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  • g96 22/1 pp. 11-14
  • ‘Qualcosa ci sfugge’: Cosa?

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  • ‘Qualcosa ci sfugge’: Cosa?
  • Svegliatevi! 1996
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  • Non vogliono accettare fatti che non sono di loro gradimento
  • Dio, un progetto e le costanti della fisica
  • Un bisogno naturale dell’uomo
  • Le risposte si trovano in un libro
  • La controversia sull’origine dell’universo
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Svegliatevi! 1996
g96 22/1 pp. 11-14

Il maestoso universo

‘Qualcosa ci sfugge’: Cosa?

DOPO aver ammirato le stelle in una notte serena e senza luna rientriamo in casa infreddoliti. Gli occhi stentano un po’ a riabituarsi alla luce. La bellezza di ciò che abbiamo visto e tutte le domande che si affollano nella nostra mente ci fanno quasi girare la testa. Perché esiste l’universo? Come è venuto all’esistenza? Che futuro ha? Queste sono le domande a cui molti tentano di dare risposta.

Dopo cinque anni di ricerche in campo cosmologico, durante i quali ha partecipato a conferenze scientifiche ed è stato in centri di ricerca in tutto il mondo, il divulgatore scientifico Dennis Overbye ha descritto una sua conversazione con il fisico di fama mondiale Stephen Hawking: “Alla fine, quello che volevo sapere da Hawking è quello che ho sempre voluto sapere da Hawking: Cosa succede quando si muore”.

Nonostante la punta di ironia, queste parole la dicono lunga sulla nostra era. Gli interrogativi non riguardano tanto le stelle in sé, le teorie e i diversi punti di vista dei cosmologi che le studiano. Oggi la gente cerca ancora ardentemente le risposte alle domande fondamentali che l’umanità si pone da millenni: Perché esistiamo? Esiste un Dio? Cosa succede quando si muore? Dove si possono trovare le risposte a queste domande? Forse nelle stelle?

Un altro scrittore di argomenti scientifici, John Boslough, ha osservato che man mano che la gente ha abbandonato la religione, gli scienziati come i cosmologi sono diventati “il sacerdozio ideale per un’era laica. Erano loro, e non i capi religiosi, che avrebbero rivelato un po’ alla volta tutti i preziosi segreti dell’universo, non sotto forma di epifania spirituale ma sotto forma di equazioni oscure a tutti tranne che agli eletti”. Ma questi scienziati riveleranno tutti i segreti dell’universo e risponderanno a tutte le domande che l’umanità si pone da millenni?

Cosa stanno rivelando ora i cosmologi? Quasi tutti aderiscono a qualche versione della “teologia” del big bang, che è diventata la religione laica del nostro tempo, anche se non smettono di cavillare sui particolari. “Tuttavia”, ha osservato Boslough, “nel contesto di osservazioni nuove e contraddittorie, la teoria del big bang comincia a sembrare sempre più un modello troppo semplicistico in cerca di un evento creativo. All’inizio degli anni ’90 il modello del big bang era . . . sempre meno in grado di rispondere alle domande più fondamentali”. E ha aggiunto che “più di qualche astrofisico ha espresso l’opinione che non sarebbe durato nemmeno sino alla fine degli anni ’90”.

Forse alcune delle attuali ipotesi cosmologiche si dimostreranno corrette, o forse no . . . proprio come forse ci sono davvero dei pianeti in formazione nel chiarore spettrale della Nebulosa di Orione o forse no. Il fatto innegabile è che su questa terra non esiste nessuno che lo possa dire con assoluta certezza. Le teorie abbondano, ma i ricercatori onesti sono d’accordo con l’acuta osservazione di Margaret Geller secondo cui, nonostante i tanti discorsi, sembra che nell’attuale interpretazione del cosmo agli scienziati sfugga qualche elemento essenziale.

