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  • Frodi scientifiche: La frode più grande di tutte
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Svegliatevi! 1990
g90 22/1 pp. 11-15

Frodi scientifiche: La frode più grande di tutte

Gli evoluzionisti dicono: ‘L’evoluzione è un fatto; Dio è un mito’. Non possono provare né l’una né l’altra cosa, ma il pregiudizio non ha bisogno di prove.

PROPRIETÀ PRIVATA. Vietato l’ingresso. Questo è per te, Dio! Gli evoluzionisti tirano fuori il soggetto della biologia e ne escludono Dio. ‘Tutti gli scienziati autorevoli credono nell’evoluzione’, dicono. Il che, in effetti, equivale a dire: ‘Gli scienziati che non ci credono non sono autorevoli; non hanno la nostra competenza’. In quanto a Dio, dicono non ci sia posto per lui nel pensiero scientifico. E poi, neppure la sua esistenza è dimostrabile.

Questo accantonare Dio con disinvoltura è la frode più grande di tutte.

Il libro The New Biology, di Robert Augros e George Stanciu, sottolinea a pagina 188 alcune delle dichiarazioni di eminenti scienziati che mettono da parte Dio: “È opinione comune che Darwin abbia liberato una volta per tutte la biologia dal bisogno di Dio. Eldredge dice: Darwin ‘ci ha insegnato che possiamo capire la storia della vita in termini puramente naturalistici, senza ricorrere al soprannaturale o al divino’. Julian Huxley ha detto: ‘Il darwinismo ha eliminato dalla sfera della dissertazione razionale l’intero concetto di Dio come creatore degli organismi’. Jacob scrive: ‘L’idea che ciascuna specie sia stata progettata separatamente da un Creatore è stata demolita da Darwin’. E sull’origine del primo organismo, Simpson scrive: ‘Non c’è comunque nessuna ragione per postulare un miracolo. Né è necessario supporre che l’origine dei nuovi processi della riproduzione e della mutazione non fosse puramente materialistica’”.

‘Ma in questo modo non si lascia la vita sulla terra senza un Progettista-Creatore?’, chiederete. ‘Non ce n’è bisogno’, rispondono gli evoluzionisti. ‘È frutto del caso. Il cieco caso è il progettista. La chiamiamo Selezione Naturale’.

Ma più impariamo, più vediamo che c’è un progetto. Notiamo una strabiliante manifestazione di intelligenza e sapienza. Non è un po’ eccessivo attribuire tutto al cieco caso, a forze prive di raziocinio e di cervello? Considerate solo alcuni esempi delle centinaia di accorgimenti presenti nella natura che rispecchiano sapienza creativa, accorgimenti che gli inventori umani hanno spesso copiato.

La forma aerodinamica delle ali degli uccelli precedette di millenni quella delle ali degli aerei, che è ben più scadente. Il nautilo perligeno e la seppia impiegano serbatoi di galleggiamento per regolare la spinta idrostatica indipendentemente dalla profondità a cui nuotano, in maniera molto più efficiente dei moderni sommergibili. Il polpo e il calamaro sono maestri della propulsione a getto. Pipistrelli e delfini sono esperti nell’uso del sonar. Vari rettili e uccelli marini hanno un “impianto di dissalazione” incorporato che permette loro di bere l’acqua di mare. Alcuni batteri microscopici sono dotati di motori rotativi che possono far girare in un senso e nell’altro.

Grazie ai nidi ingegnosamente costruiti e al modo in cui impiegano l’acqua, le termiti hanno l’aria condizionata nei loro rifugi. Insetti, piante microscopiche, pesci e alberi impiegano una loro forma di “antigelo”. Alcuni serpenti, zanzare, fagiani australiani e tacchini di boscaglia, grazie al termometro di cui è dotato il loro organismo, possono avvertire variazioni termiche di piccole frazioni di grado. Vespe e calabroni fabbricano la carta. Spugne, funghi, batteri, lucciole, insetti e pesci producono tutti luce fredda, spesso colorata. Nella testa di molti uccelli migratori ci sono evidentemente bussole, carte geografiche e orologi biologici. Coleotteri acquaioli e ragni si servono di autorespiratore e campane di immersione.a — Vedi figure a pagina 15.

Queste meraviglie d’ingegneria e questa sapienza istintiva presuppongono un’intelligenza di gran lunga superiore a quella dell’uomo. (Proverbi 30:24) Ma alcuni degli esempi più sorprendenti si trovano nel mondo dell’infinitamente piccolo, dove gli evoluzionisti speravano di trovare il semplice inizio della vita da cui sarebbe cominciata l’ascesa evolutiva fino ad arrivare alle forme di vita ovviamente complesse che vediamo dappertutto, noi compresi. Semplice inizio? Tutt’altro! Considerate la complessa struttura delle cellule più minuscole, chiaro segno di un progetto intelligente.

