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  • La politica e un suo frutto: la I guerra mondiale

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  • La politica e un suo frutto: la I guerra mondiale
  • Svegliatevi! 1985
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Svegliatevi! 1985
g85 22/8 pp. 5-7

La politica e un suo frutto: la I guerra mondiale

Quasi 2.000 anni fa Gesù Cristo pronunciò il famoso Sermone del Monte in cui enunciò i princìpi fondamentali della condotta cristiana. Invece dell’odio, insegnò l’amore; invece della vendetta, il perdono e la non violenza. (Matteo, capitoli 5-7) Nel corso della storia la cristianità ha asserito di seguire il suo esempio. Ma cosa rivela un più attento esame della politica del XX secolo? I governi della cristianità hanno veramente messo in pratica il cristianesimo? O hanno invece seguìto, consciamente o inconsciamente, i cinici princìpi che Niccolò Machiavelli aveva osservato nel suo studio della storia umana? Nel suo libro Il Principe espose i metodi seguìti per secoli da famosi statisti. Le sue principali massime sono elencate a pagina 7.

AGLI inizi del XX secolo il futuro del mondo appariva relativamente stabile. Le maggiori potenze europee avevano stabilito alleanze che si controbilanciavano e che in teoria avrebbero dovuto garantire la pace. Ma come ha scritto lo storico R. R. Palmer in A History of the Modern World (Una storia del mondo moderno), “gli europei credevano di essere avviati verso una condizione di progresso e di più estesa civiltà, in cui i vantaggi della scienza e delle invenzioni moderne avrebbero avuto una più ampia diffusione. . . . Invece nel 1914 l’Europa andò incontro alla catastrofe”.

Il prof. A. J. P. Taylor dice addirittura: “È difficile, infatti, scoprire qualche causa di ostilità fra le Grandi Potenze europee al principio dell’estate del 1914”. Eppure i politici europei ‘andarono incontro alla catastrofe della Grande Guerra’ del 1914-1918. Perché? Secondo lo stesso professore, la causa fu “il sistema di alleanze [la Triplice Alleanza stipulata fra Germania, impero austro-ungarico e Italia in opposizione alla Triplice Intesa stipulata tra Francia, Russia e Gran Bretagna] . . . Avrebbero dovuto favorire la pace, favorirono la guerra”.

Gesù insegnò: “A chiunque ti schiaffeggia sulla guancia destra, porgi anche l’altra”, e: “Continuate ad amare i vostri nemici”. (Matteo 5:39, 44) Machiavelli indicò che a un governante ‘conveniva molte volte ricorrere al metodo bestiale della forza’ per conseguire i suoi fini. Egli scrisse che un principe che desidera conservare il potere deve “non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel male”, se necessità glielo impone. Secondo lui, si dovrebbero sacrificare i princìpi cristiani per convenienza.

Quando i governanti politici cattolici, protestanti e ortodossi europei — re, imperatori, presidenti e primi ministri — dichiararono guerra nel 1914, quali insegnamenti seguivano consapevolmente o inconsapevolmente? Quelli di Gesù Cristo, il Maestro che professavano di accettare? O i consigli pragmatici di Machiavelli?

“La guerra che porrà fine alle guerre” e la guerra che doveva creare un mondo “sicuro per la democrazia” erano alcuni degli slogan usati per giustificare la gran carneficina che i capi politici provocarono fra la gioventù del 1914. E che specie di guerra fu? Quale prezzo fu pagato, non dagli uomini politici, ma dalla popolazione?

I risultati della I guerra mondiale

Forse la battaglia della Somme, nella Francia settentrionale, riassume l’insensato sacrificio umano che ebbe luogo nella Grande Guerra. Il prof. Palmer dichiara: “La battaglia della Somme, che durò da luglio a ottobre [1916], costò ai tedeschi circa 500.000 uomini, agli inglesi 400.000 e ai francesi 200.000”. Il costo totale: 1.100.000 uomini! Il risultato? “Non era stato ottenuto nulla di vero valore”, afferma lo storico Palmer. Ma la perdita era stata grande: 1.100.000 padri, mariti e figli per i quali milioni di genitori, mogli e orfani facevano cordoglio. Questa fu la mortifera messe di una sola battaglia! La causa basilare? La politica divisiva che sfruttava il nazionalismo e il patriottismo per fornire carne da cannone a una guerra che non si sarebbe mai dovuta combattere.

