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  • Una devastante siccità ha colpito l’Africa meridionale

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Svegliatevi! 1994
g94 8/8 pp. 11-13

Una devastante siccità ha colpito l’Africa meridionale

DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN AFRICA

MOLTI hanno detto che è stata la peggiore siccità del secolo. Alcuni hanno detto addirittura che è stata la peggiore che abbia mai colpito l’Africa meridionale. Questa siccità che per due anni si è abbattuta sull’Africa meridionale ha lasciato dietro di sé una vera devastazione. “È peggio, molto, molto peggio di quello che ci aspettavamo”, ha detto la direttrice di Operation Hunger (Operazione Fame), un’organizzazione umanitaria sudafricana gestita da privati. “Fare sopralluoghi significa esplorare abissi di miseria, di sofferenze e di bisogno mai visti prima”.

“Non si può coltivare niente. La terra è morta”, ha detto disperato un contadino di un villaggio. In alcune zone gli abitanti affamati si sono ridotti a mangiare fango o radici di piante selvatiche. Le organizzazioni che provvedevano aiuti alimentari sono state subissate di richieste. Stando al Guardian Weekly, “l’Africa meridionale ha perso una percentuale del raccolto più elevata di quella che persero l’Etiopia e il Sudan nella terribile siccità del 1985”.

La siccità ha portato circa 18 milioni di persone sull’orlo della morte per fame. In Angola la crisi è stata la peggiore che il paese avesse mai conosciuto. Si calcola che siano morti un milione di capi di bestiame, e che in un solo anno sia andato perso circa il 60 per cento dei raccolti. Le persone colpite più duramente non potevano essere raggiunte dai soccorsi. Nell’agosto 1992 due terzi dei raccolti della Zambia erano andati perduti, e si calcolava che c’era bisogno di circa un milione di tonnellate di mais. Circa 1.700.000 persone stavano morendo di fame.

Nello Zimbabwe, un tempo chiamato il granaio dell’Africa meridionale, quattro milioni di persone avevano bisogno di aiuti alimentari: quasi metà della popolazione. In una zona, un insegnante disse: “C’è poca acqua e le scorte alimentari sono quasi finite. Nel paese non c’è più un filo d’erba”.

In alcuni villaggi la gente si arrampicava sugli alberi per raccogliere foglie da cucinare e mangiare. Il governo dovette ridurre gli aiuti alimentari mensili da 15 chili a 5 chili per persona. Nel grande lago artificiale di Kariba il livello dell’acqua era più basso che mai, e a Bulawayo l’acqua era razionata.

Negli allevamenti di bestiame dello Zimbabwe migliaia di animali dovettero essere abbattuti perché non c’era abbastanza acqua per loro. Un quotidiano riferiva: “Dagli alberi inariditi sono caduti uccelli morti, e tartarughe, serpenti, roditori e insetti sono spariti”.

Il Mozambico è stato uno dei paesi colpiti più duramente dalla siccità. Il paese ha ottenuto l’80 per cento del cibo grazie ad aiuti internazionali, e secondo una stima il numero delle persone che soffrivano la fame era di 3 milioni e 200.000. Profughi dal Mozambico si sono riversati in Malawi, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe. Ora che la siccità sta allentando la sua morsa, comunque, molti profughi sono tornati.

Chi abita in città spesso non si rende conto di quanto incida la siccità sulla vita nelle campagne. Un funzionario addetto alla distribuzione degli aiuti alimentari ha osservato: “Le devastazioni causate dalla siccità sembrano remote alla maggior parte della gente che vive nelle zone metropolitane sfuggite alla grave mancanza d’acqua e di cibo”.

Anche se in molte zone le piogge hanno recato un certo sollievo, in certe parti del Mozambico, dello Swaziland e del Sudafrica c’è ancora bisogno di pioggia. Non c’è dubbio che le conseguenze di questa siccità si faranno sentire ancora per molti anni.

Com’è ovvio, una causa della siccità è la mancanza di pioggia. Ma a questo problema se ne sommano altri che vale la pena di prendere in esame.

Altre complicazioni

In Africa l’effetto della siccità viene aggravato enormemente dall’instabilità politica. I paesi che hanno affrontato le peggiori carestie sono quelli che sono stati piagati da tale instabilità, come l’Angola, l’Etiopia, il Mozambico e la Somalia. Le guerre hanno mandato all’aria l’agricoltura e hanno costretto molti contadini a fuggire, abbandonando le loro terre.

Un elemento controverso che contribuirebbe alla siccità è l’inquinamento atmosferico, il quale, secondo alcuni, determinerebbe un riscaldamento globale. Un altro elemento è l’aumento demografico. In Africa il tasso annuale di aumento è in media del 3 per cento, uno dei più elevati del mondo. Avendo più bocche da sfamare, i contadini coltivano terreni non adatti all’agricoltura e non tengono i terreni a maggese per farli riposare.

