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  • g95 8/4 pp. 20-22
  • Procrastinare: il vizio che ruba il tempo

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  • Procrastinare: il vizio che ruba il tempo
  • Svegliatevi! 1995
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • State procrastinando?
  • Come catturare il ladro
  • Pensate alle conseguenze
  • Cosa posso fare?
  • Come faccio a smettere di procrastinare?
    I giovani chiedono
  • Smettiamola di rimandare
    Svegliatevi! 1984
  • Come evitare di procrastinare
    Guida alle attività per l’adunanza Vita cristiana e ministero 2022
  • Come posso gestire bene il tempo?
    I giovani chiedono
Altro
Svegliatevi! 1995
g95 8/4 pp. 20-22

Procrastinare: il vizio che ruba il tempo

“Il vizio di procrastinare è un ladro che ci ruba il tempo”. — Edward Young, ca. 1742.

ALT! Non smettete di leggere questo articolo! Sapete bene cosa potrebbe succedere. Potreste metterlo da parte e dire: “Il titolo è interessante, ma adesso non ho tempo di leggerlo. Ci penserò dopo”. Ma quel “dopo” potrebbe non arrivare mai.

Non procrastinate la lettura di un articolo sul procrastinare! Cronometratevi. Probabilmente riuscirete a leggere questo articolo in cinque minuti circa. A quel punto avrete già letto circa il 10 per cento di tutta la rivista! Ora guardate l’orologio e cominciate a prendere i tempi. (Avete già letto il 5 per cento dell’articolo!)

State procrastinando?

Se indugiate e rimandate quello che potreste, o dovreste, fare subito, allora procrastinate. In altre parole, rimandate a domani quello che potete fare oggi. Chi procrastina indugia quando c’è bisogno di agire.

Un capoufficio chiede una relazione a un impiegato; i genitori chiedono al figlio di pulire la stanza; una moglie chiede al marito di riparare il rubinetto. “Avevo troppo da fare”, “Mi è uscito di mente” o “Non ho avuto tempo” sono tutte scuse per giustificare il fatto che non ci siamo presi il tempo di farlo. La verità è che a pochi di noi piace preparare relazioni, pulire la stanza o fare piccole riparazioni idrauliche quando ci sono cose più piacevoli da fare, così rimandiamo.

Sapevate, però, che non sempre rimandare di fare qualcosa significa procrastinare? Una dirigente aziendale che riceve una richiesta e non sa cosa fare al riguardo la archivia in una cassettina con la scritta “in sospeso” che sta sulla sua scrivania. Dopo qualche settimana riesamina queste richieste e scopre che nella metà dei casi non c’è bisogno di fare nulla. Le situazioni si sono risolte da sole oppure non c’è più bisogno di intervenire. Quando non sapete se è meglio rimandare o agire, chiedetevi cosa accadrebbe se non faceste quella data cosa. Se invece la fate la situazione migliorerà o peggiorerà?

Se possiamo e dovremmo agire subito, e se rimandando di fare una cosa necessaria potremmo avere ulteriori problemi in seguito, allora rimandare significherebbe procrastinare. Ad esempio, se si lavano i piatti dopo che sono rimasti sporchi a lungo è più difficile pulirli. Se si rimanda la manutenzione della macchina può darsi che in seguito si debba spendere molto in riparazioni. Se si paga in ritardo una bolletta si rischia di pagare di più o di perdere dei servizi. Una donna ha calcolato che i ritardi nel pagare le multe e nel restituire videocassette prese a noleggio e libri della biblioteca le sono costati 46 dollari di mora! E questo solo in un mese!

Come catturare il ladro

Cercate di capire perché state procrastinando. Esaminate i seguenti motivi e vedete se riuscite a identificare quale di essi si addice a un lavoro che non avete ancora iniziato o portato a termine:

Abitudine:

Se aspetto fino all’ultimo minuto sarò più motivato a finirlo.

Mi piace l’eccitazione che provo facendolo all’ultimo momento.

Aspetterò che il capo me lo ricordi un paio di volte, così saprò che vuole davvero che questo lavoro sia fatto.

Ho tante di quelle cose da fare che mi occupo solo delle emergenze.

Atteggiamento:

Non ho il desiderio o la motivazione per portare a termine il compito.

Faccio le cose solo quando mi sento di farle.

Voglio fare qualcos’altro.

Non ho abbastanza autodisciplina.

Paura:

Non sono sicuro di farcela.

Non ho abbastanza tempo per farlo.

È un compito troppo impegnativo. Ho bisogno di aiuto.

E se non ci riesco o non lo porto a termine?

Devo procurarmi il materiale per portare a termine il lavoro.

Ho paura di essere criticato o messo in imbarazzo.

La gente procrastina in diversi stadi del lavoro. Alcuni procrastinano prima di cominciare perché considerano il lavoro troppo impegnativo. Altri cominciano, ma a metà strada perdono l’entusiasmo e rimandano di finire il lavoro iniziato. Altri ancora arrivano quasi alla fine del lavoro ma poi ne iniziano un altro, e lasciano il primo incompleto. (A proposito, siete a buon punto. Siete già arrivati a metà articolo).

