BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g91 8/5 pp. 4-6
  • Lotterie: Perché tanta popolarità?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Lotterie: Perché tanta popolarità?
  • Svegliatevi! 1991
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Cosa c’è di nuovo nelle lotterie?
  • Perché attira gli organizzatori
  • Sogni di ricchezza
  • Lotterie: Chi vince? Chi perde?
    Svegliatevi! 1991
  • Lotterie: Hanno conquistato il mondo
    Svegliatevi! 1991
  • Ci si guadagna con le lotterie?
    Svegliatevi! 1982
  • Dovreste acquistare un biglietto della lotteria?
    Svegliatevi! 1975
Altro
Svegliatevi! 1991
g91 8/5 pp. 4-6

Lotterie: Perché tanta popolarità?

PERCHÉ si gioca alla lotteria? “È divertente, è piacevole”, ha detto un’esperta in materia. Forse lo è, ma la principale attrattiva è senz’altro il denaro del premio. Un po’ di denaro extra farebbe comodo quasi a tutti. E le lotterie promettono un bel po’ di soldi. Nel mondo incerto di oggi, con la spirale dei prezzi, i crolli delle borse e i lavori senza prospettive, milioni di persone credono che vincere alla lotteria sia il solo modo per diventare favolosamente ricchi.

Le lotterie attirano anche per il fatto che sono poco complicate ed è facile giocare. Ci sono molte varianti, come il Lotto e altri concorsi pubblici settimanali a premi, oltre a quei giochi in cui si raschia il biglietto per scoprire i numeri, ma tutte hanno in comune due cose. La prima è che si vince quando i numeri dei propri biglietti corrispondono a quelli estratti dagli organizzatori del gioco. La seconda è che, a differenza di altre forme di gioco d’azzardo, per vincere non occorre nessuna particolare capacità o conoscenza. Che si vinca o si perda dipende puramente dal caso.

C’è chi gioca alle lotterie anche perché è facile comprare i biglietti. La maggioranza degli americani può comprarli presso la drogheria vicino casa. Altrove i giocatori possono fare le loro giocate per posta, per telefono, con il telex o il fax, se nelle loro vicinanze non c’è un botteghino.

Cosa c’è di nuovo nelle lotterie?

Le lotterie sono qualcosa di nuovo? Niente affatto. Nell’antica Roma, durante le feste, gli imperatori Nerone e Augusto davano in premio schiavi e altri beni. Uno dei primi premi in denaro di cui si ha notizia fu probabilmente quello pagato nel 1530 da una lotteria di Firenze. Nei secoli successivi le lotterie fiorirono in tutta l’Europa. Prosperarono anche nei primi anni di colonizzazione dell’America; con esse si raccolse il denaro che servì a finanziare Jamestown e l’esercito continentale nonché la costruzione degli edifici di università prestigiose come Harvard, Dartmouth, Yale e Columbia.

Nel XIX secolo, comunque, questa attività incontrò degli ostacoli. Alcuni si opposero al gioco d’azzardo collettivo perché sostenevano che le estrazioni fossero truccate. Nelle lotterie c’erano corruzione e ingerenza criminale. Gli organizzatori di lotterie private realizzavano enormi profitti. Di conseguenza negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna le lotterie vennero vietate.

Finì così? Ovviamente no. Le lotterie continuarono a prosperare altrove: in Italia, per esempio, e in Australia. Nel 1763 Carlo III re di Spagna istituì una lotteria la cui versione moderna risale al 1812, quando venne autorizzata dalla legge. Un paese dopo l’altro seguì questi esempi. Nel 1933 la Francia tolse il divieto e stabilì la Loterie nationale. Sempre negli anni ’30 l’Irlanda istituì la sua famosa lotteria abbinata alle corse dei cavalli (Irish Hospitals’ Sweepstake). La Takarakuji giapponese ebbe inizio nel 1945. La Gran Bretagna autorizzò il totocalcio e i prestiti pubblici a premio, che erano lotterie di fatto se non di nome. E nel 1964 gli Stati Uniti rilanciarono le lotterie.

Poi negli anni ’70 ci furono due sviluppi che operarono una trasformazione nel campo delle lotterie. Il primo fu l’introduzione dei computer collegati a una rete di terminali. Ora era possibile organizzare giochi in cui i giocatori potevano scegliere i propri numeri. Non era più necessario aspettare settimane o mesi per vedere se avevano vinto; i giocatori potevano saperlo nel giro di giorni, ore o anche minuti.

Il secondo sviluppo fu l’introduzione di un gioco chiamato Lotto (una specie di bingo, da non confondersi con il lotto italiano), nel quale ci sono pochissime probabilità di vincere. Nel Lotto la somma in palio, quando non è vinta, va a sommarsi al montepremi dei giochi successivi. Perciò il montepremi può salire a milioni di dollari. Con il Lotto, le vendite salirono vertiginosamente e il volume degli affari crebbe in misura notevole.

Perché attira gli organizzatori

Perché i governi promuovono il gioco d’azzardo? Perché è un sistema facile per raccogliere denaro senza ricorrere a tasse. Mentre con le macchinette mangiasoldi e la roulette si restituisce sotto forma di premi fino al 95 per cento delle entrate, con le lotterie si paga meno del 50 per cento. Per esempio, negli Stati Uniti, nel 1988, circa il 48 per cento di tutto il denaro incassato con le lotterie serviva per pagare i premi e il 15 per cento per campagne promozionali, vendite e spese di amministrazione. Il restante 37 per cento veniva impiegato per finanziare lavori pubblici, istruzione, assistenza sanitaria e aiuti agli anziani. A livello nazionale era una cifra pari a 7.200.000.000 di dollari.

