Uno sguardo al mondo
Il “boom” dei catechisti
● Secondo La Stampa del 20 marzo 1984, si sta formando un esercito di catechisti un po’ in tutta Italia. “Si parla di almeno 240 mila laici impegnati quest’anno ad imparare, perfezionare e, in gran parte, trasmettere le verità di fede della religione cattolica”. Per i cattolici questi sono la dimostrazione di un mutamento nell’atteggiamento dei fedeli, di un passaggio “da un cristianesimo di convenzione a un cristianesimo di convinzione”. Da dove nasce questo bisogno di un approfondimento religioso sentito a quanto pare almeno da coloro che si iscrivono ai vari corsi di catechesi e teologia? Secondo quanto dicono i responsabili di questi corsi, “è venuto lo stimolo di una conoscenza maggiore”, “vogliono ritrovare significati chiari, un senso della vita”. Messi a confronto con una società che si è fatta sempre più “laica”, i cattolici “sono rimasti spiazzati: prima aderivano tranquillamente, in un contesto favorevole alla religione tradizionale. Venuto a mancare il contesto, si sono trovati a dover fare una scelta più consapevole”. Ma con la loro “scelta più consapevole” i 240 mila che frequentano questi corsi potranno colmare le lacune religiose del popolo cattolico? Gli stessi responsabili riconoscono a questo riguardo che “resta inferiore al bisogno il numero di catechisti per i giovani e per gli adulti, le due fasce di utenza più difficili”.
Lealtà alla Chiesa . . . o allo Stato?
● “Il Vaticano nutre crescente preoccupazione per ciò che considera tentativi da parte di alcuni governi di distogliere i cattolici dalla Chiesa”, scrive l’International Herald Tribune di Parigi. Secondo l’articolo, il papa è “profondamente preoccupato” per la posizione della Chiesa Cattolica Romana in Cina perché il “solo culto legale ammesso è quello praticato in chiese che sono sotto il controllo della cosiddetta Chiesa Patriottica, gestita da sacerdoti ordinati che hanno apertamente rifiutato l’autorità del papa e qualsiasi cosa il Vaticano abbia fatto dal 1949”. L’articolo menziona paesi come Cina, Vietnam, Cecoslovacchia e Albania e cita il papa che avrebbe detto: “Cercano di creare una chiesa tagliata fuori dalla Sede Apostolica . . . facendo loro credere di poter continuare a praticare la propria fede nella completa indipendenza”.
Cattolici non praticanti in Spagna
● Benché in Spagna ci sia libertà di religione, solo una minoranza va in chiesa. La pubblicazione spagnola El País scrive che, mentre il 95 per cento degli spagnoli hanno ricevuto il battesimo cattolico, uno studio basato su statistiche del 1982 mostra che solo il 32,5 per cento è veramente praticante e che il numero di coloro che la domenica vanno a messa sta diminuendo.
I “diritti” della prostituta
● Di questi tempi in cui gruppi di ogni tipo reclamano i propri “diritti”, un gruppo canadese che si chiama Amiche di Izebel sta combattendo per legalizzare la prostituzione. Asserendo d’essere la minoranza più oppressa in Canada, scrive il Toronto Star, dicono che ‘combatteranno affinché venga loro riconosciuto in base alla Costituzione Canadese il diritto di fare della prostituzione una legittima attività commerciale’. “Siamo i lebbrosi della società degli anni ’80”, ha detto la promotrice, una prostituta. “Vogliamo che la società riconosca la prostituta come persona, anziché considerarla alla stregua dei rifiuti lungo la strada”.
Meno crescita, più persone
● Benché la popolazione mondiale conti ora 4,7 miliardi di abitanti e continui a crescere, il tasso di incremento è in diminuzione, secondo il rapporto annuale dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche). Per il periodo dal 1980 al 1985 si prevede che scenderà a non più del 2 per cento all’anno, rispetto a una media annua del 2,4 per cento nel periodo 1965-1970. Secondo il rapporto, Cina e India, la cui popolazione insieme costituisce il 40 per cento di quella mondiale, hanno accettato l’idea della famiglia meno numerosa, un concetto che viene adottato anche in alcuni paesi in fase di sviluppo. Anzi, il tasso di incremento annuo è già sceso all’1,5 per cento in Cina. Come riferiva la rivista World Health, il calo è da attribuire a tre fattori principali: il reddito più elevato ha fatto diminuire la necessità di avere figli per una vecchiaia sicura; la migliore assistenza sanitaria ha ridotto il bisogno di più nascite per perpetuare la famiglia, e il maggior numero di donne che lavorano fa sì che ci sia meno tempo per allevare figli. L’UNFPA prevede che nel XXI secolo la popolazione mondiale si stabilizzerà sui 10,2 miliardi.
Si preoccupano del futuro
● Con il grande aumento di interesse per quanto porterà il futuro, si è sviluppata anche la scienza che si preoccupa di prevedere il domani: la futurologia. Nelle loro ricerche i moderni futurologi intendono ora non semplicemente accettare il futuro “passivamente perché ineluttabile”, ma “‘leggere’ il futuro con il proposito di intervenire su di esso per modificarlo”, secondo quanto riferisce La Stampa del 15 marzo 1984. Possono riuscirci? È vero che seri studi di previsione sono utili in certi campi, ma resta il fatto che il pericolo di guerre nucleari e di inquinamenti, i problemi dell’economia mondiale e della crescente delinquenza e la complessità della società odierna rimangono per i futurologi “oggetto di profonde preoccupazioni per il nostro domani”.
‘Il taxi dei poveri’
● A Djakarta, in Indonesia, il becak, veicolo a tre ruote azionato a pedali, è chiamato il taxi dei poveri. Ma questo servizio cesserà. “Il comune insiste che costituiscono una minaccia nel traffico caotico di Djakarta e non corrispondono all’immagine moderna della città”, scriveva il New York Times del 26 febbraio 1984, quando nel cimitero dei becak ce n’erano già migliaia. Altri 16.000 circa sarebbero stati confiscati nella successiva fase dell’operazione, mentre 8.000 avrebbero avuto l’autorizzazione legale di continuare a essere usati sino alla fine di quest’anno. A favore del becak, che si muove senza fretta, c’è da dire che è silenzioso, poco costoso, di facile manutenzione e non inquina. Il fatto che questo servizio cesserà presenta un problema economico per le decine di migliaia di conducenti e le loro famiglie che traevano da essi i propri mezzi di sussistenza. I becak saranno sostituiti dal bajaj, un motoveicolo a tre ruote che è sempre meno costoso del taxi.
Videocassette: un “pericolo”
● Una commissione del Parlamento europeo che si preoccupa dei problemi della gioventù, della cultura e dell’informazione nella Comunità europea ha sottoposto all’assemblea comunitaria una proposta di risoluzione “sul mercato di video-cassette che rappresentano atti di violenza e raccapriccianti”. Perché si ritiene necessario che un organismo così importante come il Parlamento europeo debba prendere posizione riguardo all’uso che si fa di uno strumento che sembra tanto innocuo essendo usato in casa propria? A motivo del fatto che c’è profonda preoccupazione per la “crescente diffusione della violenza, in particolare tra i giovani”, e che “oggi in Europa bambini e giovani trascorrono parte del loro tempo libero dinanzi ad uno schermo che trasmette immagini di brutalità”. C’è grande allarme tra gli esperti, dice la commissione, “per l’invasione del mercato da parte di film in videocassetta che contengono scene di una crudeltà inaudita, perfino scene di uomini fatti a pezzi e di cannibalismo e per il fatto che tali film trovano un rapido smercio”.
Possono delle scene televisive influire tanto profondamente sugli individui? “È difficile farsi un’idea degli estremi cui arriva la rappresentazione di atti perversi di violenza. Le sue ripercussioni sul piano psichico e sociale per gli spettatori sono imprevedibili”.
Il problema dei nomi in Cina
● Il cognome Li è comune nella città cinese di Shen-yang, situata circa 650 chilometri a nord-est di Pechino. Nella zona un nome femminile preferito è “Shuzhen” (giusta e preziosa). Per cui oltre 4.800 donne si chiamano Li Shuzhen. Questo e altri simili problemi di omonimia hanno indotto le autorità della Cina nordorientale, che non sapevano cos’altro fare, a scrivere una guida per dare un nome ai bambini. Come riferiva il giornale Guangming Daily, in un posto di lavoro soltanto ci sono dieci uomini che si chiamano Li Wei, a causa della popolarità del nome “Wei”, che significa “grande”. Per evitare confusione, vengono chiamati “Li Wei n. 2”, “Li Wei dai capelli lunghi”, “Li Wei dagli occhi grandi”, ecc.
Provate lo yogurt
● Il latte vi causa disturbi intestinali? In tal caso, dicono i ricercatori, mangiate yogurt come fonte di proteine. Mentre i bambini producono la lattasi, un enzima che permette loro di digerire il lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, la maggioranza degli adulti ne producono poco, per cui non riescono a digerire bene il latte. Lo yogurt invece contiene già questo enzima che facilita la digestione del cibo. “Conferma l’idea di alcuni che per qualche motivo lo yogurt fa bene”, dice il dott. Joseph C. Kolars, che ha diretto lo studio.
Il problema del bere nel mondo
● “Il mondo ha il problema del bere”, dice il Sun di Melbourne (Australia). La produzione mondiale di birra è aumentata del 124 per cento negli ultimi 20 anni, quella dei distillati di oltre il 60 per cento e quella del vino del 20 per cento. Per giunta, negli scorsi 20 anni la produzione di alcool è aumentata del 500 per cento in Asia, del 400 per cento in Africa e del 200 per cento nell’America Latina.
● In Russia, dice un capo della polizia sovietica, “il piccolo raggio di sole nello stomaco” causa “il 65 per cento degli omicidi, il 71 per cento delle aggressioni, il 63 per cento degli stupri, il 90 per cento degli atti di teppismo e il 53 per cento dei decessi per incidenti ferroviari, nonché un quarto di tutti gli incidenti stradali”.
● L’articolo dice che il più alto tenore di vita nei paesi industrializzati rende possibile comprare da bere, e quando sopraggiungono recessione e disoccupazione, molti si danno al bere. Le tristi conseguenze sono: cirrosi epatica, psicosi, incidenti stradali mortali e criminalità.
● In Inghilterra “l’alcool è ora il fattore che più di ogni altro contribuisce agli annegamenti”, dice lo Yorkshire Post. Il giornale afferma che un quarto dei 516 annegamenti accidentali denunciati in Gran Bretagna nel 1982 avevano qualche legame con l’alcool.
Rischi delle trasfusioni di sangue
● Il patologo Ira Shulman (del Los Angeles County—USC Medical Center) dice: “È raro che venga trasmessa la malaria attraverso una trasfusione di sangue”, eppure nel 1982 vennero denunciati nove casi. Donatori di sangue di zone malariche possono trasmettere la malattia. Il dott. Byron Myhre afferma che le banche del sangue fanno assegnamento sui volontari, e malgrado facciano quello che possono, “il pericolo di epatite, malaria e infezioni di varia natura sussiste sempre. Ogni volta che si prescrive sangue, c’è qualche possibilità che causi una malattia”.