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  • g87 22/5 pp. 12-15
  • Parte VI: 1946-1959 Una prosperità ingannevole e una pace illusoria

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  • Parte VI: 1946-1959 Una prosperità ingannevole e una pace illusoria
  • Svegliatevi! 1987
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • “I bambini sono nati felicemente”
  • Prosperità: costosa e ingannevole
  • Vera pace e prosperità
  • Parte V: 1943-1945 La seconda guerra mondiale e il suo infuocato epilogo
    Svegliatevi! 1987
  • Berlino: Uno specchio del nostro mondo?
    Svegliatevi! 1990
  • Parte III: 1935-1940 La lenta agonia della Lega delle Nazioni
    Svegliatevi! 1987
  • ‘I cambiamenti più profondi’
    Svegliatevi! 1999
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 22/5 pp. 12-15

Il mondo dal 1914

Parte VI: 1946-1959 Una prosperità ingannevole e una pace illusoria

“IL MONDO d’oggi, che ci piaccia o no, è opera di Hitler”, afferma Sebastian Haffner, giornalista e vincitore di premi letterari. Egli spiega: “Senza Hitler non ci sarebbe stata la divisione della Germania e dell’Europa; senza Hitler non ci sarebbero stati americani e russi a Berlino; senza Hitler non ci sarebbe stato Israele; senza Hitler non ci sarebbe stata la decolonizzazione, almeno non a un ritmo così veloce, non ci sarebbe stata l’emancipazione dell’Asia, dell’Arabia e dell’Africa nera, né ci sarebbe stato il declino dell’Europa”.

Naturalmente, anche altri capi del mondo di quell’epoca influirono profondamente sul corso della storia. Ad esempio, “la maggioranza degli storici moderni attribuisce l’attuale divisione dell’Europa in Est e Ovest a decisioni prese dai Tre Grandi [alla conferenza tenuta verso la fine del 1943] a Teheran”, dice la rivista canadese Maclean’s. Essa prosegue, però, facendo notare che “[la conferenza tenuta nel febbraio del 1945 a] Jalta divenne più conosciuta fra molti storici . . . come il convegno nel quale Stalin superò in astuzia le sue controparti occidentali e rubò un impero. . . . Nel giro di poche settimane le truppe di Stalin avevano consolidato ed esteso il loro potere nell’Europa orientale. . . . La guerra calda stava finendo, ma la guerra fredda era appena incominciata”.

‘Guerra fredda’? Sì, è questo il termine coniato nel 1947 da Bernard Baruch, consigliere presidenziale americano, per descrivere la rivalità fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Era una guerra fredda che si combatteva sul fronte politico, su quello economico e su quello della propaganda.

Alla fine della guerra gli Alleati divisero la Germania in quattro zone di occupazione. I francesi, gli inglesi e gli americani occuparono le parti meridionali e occidentali del paese, i sovietici la parte orientale. Vennero così all’esistenza due entità nazionali: una democratica, l’altra comunista. Da allora si sono sempre scambiate gelide occhiate attraverso un’invisibile cortina di ferro.

Anche Berlino fu divisa in quattro settori. Dato che l’ex capitale della Germania era situata nella zona di occupazione sovietica, i rifornimenti destinati ai settori inglese, francese e americano dovevano passare attraverso la zona sovietica. Questo fatto causava problemi e a metà del 1948 i sovietici bloccarono ogni strada per accedere a Berlino da ovest. Le potenze occidentali reagirono inviando tutti i necessari rifornimenti di viveri e di carburante con un ponte aereo. Finché non cessarono, undici mesi dopo, il blocco di Berlino e il ponte aereo mantennero vive le tensioni della guerra fredda.

“Quasi da un giorno all’altro”, scrive il prof. Alfred Grosser dell’Università di Parigi, “Berlino trasformò la sua immagine, da simbolo di militarismo prussiano e di dittatura hitleriana a simbolo di libertà”. Berlino è ancora oggi un simbolo, e gli uomini politici sia dell’Est che dell’Ovest se ne servono ogni tanto come di un pretesto per soffiare sul fuoco della guerra fredda.

Cinque giorni prima della fine della seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone e invase l’estremità settentrionale della Corea occupata dai giapponesi. Alla capitolazione del Giappone, gli Alleati concordarono che le truppe giapponesi a nord del 38º parallelo si arrendessero ai sovietici e quelle a sud di quel parallelo agli americani. Nel 1950 questa innaturale divisione del paese portò alla guerra, una guerra che prima di finire coinvolse militarmente una ventina di nazioni, mentre più di 40 altre provvedevano equipaggiamento o rifornimenti militari. Il 27 luglio 1953 andò finalmente in vigore il cessate il fuoco, dopo che centinaia di migliaia di persone erano morte. Morte per che cosa? Ancora oggi, a più di 30 anni di distanza, non si è trovata una soluzione definitiva della questione coreana. Questa divisione viene chiamata cortina di bambù.

