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  • g94 22/10 pp. 19-22
  • Verso occidente, in Europa

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  • Verso occidente, in Europa
  • Svegliatevi! 1994
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  • Fino ai più sperduti angoli d’Europa
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  • Intensificata l’opera missionaria
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Svegliatevi! 1994
g94 22/10 pp. 19-22

Missionari: portatori di luce o di tenebre? Parte II

Verso occidente, in Europa

PER adempiere l’incarico missionario dato da Gesù si sarebbe dovuto portare il messaggio cristiano a tutti gli abitanti della terra. (Matteo 28:19; Atti 1:8) Questo fu ribadito quando l’apostolo Paolo, durante il secondo dei suoi tre viaggi missionari, udì in una visione un uomo che lo supplicava dicendo: “Passa in Macedonia e aiutaci”. — Atti 16:9, 10.

Paolo accettò l’invito e, verso il 50 E.V., andò a predicare a Filippi, una città dell’Europa. Lidia e la sua famiglia divennero credenti e venne formata una congregazione. Quella fu solo la prima tappa della trionfante marcia del cristianesimo in tutta l’Europa. Paolo stesso in seguito predicò in Italia e forse anche in Spagna. — Atti 16:9-15; Romani 15:23, 24.

Ma Paolo non fu l’unico missionario cristiano. Lo scrittore J. Herbert Kane osserva: “Devono essercene stati decine, i cui nomi sono rimasti sconosciuti. . . . Gli Atti degli Apostoli non riportano l’intera storia”. — A Global View of Christian Missions From Pentecost to the Present.

Non sappiamo però in che misura gli altri seguaci di Gesù prestarono servizio come missionari in paesi stranieri. La tradizione secondo cui Tommaso andò in India e l’evangelista Marco in Egitto non può essere confermata. Ciò che sappiamo è che tutti i veri discepoli di Cristo avevano lo spirito missionario e che tutti svolsero l’opera missionaria perlomeno nel proprio paese. Come fa notare Kane, “questo evento storico [la Pentecoste] segnò la nascita della chiesa cristiana e l’avvio del movimento missionario, perché a quei tempi la chiesa era missione”.

Fino ai più sperduti angoli d’Europa

La fede degli ebrei si basava sull’adorazione di un solo vero Dio. Le loro speranze erano rivolte al promesso Messia. Accettavano le Scritture Ebraiche come verace Parola di Dio. È probabile quindi che gli abitanti dei paesi in cui gli ebrei erano stati dispersi avessero una certa dimestichezza con queste credenze. Dato che questi aspetti dell’adorazione erano comuni a cristiani ed ebrei, il messaggio del cristianesimo, quando raggiunse questi paesi, non era qualcosa di completamente nuovo. Secondo Kane, “questi fattori furono di immenso aiuto per i missionari cristiani man mano che attraversavano il mondo romano predicando il vangelo e fondando chiese”.

La dispersione degli ebrei spianò quindi la strada al cristianesimo. La rapida diffusione di quest’ultimo si deve al fatto che i cristiani avevano lo spirito missionario. “Il vangelo era predicato da laici”, dice Kane, che aggiunge: “Dovunque andassero, parlavano lietamente della loro nuova fede ad amici, vicini e forestieri”. Lo storico Will Durant spiega: “Quasi ogni convertito con l’ardore di un rivoluzionario si faceva a sua volta propagandista”.a

Entro il 300 E.V. una versione corrotta del cristianesimo si era diffusa in tutto l’impero romano. Questa corruzione, un allontanamento dalla vera adorazione, era stata predetta. (2 Tessalonicesi 2:3-10) Si verificò una vera e propria apostasia. Durant spiega: “Il cristianesimo non distrusse il paganesimo: lo adottò”.b

Man mano che i sedicenti cristiani si allontanavano sempre più dal vero cristianesimo, la maggioranza di loro perse lo spirito missionario. Uno che però aveva tale spirito fu un giovane nato in Britannia verso la fine del IV secolo da genitori cattolici. Si chiamava Patrizio, ed è famoso per aver portato il messaggio di Cristo all’estremità occidentale dell’Europa, in Irlanda, dove la leggenda vuole che abbia convertito migliaia di persone e fondato centinaia di chiese.

Ben presto l’Irlanda fu all’avanguardia nell’opera missionaria. Secondo Kane, “i suoi missionari si lanciarono con ardente zelo nella battaglia contro il paganesimo”. Uno di questi missionari, Colomba, ebbe a quanto pare un ruolo di primo piano nella conversione della Scozia. Verso il 563 E.V. lui e 12 compagni fondarono un monastero a Iona, un’isola al largo della costa occidentale scozzese, che divenne un centro di attività missionaria. Colomba morì poco prima del 600 E.V., ma nei successivi due secoli missionari partiti da Iona raggiunsero ogni parte delle Isole Britanniche e dell’Europa.

