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  • Ha senso fare regali a Natale?

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  • Ha senso fare regali a Natale?
  • Svegliatevi! 1992
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  • L’effetto dei regali sui bambini
  • I regali di Natale e la verità
  • Un’usanza cristiana?
  • Come Gesù considera i regali
  • Che cosa significherà il Natale per voi?
    Svegliatevi! 1974
  • Natale: Una festa cristiana?
    Svegliatevi! 1988
  • Tradizioni natalizie: Quali sono le loro origini?
    Svegliatevi! 1989
  • Natale: Perché si festeggia anche in Oriente?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
Altro
Svegliatevi! 1992
g92 22/12 pp. 4-9

Ha senso fare regali a Natale?

LA MAGGIOR parte delle spese natalizie si fanno perché ci si aspetta che in quel periodo dell’anno si facciano regali. Non farli significa violare un’usanza radicata. L’economista James S. Henry, però, in un articolo pubblicato dalla rivista The New Republic, critica questo “dare forzato” definendolo uno spreco che uccide la gioia.

“Una prova di questo spreco sono i regali non azzeccati”, spiega. “Nei grandi magazzini di New York, ogni anno circa il 15 per cento di tutti gli acquisti al dettaglio fatti a Natale vengono riportati indietro. Se si tiene conto del fatto che in molti casi chi riceve un regalo che non gli piace se lo tiene . . . , fino a un terzo degli acquisti possono non soddisfare i destinatari”.

Ha senso risparmiare tutto l’anno per comprare regali non necessari e non voluti? E ha senso cercare di far colpo su altri facendo regali costosi?

“Un aspetto particolarmente negativo del consumismo natalizio è il ‘regalo vistoso’”, sostiene J. S. Henry. “I regali di lusso”, dice, “sono concepiti proprio per coloro che meno hanno bisogno di regali (‘quelli che hanno già tutto’). Questi regali molto costosi vengono fatti quasi sempre a Natale; da un sondaggio condotto nei grandi magazzini di New York risulta che negli ultimi tre mesi dell’anno vengono effettuate più di metà delle vendite annuali di diamanti, orologi e pellicce”.

Spesso, però, nemmeno i regali costosi rendono felici chi li riceve, specie quando vengono fatti per mascherare rapporti tesi. Secondo lo psicologo canadese Richard Allon, “se non riuscite ad essere carini tra voi tutto l’anno, non vi riscatterete comprando un regalo costoso. Non espierete i vostri sensi di colpa e probabilmente ne creerete alcuni all’altra persona”.

Triste a dirsi, mentre milioni di persone nei paesi in via di sviluppo non hanno nemmeno l’indispensabile per sopravvivere, spesso si ha l’impressione che l’unica cosa che manca agli abitanti delle nazioni industrializzate sia l’apprezzamento per l’abbondanza di cui godono. I regali di Natale vengono ricevuti con indifferenza (“Che me ne faccio?”), con disappunto (“Non era questo che volevo”) o forse addirittura con rabbia (“Il regalo che ho fatto io costava almeno il doppio!”). Non c’è da meravigliarsi se un gruppo tedesco per la protezione dell’infanzia ha commentato che a Natale si dà troppo e spesso con troppa leggerezza.

Inoltre, il Natale sottolinea le ingiustizie umane, provocando grossi conflitti interiori e infelicità. Alcuni non hanno abbastanza denaro per comprare i regali, e pare che negli Stati Uniti sia questo il motivo per cui nel periodo natalizio si commettono più furti che in qualsiasi altro periodo dell’anno. Il già citato economista J. S. Henry ha detto: “La polizia sospetta che se vengono commessi tutti questi reati contro la proprietà è perché anche i delinquenti sentono il bisogno di riempire le calze che i familiari appendono al caminetto”.

Molti saranno d’accordo con il giornalista Tom Harpur, che nel Sunday Star di Toronto ha scritto: “So che dietro la facciata di forzata allegria, per milioni di persone nella nostra società il Natale è sempre più un periodo di profondo disagio, di insoddisfazione, di sensi di colpa e di vero e proprio esaurimento”.

‘Ma in fondo ne vale la pena, perché si fa tutto questo per i bambini’, potrebbe dire qualcuno. Ma con i regali di Natale si fa davvero del bene ai bambini?

L’effetto dei regali sui bambini

“Questo dovrebbe essere un periodo ‘felice’ dell’anno”, ha osservato la consulente scolastica Betty Poloway, “eppure ci sono molti bambini infelici”. Perché? In che modo i regali di Natale potrebbero danneggiare i bambini?

Susan James, che ha tre bambini piccoli, ha detto: “Ho osservato i miei bambini mentre aprivano i loro regali, uno dopo l’altro. Arrivati alla fine, si sono alzati in piedi in mezzo a quella confusione chiedendone altri! Non sono bambini avidi, eppure tutti quei regali e tutta l’aspettativa che si era creata li avevano condizionati al punto da farli diventare avidi”.

Karen Andersson, direttrice della clinica di psicologia pediatrica di un ospedale del Connecticut (USA), ha descritto il problema in questi termini: “È un’emozione troppo grande scendere le scale la mattina di Natale e vedere tutti quei regali. Aprono freneticamente ogni giocattolo senza potersi soffermare su nessuno di essi. Su un bambino che magari è iperattivo o impulsivo, o che anche nelle situazioni più tranquille si eccita facilmente, il Natale può avere un effetto sconvolgente”.

“I regali non danno più la gioia che davano un tempo”, osservava un giornale tedesco in un articolo sul Natale. Una donna si è lamentata dicendo: “Una volta i bambini si accontentavano di ricevere un buon libro, un paio di guanti, o qualche altra piccolezza. Ora, invece, mio nipote mi dice: ‘Nonna, quest’anno voglio un computer!’”

Sì, i regali di Natale incoraggiano l’avidità e l’egoismo. “Basta entrare in un qualsiasi [negozio di giocattoli] in questo periodo dell’anno”, osservava l’economista J. S. Henry, “per vedere che effetto hanno sul rapporto genitore-figlio le enormi pressioni a cui si è soggetti in questa stagione: madri esasperate trascinano via dalle ultime novità costose e insulse i loro bambini giocattolo-dipendenti che urlano e scalciano”.

Ma fare regali a Natale comporta problemi ancora più seri.

I regali di Natale e la verità

Se chiedete a un bambino chi gli ha portato i suoi regali, cosa è probabile che vi risponda? Secondo un sondaggio del New York Times, l’87 per cento dei bambini americani fra i tre e i dieci anni credono a Babbo Natale. Molti genitori alimentano questa credenza chiedendo: “Cosa vuoi che ti porti Babbo Natale quest’anno?” Ma con quali conseguenze?

Ce ne dà un’idea l’esperienza di Cynthia Keeler, riportata sul Daily News di New York. Un giorno suo figlio Britton, di sette anni, le chiese: “Mamma, esiste davvero Babbo Natale?”

Cynthia rispose in modo evasivo, come fanno molti genitori davanti a questa domanda, e chiese al figlio: “Tu che ne pensi?”

Britton disse che i suoi amici gli avevano detto che non esiste, ma che non ne era sicuro. Poi si mise a piangere. “Mamma, devo saperlo”, disse in lacrime.

“Se non si fosse messo a piangere, probabilmente non gliel’avrei detto”, spiegò Cynthia. “Ma per lui era una questione d’importanza capitale. Aveva bisogno di una risposta. Gli dissi che in realtà Babbo Natale non esiste”.

Il Daily News riferiva: “Ancora in lacrime, Britton Keeler rivolse alla mamma l’accusa che tutti i genitori temono quando il trucco è scoperto e il segreto di Babbo Natale è stato svelato: ‘Perché mi hai detto una bugia?’”

Essere ingannati dai genitori ha spesso conseguenze disastrose, afferma Bruce Roscoe, docente di scienze della famiglia alla Central Michigan University (USA): “Il bambino scopre che la mamma ha mentito e che tutti gli altri bambini avevano ragione”. Come risultato, spiega il prof. Roscoe, il bambino spesso mette in dubbio altre cose che i genitori gli hanno detto.

Fred Koenig, docente di psicologia sociale alla Tulane University di New Orleans (Louisiana, USA), ha ribadito: “Quando scoprono la verità, è inferto un duro colpo alla credibilità dei genitori”. E ha aggiunto: “Allora sorgono dubbi su un mucchio di cose”. Il bambino potrebbe pensare che “forse tutto ciò che ha a che fare con la religione non è che una frottola”.

No, non ha nessun senso perpetuare una menzogna dicendo ai bambini che è qualche personaggio fiabesco a portare loro i regali. Ad ogni modo, coloro che fecero visita al bambino Gesù il giorno che nacque non gli portarono forse dei doni? Non significa questo che Gesù approva l’usanza odierna di fare regali a Natale?

Un’usanza cristiana?

È vero che la Bibbia dice che i Magi, o astrologi, portarono doni a Gesù. Tuttavia i regali di Natale non si rifanno al loro esempio, perché essi non si scambiarono regali fra di loro. Cosa ancora più degna di nota, non diedero i loro doni alla nascita di Gesù, ma in un secondo tempo. Il loro gesto fu conforme all’antica usanza di onorare i governanti. Notate che, secondo il resoconto biblico, quando arrivarono Gesù non era più in una mangiatoia ma abitava in una casa. Ecco perché Erode, in base a ciò che essi gli avevano detto, ordinò di uccidere tutti i bambini maschi dall’età di due anni in giù. — Matteo 2:1-18.

Inoltre pensate: Non è strano che nel presunto anniversario della nascita di Gesù egli stesso non riceva niente? Può anche succedere che non gli venga prestata la minima attenzione! In effetti, da dove deriva l’usanza di fare regali a Natale?

Scrivendo sull’Independent di Los Angeles, Diane Bailey ha spiegato che “lo scambio di doni risale all’antica Roma, quando la gente si scambiava semplici doni simbolici nel corso di cerimonie legate al culto del sole e all’anno nuovo”.

In un servizio dell’agenzia di stampa Gannett News Service dedicato alle tradizioni natalizie, Anita Sama ha scritto: “Molto prima delle usanze cristiane, lo scambio dei doni faceva parte delle feste invernali. I romani si scambiavano rami di alberi di un boschetto sacro, e poi passarono a oggetti più elaborati che dovevano essere di buon auspicio per l’anno nuovo: argento, oro e dolci al miele”.

In realtà il Natale è una festa pagana che la cristianità ha adottato. Il 25 dicembre non è la data in cui è nato Gesù Cristo, ma una data legata ad antiche feste pagane licenziose che i primi cristiani evitavano. — Vedi il riquadro “Quali sono le vere origini del Natale?” nelle prossime pagine.

Se Gesù Cristo fosse oggi sulla terra, come considererebbe i regali di Natale?

Come Gesù considera i regali

Gesù non condanna certo il fare regali. Al contrario, egli stesso fu sempre pronto a spendersi altruisticamente per gli altri e insegnò ai suoi discepoli: “Praticate il dare”. E mostrando che chi avrebbe dato sarebbe stato a sua volta benedetto, aggiunse: “E vi sarà dato”. — Luca 6:38.

Qui, però, Gesù non stava parlando di scambiarsi regali. Stava sottolineando la verità universale che in genere chi dà altruisticamente viene ricambiato. Questo vale soprattutto se chi dà lo fa con il giusto motivo e ama l’altra persona “di cuore”, “intensamente”. — 1 Pietro 1:22.

L’amore non vuole essere ripagato, per cui Gesù raccomandò: “Quando fai doni di misericordia, non far sapere alla tua mano sinistra quello che fa la tua destra, affinché i tuoi doni di misericordia siano fatti in segreto”. Com’è appropriato, il donatore non richiama l’attenzione su se stesso o sul suo dono, tuttavia non rimarrà senza ricompensa. Gesù lo confermò dicendo: “Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. (Matteo 6:3, 4) Oltre a ciò, dice la Bibbia, chi fa un regalo “faccia come ha deciso nel suo cuore, non di malavoglia o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro”. — 2 Corinti 9:7.

Perciò i regali di cui Gesù si compiace sono motivati dall’amore, sono fatti senza aspettarsi nulla in cambio e non di malavoglia o per forza. Che differenza rispetto a tanti dei regali che si fanno a Natale!

Fare regali, perciò, è fonte di gioia quando non dipende da una data o dalle usanze. E non conta nulla quanto è gonfio il portafoglio di chi li fa: conta solo quanto è grande il suo cuore. Sì, il Natale ha sviato milioni di persone inducendole a regalare le cose sbagliate, spesso per i motivi sbagliati. Perché, allora, non provare a fare qualcosa di meglio dei regali di Natale? Provate a fare quei regali che danno ricche benedizioni e vera gioia, quelli di cui parla il prossimo articolo.

[Riquadro/Immagine alle pagine 8 e 9]

Quali sono le vere origini del Natale?

LE PERSONE informate sanno che il 25 dicembre non è il giorno in cui è nato Gesù. La New Catholic Encyclopedia ammette: “La data di nascita di Cristo non si conosce. I Vangeli non indicano né il giorno né il mese”.

Oltre a ciò, è dimostrato che il Natale e le sue usanze sono stati adottati da fonti non cristiane. Un periodico cattolico americano (U.S. Catholic) ha affermato: “È impossibile separare il Natale dalle sue origini pagane”.

Alla voce “natale” la Grande Enciclopedia GE 20 dice: “Collegati con la festa del [Natale] sono degli usi che non sempre sono di origine cristiana, anzi per la maggior parte hanno le loro origini nelle religioni e civiltà pre-cristiane. . . . Da un lato una serie di usi che chiaramente derivano dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre: in particolare l’uso di luminarie, lo scambio di doni, i regali ai bambini”. — De Agostini, 1971-89, vol. XIII, p. 420.