Il profeta Daniele previde che ci sarebbe stato uno scontro del genere fra due re simbolici. La guerra fredda ha dato alle due superpotenze o re del nostro tempo ampie opportunità di consultarsi fra loro, continuando la loro vecchia politica di ‘pronunciare a una stessa tavola una menzogna’. In tal modo essi hanno perseguito i propri interessi nazionali, impegnandosi allo stesso tempo “in uno scontro” l’uno contro l’altro per il tornaconto personale. — Daniele 11:27-45.

“I bambini sono nati felicemente”

Quando venne effettuata nel Nuovo Messico la prima esplosione atomica, il presidente americano Truman ricevette un messaggio segreto che diceva: “I bambini sono nati felicemente”. Ma come si sono rivelati indisciplinati ed esigenti questi “bambini”! Hanno spinto le nazioni, grandi e piccole, in una corsa mondiale agli armamenti che è senza precedenti, costringendole a spendere denaro che avrebbero potuto impiegare più proficuamente per provvedere cibo e istruzione a chi ne ha bisogno. Hanno promosso la pericolosa politica di mantenere la pace con l’equilibrio del terrore. Hanno dato all’organizzazione delle Nazioni Unite validi motivi per considerare ogni scaramuccia nazionale o internazionale, per quanto insignificante, un potenziale olocausto nucleare. Hanno reso necessaria la creazione di nuove organizzazioni per il mantenimento della pace, come la NATO (Organizzazione del Trattato Nord Atlantico) nel 1949 e il Patto di Varsavia nel 1955.

Crescendo il numero dei “bambini” atomici e delle nazioni che li hanno partoriti, è aumentato anche il pericolo di una guerra nucleare totale, scatenata per caso o volutamente. Il mondo ha continuato a tremare ‘per il timore e per l’aspettazione delle cose che stanno per venire sulla terra abitata’. — Luca 21:26.

Perciò, se lo sparo che nel 1775 diede inizio alla guerra di indipendenza americana fu “lo sparo che si udì in tutto il mondo”, come lo definì il poeta Ralph Waldo Emerson, l’esplosione atomica che nel 1945 pose termine alla seconda guerra mondiale fu senz’ombra di dubbio ‘l’esplosione che si udì in tutto il mondo’.

La World Book Encyclopedia ci parla di alcuni altri “bambini” indisciplinati “nati felicemente” nel dopoguerra. Sotto il titolo “Nascita di nuove nazioni”, essa spiega: “Dopo la seconda guerra mondiale, i vasti imperi europei caddero ad uno ad uno. Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi e altre grandi potenze coloniali erano state indebolite dalle perdite subite durante la guerra. Non potevano più reggere le proprie colonie con la forza”. Fra le prime colonie a ottenere l’indipendenza ci furono Indonesia, Filippine, Pakistan, India, Ceylon (ora Sri Lanka), Israele, Libia, Tunisia e Ghana.

La tendenza verso l’indipendenza politica è continuata fino ai nostri giorni, tanto che dal 1945 ad oggi sono nate almeno un centinaio di nuove nazioni.

Il colonialismo aveva i suoi lati negativi, ma ciò che lo ha rimpiazzato non è per forza migliore. La giornalista Georgie Anne Geyer fa rilevare: “Con la scomparsa degli imperi coloniali, ebbe inizio per molte nuove nazioni quello che sarebbe stato un lungo periodo di lento declino, contrassegnato spesso da guerre interne”. È pertanto divenuto ancor più evidente che l’uomo non è in grado di governarsi bene. — Ecclesiaste 8:9; Geremia 10:23.

Prosperità: costosa e ingannevole

Nel 1945 gli abitanti dell’Europa e dell’Asia devastate dalla guerra erano in difficoltà. Per ragioni umanitarie, ma spinti anche dall’interesse, gli Alleati idearono il Programma di Ricostruzione Europea. Si trattava di un organismo che offriva aiuti economici per la ricostruzione delle industrie europee distrutte dai bombardamenti. Chiamato comunemente Piano Marshall, dal nome del segretario di Stato americano che lo ideò, questo programma, benché costoso, fu efficace.

