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  • g88 22/8 pp. 6-8
  • Soluzioni tentate dall’uomo

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  • Soluzioni tentate dall’uomo
  • Svegliatevi! 1988
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Svegliatevi! 1988
g88 22/8 pp. 6-8

Soluzioni tentate dall’uomo

“LA DOTTRINA del MAD [Mutual Assured Destruction, Distruzione reciproca assicurata] è immorale. C’è qualcosa di macabro, e anche peggio, nel basare la nostra sicurezza sulla capacità di uccidere donne e bambini russi. Ed è ancor più biasimevole — se fosse possibile — rendere deliberatamente più esposta la nostra gente all’annientamento nucleare al solo scopo di soddisfare le esigenze di una teoria astratta, indimostrata e illogica”. Queste parole, pronunciate dal senatore degli Stati Uniti William Armstrong, rispecchiano il disagio che provano molti americani nei confronti di una difesa basata sulla capacità di ritorsione.

Come alternativa, nel marzo del 1983 il presidente americano Reagan propose la SDI, più comunemente nota col nome di “guerre stellari”. Egli disse: “Invito la comunità scientifica che ci ha dato le armi nucleari a impiegare il suo grande ingegno a favore della causa dell’umanità e della pace mondiale: a darci i mezzi per rendere queste armi nucleari impotenti e obsolete”.

Reagan prevedeva lo sviluppo di inusitate armi ad alta tecnologia — laser a raggi X, cannoni a rotaia elettromagnetica, veicoli killer a energia cinetica, armi a fasci di particelle neutre — che avrebbero difeso l’America e i suoi alleati colpendo i missili nemici prima che raggiungessero il bersaglio.

La SDI, tuttavia, è stata aspramente ed estesamente discussa sin dall’inizio. Gli oppositori affermano che sia tecnologicamente impossibile creare un “ombrello” impermeabile contro un attacco risoluto, e un “ombrello” permeabile non serve contro le armi nucleari. Riassumendo altre obiezioni, un rappresentante del Congresso americano ha detto con cinismo che “a parte il fatto che il sistema della SDI può essere superato dal basso, sopraffatto, vinto d’astuzia, che non può essere diretto da uomini ma solo da computer, che sarebbe una violazione di trattati sul controllo degli armamenti e che potrebbe scatenare una guerra termonucleare, . . . non è poi un cattivo sistema”.

Anche i sovietici muovono forti obiezioni alla SDI. Dicono che l’America vuole costruire uno scudo semplicemente per avere in pugno la situazione. I funzionari americani, a loro volta, accusano i sovietici di mettere segretamente a punto il proprio sistema di difesa strategica.

Comunque sia, la messa a punto e l’attuazione della SDI comporterebbero un costo enorme. Le stime oscillano dai 126 ai 1.300 miliardi di dollari. Come termine di paragone basti pensare che l’intera rete autostradale americana è costata 123 miliardi di dollari! Ciò nondimeno, miliardi di dollari sono già stati assegnati dal Congresso americano al programma di ricerca SDI.

Prospettive di disarmo

Il ministro sovietico della Difesa dice: “I sovietici sono convinti che il disarmo nucleare è la più sicura garanzia che la catastrofe nucleare sarà evitata”. A dispetto di questi nobili ideali, la corsa agli armamenti continua a tutto spiano.

Qual è l’ostacolo fondamentale che si frappone al disarmo? La mancanza di fiducia. Una pubblicazione del dipartimento della Difesa americano (Soviet Military Power 1987) accusa l’Unione Sovietica di ‘aspirare al dominio del mondo’. Una pubblicazione del ministero della Difesa sovietico (Whence the Threat to Peace) parla dell’“ambizione imperialistica [degli Stati Uniti] di ‘dominare il mondo’”.

Anche quando si incontrano per le trattative sul controllo degli armamenti, le parti si accusano a vicenda di avere motivi egoistici. La succitata pubblicazione sovietica accusa infatti gli Stati Uniti di “ostacolare in ogni settore il progresso verso il disarmo” nel tentativo di “amministrare gli affari internazionali da una posizione di forza”.

Gli Stati Uniti controbattono che il controllo degli armamenti è solo un piano sovietico per mantenere saldamente “i vantaggi militari esistenti. . . . Inoltre [Mosca] vede i negoziati per il controllo degli armamenti come un modo per promuovere obiettivi militari sovietici e indebolire l’appoggio del pubblico alle politiche e ai programmi di difesa occidentali”. — Soviet Military Power 1987.

Il recente accordo per l’eliminazione dei missili a gittata intermedia sembra un enorme passo avanti. È il primo accordo che sia mai stato raggiunto per ridurre effettivamente — non semplicemente per limitare — le armi nucleari. Ciò nondimeno, un simile trattato, per quanto sia di portata storica, non elimina affatto tutte le armi nucleari.

Il problema delle verifiche

Supponiamo, però, che tutte le potenze nucleari si mettessero effettivamente d’accordo sul disarmo totale. Cosa impedirebbe a una o a tutte le nazioni di ingannare, di non sbarazzarsi delle armi vietate o di produrle segretamente?

Kenneth Adelman, ex direttore dell’ente governativo americano per il controllo degli armamenti e per il disarmo, ha detto: “L’eliminazione delle armi nucleari comporterebbe il più esteso e invadente sistema di ispezioni in loco che si possa immaginare. . . . Esso richiederebbe a sua volta da tutte le nazioni un’apertura senza precedenti alle ingerenze esterne”. È difficile immaginare che una nazione adotti una politica tale da permettere a tutti di entrare liberamente in casa sua.

Ma supponiamo ulteriormente che le nazioni superino tutti questi enormi ostacoli e attuino il disarmo. La tecnologia e le nozioni necessarie per fabbricare la bomba esisterebbero sempre. Se scoppiasse una guerra convenzionale, ci sarebbe sempre la possibilità di un’escalation e le armi nucleari potrebbero essere fabbricate di nuovo, e usate.

Infatti Hans Bethe, uno dei fisici che collaborò alla realizzazione della prima bomba atomica, ha detto recentemente: “Pensavamo di poter controllare il genio. Non voleva rientrare nella bottiglia, ma c’erano ragionevoli motivi per pensare che saremmo riusciti a trattenerlo. Ora so che era un’illusione”.

[Immagine a pagina 7]

Alcuni sostengono che è meglio difendersi da un attacco nucleare che compiere una rappresaglia dopo l’attacco

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