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  • La Riforma: si può sanare la frattura?

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  • La Riforma: si può sanare la frattura?
  • Svegliatevi! 1984
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Svegliatevi! 1984
g84 22/10 pp. 20-22

La Riforma: si può sanare la frattura?

OGGI la Germania di Martin Lutero è politicamente divisa. Ma sia la Repubblica Democratica Tedesca che la Repubblica Federale di Germania si sono trovate unite in almeno una cosa: celebrare nel 1983 l’“anno di Lutero”, il 500º anniversario della sua nascita. Ancora una volta sorge la domanda: si riuscirà mai a sanare la frattura tra luterani e cattolici?

Agli inizi della Riforma protestante i seguaci di Martin Lutero si incontrarono con rappresentanti della Chiesa Cattolica nel tentativo di evitare una frattura. L’incontro non fu tenuto per loro iniziativa. Fu l’imperatore Carlo V a insistere che si tenesse. I turchi erano fonte di preoccupazione per lui e voleva che ci fosse unità religiosa nel suo impero. Perciò nel 1530 protestanti e cattolici si riunirono ad Augusta, in Germania.

Durante i negoziati di Augusta i protestanti presentarono un documento prolisso in cui esponevano le loro credenze in modo da non offendere i cattolici. Questa dichiarazione è chiamata Confessione augustana ed è importante ancor oggi per la dottrina luterana. La Confessione dava risalto alle comuni credenze di luterani e cattolici, come la dottrina della Trinità, mentre tralasciava la maggior parte delle lagnanze dei protestanti sugli abusi della gerarchia cattolica. I protestanti dicevano di chiedere solo alcune riforme, come ad esempio il permesso per i sacerdoti di sposarsi e per i fedeli di ricevere il vino oltre che il pane alla comunione.

Ciò nondimeno l’imperatore cattolico e i suoi consiglieri respinsero la Confessione augustana, e la conferenza si concluse con un fallimento.

Si prospetta un cambiamento?

Nel 1980, durante le celebrazione del 450º anniversario della Confessione augustana, ci fu sul suolo tedesco un altro incontro fra luterani e cattolici. Il papa, in visita nella Repubblica Federale, incontrò sette responsabili della Chiesa Luterana. Prima dell’incontro i negoziatori luterani e cattolici avevano rilasciato congiuntamente una dichiarazione in cui si diceva che la Confessione augustana “in larga misura . . . può essere considerata un’espressione della fede comune”. Sarebbe stato finalmente possibile porre fine a 450 anni di disunione religiosa?

Quando si incontrò con gli ecclesiastici luterani, il papa parlò in tono incoraggiante. Infatti disse: “Riflettendo sulla Confessio Augustana siamo stati indotti . . . a prendere nuovamente atto delle credenze e delle confessioni di fede che abbiamo in comune”. Ma il papa si fermò qui e non adottò la Confessione. Fu invece costituita una commissione congiunta per continuare a esaminare le possibilità di giungere alla riunificazione. Per chi era a favore dell’ecumenismo l’incontro fu una delusione.

“Il 450º anniversario non ha visto quel riconoscimento della Confessione augustana da parte di Roma in cui alcuni avevano sperato”, ha ammesso un erudito gesuita. “Un pallone sonda è ricaduto sulla terra”.

Neppure la visita di papa Giovanni Paolo II a una chiesa luterana di Roma lo scorso dicembre — avvenimento senza precedenti — ha fatto presagire la riconciliazione in un futuro prevedibile. Nella sua omelia il papa ha dichiarato: “Desideriamo vivamente l’unità, e ci sforziamo di conseguirla senza lasciarci scoraggiare dalle difficoltà che possono sorgere lungo il cammino”.

Una di queste difficoltà è stata indicata dal dott. Meyer, pastore della Chiesa Luterana, il quale avrebbe detto in varie occasioni che la visita del papa non sottintendeva in alcun modo un riconoscimento dell’autorità papale.

Unità a che prezzo?

Come molti, forse anche voi siete dispiaciuti per le divisioni esistenti fra persone che si dichiarano cristiane. Anche se non siete luterani o cattolici, forse siete delusi perché le due chiese non sono riuscite a mettere da parte i loro disaccordi. Dopo tutto, la Bibbia non incoraggia forse i cristiani a ‘parlare concordemente’ e “ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”? — I Corinti 1:10.