Dopo la diffusione del cristianesimo in Inghilterra alcuni convertiti inglesi imitarono lo spirito missionario degli irlandesi e divennero anch’essi missionari. Per esempio, nel 692 E.V. Willibrordo di Northumbria, antico regno anglosassone dell’Inghilterra settentrionale, e 11 compagni furono i primi missionari inglesi che andarono in Olanda, Belgio e Lussemburgo.

Agli inizi dell’VIII secolo Bonifacio, monaco benedettino inglese, rivolse l’attenzione alla Germania. Secondo Kane, la sua “brillante carriera missionaria, che durò oltre quarant’anni, gli guadagnò il titolo di Apostolo della Germania” e lo fece diventare “il più grande missionario del Medioevo”. Bonifacio aveva passato la settantina quando lui e una cinquantina di compagni furono massacrati in Frisia da una turba di pagani.

Un’enciclopedia descrive un metodo che Bonifacio usò con successo per convertire le persone al cattolicesimo: “A Geismar [in Germania, vicino a Gottinga] abbatté coraggiosamente la sacra quercia di Thor. . . . [Quando] non subì la vendetta del dio germanico del posto, fu evidente che l’Iddio che egli predicava era il vero Dio, l’unico che doveva essere adorato”. — The Encyclopedia of Religion.

Alcuni missionari usarono altri metodi, convinti evidentemente che il fine giustificasse i mezzi. Kane ammette che la conversione dei sassoni in Germania “fu ottenuta con la conquista militare anziché con la persuasione morale o religiosa”. E aggiunge: “L’infausta alleanza fra chiesa e stato . . . spinse la chiesa a usare mezzi carnali per conseguire fini spirituali. In nessun caso questa politica fu più disastrosa che nell’attività delle missioni cristiane, specie fra i sassoni. . . . Furono commesse atrocità”. E leggiamo che, quando i missionari raggiunsero la Scandinavia, “per la maggior parte la transizione fu pacifica; solo in Norvegia si fece ricorso alla forza”.

Ricorso alla forza? Atrocità? Impiego di mezzi carnali per conseguire fini spirituali? È questo ciò che ci si sarebbe aspettato da missionari che agivano da portatori di luce?

Missionari in una casa divisa

I due rami del sedicente cristianesimo — Roma e Costantinopoli — portarono avanti attività missionarie separate. I loro tentativi di “cristianizzare” la Bulgaria produssero la tipica confusione di una casa religiosamente divisa. Il sovrano della Bulgaria, Boris I, si convertì all’ortodossia greca. Vedendo però che Costantinopoli limitava molto l’indipendenza della chiesa bulgara, aprì le porte all’Occidente, permettendo a missionari tedeschi, rappresentanti di Roma, di introdurre la loro versione del cristianesimo. Verso l’870 E.V. fu evidente che la chiesa occidentale era ancora più restrittiva di quella orientale, così i tedeschi furono espulsi e la Bulgaria ritornò fra le braccia dell’ortodossia orientale, dove, religiosamente parlando, è rimasta finora.

Più o meno in quello stesso periodo missionari occidentali cominciarono a diffondere il “cristianesimo” in Ungheria. Nel frattempo entrambe le versioni del “cristianesimo” ottenevano consensi in Polonia. Secondo la già citata enciclopedia, “la chiesa polacca era perlopiù controllata dall’Occidente, ma nello stesso tempo risentiva significativamente dell’influenza orientale”. (The Encyclopedia of Religion) Anche Lituania, Lettonia ed Estonia vennero “coinvolte nella rivalità fra Oriente e Occidente, con tutte le relative conseguenze sul piano ecclesiastico”. E la Finlandia, dopo aver adottato il “cristianesimo” tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII, si trovò contesa allo stesso modo fra Oriente e Occidente.

Nel IX secolo due fratelli appartenenti a una nobile famiglia di Salonicco portarono il “cristianesimo” bizantino in territori dell’Europa e dell’Asia abitati da popolazioni slave. Cirillo, chiamato anche Costantino, e Metodio divennero noti come gli “apostoli degli slavi”.

Una delle imprese di Cirillo fu l’elaborazione di una lingua scritta per gli slavi. Il suo alfabeto, derivato da caratteri ebraici e greci, è conosciuto col nome di alfabeto cirillico ed è tuttora usato da lingue come il russo, l’ucraino, il bulgaro e il serbo. I due fratelli tradussero parti della Bibbia nella nuova lingua scritta e introdussero anche la liturgia in slavo. Questo andava contro la politica della chiesa d’Occidente, che voleva mantenere la liturgia in latino, greco ed ebraico. Kane afferma: “L’uso delle lingue vernacolari nel culto, incoraggiato da Costantinopoli e avversato da Roma, segnò un nuova tappa e stabilì un precedente la cui piena fioritura si è avuta con la moderna attività missionaria dei secoli XIX e XX”.