Quanto al tradizionale scambio di doni, una rivista osservava: “All’inizio l’usanza di scambiarsi doni in occasione della festa del solstizio d’inverno aveva quasi sicuramente un significato magico anziché puramente sociale. Tra i doni fatti durante i Saturnali c’erano bambole di cera che si davano ai bambini. Un’usanza deliziosa, non c’è che dire, nel periodo in cui la troviamo attestata, ma con un macabro passato: anche i contemporanei la consideravano un probabile retaggio di sacrifici umani [in cui venivano immolati] bambini per favorire il buon esito delle semine”. — History Today.

Il New York Times del 24 dicembre 1991 conteneva un articolo sulle origini delle usanze natalizie, compresa quella di scambiarsi doni. L’autore, Simon Schama, docente di storia presso la Harvard University, scriveva: “Il Natale stesso fu sovrapposto alle antiche feste che celebravano il solstizio d’inverno . . . Nel III secolo, quando culti solari come la religione mitraica persiana penetrarono a Roma, alcuni giorni di dicembre furono dedicati alla celebrazione della rinascita del Sol Invictus, il sole invincibile. . . .

“A Roma la Chiesa primitiva dovette lottare in particolare contro altre due grandi feste pagane, i Saturnali, che cominciavano il 17 dicembre e duravano una settimana, e le Calende, che festeggiavano l’Anno Nuovo. La prima festa era un periodo di anarchia autorizzata, spesso presieduto da un signore della baldoria: non Babbo Natale bensì il grasso Saturno in persona, l’orgiasta del mangiare, del bere e di altre sfrenatezze. Era però durante le Calende, al volgere dell’anno, che avveniva lo scambio rituale di doni, spesso legati ai ramoscelli verdi che decoravano le case durante le feste.

“Come si può ben immaginare, la chiesa primitiva era molto contraria a tutta questa baldoria indecente. I suoi padri, in particolare San Giovanni Crisostomo con le sue dure critiche, esortavano a non fare compromessi con le cose abominevoli dei pagani. . . . Non essendoci accordo unanime sull’esatta data di nascita di Gesù . . . , dovette sembrare vantaggioso farle prendere il posto dei Saturnali . . . Così la rinascita del sole diventò la nascita del Figlio di Dio . . .

“Allo stesso modo, le Calende furono sostituite dalla Festa dell’Epifania, e i doni e gingilli che i romani pagani si scambiavano diventarono l’omaggio tributato dai tre re al nuovo Re del Mondo. Verso la metà del IV secolo gli elementi fondamentali delle solennità natalizie erano fissati in maniera permanente”.

Anche se le persone informate ammettono senza difficoltà che il Natale e le sue usanze hanno un’origine pagana, molti sostengono che questo non abbia nessuna importanza. In risposta all’articolo del prof. Schama, all’inizio di quest’anno un rabbino in pensione scrisse in una lettera indirizzata al direttore del Times: “Le origini di un’istituzione non hanno nulla a che vedere con il suo valore odierno”. Riferendosi al Natale e ad altre feste del genere, asserì: “I celebranti le rivestono di un nuovo significato che dà un senso alla loro vita e fa esultare il loro spirito”.

Ma le feste natalizie fanno esultare lo spirito e producono eccellenti frutti cristiani? Francamente, si ammetterà che in genere producono frutti cattivi, non buoni. Inoltre, è giusto che i cristiani prendano a prestito feste religiose pagane? La Bibbia esorta: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial? . . . ‘“Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi”, dice Geova, “e cessate di toccare la cosa impura”’”. — 2 Corinti 6:14-17.

Ricordate anche che Gesù disse riguardo all’adorare l’Iddio Onnipotente: “Quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. (Giovanni 4:24) Perciò, se vogliamo che la nostra adorazione sia accetta a Dio essa si deve basare sulla verità. D’altra parte il Natale viene spacciato per la data di nascita di Gesù Cristo anche se non lo è. E che dire dei personaggi immaginari che portano i regali natalizi, come Babbo Natale? Far credere ai bambini che sono questi personaggi a portare loro i regali non equivale forse a ingannarli?

Se amate veramente Dio ubbidirete al suo comando di cessare di partecipare a ciò che è religiosamente impuro. Il vostro amore per la verità è abbastanza forte da indurvi a evitare una festa basata su menzogne?

[Immagine a pagina 7]

Ha senso ingannare i bambini dicendo loro che è Babbo Natale a portare i regali?

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