Inoltre si distruggono foreste, soprattutto per liberare altri terreni per l’agricoltura. Secondo la rivista African Insight, 20 anni fa le foreste coprivano il 20 per cento del suolo dell’Etiopia; oggi ne coprono solo il 2 per cento. Di tutti i problemi ambientali che minacciano la terra, alcuni esperti dicono che il più grave è la deforestazione. Essa influisce sul clima e favorisce l’erosione del suolo, come pure l’avanzata dei deserti.

Alcuni governi africani hanno tenuto bassi i prezzi del cibo e del bestiame per compiacere i consumatori urbani. Questo scoraggia i contadini, che non sono in grado di coltivare la terra in maniera redditizia. Il governo dello Zimbabwe ha reagito aumentando del 64 per cento il prezzo del mais per incoraggiare i contadini ad incrementare la produzione.

Qual è la soluzione?

Gli esperti hanno molte proposte. Ma a volte hanno consigliato ai paesi africani di adottare tecniche agricole occidentali, che si sono dimostrate inadatte all’ambiente africano.

C’è urgente bisogno di soluzioni realizzabili. Un alto funzionario africano della Commissione Economica dell’ONU per l’Africa ha affermato: “In base a tutte le previsioni economiche esaminate finora, nel 2000 l’Africa non si troverà, come ora, in un fosso. Si troverà in fondo a un enorme buco nero”.

Com’è ovvio, ci dev’essere stabilità politica e devono finire le violenze e le guerre. È essenziale anche la collaborazione con i paesi vicini.

Secondo la FAO, l’Africa potrebbe sfamare tre volte la popolazione attuale. Ma la produzione alimentare è in diminuzione da decenni, e con l’attuale tasso di crescita la popolazione potrebbe raddoppiare nel giro di 30 anni.

Non c’è dubbio che gli aiuti alimentari provenienti dall’estero hanno salvato molti dalla morte per fame. Nondimeno, l’arrivo regolare di tali aiuti non è la soluzione del problema, e ha un effetto negativo in quanto scoraggia la produzione da parte dei contadini locali. Questi ultimi rischiano di non riuscire a vendere i loro prodotti a prezzi ragionevoli, e la gente spesso comincia a preferire i cibi importati e non desidera più i cereali locali.

Cosa si sta facendo?

Gli sforzi instancabili di molti che desiderano sinceramente aiutare la popolazione africana sono lodevoli. In alcune zone tali sforzi hanno prodotto risultati. Nello Zimbabwe un’équipe internazionale di ricercatori ha attuato un programma per piantare alberi che crescono bene e relativamente in fretta in regioni aride. L’idea è quella di piantare questi alberi su vasta scala per uscire dalla crisi di combustibile, dato che l’80 per cento della popolazione cucina su fuochi di legna.

Nel villaggio di Charinge, nella zona di Masvingo (Zimbabwe) colpita dalla siccità, i contadini sono stati incoraggiati a coprire con pietre il terreno dove coltivano verdura e alberi da frutto in modo da mantenerlo umido. Come risultato essi hanno bisogno di molta meno acqua, e i raccolti sono cresciuti molto bene. I contadini sono riusciti addirittura a vendere cibo ad altri nel bisogno.

Nel Sudafrica una grossa industria ha modificato l’impianto che trasforma il carbone in petrolio in modo da riciclare, dopo un opportuno trattamento, praticamente tutta l’acqua usata. Anche se purificare l’acqua usata negli impianti industriali costa caro, il Sudafrica intende arrivare a purificare circa il 70 per cento di tale acqua.

A Luanshya, nella Zambia, è stata introdotta la coltivazione della soia come nutriente alternativa alimentare. Un’addetta agli aiuti ha detto: “La maggior parte dei decessi per malnutrizione si verifica in marzo e giugno, quando le scorte degli alimenti tradizionali scarseggiano. La soia, invece, si raccoglie in aprile e si conserva meglio di cereali come il mais e il sorgo”.

Per quanto meritevoli possano essere questi sforzi per vincere il problema della siccità e della carestia, l’uomo, con tutta la sua tecnologia e il suo progresso, non è stato in grado di sconfiggere la siccità in Africa. Solo una Persona capisce tutti gli aspetti del problema, e già molto tempo fa predisse la soluzione. Ben presto, sotto il Regno di Geova Dio retto dal Re da lui costituito, Gesù Cristo, si adempiranno letteralmente in tutta la terra le parole del profeta Isaia: “Nel deserto saranno sgorgate le acque, e torrenti nella pianura desertica. E il suolo riarso sarà divenuto come uno stagno folto di canne, e il suolo assetato come fonti d’acqua. Nel luogo di dimora degli sciacalli, luogo di riposo per loro, ci sarà erba verde con canne e papiri”. — Isaia 35:6, 7.

[Immagine a pagina 12]

Gli abitanti dovevano dividersi con il bestiame la poca acqua che rimaneva nelle pozze

[Fonte]

The Star, Johannesburg. S.A.

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