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  • g92 22/7 pp. 21-24
  • Potete parlare davanti a un uditorio!

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  • Potete parlare davanti a un uditorio!
  • Svegliatevi! 1992
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  • 1. Non nascondetevi dietro un’“etichetta”
  • 2. Fate sì che il nervosismo giochi a vostro favore
  • 3. Preparatevi bene!
  • Fate del vostro meglio
  • Come posso riuscire a parlare in pubblico?
    Svegliatevi! 2003
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    Traete beneficio dalla Scuola di Ministero Teocratico
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    Traete beneficio dalla Scuola di Ministero Teocratico
  • Dovete parlare davanti a un uditorio?
    Svegliatevi! 1977
Altro
Svegliatevi! 1992
g92 22/7 pp. 21-24

Potete parlare davanti a un uditorio!

MARIA ricorda con umorismo la prima volta che tentò di parlare davanti a un uditorio numeroso: “Poco dopo aver cominciato il discorso svenni!”

Anche se quello di Maria è un caso estremo, la sua esperienza illustra quanto è difficile per molti parlare in pubblico. Alcuni la considerano una disgrazia peggiore della morte! Questo è emerso da un sondaggio in cui veniva posta la domanda: “Cosa vi fa più paura?” Come c’era da aspettarsi, tra le cose menzionate più di frequente c’erano “le altezze”, “i problemi finanziari”, “volare”, “le malattie gravi” e “la morte”. Ma al di sopra di tutto questo, la cosa che incuteva più timore era “parlare davanti a un gruppo di persone”!

Anche famosi personaggi biblici inizialmente espressero timore di parlare in pubblico. Geremia disse: “Realmente non so parlare . . . non sono che un ragazzo”. (Geremia 1:6) E quando ricevette il suo incarico, Mosè ribatté: ‘Non sono un oratore dalla parola facile. Manda, ti prego, qualcun altro’. (Esodo 4:10, 13) Eppure sia Geremia che Mosè divennero oratori eccellenti, che parlarono davanti a capi preminenti e a vaste folle.

La stessa cosa può accadere nel vostro caso. La capacità di parlare in pubblico è presente in tutti, e chiunque la può sviluppare. Se volete vincere la paura di parlare in pubblico, seguite questi suggerimenti:

1. Non nascondetevi dietro un’“etichetta”

“Sono troppo timido”. “Sono troppo giovane”. “Sono troppo vecchio”. “Sono troppo impacciato”. Queste non sono che “etichette” che vi ponete da soli e che vi impediscono di raggiungere obiettivi perfettamente alla vostra portata.

Queste “etichette” spesso vi condizionano a comportarvi di conseguenza. Ad esempio, la persona che si definisce “timida” continuerà a evitare le situazioni che la costringerebbero a vincere la timidezza. Questo, a sua volta, la convince che è realmente timida. Si crea così un circolo vizioso in cui la persona agisce in modo da rispecchiare e confermare l’“etichetta” che si è autoimposta. Uno psicologo osserva: “Se siete convinti di non riuscire a fare una cosa, . . . vi comporterete in un certo modo e alla fine diventerete in quel modo”.

La dottoressa Lynne Kelly, dell’università di Hartford (USA) sostiene che la timidezza può essere un comportamento che si impara. Ora, quello che impariamo lo possiamo anche disimparare. Lo stesso vale per l’imbarazzo, la paura del pubblico e altre cose che ci rendono difficile parlare davanti a un uditorio.

2. Fate sì che il nervosismo giochi a vostro favore

A un’attrice affermata fu chiesto se, dopo anni di recitazione, si sentiva ancora nervosa prima di uno spettacolo. “Certo”, rispose. “Tremo prima di ogni spettacolo. Ma con gli anni ho imparato a tenere questo nervosismo sotto controllo”.