Di qui sorge un’importantissima domanda: Su quale base dovrebbero essere uniti i cristiani? I cattolici affermano che l’unità dovrebbe derivare dall’accettazione delle dichiarazioni della gerarchia ecclesiastica. Molte denominazioni protestanti fanno la stessa asserzione, solo che sostituiscono i propri credi, come la Confessione augustana, ai credi cattolici, e la propria gerarchia a quella cattolica.

È vero che si può giungere a un’unità basata su dichiarazioni di uomini, ma che dire se quegli uomini imperfetti sono in errore per quanto riguarda credenze cristiane fondamentali ed essenziali? A cosa serve quell’unità? È accetta a Dio? È mai possibile che lo sia dal momento che, come precisò Gesù Cristo, Dio desidera essere adorato “con spirito e verità”? (Giovanni 4:23, 24) I farisei del primo secolo erano uniti nei loro credi, ma Gesù disse che la loro adorazione era vana ‘perché insegnavano comandi di uomini come dottrine’. — Matteo 15:9.

I cristiani devono avere tutti un credo unificato, ma è anche necessario che quello che credono sia vero. Il prezzo è troppo alto se per conseguire l’unità fra le diverse chiese si deve sacrificare la verità. Dove si trova la verità? Non nei credi delle organizzazioni religiose ma nella Parola di Dio, come confermò Gesù in preghiera al Padre suo, dicendo: “La tua parola è verità”. (Giovanni 17:17) L’apostolo Paolo espresse la cosa in questi termini: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere”. (II Timoteo 3:16) Solo la Parola di Dio, la Bibbia, può essere la norma per stabilire la verità religiosa per i cristiani.

La verità e la Confessione augustana

Quando si confronta la Confessione augustana con la Bibbia, regge al paragone? Si potrebbe usare come base per l’unità cristiana? Vediamo.

Riguardo alla dottrina della Trinità, la Confessione augustana dichiara che “il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”, sono “tre persone, della stessa essenza e potenza”. Tuttavia la Bibbia cita chiaramente Gesù, il Figlio, il quale riconobbe: “Il Padre è maggiore di me”. (Giovanni 14:28) Gesù disse pure che “il Figlio non può fare una sola cosa di propria iniziativa, ma solo ciò che vede fare dal Padre”, indicando così di essere sottomesso al suo Padre celeste, Geova Dio. — Giovanni 5:19.

La Confessione augustana raccomanda il battesimo dei neonati, mentre la Bibbia indica che si dovrebbero battezzare solo persone abbastanza grandi da diventare discepoli. — Matteo 28:19; Romani 10:13, 14.

La Confessione augustana permette ai cristiani di “combattere guerre giuste”. Gesù disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei”. (Giovanni 18:36) Avvertì inoltre che “quelli che prendono la spada periranno di spada”. — Matteo 26:52.

La Confessione augustana accetta la dottrina non biblica dell’inferno di fuoco e dice che “gli empi e i diavoli” saranno condannati “a essere tormentati senza fine”. Ma la Bibbia dice che “il salario che il peccato paga è la morte”, non il tormento. (Romani 6:23) Infatti la Bibbia indica chiaramente che i morti non si possono tormentare, poiché “non sono consci di nulla”. — Ecclesiaste 9:5.

In effetti, la Confessione augustana accetta in quasi tutte le questioni dottrinali le credenze della Chiesa Cattolica Romana medievale. Eppure oggi molti eruditi, sia cattolici che protestanti, ammetteranno che tali credenze non hanno fondamento nella Bibbia. Tale presa di posizione può avere reso la Confessione più gradita ai cattolici del XVI secolo, ma ne fa senz’altro un fondamento poco sicuro per l’unità cristiana nei nostri giorni.

L’abisso causato dalla Riforma potrà essere colmato? Soprattutto, dovrebbe esserlo? Se cattolici e protestanti continueranno a seguire dottrine non bibliche, servirà a ben poco coprire i punti di dissenso fra i due gruppi. Oggi il vero abisso è quello che esiste fra tutti i gruppi settari della cristianità e la Parola di Dio, la Bibbia. È un abisso che non può essere colmato, poiché fra loro c’è un irriducibile conflitto. Per questo Rivelazione 18:4 dice a tutti i lettori della Bibbia: “Uscite da essa, o popolo mio”.

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