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  • g92 22/5 pp. 24-27
  • La verità mi ha reso libero

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  • La verità mi ha reso libero
  • Svegliatevi! 1992
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Dio esiste?
  • Il giorno che cambiò la mia vita
  • La balbuzie non mi ha fermato
  • Il passo definitivo
  • La sfida di parlare in pubblico
  • Il più grande privilegio che abbia avuto nell’aiutare qualcuno
    Svegliatevi! 1980
  • Come affronto la balbuzie
    Svegliatevi! 1998
  • Come posso avere un concetto equilibrato della musica?
    I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande, volume 2
  • Attenti alla musica degradante!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
Altro
Svegliatevi! 1992
g92 22/5 pp. 24-27

La verità mi ha reso libero

MIO padre morì quando avevo sette anni, e la mia povera mamma rimase sola con sei figli da allevare. Siamo cresciuti a Johannesburg, in Sudafrica. Da ragazzo evitavo la compagnia di altri. Sapete, mi vergognavo a parlare perché balbettavo terribilmente.

Ma questo handicap mi ha permesso di sviluppare altre capacità. A scuola spesso ricevevo il voto migliore quando si trattava di fare un tema. A volte gli insegnanti leggevano persino i miei temi ad altre classi. Inoltre la balbuzie non influiva sulla mia capacità di cantare. A casa passavo molto del mio tempo libero in camera a suonare la chitarra e a cantare.

Infine la musica diventò il mio unico vero interesse. Aspiravo a suonare in un complesso rock, e questo influì sul mio rendimento scolastico. Infatti lasciai gli studi senza completare la scuola dell’obbligo. Formai un complesso, e quasi ogni fine settimana suonavamo in diverse località nei dintorni di Johannesburg. Presto mi lasciai crescere i capelli e cominciai a bere.

Ricordo che per diverse settimane suonai in un night-club di Johannesburg. Uno dei dipendenti, che sembrava una bella donna, mi prese in simpatia e mi pagava da bere. Che disgusto provai quando scoprii che era un travestito! Sì, il night-club era un ritrovo di omosessuali. Per rispettare il programma di quel night-club, dalle 9 di sera alle 5 di mattina sei notti la settimana, cominciammo a prendere allucinogeni.

Dopo che per cinque anni ebbi suonato in un complesso, accadde qualcosa che mi fece cominciare a pensare seriamente alla religione. Un prete cattolico invitò il nostro complesso a suonare per un’organizzazione giovanile nel salone parrocchiale. C’erano più di 500 adolescenti, e il prete faceva il cassiere. Suonavamo musica davvero sfrenata, e molti ragazzi erano in preda ai fumi dell’alcool. Ma c’era un altro gruppo di ragazzi che attirò la mia attenzione. Se ne stavano seduti in cerchio sulla pista da ballo passandosi la droga. Cominciai a chiedermi se Dio esisteva veramente.

Dio esiste?

Nella mia ricerca frequentai chiese avventiste, metodiste, cattoliche e altre. Ma capii che non avevano nulla da offrire, e presto smisi di andarci. La mia delusione fu accresciuta da ciò che accadde una domenica sera in una discoteca. Le luci erano abbassate e la musica forte, quando scorsi il barista, che era il locale prete cattolico. Indossava un paio di jeans e un gilè senza camicia, e intorno al collo aveva un grande crocifisso. Non lo ritenevamo migliore di noi, e lo chiamavamo il prete hippy.

Cominciai a interessarmi di buddismo e comprai una statuetta di Budda, che tenevo in camera mia vicino al letto. Ogni giorno mi ci inginocchiavo davanti e dicevo: “Budda, ti prego, aiutami”. Inoltre credevo che l’uomo avesse un’anima astrale unita al corpo da un filo d’argento e che in tal modo potesse spaziare nell’universo a suo piacimento.

Questa falsa credenza nell’immortalità dell’anima influì sulla nostra musica. (Confronta Ecclesiaste 9:5, 10 ed Ezechiele 18:4). Cominciai a scrivere canzoni sotto l’influenza della droga. Il complesso imparò a suonare la mia musica, di cui facemmo fare una registrazione professionale. La registrazione durava due ore, e le canzoni avevano come tema la vita di un personaggio immaginario che viaggiava attraverso il tempo. Una canzone era su Satana: proponeva l’idea blasfema che il Diavolo fosse più potente di Dio.

L’ossessione dell’occulto e gli allucinogeni mi facevano stare veramente male. Mi svegliavo durante la notte e vedevo figure scure che si aggiravano per la stanza. Una notte mi spaventai tanto che le braccia mi si afflosciarono, e non riuscivo quasi a muovermi mentre un oggetto terrificante veniva verso di me. Un’altra volta ero a letto quando oggetti strani comparvero d’un tratto nella stanza. Cominciavo a desiderare di liberarmi da questa schiavitù.