L’obiettivo, dunque, è quello di controllare il proprio nervosismo, non di eliminarlo del tutto. Perché? Perché non sempre il nervosismo è negativo. Ci sono due tipi di nervosismo: uno deriva dalla scarsa preparazione, mentre l’altro è una preoccupazione più positiva. Questo tipo di nervosismo è utile perché vi spinge a fare del vostro meglio; dimostra semplicemente che ci tenete a quello che fate. Per ridurre il nervosismo al minimo, provate a seguire questi suggerimenti:

Pensate che state facendo una conversazione anziché un discorso. “Non dovete far altro che parlare”, dice Charles Osgood, un esperto oratore, “e parlare è una cosa che fate di continuo”. In senso collettivo, l’uditorio è il vostro interlocutore. A volte può essere il caso di rilassarsi e sorridere. Più familiare sarà il vostro tono, più voi sarete rilassati. Ad ogni modo, ci sono occasioni in cui il materiale e le circostanze richiedono che si usi un tono più formale, serio o anche vigoroso.

Ricordate che l’uditorio è dalla vostra parte! Anche quando il nervosismo vi tradisce, in genere l’uditorio è comprensivo. Perciò considerate l’uditorio un amico. Quelli che vi ascoltano desiderano che riusciate a fare bene il vostro discorso! Considerateli vostri ospiti: anziché pensare che l’uditorio debba mettervi a vostro agio, ripetete a voi stessi che in qualità di padroni di casa sarete voi a metterlo a suo agio. Vedendo le cose da questo punto di vista sarete aiutati a vincere il nervosismo.

Concentratevi non su voi stessi, ma su quello che dite. Consideratevi un semplice messaggero che consegna un telegramma. Al messaggero si presta poca attenzione: quello che conta è il telegramma. La stessa cosa vale quando presentate delle informazioni a un uditorio. L’attenzione ricade innanzi tutto su quello che dite, non su di voi. Più entusiasmo avrete per il vostro materiale, meno vi preoccuperete di voi stessi.

Non mangiate troppo prima di pronunciare un discorso. Un oratore professionista ricorda che una volta fece un pasto abbondante prima di pronunciare una conferenza di due ore. A proposito di quel discorso narra: “Il sangue che avrebbe dovuto essere nel cervello era giù nello stomaco, che lottava con la bistecca e le patate”. Un pasto eccessivo può essere il vostro peggior nemico quando dovete parlare a un uditorio. Badate anche a ciò che bevete. La caffeina può rendervi eccitabili. L’alcool vi intorpidirà la mente.

Forse proverete sempre un po’ di nervosismo quando comincerete a parlare davanti a un uditorio. Ma con il tempo scoprirete che questo nervosismo iniziale è, per l’appunto, solo un nervosismo iniziale, che scomparirà poco dopo che avrete cominciato a parlare.

3. Preparatevi bene!

“Un discorso è un viaggio con una meta precisa, e bisogna stabilire il percorso in anticipo”, disse Dale Carnegie. “Chi non si prefigge nulla, in genere non approda a nulla”. Per approdare a qualcosa dovete essere ben preparati. Le vostre doti oratorie, di per sé, non sono di nessun vantaggio per il vostro uditorio. Perciò come vi potete preparare?

Fate ricerche e vagliate il materiale. Non lesinate mai sulle ricerche. “Il solo modo per sentirvi a vostro agio davanti a un uditorio è conoscere bene il materiale che dovete trattare”, dice l’esperto di comunicazioni John Wolfe. Diventate specialisti del vostro argomento. Raccogliete molte più informazioni di quelle che potrete usare. Poi vagliate il materiale, separando la “pula” dal “grano”. Neanche la “pula” andrà sprecata, in quanto vi farà avere maggiore confidenza con le informazioni che invece userete.