Ma i governi non organizzano lotterie solo per guadagnare soldi. Se non le organizzano, rischiano di perdere denaro. I cittadini potrebbero andare a giocare altrove. Così quando in un paese o in uno stato viene istituita una lotteria, i paesi o gli stati vicini si sentono costretti a fare altrettanto. Si può notare questo effetto “a valanga” negli Stati Uniti. Nel 1964 c’era una lotteria gestita da uno stato; nel 1989 ce n’erano 30.

Sogni di ricchezza

Naturalmente ci sono molte persone che cercano di procurarsi del denaro da spendere in beni di consumo. Come fanno allora i promotori a convincere il pubblico a spendere soldi nelle lotterie? Con la pubblicità! Ricorrono agli esperti in persuasione!

La pubblicità dà forse risalto al fatto che una parte (anche se piccola) degli introiti servirà a finanziare l’istruzione o a provvedere assistenza agli anziani? Tutt’altro! Questo viene menzionato di rado. La pubblicità invece sottolinea quanto sarebbe bello vincere milioni di dollari. Ecco alcuni esempi:

◻ “In un istante potrete permettervi il favoloso stile di vita delle persone ricche e famose . . . giocando in Canada al prestigioso LOTTO 6/49 da molti milioni di dollari”.

◻ “LA LOTTERIA DELLA FLORIDA . . . Diventate ricchi con la più grande lotteria d’America”.

◻ “Far soldi in Germania: ARRICCHITEVI IN FRETTA e diventate milionari da un giorno all’altro”.

Tecniche di vendita aggressive? Senza alcun dubbio! Quando si cerca di rendere meno aggressiva la pubblicità di solito i biglietti restano invenduti. Anzi gli organizzatori ricorrono a giochi e a tecniche di lancio sempre più coinvolgenti per attirare nuovi giocatori e mantenere vivo l’interesse di quelli vecchi. Gli organizzatori devono offrire continuamente qualcosa che sembri nuovo. James Davey, direttore della lotteria dell’Oregon (USA), ha detto: “Diamo un tema ai vari giochi d’azzardo, . . . A Natale offriamo premi in contanti per le vacanze. Con Lucky Stars [Stelle Fortunate] strumentalizziamo il segno zodiacale delle persone. Riscontriamo che facendo due o tre, quattro o cinque giochi contemporaneamente, si vendono più biglietti”.

Ma l’attrattiva di gran lunga maggiore è un colossale montepremi. Nel Lotto, quando la somma in palio sale in fretta, come avvenne nel 1989 in Pennsylvania allorché salì a 115 milioni di dollari, la cosa fa notizia. La gente si precipita a comprare i biglietti in preda a ciò che qualcuno ha definito ‘delirio del giocatore’. E in questo clima di isterismo anche coloro che normalmente non giocano alla lotteria tireranno fuori i soldi.

[Riquadro a pagina 6]

La febbre del gioco e la religione

“È stata la Chiesa Cattolica ad insegnarmi a giocare. Bingo e riffe non sono assolutamente diverse dalle lotterie. Se la Chiesa Cattolica cominciasse a porre fine a ogni gioco d’azzardo, riconsidererei l’idea di non giocare alla lotteria. Se sono avido, è perché è quasi un sacramento nella Chiesa”. — Lettore della rivista U.S. Catholic.

“Secondo un sondaggio condotto dall’Università di Notre Dame nelle parrocchie cattoliche le occasioni in cui c’è il massimo numero di presenti nelle chiese, a parte la messa domenicale, sono i bingo settimanali”. Tuttavia vari sacerdoti affermano che la maggioranza di quelli che giocano a bingo non va in chiesa. — The Sunday Star-Ledger, New Jersey (USA).

“San Pancrazio ha portato la buona fortuna a Madrid” titolava il settimanale spagnolo ABC, edizione internazionale. L’articolo proseguiva dicendo: “‘È stato San Pancrazio’, hanno esclamato ripetutamente due impiegati del botteghino della lotteria . . . dov’era stata venduta l’unica serie di 21515, il ‘gordo’ [grosso] del valore di 250 milioni [di pesetas, cioè quasi 3 miliardi di lire], distribuita a Madrid. [Gli impiegati] hanno confessato di avere pregato il santo, di cui tengono l’immagine nel loro locale e su cui avevano messo un rametto di prezzemolo, per avere la fortuna di vendere il ‘gordo’ di Natale”.

“Cercando di trovare i modi per spiegare la loro fortuna, i vecchi vincitori erano portati a credere che Dio e il destino li avessero scelti per vincere il denaro. . . . ‘Vogliamo credere che la fortuna e la sfortuna siano dovute a qualcosa, non al caso’, ha detto il dott. Jack A. Kapchan, professore di psicologia presso l’Università di Miami. ‘E a chi potrebbero essere dovute se non a Dio?’” — The New York Times.

Cosa dice la Bibbia della buona fortuna? Agli israeliti infedeli Geova disse: “Ma voi siete quelli che lasciano Geova, quelli che dimenticano il mio santo monte, quelli che apparecchiano una tavola per il dio della Buona Fortuna e quelli che riempiono vino mischiato per il dio del Destino”. — Isaia 65:11.

Quanti del numero relativamente limitato di vincitori si soffermano a pensare che la loro rara fortuna dipende dalla sfortuna di milioni di perdenti? Il gioco d’azzardo riflette forse in qualche modo l’‘amore del prossimo’? È ragionevole o conforme alla Bibbia pensare che il Sovrano Signore dell’universo abbia qualcosa a che fare con vizi come il gioco d’azzardo, che nascono dall’egoismo? — Matteo 22:39.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi