

L’abitudine di rimandare si manifesta nella nostra vita sotto molte forme, alcune tragiche, altre non tanto gravi. Infatti gli studiosi del comportamento credono che, poiché in molti casi in cui si rimanda la cosa non è molto grave, è facile che questa abitudine divenga inveterata.

Per esempio, può darsi abbiate la migliore intenzione di inviare un biglietto di ringraziamento agli amici che vi hanno ospitato durante un recente viaggio. Ma il tempo passa. Prima che ve ne rendiate conto, sono passate settimane e mesi, e voi dovete ancora scrivere. Ma non sembra ci sia veramente qualcosa di male. “Farò meglio la prossima volta”, dite a voi stessi. Ed è così che si comincia a perdere la battaglia.

Può non esserci sempre una “prossima volta”. Una venticinquenne, che per anni aveva esitato a dimostrare il suo affetto alla sorella, ha scritto: “Molte volte avrei voluto abbracciarla e baciarla, ma non le ho mai manifestato i miei sentimenti. . . . Il 25 febbraio mia sorella è morta. Il mio mondo è crollato. Come mi dispiace che non abbia mai saputo quanto l’amavo! . . . Quando c’è amore fra i componenti di una famiglia, si dovrebbe manifestare subito e non rimandare! Dopo potrebbe essere troppo tardi”.

Bisogna notare, comunque, che non sempre indugiare è un male. Alcuni preferiranno invece usare il termine “riflettere”. Ci vuole tempo perché idee e progetti prendano forma. Rimandare una decisione fino a un momento più opportuno può essere già una buona decisione.

Una forma più seria di procrastinazione, sebbene molti non la considerino tale, è quella di arrivare sempre in ritardo. Forse si tratta di arrivare tardi agli appuntamenti, agli impegni sociali, agli incontri d’affari o al lavoro. O forse di non fare le cose in tempo o non rispettare le scadenze. Potrebbe far perdere gli amici, il posto di lavoro e potrebbe anche, a detta di alcuni, causare la rovina di un matrimonio.

Perché si rimanda

Dato che la procrastinazione sembra avere un po’ a che fare col tempo, la prima spiegazione che viene in mente è che chi ha l’abitudine di procrastinare non ha la nozione del tempo o non sa amministrare il proprio tempo. Pertanto nelle grandi ditte viene spesso fatto un tentativo di insegnare ai dipendenti certe tecniche per amministrare il loro tempo. Ma spesso si resta delusi notando che al momento di mettere in pratica le nuove tecniche imparate la maggioranza di coloro che sono soliti rimandare continuano a farlo. Pare vi sia implicato qualcos’altro.

Irving Janis e Leon Mann, coautori del libro Decision Making (Prendere decisioni), scrivono: “La reazione tipica di chi è sotto pressione perché deve prendere un’importante decisione che influirà sul suo futuro benessere è di trovare penoso impegnarsi, per il fatto che qualunque linea di condotta scelga comporta costi e rischi. Un modo per uscire da tale penoso dilemma è evitare di prendere una decisione”.

Un’altra ragione per cui molti sono portati a procrastinare è che si sentono inetti o incompetenti. “Rimandando attenuano i loro sentimenti di scarso merito personale”, dice la psicologa Jane Burka. Anziché correre il rischio di fare un lavoro scadente, lo rimandano del tutto. Il timore delle critiche impedisce loro sia pure di cominciare.

Gli esperti che hanno studiato il problema della procrastinazione fanno notare altre cause che forse sono più profonde. Procrastinando, un subalterno potrebbe manifestare la sua ribellione alle norme, ai tempi di lavoro e ad altre richieste dei suoi superiori. Quello di rimandare le cose all’ultimo minuto può essere un modo per scusare un lavoro scadente, poiché allora si potrà dire: “Se solo avessi avuto più tempo!” Altri sono così spaventati dalla mole del lavoro, o dalla quantità di tempo che ci vuole per portarlo a termine, che ritengono non serva neppure cominciarlo.

