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  • g92 8/2 pp. 15-17
  • Il giorno che piovve sabbia

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  • Il giorno che piovve sabbia
  • Svegliatevi! 1992
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  • Parlano i testimoni oculari
  • Cosa accadde
  • I danni e i soccorsi
  • Lahar: Un pericolo costante
  • I lahar, conseguenza disastrosa dell’eruzione del Pinatubo
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    Siate vigilanti!
Altro
Svegliatevi! 1992
g92 8/2 pp. 15-17

Il giorno che piovve sabbia

Dal corrispondente di Svegliatevi! nelle Filippine

SABATO 15 giugno 1991: una data che la maggior parte degli abitanti del settore centrale dell’isola di Luzon farà fatica a dimenticare. Per quanto possa sembrare incredibile, quel giorno piovve sabbia sulle lussureggianti colline e sulle verdeggianti risaie delle province di Pampanga, Tarlac e Zambales, nelle Filippine. Ciò che accadde quel giorno e l’effetto che ha avuto sugli oltre due milioni di abitanti della zona, tra cui circa 2.900 testimoni di Geova, è doloroso e interessante allo stesso tempo.

Ci sono state poche perdite di vite umane, perché i vulcanologi che controllavano le attività sismiche del Pinatubo diedero l’allarme tempestivamente. Migliaia di aborigeni aeta avevano abbandonato il fianco della montagna prima che si verificassero le principali eruzioni del vulcano, e tutti coloro che abitavano in un raggio di 20 chilometri dal Pinatubo erano stati sollecitati a rifugiarsi in altre zone. Solo due giorni prima del 12 giugno, data della prima grande eruzione, l’Aviazione americana aveva fatto sgomberare quasi tutto il personale dalla base aerea Clark situata ai piedi del Pinatubo, trasferendolo nella base navale vicino a Olongapo, la più grande operazione del genere dai tempi della seconda guerra mondiale. Il geologo Richard J. Purser, in una lettera aperta al popolo filippino, ha elogiato il modo in cui venne dato l’allarme: “Il Phivolcs [l’Istituto di vulcanologia e sismologia delle Filippine] vi ha reso finora un buon servizio e i suoi consigli sono stati chiari e sensati nonché scientificamente accurati”.

Parlano i testimoni oculari

Esther Manrique, una testimone di Geova che svolge il ministero a tempo pieno e che abita a Subic, nella provincia di Zambales, a una trentina di chilometri dal Pinatubo, riferisce cosa successe nei giorni in cui piovve sabbia. Essa dice: “Tutto cominciò la mattina di mercoledì 12 giugno. Mentre noi ci accingevamo a compiere il ministero, la maggioranza delle persone stava osservando uno spettacolo straordinario: sopra il Pinatubo si era formata una nuvola a forma di fungo, come quella delle esplosioni atomiche. Dopo qualche minuto cominciò a piovere, ma non era acqua bensì granelli di sabbia.

“Il giovedì piovve di nuovo sabbia. Il venerdì pomeriggio verso le due si fece improvvisamente buio e su tutta la zona caddero sabbia e fango. Dipendenti e alunni furono immediatamente mandati a casa. A causa della sabbia e del fango, quelli che erano senza ombrello sembravano rocce in movimento”.

Il sabato mattina verso le sette il cielo si rabbuiò per circa un’ora. Celestino Layug di Porac, nella provincia di Pampanga, ha parlato di un insolito fenomeno osservato quella notte: “Non avevo mai visto lampi come quelli che vidi la sera del sabato. Avevano un colore rosso e rosa, oltre alle solite sfumature bianche e azzurrine. Nello stesso tempo si sentivano ripetute scosse di terremoto”.

Cosa accadde

Il geologo Richard Purser ha scritto: “Se si trattasse di un copione cinematografico, una sceneggiatura che prevedesse 10 grandi eruzioni, 3 terremoti tettonici e un violento tifone nella stessa notte non sarebbe credibile. Le cose vere possono davvero essere più strane di quelle inventate”. Raymundo Punongbayan, direttore del Phivolcs, ha detto in un’intervista televisiva che secondo i suoi calcoli, basati sulla grandezza del cratere, erano stati vomitati nell’atmosfera circa due chilometri cubi di materiale vulcanico.

Quale forza c’è voluta per spostare questa enorme quantità di materiale? Il geologo Purser ha detto: “L’energia necessaria per sollevare di 17,5 chilometri, in media, due miliardi di metri cubi (5 miliardi di tonnellate) [di materiale] è pari a quella di un ordigno nucleare da 25 megaton (1.500 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima)”.

Naturalmente, cenere e sabbia non sono piovute solo sulle Filippine. Sono state registrate lievi cadute di cenere vulcanica al di là del Mar Cinese Meridionale, in Vietnam e Cambogia, oltre che a Singapore e in Malaysia. Le condizioni meteorologiche ne hanno risentito persino in Cina. “I meteorologi citati mercoledì dalla stampa ufficiale [cinese] hanno detto che fumo, cenere e gas atmosferici avevano scombussolato il normale andamento del tempo, esponendo le lussureggianti province meridionali al pericolo della siccità mentre il nord veniva investito da piogge torrenziali”.

