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  • g92 22/1 pp. 6-10
  • La fonte dei veri valori

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  • La fonte dei veri valori
  • Svegliatevi! 1992
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  • Perché l’uomo è così diverso?
  • Il ricupero dei valori morali
  • Religione e famiglia possono essere d’aiuto?
  • È nel nostro codice genetico
  • Gli scienziati vedono misteri che solo Dio può spiegare
  • Cercate Dio, per il vostro bene, e vivete per sempre
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Svegliatevi! 1992
g92 22/1 pp. 6-10

La fonte dei veri valori

Il ricupero di questi valori farà cessare il declino morale

OSSERVANDO il cielo notturno trapunto di stelle, l’uomo si sente invadere da un timore reverenziale e da un senso di meraviglia. Mentre guarda la volta stellata così lontana, si sente piccolo e insignificante. Forse gli vengono anche in mente le parole che il salmista pronunciò tanto tempo fa: “Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai preparato, che cos’è l’uomo mortale che tu ti ricordi di lui, e il figlio dell’uomo terreno che tu ne abbia cura?” (Salmo 8:3, 4) Il salmista vedeva poche migliaia di stelle e si sentiva piccolo; ora l’uomo sa che ci sono miliardi di galassie ciascuna delle quali contiene miliardi di stelle, e si sente molto più piccolo. Forse nella sua mente si affollano le domande: ‘Che importanza posso avere io? Perché esisto? Dopo tutto, chi sono?’

Gli animali invece non hanno di questi pensieri.

L’uomo osserva le svariate forme di vita che lo circondano e nota che le caratteristiche di cui sono dotate servono a scopi pratici. Vede uccelli che migrano spostandosi per migliaia di chilometri, mammiferi che trascorrono tutto l’inverno in letargo, nonché numerose altre forme di vita che usavano sonar, aria condizionata, propulsione a getto, meccanismi per la dissalazione, antigelo, autorespiratori, incubatrici, termometri, carta, vetro, orologi, bussole, elettricità, motori rotativi e molte altre meraviglie già tanto tempo prima che l’uomo se le sognasse. Gli uomini riflessivi pensano: ‘Come sono venute all’esistenza tutte queste cose concepite in modo così sorprendente e complesso e con uno scopo ben preciso? Quale grande intelligenza c’è dietro?’

Di nuovo, gli animali non pensano a nulla di tutto questo.

Ma l’uomo sì. Perché, di tutte le miriadi di creature esistenti sulla terra, l’uomo è il solo a provare timore reverenziale e meraviglia osservando i cieli e i misteri della vita sulla terra? Perché? Perché l’uomo è diverso.

Perché l’uomo è così diverso?

Perché lui solo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio: “E Dio proseguì, dicendo: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza’”. (Genesi 1:26) Questo spiega l’incolmabile abisso esistente fra l’uomo e la bestia. Spiega perché nessuna creatura sulla terra è sia pure lontanamente simile all’uomo. Spiega perché l’uomo è una creatura dotata di raziocinio, perché si fa domande su ciò che lo circonda e perché si interessa dei valori morali.

In che senso l’uomo è a immagine e somiglianza di Dio? Lo è in quanto possiede alcuni degli attributi e delle qualità di Dio, come amore, misericordia, giustizia, sapienza, potenza, benignità, bontà, pazienza, onestà, veracità, lealtà, operosità e inventiva. L’uomo era stato progettato in origine per manifestare queste buone qualità, ma quando la prima coppia umana usò male il libero arbitrio ribellandosi, questi attributi furono alterati, per cui non vennero trasmessi in maniera perfetta ai discendenti. Ne fu turbato l’equilibrio, e di alcuni, non essendo più usati, si è persa coscienza. Colossesi 3:9, 10, però, mostra che acquistando accurata conoscenza di Dio e mettendola in pratica, possiamo rivestire una nuova personalità e tornare ad avvicinarci alla ‘immagine e somiglianza di Dio’.

La Legge mosaica che Geova Dio diede agli israeliti conteneva i veri valori, fra cui i Dieci Comandamenti e l’esortazione di ‘amare il prossimo come se stessi’. (Levitico 19:18; Esodo 20:3-17) Questi valori dovevano essere tramandati come un’eredità alle generazioni future. Mosè disse a Israele di ubbidire a questa Legge e aggiunse: “[Comandate] ai vostri figli d’aver cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. Poiché non è per voi una parola senza valore, ma significa la vostra vita”. (Deuteronomio 32:46, 47) Secoli dopo, Proverbi 8:18 li definì “beni ereditari”.

