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  • Le donne sono rispettate sul lavoro?

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  • Le donne sono rispettate sul lavoro?
  • Svegliatevi! 1992
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  • Il maschio prepotente
  • Le donne e la legge
  • Molestie sessuali: Un problema mondiale
    Svegliatevi! 1996
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    Svegliatevi! 1992
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Altro
Svegliatevi! 1992
g92 8/7 pp. 9-11

Le donne sono rispettate sul lavoro?

“Nella maggioranza dei casi gli uomini, sposati o no, consideravano le donne prede legittime”. — Jenny, ex segretaria in un ufficio legale.

“È risaputo che nell’ambiente ospedaliero le donne subiscono molestie e abusi di natura sessuale”. — Sarah, infermiera diplomata.

“Sul lavoro mi venivano fatte continue proposte, intendo dire proposte immorali”. — Jean, infermiera diplomata.

QUESTI casi sono delle eccezioni o rappresentano una realtà diffusa? Svegliatevi! ha intervistato diverse donne che avevano una lunga esperienza lavorativa. I loro colleghi maschi le rispettavano e le trattavano con dignità? Ecco alcuni dei loro commenti:

Sarah, infermiera del New Jersey (USA), che ha lavorato per nove anni negli ospedali militari americani: “Ricordo quando lavoravo a San Antonio, nel Texas, e si rese vacante un posto nel reparto emodialisi. Chiesi a un gruppo di medici cosa avrei dovuto fare per ottenere quel posto. Uno di loro, sorridendo furbescamente, rispose: ‘Vai a letto con il primario’. Mi limitai a rispondere: ‘A queste condizioni non voglio il posto’. Ma spesso è così che si decide a chi dare promozioni e posti di lavoro. La donna deve piegarsi alle voglie del maschio che detiene il potere.

“Un’altra volta, in un centro di rianimazione, stavo facendo una flebo a un paziente quando un medico passò e mi pizzicò il sedere. Furibonda, me ne andai in una stanza vicina. Lui mi seguì e mi disse qualcosa di volgare. Gli sferrai un colpo che lo fece cadere dritto in un secchio dell’immondizia! Poi tornai dal paziente. Va da sé che da quel giorno quel medico non mi diede più fastidio!”

Miriam, una donna sposata egiziana che un tempo faceva la segretaria al Cairo, ha spiegato qual è la condizione delle donne che lavorano in un ambiente musulmano, in Egitto. “Le donne vestono in maniera più modesta che nella società occidentale. Dove lavoravo non ho visto nessuno allungare le mani. Ma sulla metropolitana del Cairo le molestie sessuali sono così comuni che ora la prima vettura è riservata alle donne”.

Jean, una donna tranquilla ma decisa con 20 anni di esperienza come infermiera, ha detto: “Evitavo attentamente di frequentare qualcuno dell’ambiente di lavoro. Tuttavia venivo molestata sia dai medici che dagli inservienti. Tutti si sentivano psicologicamente in vantaggio. Se noi infermiere non ‘assecondavamo’ i loro desideri sessuali, gli inservienti non si facevano trovare quando avevamo bisogno di aiuto per alzare un paziente e cose del genere”.

Jenny ha lavorato sette anni come segretaria in un ufficio legale. Ecco cosa ha visto lavorando con gli avvocati: “Nella maggioranza dei casi gli uomini, sposati o no, consideravano le donne prede legittime. Il loro ragionamento era: ‘Come avvocati ce lo siamo guadagnato, e le donne sono uno dei nostri privilegi’”. E sembra che anche altri professionisti la pensino allo stesso modo. Cosa può fare una donna per ridurre le molestie?

Darlene, un’americana di colore che ha fatto la segretaria e la capocameriera, ha detto: “Le cose si possono mettere male se non poni dei limiti precisi. Se un uomo comincia a infastidirti e tu gli rispondi sullo stesso tono, allora la situazione può facilmente sfuggire al controllo. Ho dovuto chiarire bene la mia posizione in diverse occasioni. Ho usato espressioni come: ‘Le sarei grata se non mi parlasse in questi termini’. Un’altra volta ho detto: ‘Come donna sposata trovo offensivo ciò che ha detto, e non credo che mio marito l’apprezzerebbe’.

“Il punto è che se vuoi il rispetto te lo devi guadagnare. E non vedo in che modo una donna può guadagnarsi il rispetto se cerca di competere con gli uomini in quelli che io chiamo discorsi da spogliatoio, cioè barzellette oscene e allusioni sessuali. Se rendi incerto il confine fra ciò che è accettabile e ciò che non lo è in fatto di discorsi e di condotta, allora qualche uomo cercherà di varcarlo”.