La ripresa economica e industriale fu sorprendente. Moderni stabilimenti dotati di macchinari nuovissimi permisero alle nazioni sconfitte di mettersi alla pari e in alcuni casi di superare i paesi vincitori, spesso costretti ad arrangiarsi con stabilimenti e macchinari antiquati. Negli anni ’50 il cosiddetto miracolo economico tedesco procedeva a pieno ritmo, e per la fine del decennio il Giappone aveva intrapreso un programma di ricostruzione che gli avrebbe permesso di conquistare buona parte dei mercati commerciali del mondo.

Intanto anche i paesi vincitori stavano cercando di riportare la loro situazione interna e la loro economia alla normalità. Durante la guerra, quando tutto veniva impiegato per la produzione bellica, la costruzione di case e la produzione di beni di consumo erano state drasticamente ridotte. Ora c’era una straordinaria richiesta di beni di cui la gente aveva per tanto tempo fatto a meno. Questo significava lavoro per tutti; almeno per il momento, il problema della disoccupazione non esisteva. Il mondo era ora avviato verso un periodo di prosperità che non si conosceva da prima della grande depressione.

La prosperità però aveva il suo prezzo. Sempre più madri cominciarono a lavorare fuori di casa, ma nel farlo a volte trascuravano i figli. Il più alto tenore di vita consentiva più svaghi, ma non sempre questi erano sani. La televisione cominciò a prendere il posto delle conversazioni in famiglia. Il declino della vita familiare condusse a un aumento dei divorzi. In seguito questo fenomeno fu in parte controbilanciato dalla crescente tendenza da parte di persone non sposate a convivere senza contrarre matrimonio. Sia nell’uno che nell’altro caso era evidente che si dava sempre più risalto agli interessi personali a discapito di altri. I valori spirituali e morali, già fortemente intaccati dalla guerra, subivano ora un’ulteriore erosione.

Vera pace e prosperità

Le organizzazioni religiose del mondo in generale non avevano visto nulla di male nel mandare i loro seguaci a uccidere i propri simili durante la seconda guerra mondiale. Così ora non vedevano nulla di male nel dare appoggio morale e materiale alla guerra fredda, alle insurrezioni politiche e alle cosiddette guerre di liberazione. Ma c’era un’eccezione degna di nota.

I testimoni di Geova mantennero la neutralità cristiana sia durante la seconda guerra mondiale che dopo. Riprendendosi dai tentativi compiuti da Hitler per distruggerli, i Testimoni attivi in Germania crebbero da meno di 9.000 nel 1946 a oltre 52.000 nel giro di cinque anni. Dal 1945 al 1959, i Testimoni crebbero in tutto il mondo da 141.606 in 68 paesi a 871.737 in 175 paesi. Mentre tra i seguaci di molte altre religioni aumentavano le lotte per questioni politiche e sociali, e si registrava un inquietante calo nel numero dei fedeli, i testimoni di Geova godevano, in senso spirituale, vera pace e prosperità.

Questo fu evidente alla loro assemblea internazionale “Volontà Divina” tenuta nel 1958 a New York, dove a una sessione ci fu un massimo di oltre 250.000 presenti. Un oratore in programma disse: “La prosperità del paradiso spirituale spiega la traboccante felicità dei testimoni di Geova . . . Il paradiso spirituale riflette la gloria di Dio ed attesta l’istituzione del suo regno”.

La pace che seguì la seconda guerra mondiale, in effetti una pace illusoria, e la prosperità puramente materialistica che essa incoraggiò sottolinearono un fatto indiscutibile: vera pace e prosperità possono venire solo attraverso l’istituito Regno di Dio. “Gli anni ’60, un periodo di turbolente proteste”, avrebbero reso questo fatto ancor più evidente. Leggete l’articolo così intitolato nel nostro prossimo numero.

[Riquadro a pagina 14]

Altri avvenimenti che fecero notizia

1946: Ho Chi Minh dichiara la guerra di liberazione nel Vietnam

1947: Scoperti i rotoli del Mar Morto, tra cui figurano i più antichi manoscritti esistenti della Bibbia

1948: Assassinato Mohandas Gandhi

1949: L’Armata di Liberazione Popolare porta a termine la conquista della Cina continentale; il governo nazionalista non comunista si ritira sull’isola di Taiwan

1950: Tumulti contro l’apartheid in Sudafrica

1952: Gli Stati Uniti fanno esplodere la prima bomba all’idrogeno

1954: La Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara che la segregazione razziale nelle scuole è incostituzionale

1957: I sovietici mandano in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik I

1958: La Comunità Economica Europea (Mercato Comune) inizia le attività

1959: Un razzo sovietico trasmette a terra foto della luna

[Immagine a pagina 15]

Grazie alla prosperità del dopoguerra molte famiglie poterono permettersi belle case e nuove auto

[Fonte]

H. Armstrong Roberts

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