Il ricupero dei valori morali

Molti, tuttavia, obiettano che ora gli elementi che formano la società sono così vari che non esiste un sistema di valori che soddisfi i bisogni di tutti. Sostengono che la diversa estrazione sociale e le diverse culture richiedano un’ampia gamma di valori. Ma quale problema d’oggi non si risolverebbe mettendo in pratica il comando di Gesù di amare il prossimo come se stessi o quello di fare agli altri quel che vorremmo che essi facessero a noi, oppure vivendo secondo i princìpi contenuti nei Dieci Comandamenti, o cercando di produrre i frutti dello spirito indicati in Galati 5:22, 23? Qui si legge: “D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non c’è legge”. Nessuna di queste cose è impossibile a farsi; ne basterebbe anche una per eliminare gran parte degli attuali mali della società.

‘Ma la gente non vuole vivere così!’, esclamerete. Tuttavia, se pensate che queste soluzioni siano troppo difficili da adottare, non aspettatevi che ne esistano altre facili. La società può applicare questi rimedi, ma evidentemente non vuole. Questa generazione non ammette limiti alle proprie libertà, inclusa la libertà di fare il male e subirne le conseguenze.

Il giornale Bottom Line/Personal chiede: “Che ne è stato della padronanza di sé?” Dopo avere detto che “la maggioranza è terrorizzata dai risultati della nostra era di permissivismo in campo sessuale”, afferma: “Tuttavia la gente continua a considerare di suprema importanza la massima soddisfazione dei propri appetiti sessuali. . . . Ci si aspetta che la gente faccia la dieta, che faccia del moto, che smetta di fumare, che si autodisciplini in nome della salute. Solo l’appagamento sessuale pare essere diventato un diritto sacrosanto a cui non porre limiti”. Non che la gente non possa vivere secondo certi valori; non vuole. Così la società raccoglie quello che semina.

Oggi questi valori sono caduti in discredito. Per molti il bene è male e il male è bene, com’era predetto che sarebbe successo: “Guai a quelli che dicono che il bene sia male e che il male sia bene, quelli che mettono le tenebre per la luce e la luce per le tenebre, quelli che mettono l’amaro per il dolce e il dolce per l’amaro!” (Isaia 5:20) Altri, però, sono sempre più allarmati. Vedono i frutti marci della filosofia del fa-come-ti-pare e vorrebbero vedere la fine dell’attuale declino morale.

Religione e famiglia possono essere d’aiuto?

Sono presentati molti programmi per il ricupero dei valori. La religione, ad esempio, che si suppone sia fonte di forza morale. Ma questa forza non si trova nelle religioni tradizionali della cristianità. Alcune sono ricadute nel paganesimo, insegnando dottrine blasfeme come la trinità, il tormento eterno e l’anima immortale. Altre hanno messo da parte il riscatto e la creazione per prostrarsi alla religione scientifica dell’evoluzione. Accettano la critica letteraria che mette in dubbio l’integrità della Parola di Dio, la Bibbia. Offrono un “cristianesimo” così annacquato e contaminato che non rimane nulla che abbia valore, e la generazione dei giovani vede solo ipocrisia e un vuoto inganno. No, non è a queste religioni malate che dobbiamo rivolgerci per avere forza spirituale, ma solo all’unica vera forma di adorazione che si basa sulla Bibbia e che annuncia il Regno di Geova come sola speranza del mondo.

Resta comunque un’altra fonte a cui può rivolgersi chi cerca aiuto, cioè la famiglia, nel cui ambito i genitori possono inculcare nei figli certi valori. L’attaccamento che si stabilisce alla nascita deve continuare a svilupparsi. I figli che amano i genitori e hanno fiducia in loro vogliono essere come loro, vogliono imitarne il modo di parlare e di agire, copiarne il comportamento e assimilarne i valori morali, e col tempo i valori dei genitori diverranno parte del sistema di valori dei figli. A tal fine ci vogliono spiegazioni semplici, non inutili prediche; dialogo a due sensi, non affermazioni dogmatiche.

I genitori che non si limitano a fare la predica ma seguono nella loro vita veri valori avranno figli che faranno propri questi valori. I modelli di comportamento negativi dei coetanei a scuola o altrove non costituiranno alcun pericolo per questi figli. Infatti, Proverbi 22:6 dice: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; anche quando sarà invecchiato non se ne allontanerà”. I consigli sono preziosi nell’addestrare i figli, ma ciò che vale di più è l’esempio.