E quale fu il prezzo complessivo pagato dalla popolazione (ma di rado dai governanti) delle nazioni belligeranti? Una fonte dichiara: “Quando giunse l’11 novembre 1918 . . . otto milioni di soldati erano morti, altri venti milioni erano feriti, malati, mutilati o sputavano sangue in seguito agli attacchi col gas”. E che dire delle perdite fra i civili? “Ventidue milioni di civili erano stati uccisi o feriti, e i superstiti vivevano in villaggi saltati in aria e ridotti in macerie”.

In considerazione di questo massacro, com’è appropriato che la Bibbia rappresenti l’intera organizzazione politica mondiale di Satana nel corso della storia con il simbolo di “una bestia selvaggia”.a (Rivelazione 13:1, 2) Ogni tanto delle bestie selvagge uccidono per il gusto di uccidere. Certune uccidono perfino la propria progenie.

Tuttavia, quando nel novembre del 1918 la prima guerra mondiale si concluse con un armistizio, gli animi erano pieni di speranza. Lo scrittore Charles L. Mee dice nel suo libro The End of Order, Versailles 1919 (La fine dell’ordine, Versailles 1919): “La prima guerra mondiale era stata una tragedia di proporzioni terrificanti. Furono mobilitati sessantacinque milioni di uomini — molti milioni più di quanti avessero mai partecipato a una guerra — per combattere una guerra, era stato detto loro, giusta e onorevole, a difesa dell’orgoglio nazionale e di nobili ideali, una guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre, per stabilire nel mondo un ordine interamente nuovo di pace e uguaglianza”.

I capi politici del mondo impararono la lezione da questo terrificante bagno di sangue? Le cosiddette nazioni cristiane cominciarono forse a praticare maggiormente l’amore insegnato da Cristo? No, poiché gli avvenimenti verificatisi dal 1918 hanno senz’altro smentito i luoghi comuni e gli slogan abilmente usati da uomini politici, ecclesiastici e militaristi.

Pertinente a questo proposito è il commento di Mee, il succitato scrittore: “I diplomatici si riunirono [alla Conferenza di Pace di Parigi] e, anziché ristabilire l’ordine nel mondo, fecero del caos della Grande Guerra — per spirito vendicativo e sbadataggine, incapacità e deliberazione — una condizione permanente del nostro secolo”. Il fatto che il caos fosse divenuto una condizione permanente della vita del XX secolo fu confermato da avvenimenti successivi.

[Nota in calce]

a Per avere informazioni più particolareggiate sulla politica “bestia selvaggia” di Rivelazione, vedi il libro “Quindi è finito il mistero di Dio”, pubblicato dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.

[Riquadro a pagina 7]

Nel suo libro Il Principeb Niccolò Machiavelli (1469-1527), abile statista e scrittore, enunciò le seguenti massime su come un governante politico può avere successo.

(1) “È molto più sicuro essere temuto che amato . . . Gli uomini hanno meno respetto [scrupolo] a offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere. — Pp. 145-147.

(2) “Si vede, per esperienza ne’ nostri tempi, quelli principi avere fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto. — P. 150.

(3) “Dovete, adunque, sapere come sono due generazioni [due modi] di combattere: l’uno con le leggi, l’altro con la forza: quel primo è proprio dello uomo, quel secondo è delle bestie: ma perché el primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. — P. 151.

(4) “A uno principe, adunque, non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte [buone] qualità, ma è bene necessario parere di averle”. (Il corsivo è nostro). — P. 154.

(5) Il principe dovrebbe parere, “a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E gli uomini, in universali [in genere], iudicano piú agli occhi che alle mani . . . Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’ [sei]”. — Pp. 155, 156.

(6) Il principe non deve “avere altro obietto né altro pensiero, né prendere cosa alcuna per sua arte, fuora della guerra e ordini e disciplina di essa; perché quella è sola arte che si espetta a chi comanda”. — P. 131.

(7) Il principe che desidera “mantenere lo stato” deve “non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel male”, se necessità glielo impone. — P. 155.

[Nota in calce]

b Il Principe e altri scritti, a cura di G. Sasso, “La Nuova Italia” ed., Firenze, 1963.

[Immagine a pagina 6]

L’estesa carneficina della I guerra mondiale sottolinea la follia dei politici

[Fonte]

National Archives

[Immagine a pagina 7]

Machiavelli basò su fatti storici le sue massime politiche

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