I motivi per cui non avete ancora cominciato o finito un lavoro possono rientrare in tutte e tre le categorie. In un libro sull’argomento, Neil Fiore ha scritto: “I tre aspetti principali alla base di quasi tutti i problemi legati al procrastinare sono: il vittimismo, il sentirsi sommersi dalle cose da fare e la paura di non riuscire”. (The Now Habit) Quali che siano i motivi, se riuscite a identificare le cause sarete più vicini alla soluzione.

Se non sapete bene perché procrastinate, prendete nota delle vostre attività per una settimana a intervalli di mezz’ora. Scoprite come impiegate il tempo. Può essere una vera rivelazione vedere quanto tempo dedichiamo a cose relativamente poco importanti tra un’attività importante e l’altra. E allora che fare?

Pensate alle conseguenze

Aspettarsi di portare a termine le cose senza metterci impegno può produrre una sensazione sgradevole. Man mano che vi avvicinate alla scadenza prevista, cominciate a sentirvi stressati e ansiosi. Più questi stati d’animo aumentano, più la vostra creatività ne risente. Non siete tanto disposti a valutare o soppesare diversi modi per raggiungere il vostro obiettivo, ma vi interessa soprattutto finire.

Facciamo un esempio: Vi viene affidato un discorso. La sera prima vi sedete per buttar giù qualche parola. Non avete dedicato abbastanza tempo a fare ricerche sull’argomento che dovete trattare, per cui improvvisate. Forse con un piccolo sforzo in più avreste potuto includere qualche esperienza, qualche informazione supplementare o qualche grafico per aiutare l’uditorio a visualizzare l’argomento.

Un’altra conseguenza a cui si va incontro quando si procrastina è l’incapacità di rilassarsi quando si ha del tempo libero. Questo perché si è tormentati dal pensiero di aver lasciato un lavoro in sospeso (o da qualcuno che ce lo ricorda).

Cosa posso fare?

Fate un elenco. Fatelo la sera prima. Scrivete su un foglio le cose che volete fare il giorno dopo. In questo modo non dimenticherete niente e vedrete il vostro progresso man mano che spunterete le attività completate. A destra di ciascuna attività scrivete quanto tempo prevedete di impiegare per portarla a termine. Se state scrivendo un elenco di ‘Cose da fare’ nella giornata esprimete il tempo in minuti. Se state facendo un elenco di lavori in sospeso, esprimetelo in ore. Fate questo elenco la sera prima. Prendetevi qualche minuto per preparare l’elenco per il giorno seguente. Tenete a portata di mano un calendario mensile. Ogni volta che accettate un compito o un incarico, scrivetelo sul calendario.

Quando esaminate le cose che dovete fare il giorno dopo, assegnate loro una priorità alla luce del calendario, scrivendo A, B, C, ecc. vicino a ciascuna d’esse. Alcuni lavorano meglio la mattina, altri il pomeriggio o la sera. Programmatevi per svolgere i lavori più impegnativi quando rendete di più. Mettete i compiti meno piacevoli prima di quelli piacevoli.

Calcolate bene i tempi. Se andate sempre di corsa perché siete sempre in ritardo, imparate a calcolare bene i tempi. In altre parole, valutate bene quanto tempo vi occorrerà per portare a termine un lavoro. Aggiungete qualche minuto per gli eventuali imprevisti. Non dimenticate di lasciare del tempo tra un appuntamento e l’altro. Dovete aggiungere il tempo necessario per gli spostamenti. Non potete finire una riunione alle 10 in punto e sempre alle 10 in punto essere presenti ad un’altra riunione nemmeno se questa si tiene nella stanza accanto, tanto meno se si tiene in un’altra parte della città. Riservate sufficiente tempo tra le due.

Delegate. Spesso cerchiamo di fare tutto da soli, ma non sempre è necessario. Se sappiamo che qualcuno va all’ufficio postale, potremmo chiedergli di portare un pacchetto al posto nostro.

Suddividete i lavori. A volte non iniziamo un lavoro nuovo a motivo della sua mole. Perché non suddividerlo in compiti minori? Man mano che porteremo a termine questi compiti vedremo il nostro progresso e saremo incoraggiati a completare la fase successiva.

Tenete conto delle interruzioni. Nella nostra giornata lavorativa ci sono sempre interruzioni: telefonate, visite, problemi, posta. Il nostro obiettivo è lavorare in modo efficiente, il che include lavorare insieme ad altri che come noi hanno delle scadenze. Se ci preoccupiamo solo della nostra efficienza lavorativa ci irriteremo quando gli altri interrompono le nostre attività. Pertanto, quando fate un programma tenete conto delle interruzioni. Riservate ogni giorno del tempo per gli imprevisti. Quando questi sorgeranno, potrete affrontarli, sapendo che avete riservato loro del tempo.

Ricompensatevi. Quando fate il vostro programma, prefiggetevi di dedicarvi a un compito che richiede impegno o concentrazione per una novantina di minuti. Non dimenticate di riservare del tempo alla preparazione del lavoro. Dopo che avete effettivamente iniziato il lavoro e vi ci siete dedicati per un’ora e mezza circa, potreste aver bisogno di una piccola sosta. Se lavorate in un ufficio fate una pausa, sgranchite i muscoli e riflettete. Se lavorate all’aperto, concedetevi un po’ di riposo. Ricompensatevi per il lavoro svolto. — Ecclesiaste 3:13.

Pensate, avete finito di leggere questo articolo nel giro di cinque minuti circa da quando avete letto il titolo. Forse siete sulla giusta strada!

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