È nel nostro codice genetico

Gesù disse: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale, poiché a loro appartiene il regno dei cieli”. (Matteo 5:3) Si nasce con questo bisogno istintivo, come affermano alcuni psichiatri. È altresì vero che solo se siamo forti spiritualmente possiamo resistere ai falsi valori che oggi vengono propugnati.

Il fatto che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, con la facoltà innata di coltivare veri valori, è confermato da Thomas Lickona, professore di pedagogia, che dice: “Penso che la capacità di fare il bene sia presente dall’inizio”. Ma egli aggiunge che “i genitori devono rafforzare queste inclinazioni naturali così come aiutano i figli a diventare bravi lettori o atleti o musicisti”.

Norman Lear, produttore di programmi televisivi, in un suo discorso all’assemblea nazionale della National Education Association, ha prima riconosciuto “il problema di quelli tra noi che sono più sofisticati e istruiti, quelli cioè che hanno accantonato, come stravagante o irrilevante, la ricerca di un fine trascendentale”. Poi ha detto: “Non mi è difficile concludere, in base alla storia dell’uomo, che la reazione alla vita, all’Essere, l’impulso a credere in qualcosa di più grande di noi, è così forte e irresistibile da essere parte integrante del nostro codice genetico”.

Lear accusa il mondo commerciale e quattro decenni di televisione di avere trasmesso un “nuovo sistema di valori” che ha influito a tal punto sulla moralità pubblica e sui valori personali da provocare molti mali sociali: scuole e università da cui escono studenti che non sanno leggere e scrivere, uso sempre più esteso di droga, adolescenti non sposate che mettono al mondo bambini e famiglie senza un soldo da parte che si indebitano sempre più. Poi Lear aggiunge: “Quando parliamo dei cento mali che affliggono la società stiamo parlando, io credo, di un sistema di valori che si è formato gradualmente e che, con l’aiuto della televisione, ha finito per sovvertire l’intera cultura”. Ha poi ribadito di essere convinto che “nei nostri geni sia codificata la credenza che esiste una forza, un mistero più grande che plasma la nostra vita, e a cui bisogna prestare attenzione”.

L’eminente psichiatra C. G. Jung ha detto che la religione “è un atteggiamento istintivo caratteristico dell’uomo, e se ne possono seguire le manifestazioni attraverso tutta la storia umana”. Pure innata è la coscienza che percepisce il bene e il male: “Tutte le volte che quelli delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, questi, benché non abbiano legge, sono legge a se stessi. Essi sono i medesimi che dimostrano come la sostanza della legge sia scritta nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati oppure scusati”. (Romani 2:14, 15) La coscienza è la conoscenza che abbiamo in noi stessi, paragonabile a una corte di giustizia che opera dentro di noi per giudicare la nostra condotta, accusandoci o scusandoci. Ma se rendiamo “oltraggio alla corte” offendendo la nostra coscienza, questa diverrà insensibile e smetterà di funzionare.

Gli scienziati vedono misteri che solo Dio può spiegare

È degno di nota che man mano che la scienza impara di più sulla terra e sull’universo, alcuni scienziati sono portati a credere che si debba attribuire tutto a un’intelligenza suprema. Si rifiutano, però, di accettare l’Iddio della Bibbia.

In un suo libro (The Symbiotic Universe) l’astrofisico George Greenstein espone nei dettagli “ciò che può solo sembrare una sbalorditiva sequenza di combinazioni stupende e improbabili che prepararono il terreno alla comparsa della vita. C’è un elenco di coincidenze, tutte essenziali alla nostra esistenza”. Visto che l’elenco continuava ad allungarsi, dice Greenstein, e che le coincidenze non potevano essersi verificate per caso, era giocoforza pensare che fosse all’opera qualche ente soprannaturale. “È possibile”, egli ragiona, “che all’improvviso ci siamo imbattuti senza volerlo nella prova scientifica dell’esistenza di un Essere Supremo? Fu Dio a intervenire e a progettare il cosmo in maniera così provvidenziale per nostro beneficio?” Questa idea suscita in lui “un’intensa repulsione”, tanto da indurlo a dire arbitrariamente: “Dio non è una spiegazione”. Tuttavia l’elenco sempre più lungo delle “coincidenze” lo ha costretto a porsi tutti questi interrogativi.