Non vogliono accettare fatti che non sono di loro gradimento

Quasi tutti gli scienziati — e questo include quasi tutti i cosmologi — accettano la teoria dell’evoluzione. I discorsi che attribuiscono all’intelligenza e al finalismo un ruolo nella creazione non sono di loro gradimento, e rabbrividiscono se solo si menziona Dio come Creatore. Si rifiutano persino di prendere in considerazione una simile eresia. Salmo 10:4 parla in maniera sprezzante della persona altera che “non fa nessuna ricerca; tutte le sue idee sono: ‘Non c’è Dio’”. La sua divinità creatrice è il Caso. Ma via via che la conoscenza aumenta e caso e coincidenza crollano sotto il crescente peso delle prove, gli scienziati cominciano ad appellarsi in misura sempre maggiore ad elementi tabù come intelligenza e progetto. Notate qualche esempio:

“Evidentemente è stata trascurata una componente negli studi cosmologici. L’origine dell’Universo come la soluzione del cubo di Rubik, presuppone un’intelligenza”, ha scritto l’astrofisico Fred Hoyle nel suo libro L’Universo intelligente.a

“Più esamino l’universo e studio i particolari della sua struttura, più trovo prove del fatto che l’universo in certo qual modo doveva essere a conoscenza che noi stavamo per venire al mondo”. — Freeman Dyson, Disturbing the Universe, pagina 250.

“Quali caratteristiche dell’Universo erano essenziali perché venissero all’esistenza creature come noi, ed è una coincidenza oppure è per qualche motivo di ordine più profondo che il nostro Universo possiede queste caratteristiche? . . . Esiste qualche progetto più profondo che garantisce che l’Universo sia fatto su misura per l’umanità?” — John Gribbin e Martin Rees, Cosmic Coincidences, pagine xiv, 4.

Anche Fred Hoyle commenta queste proprietà nel suo libro citato sopra: “Tali proprietà sembrano costituire attraverso la struttura del mondo naturale una catena di casi fortunati, ma queste strane coincidenze, essenziali alla vita, sono così numerose che sembra sia necessaria una spiegazione che le giustifichi”. — L’Universo intelligente, cit., pagina 220.

“Non è solo l’uomo che è adattato all’universo. L’universo è adattato all’uomo. Potete immaginare un universo in cui una qualsiasi delle costanti fondamentali adimensionali della fisica sia modificata di una piccola percentuale in un senso o nell’altro? In un universo del genere l’uomo non sarebbe mai potuto venire all’esistenza. Questo è il nocciolo del principio antropico. Secondo questo principio, al centro di tutti i meccanismi e del progetto del mondo vi è un elemento vivificante”. — John Barrow e Frank Tipler, The Anthropic Cosmological Principle, pagina vii.

Dio, un progetto e le costanti della fisica

Quali sono alcune di queste costanti fondamentali della fisica essenziali per l’esistenza della vita nell’universo? Un articolo pubblicato nell’Orange County Register dell’8 gennaio 1995 ne elencava alcune. Sottolineando che queste caratteristiche devono essere perfettamente calibrate, affermava: “I valori quantitativi di molte costanti fisiche fondamentali che definiscono l’universo — ad esempio la carica dell’elettrone, la velocità costante della luce, o il rapporto tra le intensità delle forze fondamentali in natura — sono straordinariamente precisi, in alcuni casi fino a 120 decimali. Lo sviluppo di un universo capace di generare la vita è estremamente sensibile a queste caratteristiche. Basta una minima variazione — un nanosecondo qui, un angstrom là — e l’universo avrebbe potuto benissimo essere morto e sterile”.

L’autore dell’articolo menzionava poi quello che di solito non è concesso menzionare: “Sembra più ragionevole ipotizzare che in questo processo si nasconda qualche misteriosa tendenza, magari frutto dell’operato di una forza intelligente e intenzionale che ha calibrato con cura l’universo in vista del nostro arrivo”.

George Greenstein, docente di astronomia e cosmologia, ha fatto un elenco più lungo di queste costanti fisiche nel suo libro The Symbiotic Universe (L’universo simbiotico). L’elenco comprende costanti calibrate con tale precisione che se fossero anche solo leggerissimamente diverse non sarebbero mai potuti esistere né atomi, né stelle, né l’universo. Queste relazioni sono elencate in dettaglio nell’accluso riquadro. Esse sono necessarie perché la vita sia possibile. Si tratta di questioni complesse e forse non comprensibili a tutti i lettori, ma ben note agli astrofisici che indagano in questo campo, i quali le accettano, insieme a molte altre.

Man mano che l’elenco si allungava, Greenstein si sentiva confuso. Egli esclamò: “Quante coincidenze! Più leggevo, e più mi convincevo che queste ‘coincidenze’ non potevano essersi verificate per caso. Ma mentre cresceva in me questa convinzione, cresceva anche qualcos’altro. Tuttora trovo difficile esprimere questo ‘qualcosa’ a parole. Era un’intensa repulsione, a volte quasi di natura fisica. Mi sentivo terribilmente a disagio. . . . È possibile che all’improvviso ci siamo imbattuti senza volerlo nella prova scientifica dell’esistenza di un Essere Supremo? Fu Dio a intervenire e a progettare il cosmo in maniera così provvidenziale per nostro beneficio?”