Il maschio prepotente

Connie, un’infermiera con 14 anni di esperienza lavorativa, ha indicato un altro tipo di molestie che possono verificarsi in molti ambienti. “Insieme a un medico stavo effettuando una semplice medicazione. Seguivo tutte le procedure standard che avevo imparato. So tutto quello che c’è da sapere in fatto di asepsi e così via. Ma al medico non andava bene niente. Sbraitava e criticava ogni cosa che facevo. Questo modo di fare, lo sminuire le donne, è piuttosto comune. Alcuni uomini hanno qualche problema con il loro ego, e sembra che abbiano bisogno di imporre la loro autorità alle donne che lavorano con loro”.

A questo proposito Sarah, menzionata sopra, ha raccontato ciò che è successo a lei. “Mentre preparavo tutto per un intervento controllai i valori fondamentali del paziente. L’ECG [elettrocardiogramma] era così irregolare che sapevo che non era in grado di subire un intervento. Commisi l’errore di farlo notare al chirurgo. Lui si infuriò e rispose: ‘Le infermiere dovrebbero occuparsi delle padelle, non degli elettrocardiogrammi’. Così lo feci presente al capo anestesista, il quale disse che in quelle condizioni la sua équipe non avrebbe collaborato con il chirurgo. Allora il chirurgo andò a dire alla moglie del paziente che era colpa mia se suo marito non veniva ancora operato! In un ambiente del genere una donna non può spuntarla. Perché? Perché ha involontariamente ferito l’orgoglio di un maschio”.

È chiaro che spesso le donne sono soggette a molestie e a umiliazioni sul luogo di lavoro. Ma qual è la loro posizione davanti alla legge?

Le donne e la legge

In alcuni paesi ci sono voluti molti secoli perché le donne raggiungessero anche solo sulla carta la parità dei diritti. E anche in quei paesi dove la legge sancisce tale parità, spesso c’è un grosso divario fra teoria e pratica.

La pubblicazione dell’ONU The World’s Women—1970-1990 afferma: “Molto spesso questa differenza [nella linea politica del governo] si concretizza in leggi che negano alle donne la parità dei diritti per quanto riguarda possedere terreni, ottenere prestiti e stipulare contratti”. Una donna dell’Uganda ha detto: “Continuiamo a essere cittadini di serie B; anzi, di serie C, perché i nostri figli maschi vengono prima di noi. Persino i somari e i trattori a volte ricevono un trattamento migliore”.

Il libro Men and Women, edito dalla Time-Life, afferma: “Nel 1920 il 19º emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti concesse alle donne il diritto di voto, molto tempo dopo che l’avevano già ottenuto in molti paesi europei. In Gran Bretagna, però, questo diritto fu riconosciuto solo nel 1928 (e in Giappone solo dopo la seconda guerra mondiale)”. Per protestare contro le ingiustizie politiche nei confronti delle donne Emily Wilding Davison, una suffragista britannica, si gettò sotto il cavallo del re nel derby del 1913, rimanendo uccisa. Divenne una martire della causa della parità dei diritti delle donne.

Il fatto stesso che ancora nel 1990 il Senato americano abbia preso in esame una legge sulla violenza contro le donne indica che le legislature prevalentemente maschili sono state poco sensibili ai bisogni delle donne.

Dopo aver analizzato brevemente come sono trattate le donne in tutto il mondo, chiediamoci: Sarà sempre così? Cosa ci vuole perché le cose cambino? I prossimi due articoli prenderanno in esame queste domande.

[Riquadro/Immagine a pagina 11]

Chi se la passa peggio?

“Le donne svolgono due terzi del lavoro che viene compiuto nel mondo. In Africa e in Asia producono dal 60 all’80 per cento del cibo, nell’America Latina il 40 per cento. Eppure guadagnano solo un decimo del reddito mondiale e possiedono meno dell’uno per cento dei beni. Sono fra i più poveri dei poveri del mondo”. — Elisabeth Bumiller, May You Be the Mother of a Hundred Sons.

“Il fatto è che [in alcune parti del mondo] le bambine non vanno a scuola perché manca l’acqua potabile. . . . Ho visto ragazze adolescenti andare a prendere l’acqua a 20 e a volte a 30 chilometri di distanza, cosa che richiede un giorno intero. Queste ragazze arrivano a 14 o 15 anni . . . senza essere mai andate a scuola e senza aver mai imparato niente”. — Jacques-Yves Cousteau, The Unesco Courier, novembre 1991.

[Immagine a pagina 10]

Le molestie sessuali non vanno tollerate

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