The New Biology dice a pagina 30: “In una normale cellula avvengono centinaia di reazioni chimiche al secondo ed essa può riprodursi ogni venti minuti circa. Tutto questo, però, avviene su scala piccolissima: nello spazio occupato dal punto alla fine di questa frase ci starebbero oltre 500 batteri. [Il biologo François] Jacob parla con meraviglia del minuscolo laboratorio della cellula batterica, che ‘effettua nel più piccolo spazio immaginabile e con incomparabile abilità circa duemila reazioni distinte. Queste duemila reazioni avvengono separatamente o congiuntamente alla massima velocità, senza mai ingarbugliarsi’”.

Un libro (The Center of Life—A Natural History of the Cell, di L. L. Larison Cudmore, pp. 13, 14) dice: “Una singola cellula poteva fabbricare armi, procurarsi il cibo, digerirlo, eliminare i rifiuti, spostarsi, costruire abitazioni, svolgere un’attività sessuale normale o bizzarra. Queste creature esistono ancora. I protisti — organismi completi e interi, eppure formati di una sola cellula con molte caratteristiche, ma senza tessuti, senza organi, senza un cuore e senza una mente — hanno in effetti tutto ciò che abbiamo noi”.

Il libro L’orologiaio cieco, di Richard Dawkins, commenta la quantità di informazioni memorizzate in una singola cellula: “Nel DNA di un singolo seme di giglio o di un singolo spermio di salamandra c’è abbastanza capacità di memoria per memorizzarvi 60 volte l’Encyclopaedia Britannica. Alcune specie di amebe, organismi definiti ingiustamente ‘primitivi’, posseggono nel loro DNA una quantità di informazione mille volte maggiore di quella dell’Encyclopaedia Britannica”. — Rizzoli, 1988, trad. di L. Sosio, p. 173.

Lo studioso di biologia molecolare Michael Denton scrive in Evolution: A Theory in Crisis, a pagina 250: “La biologia molecolare ha dimostrato che perfino i più semplici sistemi viventi oggi sulla terra, le cellule batteriche, sono oggetti estremamente complessi. Sebbene le più piccole cellule batteriche siano incredibilmente minuscole — pesano meno di [un trilionesimo di grammo] — ciascuna è in effetti una vera e propria fabbrica microminiaturizzata contenente migliaia di pezzi, di squisita fattura, del complesso meccanismo molecolare, formato complessivamente di centomila milioni di atomi, assai più complicato di qualsiasi macchina costruita dall’uomo e assolutamente senza uguale nel mondo dei non viventi.

“La biologia molecolare ha pure dimostrato che la struttura fondamentale del sistema cellulare è essenzialmente la stessa in tutti i sistemi viventi sulla terra, dai batteri ai mammiferi. I ruoli del DNA, dell’mRNA e delle proteine sono identici in tutti gli organismi. Anche il significato del codice genetico è praticamente lo stesso in tutte le cellule. Le dimensioni, la struttura e il modo in cui sono fatte le parti che compongono il meccanismo per la sintesi proteica sono praticamente uguali in tutte le cellule. Perciò, in termini di struttura biochimica fondamentale, nessun sistema vivente può essere considerato primitivo o ancestrale rispetto a qualsiasi altro sistema, né c’è il minimo indizio empirico di una sequenza evoluzionistica fra tutte le cellule incredibilmente diverse della terra”.

George Greenstein riconosce che la struttura della terra presuppone tutta questa intelligenza. Nel suo libro The Symbiotic Universe parla della misteriosa e incredibile serie di coincidenze inspiegabili, coincidenze senza le quali la vita sulla terra sarebbe impossibile. Le seguenti dichiarazioni, che ricorrono da pagina 21 a pagina 28, rivelano il tormento provocatogli da condizioni che evidenziano il bisogno di un Dio intelligente e che si è prefisso un obiettivo:

“Credo che ci troviamo di fronte a un mistero, un mistero grande e profondo, con un immenso significato: il mistero dell’abitabilità del cosmo, del come mai l’ambiente sia ‘fatto su misura’”. Egli espone nei dettagli “ciò che può solo sembrare una sbalorditiva sequenza di combinazioni stupende e improbabili che prepararono il terreno alla comparsa della vita.b C’è un elenco di coincidenze, tutte essenziali alla nostra esistenza”. Eppure “l’elenco continuava ad allungarsi . . . Quante coincidenze! Più leggevo, più mi convincevo che difficilmente queste ‘coincidenze’ potevano essersi verificate per caso”. Un fatto sconvolgente per un evoluzionista, come egli ammette poi:

“Ma mentre questa convinzione aumentava, aumentava anche qualcos’altro. Ancora adesso è difficile esprimere a parole quel ‘qualcosa’. Era un’intensa repulsione, a volte di natura quasi fisica, che mi faceva sentire profondamente a disagio. Il pensiero stesso che questo fatto — cioè come mai il cosmo sia ‘fatto su misura’ per la vita — potesse essere un mistero che bisognava spiegare mi appariva grottesco, assurdo. Mi era difficile soffermarmi sull’idea senza fare una smorfia di disgusto . . . Né questa sensazione si è attenuata col passare degli anni: durante la stesura di questo libro ho dovuto lottare incessantemente contro di essa. Sono sicuro che tutti gli altri scienziati provano la stessa sensazione, e che ad essa si deve l’estesa indifferenza manifestata al presente verso questa idea. E c’è di più: ora credo che quella che sembra indifferenza mascheri in effetti un forte antagonismo”.

Antagonismo? Sì, antagonismo verso il pensiero che la spiegazione possa essere in un Creatore con delle finalità ben precise. Greenstein infatti dice: “Esaminando tutte le prove, emerge con insistenza l’idea che debba esserci qualche ente — o meglio Ente — soprannaturale. È possibile che all’improvviso ci siamo imbattuti senza volerlo nella prova scientifica dell’esistenza di un Essere Supremo? Fu Dio a intervenire e a progettare il cosmo in maniera così provvidenziale per nostro beneficio?” Ma poi Greenstein scaccia questo pensiero eretico e riafferma la sua lealtà alla religione evoluzionistica, ripetendo uno dei dogmi: “Dio non è una spiegazione”.

Nel suo libro L’Universo intelligente l’astrofisico Fred Hoyle parla di quelli che, come Greenstein, temono di ammettere un intervento di Dio: “Gli scienziati ortodossi sono più interessati a prevenire un ritorno delle intemperanze religiose del passato che non a ricercare più oltre la verità [e questo interesse] ha dominato il pensiero scientifico per tutto il secolo XIX”. — Mondadori, 1984, trad. di G. Paoli e R. Morelli, p. 9.

Egli prende quindi in esame le stesse caratteristiche misteriose che assillano Greenstein. “Tali proprietà”, dice, “sembrano costituire attraverso la struttura del mondo naturale una catena di casi fortunati, ma queste strane coincidenze, essenziali alla vita, sono così numerose che sembra sia necessaria una spiegazione che le giustifichi”. Sia Hoyle che Greenstein dicono che il caso non può spiegare tutte queste “strane coincidenze”. Hoyle dice quindi che per spiegarle, ‘l’origine dell’Universo presuppone un’intelligenza’, “un’intelligenza ben più grande”, ‘un’intelligenza che ci ha preceduto e che si è indotta a mettere insieme, come un deliberato atto di creazione, una struttura per la vita’. — Op. cit., pp. 220, 189, 190, 226.

Con questo non vogliamo dire che Hoyle si riferisca al Dio della Bibbia; egli tuttavia comprende che alla base dell’universo e della terra e della vita su di essa dev’esserci un’immensa intelligenza soprannaturale. Sebbene dica che “‘Dio’ è una parola proibita nella scienza”, egli ammette che potremmo ‘definire come divinità un’intelligenza che ci è superiore’. Hoyle ipotizza che “attraverso una condizione preprogrammata delle nostre menti” possa esserci “un legame di intelligenza che si estende verso il basso . . . fino agli esseri umani qui sulla Terra”. — Op. cit., pp. 248, 244, 245.

“Ci sono molti indizi”, dice, “che potrebbe essere così, uno dei quali è rappresentato dalla nostra innata irrequietezza e inaccontentabilità. È come se noi avessimo una percezione istintiva che ci sia qualcosa di importante da portare avanti. L’irrequietezza proviene dal fatto che noi non siamo ancora capaci di scoprire esattamente quale sia la natura di questo qualcosa”. Altrove dice: “L’impulso religioso è evidentemente esclusivo dell’uomo . . . Spogliata dai molti fantasiosi orpelli con i quali si è tradizionalmente circondata, la religione equivale a un’istruzione, presente in noi stessi, la quale, espressa sia pure con una certa semplicità, ma in modo efficace, può essere letta come segue: Voi siete derivati da qualcosa ‘lassù’ nel cielo. Cercatelo e troverete molto di più di quello che vi aspettate”. — Op. cit., pp. 245, 233-4.