Verso la fine del X secolo il cristianesimo nominale era stato introdotto anche nei territori di quella che oggi è l’ex Unione Sovietica. Secondo la tradizione il principe Vladimiro di Kiev, in Ucraina, fu battezzato nel 988 E.V. Si dice che preferisse il “cristianesimo” bizantino al giudaismo e all’islamismo per il suo rituale imponente, non perché diffondesse un messaggio di speranza e verità.

Infatti “il periodo in cui avvenne la conversione di Vladimiro”, dice una pubblicazione, “fa sospettare che egli abbia adottato la nuova religione per promuovere i suoi interessi politici, dando inizio così a una tradizione rimasta praticamente ininterrotta in tutta la storia della Chiesa Ortodossa Russa”. (Keeping the Faiths—Religion and Ideology in the Soviet Union) Il libro aggiunge poi un pensiero che fa riflettere: “Solitamente la chiesa è stata disposta a fare gli interessi dello stato, anche quando quest’ultimo ledeva i suoi interessi”.

Vladimiro ordinò che i suoi sudditi si battezzassero quali cristiani: non avevano scelta. Una volta “adottata l’Ortodossia come religione di stato”, afferma Paul Steeves, “egli si mise all’opera per estirpare le usanze religiose delle tribù slave autoctone”. Per esempio, eresse delle chiese nei siti in cui la popolazione era solita offrire sacrifici agli idoli pagani. Steeves aggiunge: “Ciò nonostante, residui di paganesimo sopravvissero per vari secoli e infine furono non tanto eliminati quanto assimilati nella vita religiosa russa”.

Nonostante questo fondamento precario, la Chiesa Ortodossa Russa sostenne con zelo l’opera missionaria. Thomas Hopko, del Seminario Teologico ortodosso di San Vladimiro, dice: “Man mano che le regioni orientali dell’impero venivano colonizzate ed evangelizzate le scritture e le funzioni della chiesa venivano tradotte in molte lingue siberiane e in vari dialetti dell’Alaska”.

Intensificata l’opera missionaria

Nel XVI secolo la Riforma riaccese in tutta Europa la fiamma della spiritualità. Man mano che gli esponenti protestanti, ciascuno a modo suo, ravvivavano nelle popolazioni l’interesse per la religione furono poste le basi per un’intensificata opera missionaria “cristiana”. La traduzione della Bibbia in tedesco compiuta da Lutero ebbe un ruolo notevole, come pure la traduzione della Bibbia in inglese eseguita da William Tyndale e da Miles Coverdale.

Poi, nel XVII secolo, si sviluppò in Germania il pietismo, una corrente religiosa che attribuiva grande importanza allo studio della Bibbia e all’esperienza religiosa interiore. “La sua visione di un’umanità bisognosa del vangelo di Cristo favorì lo sviluppo e la rapida espansione di attività missionarie all’interno e all’estero”. — The Encyclopedia of Religion.

Come oggi è purtroppo evidente, i missionari della cristianità non riuscirono a instillare nei convertiti europei una fede cristiana e una speranza sufficientemente forti da impedire l’insorgere nel XX secolo del comunismo ateo e di altre ideologie totalitarie. In certi paesi dopo il crollo del comunismo i missionari hanno ripreso la loro attività, ma cattolici, ortodossi e protestanti non sono uniti nel professare la fede cristiana che dicono di avere in comune.

I croati cattolici e i serbi ortodossi sono tra i frutti dell’opera missionaria della cristianità. Chi più della cristianità reca lo stigma di una casa divisa? Che specie di “fratelli” cristiani sono quelli che prima impugnano le armi gli uni contro gli altri e poi si uniscono per combattere contro il loro prossimo non cristiano? Solo falsi cristiani potrebbero macchiarsi di una condotta così poco cristiana. — Matteo 5:43-45; 1 Giovanni 3:10-12.

Ma tutti i missionari della cristianità sono venuti meno al loro compito? Proseguiamo la nostra indagine analizzando quello che hanno fatto in Asia. Leggete nel prossimo numero l’articolo intitolato “I missionari della cristianità tornano dove tutto cominciò”.

[Note in calce]

a Storia della Civiltà, Parte III, Cesare e Cristo, trad. di A. Mattioli, Mondadori, Milano, 1957, pagina 763.

b Will Durant, op. cit., pagina 753.

[Immagine a pagina 21]

Si dice che Bonifacio abbia dimostrato l’impotenza degli dèi pagani

[Fonte]

Illustrazione tratta dal libro Die Geschichte der deutschen Kirche und kirchlichen Kunst im Wandel der Jahrhunderte

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