Pensate. Riflettete di continuo sul vostro soggetto. Rimuginatelo in diversi momenti della giornata. “Pensateci per sette giorni; sognatelo per sette notti”, disse Dale Carnegie. L’apostolo Paolo esortò Timoteo dicendo: “Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento”. Ma prima di dire questo, Paolo gli diede l’esortazione: “Pondera queste cose; sii assorto in esse”. Sì, un buon oratore è innanzi tutto una persona che sa ponderare. — 1 Timoteo 4:15, 16.

Ponderate finché l’importanza e l’urgenza del vostro messaggio non vincono il vostro nervosismo. Fu questo che permise a Geremia di dire riguardo al suo messaggio: “Nel mio cuore ci fu come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa; e mi stancai di contenerlo, e non lo potevo sopportare”. (Geremia 20:9) E ricordate che lo stesso Geremia, all’inizio, aveva detto: “Non so parlare”.

Tenete in considerazione l’uditorio. Indossate il vostro abito più presentabile. Anche il materiale che avete raccolto dev’essere adattato all’uditorio. Perciò tenete presente il loro modo di pensare: In che cosa credono? Cosa sanno già sull’argomento? Che relazione ha ciò che trattate con la loro vita quotidiana? Più penserete a queste domande e maggiore sarà l’attenzione con cui l’uditorio vi ascolterà, vedendo che le informazioni sono adatte ai loro bisogni specifici.

Fate del vostro meglio

Oggi nel mondo esiste ogni mezzo possibile e immaginabile per comunicare in tempo reale. Tuttavia “nella quasi totalità dei casi”, osserva il libro Get to the Point (Arrivate al punto), “il modo di comunicare più efficace è quello da uomo a uomo”. I suggerimenti sopraindicati dovrebbero aiutarvi a diventare esperti in questa forma di comunicazione. Anziché trattenervi a motivo di paure infondate, scoprirete che anche voi potete parlare davanti a un uditorio!

[Riquadro a pagina 22]

Esercizi per vincere il nervosismo

Quando le circostanze consentono di eseguirli, i seguenti esercizi possono ridurre il nervosismo che si prova prima di affrontare un uditorio.

● Muovete bene le dita, sciogliete i polsi e le braccia. Alzate le spalle e poi rilassatele. Ripetetelo diverse volte.

● Piegate la testa in avanti e poi muovetela da un lato all’altro.

● Muovete da una parte all’altra la mandibola. Aprite bene la bocca.

● Emettete un suono a bocca chiusa, alternando una nota alta e una bassa.

● Fate diversi respiri lenti e profondi.

[Riquadro a pagina 23]

Per migliorare le vostre qualità oratorie

Tenete conto delle dimensioni dell’uditorio: Se l’uditorio è vasto dovete scandire meglio le parole e usare un volume maggiore. I gesti dovrebbero essere più ampi e il tono più vigoroso.

Mettete un po’ di vita nella vostra voce. Immaginate di suonare uno strumento con una nota sola! La voce è il vostro strumento. Se il modo in cui pronunciate il vostro discorso è uniforme, monotono, stancherete chi vi ascolta.

Badate al portamento. Chi è scomposto rivela noncuranza. Chi è rigido tradisce il suo nervosismo. Cercate di trovare un equilibrio, essendo rilassati e attenti senza però essere noncuranti o tesi.

Fate gesti. Non è solo una questione di enfasi. Facendo gesti rilassate i muscoli e migliorate la respirazione, calmando la voce e il nervosismo.

Vestite in maniera modesta. Siete voi a trasmettere il messaggio, non i vostri abiti. Ciò che l’uditorio pensa del vostro aspetto è altrettanto importante, se non più importante, di quello che pensate voi.

Guardate il vostro uditorio. In diversi sport, quando si lancia la palla a un compagno di squadra si guarda se la afferra. Ogni pensiero che esprimete nel vostro discorso è un “lancio” che fate all’uditorio. Potete capire se l’uditorio lo afferra dal modo in cui reagisce, se annuisce, sorride o vi segue con sguardo attento. Osservate l’uditorio per accertarvi che le vostre idee vengano afferrate.

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