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  • Soccorsi da tutto il mondo
  • Svegliatevi! 1987
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  • Una reazione sorprendente
  • Perché l’Africa non riesce a sfamarsi?
    Svegliatevi! 1987
  • L’affascinante Etiopia
    Svegliatevi! 1996
  • La carestia devasta l’Africa
    Svegliatevi! 1974
  • Penuria di viveri nonostante gli abbondantissimi raccolti: Perché?
    Svegliatevi! 1975
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 8/3 pp. 3-4

Soccorsi da tutto il mondo

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Sudafricana

“UNO dei maggiori disastri del mondo”. “Il più grande disastro che si sia abbattuto sul pianeta da che la seconda guerra mondiale devastò l’Europa”. Così autori diversi hanno descritto la recente carestia che ha colpito l’Africa.

“In un anno”, afferma la rivista Newsweek, “sono morti niente meno che 1 milione di contadini etiopi e 500.000 bambini sudanesi”. Per il Mozambico le cifre parlano di centomila vittime e nel Ciad, per qualche tempo, sono morte mille persone al mese.

I soccorsi giunsero da tutto il mondo, ma per innumerevoli africani era troppo tardi. In alcuni casi i ritardi furono causati da funzionari che nascosero la vera portata della carestia. L’avere ignorato i cittadini affamati contribuì alla caduta del governo sudanese nel 1985.

Nel marzo del 1984 l’Etiopia rivolse al mondo un appello, chiedendo 450.000 tonnellate di cereali per l’emergenza. Non era un’esagerazione, perché in effetti ce ne sarebbero volute il doppio. Tuttavia le Nazioni Unite e gli stati membri prestarono poca attenzione. Furono offerte meno di 100.000 tonnellate di cereali, in un momento in cui le eccedenze mondiali si avvicinavano ai 190.000.000 di tonnellate! A peggiorare le cose, le esigue scorte impiegarono mesi per arrivare a destinazione. Nel frattempo la gente moriva di fame. In un campo profughi morivano ogni giorno cento persone.

Poi nell’ottobre del 1984 un’équipe di operatori televisivi inglesi che dovevano cambiare aereo in Etiopia furono trattenuti a causa di un ritardo. Approfittarono dell’occasione per visitare i campi profughi e filmarono le persone che stavano morendo di fame. “Ho pianto nel montare questo filmato”, disse il cameraman Mohammed Amin. “Non ce l’ho fatta più e ho pianto”.

Una reazione sorprendente

Il filmato fu trasmesso nei telegiornali della BBC e replicato da 425 reti televisive in tutto il mondo. Produsse un effetto sorprendente. Un pubblico adirato chiese l’intervento dei governi. Musicisti pop trasformarono il loro redditizio mestiere in appelli alla beneficenza e, finora, hanno raccolto oltre cento milioni di dollari! Tutta questa pubblicità ebbe come risultato uno dei più grandi programmi di soccorsi che il mondo abbia mai visto.

Da ogni parte si cominciarono a spedire in Africa eccedenze di cereali. I governi europei collaborarono per organizzare un ponte aereo e far giungere i viveri nell’interno del Sudan. Ancora più sorprendente fu l’operazione congiunta per far pervenire viveri sugli altipiani etiopici. Nel suo libro Ethiopia: The Challenge of Hunger (Etiopia: La sfida della fame), Graham Hancock ha descritto la scena all’Aeroporto Bole di Addis Abeba: “Aerei che battevano bandiera russa, americana, tedesco-orientale, inglese e di tante altre nazioni erano allineati nell’area di stazionamento e caricavano soccorsi alimentari d’urgenza . . . Era come se improvvisamente tutti i nobili princìpi che le Nazioni Unite rappresentano avessero preso vita, e mi pareva quasi di udire trasformare le spade in vomeri”.

A quanto si afferma, la reazione del mondo davanti ai bisogni dell’Africa, benché tardiva, ha salvato oltre tre milioni di vite! Purtroppo, però, in Africa il cibo scarseggia ancora. Secondo recenti notizie, in Etiopia, Sudan e Mozambico milioni di persone rischiano la morte per fame. ‘Perché’, chiederete voi, ‘l’Africa non riesce a sfamarsi?’ E soprattutto: ‘Qual è la vera soluzione del problema?’

[Fonte dell’immagine a pagina 3]

FAO photo

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