Nel suo libro L’Universo intelligente un altro astrofisico, il premio Nobel Fred Hoyle, considera queste stesse misteriose coincidenze che hanno tormentato Greenstein e dice: “Tali proprietà sembrano costituire attraverso la struttura del mondo naturale una catena di casi fortunati, ma queste strane coincidenze, essenziali alla vita, sono così numerose che sembra sia necessaria una spiegazione che le giustifichi”. Anche Hoyle, come Greenstein, riconosce che non possono essersi verificate per caso. Perciò, dice Hoyle, ‘l’origine dell’Universo presuppone un’intelligenza’, “un’intelligenza ben più grande della nostra”, ‘un’intelligenza che ci ha preceduto e che si è indotta a mettere insieme, come un deliberato atto di creazione, una struttura per la vita’. — Trad. di G. Paoli e R. Morelli, Milano, Mondadori, 1984, pp. 220, 189, 190, 226.

Einstein parlò di Dio ma non come ne parla la religione tradizionale. Il suo concetto di Dio aveva relazione con lo “spirito immensamente superiore” che vedeva riflesso nella natura. Timothy Ferris, nel suo articolo “L’altro Einstein”, attribuiva ad Einstein queste parole: “Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. . . . La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. . . . Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli”.

Guy Murchie, dopo avere preso in considerazione alcuni degli incomprensibili misteri dell’universo, dice in un suo libro: “È facile capire perché i fisici moderni, che negli ultimi secoli hanno allargato le frontiere della conoscenza penetrando nell’ignoto forse più di tutti gli altri scienziati, accettano quel grande mistero dell’universo comunemente chiamato Dio prima della maggior parte dei loro colleghi”. — The Seven Mysteries of Life.

Cercate Dio, per il vostro bene, e vivete per sempre

L’uomo brancola, in cerca di Dio. Questo è ciò che facevano alcuni anche ai giorni di Paolo, che disse: “Cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi”. (Atti 17:27) Nessun animale brancola in cerca di Dio. Nessuno di essi ha sia pure qualche idea di Dio. Questo invece può dirsi dell’uomo, che è fatto a somiglianza di Dio e che è separato da un abisso incolmabile anche dall’animale più complesso. E come dice la scrittura, Dio non è “lontano da ciascuno di noi”.

Vediamo tutt’attorno a noi la prova della Sua esistenza nelle cose che ha create, come dice Romani 1:20: “Poiché le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili”. Man mano che gli scienziati scorgeranno altre inspiegabili coincidenze e altre cose complesse e rifletteranno sulle straordinarie meraviglie dell’universo, forse un numero sempre maggiore di essi ravviserà l’Intelligenza Suprema che opera in tutto questo e ne riconoscerà il Creatore, Geova Dio.

La terra e tutto ciò che la riempie appartengono a Geova. È Lui a stabilire le norme a cui dovranno attenersi coloro che ci vivranno. Egli ha stabilito quali sono i veri valori da seguire per avere felicità e vita. Ha anche dato agli uomini la libertà di scegliere. Non sono obbligati a ubbidirgli. Possono seminare quello che vogliono, ma prima o poi raccoglieranno quello che hanno seminato. Dio non è da beffeggiare. Egli ha stabilito i veri valori non per il proprio bene, ma per il bene dei suoi sudditi sulla terra. Infatti Isaia 48:17, 18 dice: “Io, Geova, sono il tuo Dio, Colui che ti insegna per il tuo beneficio, Colui che ti fa calcare la via per la quale devi camminare. Oh se tu realmente prestassi attenzione ai miei comandamenti! Allora la tua pace diverrebbe proprio come un fiume, e la tua giustizia come le onde del mare”.

Accettando il caloroso invito di Geova, tutti i popoli calcheranno allora la via per la quale si deve camminare e presteranno attenzione ai comandamenti del loro Creatore. Tornerà a loro vantaggio perché la pace sarà per tutti loro come un fiume e la giustizia come le onde del mare. Tutti metteranno a buon frutto i “beni ereditari”, vivendo secondo veri valori, e non ci sarà mai più declino morale. E quando avverrà tutto questo? Tra breve, quando sarà esaudita la preghiera: “Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. — Matteo 6:10.

[Immagini a pagina 7]

Propulsione a getto

Dissalazione

Fabbricazione della carta

Sonar

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