L’uomo va a tastoni. Quello che cerca senza rendersene conto è la verità della Bibbia secondo cui siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, volendo dire che abbiamo in una certa misura alcuni attributi di Dio come sapienza, amore, potenza, giustizia, finalità e altre qualità che spiegano il grande abisso che separa l’uomo dagli animali. La nostra mente è preprogrammata per questi attributi divini e per la vera adorazione di Dio. Finché questi vari attributi non sono esercitati con il giusto equilibrio e finché non si stabilisce un contatto con Dio attraverso la preghiera e la vera adorazione, l’irrequietezza rimane. Allorché questi bisogni spirituali coi quali siamo stati creati sono soddisfatti, l’irrequietezza cede il posto alla “pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. — Filippesi 4:7; Genesi 1:26-28.

Atti 17:27, 28 incoraggia gli uomini, dicendo: “Cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi. Poiché mediante lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo”. È mediante lui, il Creatore dell’universo, inclusi la terra e noi che siamo su di essa, che viviamo e ci muoviamo ed esistiamo. Lasciando cadere gli orpelli e le false dottrine delle religioni ortodosse — religioni che hanno allontanato da Dio milioni di persone, fra cui molti scienziati — e seguendo la vera adorazione di Geova Dio otterremo la vita eterna su una terra paradisiaca: lo scopo originale per cui Geova creò la terra. — Genesi 2:15; Isaia 45:18; Luca 23:43; Giovanni 17:3.

Bisogna essere molto ingenui per pensare che un’intelligenza di tale portata possa risiedere nel cieco caso privo di cervello. Ci vuole una fede paragonabile a quella delle persone di religione pagana del tempo del profeta Isaia: “Ma voi siete quelli che lasciano Geova, quelli che dimenticano il mio santo monte, quelli che apparecchiano una tavola per il dio della Buona Fortuna e quelli che riempiono vino mischiato per il dio del Destino”. (Isaia 65:11) Gli evoluzionisti suppongono che milioni di casi “fortunati” abbiano prodotto l’uomo dalla pietra, ma non si sono staccati da terra per raggiungere il primo gradino della loro scala evolutiva. Il loro “dio della Buona Fortuna” è una canna rotta.

Fred Hoyle vede in tutto questo un sinistro presagio: “Un altro punto che mi assilla è la convinzione che la finestra di opportunità per la specie umana possa essere molto stretta nel senso del tempo. Per aprire la finestra è necessaria una tecnologia elevata, ma una tecnologia fine a se stessa — senza aver stabilito un rapporto tra la nostra specie e il mondo esterno alla Terra — potrebbe essere una via che conduce all’autodistruzione. Se talvolta in questo libro la mia opposizione alla teoria darwiniana è sembrata feroce, questo atteggiamento è dovuto alla mia sensazione che una società orientata da quella teoria è, molto probabilmente, avviata all’autodistruzione”. — Op. cit., p. 245.

Alice, nella favola Dietro lo specchio, scettica davanti alla strana logica della Regina Bianca, seppe solo ridere. “Non ha senso provare”, disse. “Non si può credere alle cose impossibili”. La regina rispose: “Oserei dire che non hai molta esperienza. Quando avevo la tua età lo facevo per mezz’ora al giorno. Anzi, a volte ho creduto a ben sei cose impossibili prima di colazione”.

Gli evoluzionisti sono le Regine Bianche d’oggi. Hanno una grandissima esperienza nel credere alle cose impossibili.

[Note in calce]

a Vedi il capitolo 12 di Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?, edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

b Fra queste ci sono: le distanze interstellari, la risonanza delle particelle subatomiche e degli atomi per formare il carbonio, il fatto che elettrone e protone abbiano carica esattamente uguale e contraria, le singolari e anomale proprietà dell’acqua, la relazione che esiste tra le frequenze della luce solare e quelle necessarie per la fotosintesi, la distanza fra sole e terra e il fatto che lo spazio abbia tre dimensioni, non di più, non di meno.

[Testo in evidenza a pagina 12]

Queste meraviglie d’ingegneria e questa sapienza istintiva presuppongono un’intelligenza

[Testo in evidenza a pagina 13]

Una cellula batterica ha cento miliardi di atomi

[Testo in evidenza a pagina 14]

‘L’origine dell’Universo presuppone un’intelligenza’

[Immagini a pagina 15]

Propulsione a getto

Dissalazione

Fabbricazione della carta

Sonar

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