Il giorno che cambiò la mia vita

Intanto mio fratello Charles e sua moglie Lorraine erano diventati testimoni di Geova. Il sabato mattina spesso mi svegliavo con i postumi di una sbornia e vicino al letto trovavo un biglietto su cui Charles aveva scritto alcuni versetti biblici che riguardavano il mio sregolato stile di vita.

Poi una domenica Charles e Lorraine mi invitarono ad accompagnarli a vedere un dramma biblico rappresentato dai testimoni di Geova alla loro annuale assemblea di distretto che si teneva a Pretoria. Incuriosito dal dramma decisi di andare. Che piacevole sorpresa vedere una folla così grande di persone pulite! Mi godetti la giornata anche se non capivo il 90 per cento di quello che udivo. Quando Charles mi presentò ai suoi amici, rimasi colpito dalla cordialità con cui mi salutavano, benché avessi i capelli lunghi e non fossi vestito per l’occasione. Si presero accordi perché un Testimone tenesse uno studio biblico con me.

La settimana dopo, invece di assistere alle prove del complesso, andai alle adunanze dei testimoni di Geova nella Sala del Regno. Alla fine della settimana avevo deciso di lasciare il complesso e di vendere la mia attrezzatura musicale. Una volta sciolto il complesso, convenimmo che io dovevo tenere l’originale delle nostre registrazioni perché avevo scritto tutte le canzoni e anche composto la musica. Non potei resistere alla tentazione di tenerlo. Tenni anche la chitarra e continuai a suonare la musica che avevo composto in preda alla droga.

Man mano che studiavo la Bibbia e assistevo alle adunanze cristiane, capivo sempre meglio qual era la volontà di Dio. Presto mi resi conto che per piacere a Dio dovevo partecipare alle adunanze cristiane e alla diffusione della buona notizia di casa in casa come testimone di Geova. (Atti 5:42; Romani 10:10) Questa idea mi faceva rabbrividire. La mia balbuzie era così grave che ero diventato introverso e di solito lasciavo che gli altri parlassero per me.

La balbuzie non mi ha fermato

Quando assistevo alle adunanze mi dicevo: ‘Se solo potessi fare un commento come gli altri’. Alla fine lo feci, ma che battaglia tirar fuori quelle poche parole! Dopo l’adunanza molti vennero a congratularsi con me. Mi fecero sentire come un calciatore che aveva appena fatto gol. Cominciavo a provare l’amore sincero che distingue il vero cristianesimo. — Giovanni 13:35.

Superai il successivo ostacolo quando mi iscrissi alla Scuola di Ministero Teocratico e dovetti leggere un brano della Bibbia davanti a un piccolo uditorio. Balbettavo talmente che non riuscii a finire la lettura nel tempo stabilito. Dopo l’adunanza il sorvegliante della scuola mi diede con gentilezza consigli pratici. Suggerì che mi esercitassi a leggere ad alta voce per mio conto. Feci questo, dedicando del tempo ogni giorno a leggere ad alta voce la Bibbia e La Torre di Guardia. La fiducia che acquistai con la Scuola di Ministero Teocratico mi aiutò ad affrontare la sfida di visitare gli estranei nel ministero di porta in porta. Nell’ottobre 1973 fui battezzato in simbolo della mia dedicazione a Geova Dio.

Il passo definitivo

Ma ero ancora un cristiano nuovo, immaturo. Per esempio, la domenica quando faceva freddo, dopo aver partecipato alla predicazione di casa in casa, mi sedevo nella mia auto e chiudevo i finestrini. Mentre mi godevo il tepore del sole, ascoltavo una cassetta con la registrazione della mia musica. In quel tempo avevo cominciato anche a corteggiare una brava giovane, Debbie, che svolgeva l’opera di testimonianza a tempo pieno. Una volta, mentre ascoltavo quella cassetta, Debbie si avvicinò alla macchina, e io fermai subito il registratore. Nel mio intimo mi rendevo conto che non era musica per un cristiano.

Poco dopo che Debbie ed io ci eravamo sposati, cominciammo ad avere problemi. Spesso mi svegliavo nel cuore della notte sudato e tremante. Avevo incubi terrificanti: guadavo fiumi di sangue incalzato da demoni. La mia povera moglie per molti mesi visse momenti difficili a causa di questi attacchi demonici. Per quanto non si rendesse pienamente conto del contenuto della mia musica, Debbie sospettava che avesse una cattiva influenza su di me, ed espresse questa opinione. Ma io insistevo ostinatamente: “Terrò sempre questa cassetta per ricordo”.

