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  • Vittime o martiri: Qual è la differenza?
  • Svegliatevi! 1993
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Svegliatevi! 1993
g93 8/5 pp. 3-4

Vittime o martiri: Qual è la differenza?

NEL corso della storia la crudeltà dell’uomo nei confronti di altri uomini, donne e bambini ha provocato indicibili sofferenze e milioni di vittime. Per motivi politici, nazionali, razziali o religiosi, si è sparso e si continua a spargere sangue innocente. L’odio ha la meglio sull’amore e sulla comprensione. Il fanatismo soffoca la tolleranza. E si continua ad uccidere.

Nei secoli passati la guerra contrapponeva un esercito all’altro, mentre i civili erano relativamente al sicuro. Nel nostro secolo, con l’avvento di bombardamenti aerei, artiglieria a lunga gittata e missili, sono morti tanti civili che uno studio afferma: “I civili sono ora di gran lunga le principali vittime della guerra. In questo secolo sono morti in guerra assai più civili disarmati che soldati di professione”. Persone innocenti sono state considerate carne da cannone dai capi politici che hanno messo in moto la macchina della guerra. Solo nel nostro secolo, il numero delle vittime della guerra è salito alle stelle, con più di cento milioni di morti e centinaia di milioni di persone ferite letteralmente o dalla perdita dei loro cari.

Oltre alle vittime dei moderni conflitti, ci sono stati anche i martiri.a Qual è la differenza? Milioni di persone — ebrei, slavi, zingari, omosessuali e altri — sono state uccise, vittime della Germania nazista, solo a motivo di ciò che erano. Non avevano scampo, non avevano scelta. Sotto quel regime malvagio, la loro morte era inevitabile. Altri, invece, non erano costretti a morire. Avevano una via di scampo, eppure, a motivo dei loro princìpi, scelsero di non valersene.

Un esempio famoso è quello del sacerdote cattolico Maksymilian Kolbe, che aiutò i profughi ebrei durante la seconda guerra mondiale. Nel 1941 Kolbe fu “spedito [nel campo di concentramento di] Auschwitz, dove offrì la sua vita al posto di quella del detenuto Franciszek Gajowniczek, condannato a morte. Dopo averlo lasciato a morire di fame, alla fine gli praticarono un’iniezione di fenolo e lo cremarono”. (Encyclopædia Britannica) Sacrificando se stesso Kolbe divenne un martire, un’eccezione alla regola per quanto riguarda la religione protestante e quella cattolica.

In Germania, durante il periodo nazista (1933-45), i testimoni di Geova furono duramente perseguitati perché osavano rimanere neutrali e si rifiutavano di sostenere lo sforzo bellico di Hitler. A migliaia furono mandati nei famigerati campi di concentramento, dove molti furono giustiziati e altri morirono per i maltrattamenti subiti. Nondimeno, non erano costretti a soffrire e morire. Potevano scegliere. Veniva offerta loro una via d’uscita. Bastava che firmassero un documento in cui rinnegavano la loro fede e potevano tornare in libertà. Nella stragrande maggioranza dei casi essi scelsero di non firmare, divenendo così non solo vittime del terrore nazista, ma anche martiri. Pertanto, mentre tutti i martiri sono anche vittime, solo poche vittime del nazismo potevano scegliere e in effetti scelsero di diventare martiri. Costoro furono vittoriosi di fronte alla morte.

Lo dimostra la testimonianza imparziale di molti non Testimoni. “Il pastore svizzero Bruppacher osservò nel 1939: ‘Mentre uomini che si definiscono cristiani sono venuti meno nelle prove decisive, questi sconosciuti testimoni di Geova, quali martiri cristiani, si stanno opponendo in maniera incrollabile alla violazione delle coscienze e all’idolatria pagana . . . Soffrono e muoiono perché quali testimoni di Geova e candidati al Regno di Cristo rifiutano l’adorazione di Hitler e la svastica’”.

Ma non è solo nella Germania nazista che i testimoni di Geova sono rimasti integri di fronte alla morte. Essi hanno dovuto dar prova di coraggio sotto il comunismo, il fascismo e altre forme di tirannide politica, nonché di fronte all’opposizione religiosa. Anche nei paesi occidentali cosiddetti democratici i Testimoni sono stati oggetto di violenze. Il prossimo articolo narrerà nei dettagli alcuni casi di Testimoni che si sono dimostrati vittoriosi di fronte alla morte.

[Nota in calce]

a Vittima è “chi perde la vita o subisce gravi danni personali o patrimoniali, in seguito a calamità, sventure, disastri, incidenti e sim[ili] . . . Chi soggiace ad azioni ingiuste, a prepotenze, violenze, soperchierie, sopraffazioni e sim[ili]”. (Zingarelli, 11ª ed.) Martire è invece “chi è ucciso perché si rifiuta di trasgredire la legge di Dio” o “chi soffre o si sacrifica per una nobile causa”. — S. Battaglia, Grande Dizionario della Lingua Italiana.

[Immagine a pagina 3]

Dopo la seconda guerra mondiale, tribunali della Germania Orientale condannarono ingiustamente i testimoni di Geova considerandoli spie americane

[Fonte]

Neue Berliner Illustrierte

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