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  • g93 22/8 pp. 3-4
  • Che cos’è la razza?

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  • Che cos’è la razza?
  • Svegliatevi! 1993
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  • Il problema di classificare gli esseri umani
  • “Il mito umano più pericoloso”
  • Qual è l’origine delle razze?
    Svegliatevi! 1982
  • Come reagite alle differenze fra le razze?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
  • Un’unica razza umana
    Svegliatevi! 1978
  • Quando tutte le razze vivranno insieme in pace
    Svegliatevi! 1993
Altro
Svegliatevi! 1993
g93 22/8 pp. 3-4

Che cos’è la razza?

RAZZA! A cosa vi fa pensare questa parola? Per alcuni significa discriminazione e oppressione. Per altri, odio, tumulti e persino omicidio.

Dai tumulti razziali negli Stati Uniti all’apartheid in Sudafrica, dai conflitti etnici nell’Europa orientale alle lotte in paesi come Srī Lanka e Pakistan, le differenze razziali hanno causato indicibili sofferenze e rovina.

Ma come mai è così? Perché, anche in paesi dove le persone sembrano tollerare quasi ogni altra cosa, quello della razza è un tasto così delicato? Perché le differenze razziali innescano tanta agitazione e tante ingiustizie? In poche parole, perché persone di razze diverse non possono andare d’accordo?

Per rispondere a queste domande non basta sapere che cos’è la razza e quali differenze ci sono tra una razza e l’altra. Dobbiamo anche capire quale ruolo ha la storia negli attuali rapporti tra le razze. Prima, però, vediamo cosa può dirci in merito la scienza.

Il problema di classificare gli esseri umani

Le persone che abitano in parti diverse del mondo hanno caratteristiche somatiche diverse: colore della pelle, lineamenti del volto, struttura dei capelli, e così via. Tali differenze somatiche distinguono una razza dall’altra.

Così, si parla comunemente di bianchi e di neri, facendo riferimento al colore della pelle. Ma si parla anche di ispanici, asiatici, scandinavi, ebrei e russi. Queste ultime classificazioni non si rifanno tanto a caratteristiche somatiche quanto a differenze geografiche, nazionali o culturali. Per la maggior parte delle persone, quindi, la razza non è determinata solo da caratteristiche somatiche ma anche da usanze, lingua, cultura, religione e nazionalità.

È interessante però notare che alcuni esperti in materia sono restii a usare la parola “razza”, e nei loro scritti la mettono sempre tra virgolette. Altri la evitano del tutto, e al suo posto usano espressioni come “entità etniche”, “gruppi”, “popolazioni” e “varietà”. Perché? Perché il termine “razza”, nella sua accezione comune, è talmente pieno di connotazioni e di implicazioni che, se usato senza ulteriori chiarimenti, spesso crea confusione.

Per biologi e antropologi una razza è semplicemente “una suddivisione di una specie che eredita caratteristiche fisiche che la distinguono da altre popolazioni della specie”. Ma la domanda è: Quali caratteristiche usare per descrivere gruppi diversi all’interno della specie umana?

Sono stati suggeriti fattori come colore della pelle, colore e struttura dei capelli, forma degli occhi e del naso, dimensioni del cervello e gruppo sanguigno, ma nessuno di questi è risultato del tutto soddisfacente per classificare le varietà del genere umano. Questo perché non esiste in natura nessun gruppo umano in cui tutti i componenti presentino questi caratteri in maniera uniforme.

Prendete il colore della pelle. Quasi tutti credono che l’umanità si possa dividere facilmente in cinque razze in base al colore della pelle: bianchi, neri, bruni, gialli e rossi. La razza bianca, secondo l’opinione generale, è caratterizzata da pelle bianca, capelli chiari e occhi azzurri. In realtà, però, all’interno della cosiddetta razza bianca c’è molta varietà nel colore dei capelli, degli occhi e della pelle. Il libro The Human Species (La specie umana) afferma: “Non solo oggi in Europa non esistono popolazioni composte da persone quasi tutte di un unico tipo; tali popolazioni non sono mai esistite”.

No, classificare la specie umana non è affatto facile, come osserva il libro The Kinds of Mankind (Le varietà umane): “Sembra che questo sia tutto ciò che possiamo dire: anche se non tutti gli esseri umani si assomigliano tra di loro, e anche se vediamo chiaramente che le persone differiscono in molti modi, gli scienziati non sono ancora concordi nel dire con esattezza quante varietà umane esistono. Non hanno nemmeno stabilito quali criteri si possano usare per assegnare le persone all’una o all’altra razza. Alcuni studiosi vorrebbero arrendersi e dire che il problema è troppo arduo, che non esiste soluzione!”

Tutto questo può sembrare sconcertante. Visto che a quanto pare gli scienziati non hanno problemi nel classificare animali e piante in generi, specie e sottospecie, perché trovano così difficile dividere l’umanità in razze?

“Il mito umano più pericoloso”

Secondo l’antropologo Ashley Montagu, molti credono che “caratteristiche mentali e somatiche siano legate fra loro, che le differenze somatiche corrispondano a differenze piuttosto marcate nelle capacità intellettive, e che queste differenze siano misurabili con test di QI e in base alle conquiste culturali di queste popolazioni”.

Molti perciò credono che, poiché le razze hanno caratteristiche somatiche differenti, alcune di esse siano superiori ad altre sotto il profilo intellettuale. Montagu, però, definisce questa idea “il mito umano più pericoloso”. Altri esperti sono d’accordo.

Morton Klass e Hal Hellman spiegano nel loro libro The Kinds of Mankind (Le varietà umane): “I singoli individui sono diversi; in tutte le popolazioni ci sono geni e imbecilli. Ma, dopo tutte le ricerche, studiosi degni di fiducia non hanno trovato prove accettabili di caratteristiche genetiche che facciano differire popolazioni in quanto a intelligenza o capacità”.

E allora perché tanti continuano a credere che differenze fisiche esteriori significhino che le razze sono fondamentalmente diverse? Com’è che si è data tanta importanza alla razza? Lo analizzeremo nel prossimo articolo.

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