Litigavamo anche per molte altre cose, e spesso finivo per inveire contro di lei. Poiché litigavamo così tanto, Debbie saggiamente chiese aiuto agli anziani della congregazione. A volte un anziano ci visitava e cercava di aiutarci ma, appena se ne andava, tornavo ad arrabbiarmi con Debbie. Troppo orgoglioso per ammettere che avevamo bisogno di aiuto, dicevo: “Che diritto hai di andare a parlare con gli anziani? Questa è una mia responsabilità. Sono io il capo di casa”. Sì, avevo un’idea poco equilibrata dell’autorità. Poi tenevo il broncio e non le parlavo per giorni. Ora so che cercava solo di salvare il marito e il matrimonio.

Poi una sera Debbie parlò con un anziano del fatto che suonavo la chitarra e del tipo di musica che ascoltavo. Perciò un anziano venne a trovarmi e fece una lunga chiacchierata con me. Ricordo che mi chiese: “Hai qualcosa in casa che potrebbe essere la causa dei tuoi problemi?” Finalmente mi sbottonai e gli parlai della cassetta, ammettendo che turbava la mia coscienza. — 1 Timoteo 1:5, 19.

Quella sera stessa, dopo che l’anziano se n’era andato, decisi di sbarazzarmi della cassetta. Debbie ed io la portammo nel cortile e cercammo di bruciarla, ma non bruciava. Perciò scavammo una buca e la seppellimmo. Vendetti anche la chitarra. Pensavo tra me: ‘Se devo farla finita con la musica degradante, devo farlo in modo completo’. E con mio stupore, smisi di avere incubi. Da quel momento in poi, un po’ alla volta le cose cominciarono ad andare meglio nel nostro matrimonio.

La sfida di parlare in pubblico

Anche se la Scuola di Ministero Teocratico mi aveva dato più sicurezza, balbettavo ancora molto. Desideravo ardentemente riuscire a pronunciare un discorso in congregazione senza balbettare. Debbie mi suggerì gentilmente di andare da un ortofonista. Acconsentii, e per quattro mesi circa, una volta alla settimana, ebbi una seduta dal terapista. Facendo gli esercizi e seguendo i consigli dell’organizzazione di Geova, sono riuscito a fare progressi e a parlare in pubblico.

Nel 1976 ebbi il privilegio di essere nominato anziano della nostra congregazione. Due mesi più tardi pronunciai il mio primo discorso pubblico di 45 minuti. Qualche anno dopo ebbi il privilegio di pronunciare il mio primo discorso a un’assemblea di circoscrizione. In seguito ho pronunciato discorsi quasi ad ogni assemblea di circoscrizione. Poi, nel dicembre 1990, ho raggiunto l’apice della mia carriera di oratore pubblico. Ho avuto il privilegio di pronunciare un discorso di 20 minuti sulla vita familiare cristiana davanti a un uditorio di più di 4.000 persone presenti alla sessione inglese dell’assemblea di distretto “Lingua pura” tenuta dai testimoni di Geova a Johannesburg.

Devo applicarmi di continuo per risolvere il mio problema della balbuzie. Se non mi impegno, può presentarsi di nuovo, e una volta che comincio a balbettare mi è difficile smettere. Di tanto in tanto ho ancora qualche problema, ma la fiducia in Geova aiuta davvero. Ogni volta che salgo sul podio per pronunciare un discorso, prego Geova di aiutarmi a rimanere calmo e a presentare bene le informazioni. Ma posso dire che dopo ogni discorso non mi sono mai dimenticato di ringraziare umilmente Geova perché con il suo aiuto sono stato in grado di pronunciarlo.

Debbie ed io abbiamo pure la gioia di avere due figli deliziosi, Pendray di 15 anni e Kyle di 11. Proviamo molta gioia nel partecipare al ministero di casa in casa come famiglia. L’entusiasmo di Pendray e di Kyle per quest’opera è un vero incoraggiamento per Debbie e me.

Quando ripenso alla mia vita, provo sia felicità che rammarico. Mi rammarico per la cattiva influenza che la mia musica ha avuto su altri, ma sono felice di aver conosciuto la verità, di avere smesso di suonare musica degradante e di essere riuscito a superare l’ostacolo della balbuzie. Penso spesso alle parole rivolte da Gesù ai discepoli: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giovanni 8:32) Per immeritata benignità di Geova, questo è accaduto anche a me. — Narrato da William Jordaan.

[Immagini a pagina 26]

Debbie e William Jordaan oggi

Devo impegnarmi di continuo per risolvere il mio problema della balbuzie

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