Le ragioni per cui la gente procrastina sono molteplici, e ognuno di noi si comporta in modo diverso. Quindi cosa si può fare per ovviare agli effetti insidiosi della procrastinazione e dell’abitudine cronica di far tardi?

Come smettere di rimandare

Se avete letto libri che suggeriscono come vincere l’abitudine di procrastinare, probabilmente avrete notato che in genere sono pieni di esortazioni come: “Fallo subito!” “Alzati e comincia!” e via di questo passo. Ma pochi lettori hanno un motivo sufficiente per fare qualcosa di più che alzarsi e mettere giù il libro. Perché? Perché la maggioranza di questi libri che insegnano come ‘migliorare se stessi’ affrontano il problema da un punto di vista egoistico. Perché preoccuparsi di quello che altri pensano o dicono? Avanti, fa quello che vuoi.

Il problema, in questo caso, è che il rimandare, lo scaricare la responsabilità sugli altri, e specialmente il fare sempre tardi, sono dovuti, tanto per cominciare, a mancanza di considerazione per gli altri. Inoltre, se uno è veramente così scrupoloso nel fare tutto quello che si suppone sia bene per lui con tutta probabilità non è neanche un procrastinatore.

Stabilite ciò che ha la precedenza

Dato che procrastinare, come abbiamo visto, è un modo per evitare di fare una certa cosa, per vincere questa abitudine bisogna riuscire a vedere la ragione e la vera utilità del compito da svolgere, nonché la sua relativa importanza fra le molte cose che uno deve o vuole fare. Si tratta di stabilire ciò che ha la precedenza.

Quali sono per voi le cose veramente importanti della vita? A cosa dareste la precedenza su tutto? Per molti il progresso e la carriera hanno il primo posto nella vita. Tuttavia gli schedari dei centri specializzati in consulenze sono pieni di cartelle relative a uomini e donne ambiziosi con una carriera promettente che all’improvviso si sentono ostacolati, cominciano a procrastinare nelle cose importanti, arrivando al punto di mettere a repentaglio il proprio futuro. La competizione e la spinta a produrre li portano a dubitare delle proprie capacità. Cominciano a essere lenti e riluttanti, a rimandare, a procrastinare. Un giovane avvocato ha detto: “È il timore del giudizio, d’essere derisi. Meglio non far vedere loro nulla che mostrare loro qualcosa di sciocco”.

Non c’è dubbio che il re Salomone dell’antichità era un uomo arrivato. Ma ecco cosa disse dei suoi sforzi: “Io stesso ho visto tutto il duro lavoro e tutta l’abilità nell’opera, che significa rivalità dell’uno verso l’altro; anche questo è vanità e un correr dietro al vento”. (Ecclesiaste 4:4) Certo è facile rimandare qualcosa che è “vanità e un correr dietro al vento” quando si comincia a sentire la “rivalità dell’uno verso l’altro”. Per usare un linguaggio corrente, la gente ‘si ritira dalla folle corsa al successo quando diventa difficile andare avanti’.

È chiaro che l’interesse personale non è un motivo sufficiente. Perché una cosa sia proprio considerata importante, e quindi non sia rimandata, ci vuole qualcosa di più del vantaggio personale. Deve avere uno scopo più ampio e servire a qualcosa di veramente utile.

Perciò la prossima volta che vi chiedete perché certe cose che intendevate fare restano così spesso indietro, soffermatevi e domandatevi: Sono cose veramente importanti? Servono a uno scopo utile? E, in tal caso, cosa mi impedisce di farle?

Esaminate le vostre abitudini

Viviamo in un mondo frenetico, e per la maggioranza di noi la vita è molto piena. Ci sono alcune cose che dobbiamo fare. Altre vorremmo farle. Altre ancora le facciamo più o meno per abitudine. Chi ha l’inveterata abitudine di procrastinare rimanda le cose della prima categoria. La maggioranza rimanda quelle della seconda categoria. Ma molto spesso è nelle cose della terza categoria che rimaniamo indietro e diventiamo dei procrastinatori.