Nelle Hawaii era attesa da tempo un’eclissi di sole per l’11 luglio. Tuttavia alcuni scienziati sono rimasti delusi a motivo della fine polvere accumulatasi nell’atmosfera terrestre in seguito all’eruzione del Pinatubo. Donald Hall, direttore dell’Istituto di astronomia dell’Università delle Hawaii, ha detto: “È un peccato che il vulcano, dopo essere rimasto inattivo per 600 o 700 anni, non abbia aspettato un’altra settimana o due prima di eruttare”.

I danni e i soccorsi

Ci sono state cadute prolungate di cenere vulcanica e di sabbia su almeno 18 paesi e su 2 città nei pressi del Pinatubo. Migliaia di edifici, incluse otto Sale del Regno dei Testimoni di Geova, hanno riportato notevoli danni per il crollo dei tetti dovuto al peso della sabbia e all’acqua di un tifone.a Corazon Aquino, presidente delle Filippine, nel discorso del 22 luglio con cui ha aggiornato il paese sulla situazione, ha spiegato: “L’eruzione del Pinatubo è la più grande del secolo. . . . È stata così devastante che ha spazzato via 80.000 ettari di coltivazioni e distrutto il commercio di almeno tre province. . . . È stata così violenta che ha demolito la più grande base militare del Pacifico”.

Migliaia di persone, inclusi centinaia di testimoni di Geova, hanno dovuto abbandonare le proprie case e i propri mezzi di sussistenza. Nella tarda serata del 15 giugno, non appena cominciarono a giungere alla filiale della Watch Tower le prime richieste di aiuto, furono creati nelle vicine Sale del Regno e in due Sale delle Assemblee dei centri di soccorso. La mattina di lunedì 17 giugno due squadre di Testimoni inviate dalla filiale cominciarono un giro di ispezione nelle aree sinistrate. Il giorno dopo, in base ai loro rapporti, alcuni ministri viaggianti furono incaricati di fare visite più approfondite ai Testimoni colpiti, portando loro altri viveri, acqua e medicinali. Allo stesso tempo, la filiale stava ricevendo fondi per i soccorsi dai Testimoni dell’area metropolitana di Manila nonché di altre parti del paese non colpite dall’eruzione. Anche persone che non erano testimoni di Geova hanno notato l’aiuto che veniva prestato. Qualcuno ha detto: “Voi Testimoni siete davvero soccorrevoli e non perdete tempo!”

Lahar: Un pericolo costante

La popolazione del settore centrale di Luzon ha imparato presto una nuova parola: lahar, cioè una colata di fango contenente molti detriti vulcanici. Dal Pinatubo nascono non meno di 13 fiumi e torrenti. Anche se non è un monte molto alto, appena 1.760 metri, l’accumulo di circa 2 miliardi di metri cubi di sabbia e cenere sulle sue pendici avrebbe avuto effetti devastanti sulle zone attraversate da questi corsi d’acqua. In realtà, il sabato 15 giugno, quando ci fu l’eruzione più grande, le colate di fango avevano già invaso le città di Porac, Guagua, Bacolor e Angeles. Il lahar che scendeva lungo l’Abacan, il fiume che bagna Angeles, ha distrutto tre ponti e bloccato l’autostrada, mentre a Bacolor la Sala del Regno dei Testimoni di Geova e centinaia di abitazioni si riempirono di fango. Alla fine di luglio, oltre 36.000 case erano state distrutte e altre 61.000 danneggiate, e non era ancora finita.

Anche se nella zona colpita i danni sono enormi e si temono altri disastri, l’eccezionale spirito manifestato dai filippini nell’affrontare a sangue freddo tale avversità è stato davvero lodevole. Nell’articolo di fondo del 29 giugno 1991, il Manila Bulletin ha commentato: “Malgrado il fatto che nessuno si aspettasse l’eruzione del Pinatubo, la gente della zona, gli enti governativi e il pubblico si dimostrano all’altezza della situazione. Com’è avvenuto in occasione dell’ultimo terremoto, la popolazione sta dando prova di saper far fronte all’avversità. Non possiamo fare a meno di ammirarne il coraggio e la forza d’animo”.

[Nota in calce]

a Nelle Filippine questo tifone è stato chiamato Diding e il 15 giugno 1991, quando ha investito la parte centrale di Luzon, i suoi venti soffiavano a 130 chilometri orari.

[Cartine a pagina 15]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

FILIPPINE

Cina

[Cartina]

FILIPPINE

Pinatubo

Olongapo

Manila

Mar Cinese Meridionale

[Immagini a pagina 16]

Sale del Regno il cui tetto è crollato sotto il peso di cenere, sabbia e pioggia

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