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  • Il Canale di Corinto e la sua storia

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  • Il Canale di Corinto e la sua storia
  • Svegliatevi! 1985
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  • La ricchezza di Corinto e l’istmo
  • Le prime proposte per la costruzione di un canale
  • I primi tentativi di costruzione falliscono
  • Il canale è finalmente ultimato
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Svegliatevi! 1985
g85 22/5 pp. 25-27

Il Canale di Corinto e la sua storia

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Grecia

LA GRECIA, un paese mediterraneo, ha un canale fuori del comune. Non pretende di competere con i grandi canali dei paesi dell’Europa settentrionale né con il famoso Canale di Suez dell’Egitto. Eppure questo canale greco non ha uguali. Congiunge il golfo di Egina nel Mar Mediterraneo con quello di Corinto, fornendo uno sbocco sul Mar Adriatico e verso i porti di altri paesi europei. Ha perciò un’enorme importanza per l’economia greca.

Nel 1982 si compirono cento anni dall’inizio della costruzione del Canale di Corinto in tempi moderni. In quell’occasione i mezzi di diffusione delle notizie in Grecia descrissero in modo straordinario i benefici che ne derivano. Tuttavia volevamo sapere di più sul canale di quello che si poteva apprendere leggendo i giornali. Così in una mattina di sole partimmo da Atene per andare a visitare la sede dell’Ente del Canale che si trova a Istmia presso Corinto.

Giunti a destinazione, il direttore del canale rispose con premura alle nostre domande. Ribadì particolarmente varie migliorie che potevano rendere il canale, per citare le sue parole, “un’imponente impresa dell’uomo di importanza ancor più grande non solo per la Grecia ma anche per l’Europa in generale”. Poi gentilmente passò in rassegna con noi gli avvenimenti che avevano portato alla costruzione di questo importante canale.

La ricchezza di Corinto e l’istmo

Corinto era famosa nel mondo antico. Doveva la sua grandezza e la sua ricchezza alla stretta striscia di terra che separa il Mar Ionio dal Mar Egeo. Come mai? Ebbene, allora le navi venivano trasportate attraverso la stretta striscia dell’istmo. Erano trainate sopra una strada lastricata chiamata dìolkos, che era ricoperta di tavole di legno spalmate di grasso. Così le navi evitavano i rischi che avrebbero incontrato circumnavigando il Peloponneso. C’era pericolo specie nella punta più meridionale del Peloponneso dove a Capo Malia si incontrano spesso tempo inclemente e mare burrascoso.

Come si può immaginare, però, il trasporto di navi via terra attraverso la stretta striscia dell’istmo, malgrado tutti i suoi vantaggi, non veniva a costare poco. I mercanti dovevano pagare elevatissimi pedaggi portuali, che costituivano la più importante entrata per Corinto.

Un’ulteriore fonte di reddito era il fatto che i mercanti soggiornavano a Corinto fino a che le loro navi non erano state trasportate attraverso l’istmo. Molti di essi vi conducevano una vita di lussi e dissolutezze, spendendo forti somme di denaro. Facevano anche doni ai templi e sacrifici agli dèi pagani. Tutto questo fece di Corinto una delle più ricche città del mondo antico, una città rinomata e dedita ai piaceri, dove i vizi dell’Oriente e dell’Occidente si incontravano e si fondevano.

Le prime proposte per la costruzione di un canale

Nel VII secolo a.E.V. il tiranno di Corinto Periandro, uno dei sette sapienti dell’antica Grecia, concepì un piano per la costruzione di un canale in questa stretta striscia di terra che congiungeva il Peloponneso con la Grecia continentale. Se questo avesse accresciuto il traffico marittimo, avrebbe accresciuto anche le entrate derivanti dai pedaggi. Tuttavia rinunciò all’impresa. Perché?

Per timore di destare l’ira degli dèi, perché un oracolo della Pizia di Delfi diceva: “Non costruire una torre sull’Istmo, e non scavarvi (un canale)”. A quanto si dice, questo oracolo aveva avuto origine dai sacerdoti dei templi di Corinto. Temevano che l’apertura di un canale per consentire il rapido passaggio delle navi avrebbe fatto loro perdere le ricche offerte e i doni che ricevevano dai mercanti i quali non avrebbero più avuto nessuna ragione per restare a Corinto.

La possibilità di costruire un canale fu ripresa in esame nel 307 a.E.V. da Demetrio I detto Poliorcete. Ma anche lui abbandonò l’idea quando gli ingegneri egiziani che aveva chiamato per fare il lavoro gli assicurarono che c’era un grosso problema. Dissero che c’era un dislivello fra le acque del golfo di Corinto e quelle del golfo di Egina. Quindi avvertirono che se si fosse tagliata la lingua di terra per costruire il canale, le acque del golfo di Corinto si sarebbero riversate nel golfo di Egina, inondando la zona e facendo sparire le isole vicine.

I primi tentativi di costruzione falliscono

Dopo che la Corinzia era divenuta una provincia romana, Giulio Cesare e, in seguito, Caligola fecero i piani per tagliare l’istmo. Sulla base di questi progetti, nel 67 E.V. Nerone iniziò i lavori per la costruzione di un canale, impiegando 6.000 schiavi e forzati.

Questo tentativo comunque si arrestò quando Nerone dovette tornare a Roma, dov’era scoppiata un’insurrezione contro di lui. Poco dopo Nerone morì e i lavori furono abbandonati. Negli anni successivi Erode Attico e in seguito i bizantini fecero alcuni tentativi di tagliare l’istmo. Ma neppure i loro sforzi ebbero successo. Lo stesso accadde ai veneziani che cominciarono gli scavi ma subito li abbandonarono.

Il canale è finalmente ultimato

Ma come si può vedere dalla figura a pagina 25, ora il Canale di Corinto esiste. Come fu infine ultimata la costruzione? Dopo la rivoluzione greca del 1821, Giovanni Capodistria, primo presidente della Grecia, riconobbe l’importanza che avrebbe avuto per lo sviluppo della Grecia la costruzione di un canale di Corinto. Ne affidò la realizzazione a un ingegnere francese, ma di nuovo — questa volta per ragioni economiche — il progetto dovette essere accantonato.

Infine, dopo l’apertura del Canale di Suez, il governo greco emanò (nel novembre del 1869) una legge circa il “taglio dell’Istmo di Corinto”. Furono fatte varie modifiche e aggiunte a questa legge e, dopo lunghe trattative, il 5 maggio 1882 i lavori cominciarono. Fatto interessante, sebbene fossero stati proposti tre diversi tagli, quello che infine fu scelto era lo stesso su cui si erano trovati d’accordo gli ingegneri di Nerone. Ma date un’altra occhiata alla figura di pagina 25 dove si vede il canale ultimato. Riuscite a immaginare che impresa fu effettuare un simile lavoro prima della fine del secolo scorso?

L’Ente del Canale ci fornì gentilmente alcune informazioni circa l’effettivo lavoro del taglio dell’istmo. Per esempio, apprendemmo quanto segue: Furono impiegati per una decina d’anni circa 2.500 uomini, che usarono le migliori macchine disponibili all’epoca. Estrassero circa 930.000 metri cubi di terra e di roccia. Il canale è lungo approssimativamente 6 chilometri. In certi punti le sponde raggiungono i 76 metri sopra il livello del mare. La larghezza è di 25 metri in superficie e di 21 metri in fondo. L’enorme lavoro di tagliare l’Istmo di Corinto fu completato, e il 7 agosto 1893 si tenne la cerimonia di apertura.

In tempi recenti circa 10.000 navi hanno attraversato ogni anno il canale. In genere è preferibile attraversare il canale perché si risparmia tempo prezioso e si consuma meno carburante. Inoltre, si evita di circumnavigare il Peloponneso.

Questa è dunque la storia del Canale di Corinto. Se mai andaste in Grecia, non mancate di visitarlo. Forse mentre vi recate alle rovine dell’antica Corinto, che è molto interessante dal punto di vista biblico, potete fermarvi a dare un’occhiata al canale. Specie se ci sono navi in transito, vedrete qualcosa di veramente straordinario.

[Testo in evidenza a pagina 26]

Un piano per la costruzione di un canale in questa stretta striscia di terra fu concepito nel VII secolo a.E.V.

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