Si prenda ad esempio il ritardatario cronico. Chi arriva perennemente in ritardo conosce di solito l’importanza di quello che deve fare, e prova anche piacere a farlo una volta che ha cominciato. Ma è sempre in ritardo. Gli esperti in materia credono che questa abitudine si prenda nei primi anni di vita, di solito dai genitori e dai fratelli. Viene perpetuata prima a scuola, poi al lavoro e in altri aspetti della vita. Per questo tipo di persone non si tratta semplicemente di imparare ad amministrare il proprio tempo. Secondo lo psicologo Pierre Haber, “devono cambiare la loro mentalità, da ‘meglio tardi che mai’ a ‘meglio presto che tardi’”.

È degno di nota che i coniugi Tony e Robbie Fanning, una coppia di consulenti, osservino nel loro libro Get It All Done: “Il fare tardi non ha niente a che vedere con il tempo vero e proprio; si tratta di rimandare le scadenze”. I ritardatari cronici fanno tardi anche se hanno o si concedono più tempo. A chi vuole togliersi l’abitudine i Fanning suggeriscono di spostare mentalmente il termine massimo. Se dovete essere a un’adunanza alle 19, prefiggetevi d’esserci alle 18,30 o alle 18,45. Forse farete ancora tardi come di consueto ma sarete puntuali all’adunanza.

Potete ricevere aiuto

Ci sono molti che, non avendo un vero motivo, rimandano il tentativo di togliersi certe abitudini nocive. Un uomo che per undici anni aveva fumato fino a tre pacchetti di sigarette al giorno ha narrato la sua esperienza: “Avevo fatto almeno una dozzina di seri tentativi di smettere, ma tutto inutilmente. Ogni volta che cercavo di smettere attraversavo dei momenti atroci . . . e finivo sempre per ricominciare”. Un altro, che per una decina d’anni era stato un giocatore inveterato, ha detto: “Avevo cercato varie volte di smettere ma c’ero riuscito solo per due giorni al massimo”. I loro ripetuti insuccessi li avevano indotti a rimandare ulteriori tentativi. Infine però entrambi questi uomini hanno trovato lo stimolo necessario.

L’ex fumatore ha narrato: “Studiando la Bibbia con i testimoni di Geova ho trovato tante scritture relative alla purezza sia fisica che spirituale. C’è anche il principio fondamentale di mostrare amore reciproco e di trattare gli altri come vorremmo essere trattati. Com’è possibile dire che si segue questo principio quando si soffia fumo in faccia a qualcuno?”

È servito questo a spronarlo? “Decisi di smettere una volta per tutte”, ha detto. “Chiedevo aiuto a Geova ogni volta che sentivo il desiderio di una sigaretta. Con mia sorpresa, è stato più facile del previsto”.

Che dire del giocatore? “Mia moglie cominciò a studiare la Bibbia”, ha detto. “Mi invitò a studiare e accettai. Come risultato mi resi conto subito che il gioco d’azzardo era una cosa sbagliata”. La verità della Bibbia gli diede il motivo necessario. Nel giro di tre mesi riuscì a fare quello che rimandava da dieci anni.

“Chi guarda il vento non seminerà . . . e chi guarda le nubi non mieterà”, dice la Bibbia in Ecclesiaste 11:4. Quindi, sia che abbiate l’inveterata abitudine di procrastinare o che siate ritardatari abituali, fate bene a prendere in seria considerazione le cose che per voi contano di più e le vostre abitudini. Poi smettetela di rimandare.

[Immagine a pagina 9]

Prima che ve ne accorgiate, la serata è trascorsa. Il lavoro che intendevate fare dovrà aspettare

[Immagine a pagina 10]

Arrivare sempre tardi è una cattiva abitudine

[Immagine a pagina 11]

Chi è sotto pressione può essere indotto a procrastinare

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