Inorridito e disgustato da questo pensiero, Greenstein ritrattò subito, ricuperò la sua “ortodossia” scientifica e proclamò: “Dio non è una spiegazione”. Non addusse nessuna ragione: quell’idea gli ripugnava tanto che non riusciva a mandarla giù e basta!

Un bisogno naturale dell’uomo

Con questo non intendiamo screditare il duro lavoro di scienziati sinceri, compresi i cosmologi. I testimoni di Geova apprezzano in modo particolare le molte scoperte sulla creazione che rivelano la potenza, la sapienza e l’amore del vero Dio, Geova. Romani 1:20 dichiara: “Le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili”.

Le ricerche e le fatiche degli scienziati sono la naturale risposta dell’uomo a un bisogno così fondamentale come il bisogno di cibo, alloggio e vestiario: il bisogno di conoscere la risposta a certe domande sul futuro e sullo scopo della vita. Nel creare gli uomini Dio “ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore; senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine”. — Qoelet [Ecclesiaste] 3:11, CEI.

Questa non è poi una notizia così cattiva. Significa che l’uomo non saprà mai tutto, ma significa anche che ci saranno sempre cose nuove da imparare: “Vidi tutta l’opera del vero Dio, come il genere umano non può trovare l’opera che è stata fatta sotto il sole; per quanto il genere umano continui a lavorare duramente per cercare, tuttavia non trova. E anche se dicesse di essere abbastanza saggio da conoscere, non potrebbe trovare”. — Ecclesiaste 8:17.

Alcuni scienziati obiettano che proponendo Dio come “soluzione” di un problema si perde l’incentivo per fare ulteriori ricerche. Tuttavia, chi riconosce Dio come Creatore dei cieli e della terra ha un’abbondanza di altri affascinanti particolari da scoprire e appassionanti misteri da svelare. È come avere il via per fare meravigliose scoperte e accrescere la propria conoscenza!

Chi può resistere all’invito di Isaia 40:26? “Alzate gli occhi in alto e vedete”. In queste poche pagine abbiamo alzato gli occhi in alto, e ciò che abbiamo visto è quel ‘qualcosa che sfugge’ ai cosmologi. Abbiamo anche visto dove trovare le risposte fondamentali alle domande che da sempre si affacciano alla mente dell’uomo.

Le risposte si trovano in un libro

Le risposte ci sono sempre state, ma come i fanatici religiosi del tempo di Gesù, molti hanno chiuso gli occhi, si sono turati gli orecchi e hanno indurito il cuore di fronte a risposte che non combaciavano con le loro teorie umane o con il modo di vivere che avevano scelto. (Matteo 13:14, 15) Geova ci ha detto come è venuto all’esistenza l’universo, come ha avuto origine la terra e chi vivrà su di essa. Ci ha detto che gli uomini che abitano la terra devono coltivarla e prendersi amorevolmente cura delle piante e degli animali con cui dividono il pianeta. Ci ha anche detto cosa accade quando si muore, che si può tornare in vita e cosa si deve fare per vivere sulla terra per sempre.

Se vi interessa avere queste risposte nel linguaggio dell’ispirata Parola di Dio, la Bibbia, leggete questi versetti: Genesi 1:1, 26-28; 2:15; Proverbi 12:10; Matteo 10:29; Isaia 11:6-9; 45:18; Genesi 3:19; Salmo 146:4; Ecclesiaste 9:5; Atti 24:15; Giovanni 5:28, 29; 17:3; Salmo 37:10, 11; Rivelazione (Apocalisse) 21:3-5.

Perché non leggete questi versetti con la famiglia, con un vicino o con un gruppetto di amici, una sera che rimanete in casa? State certi che ne nascerà una conversazione vivace e informativa!

I misteri dell’universo vi affascinano e la sua bellezza vi tocca il cuore? Perché non cercate di conoscere meglio Colui che l’ha creato? La nostra curiosità e la nostra meraviglia non significano nulla per i cieli inanimati, ma Geova Dio, il loro Creatore, è anche il nostro Creatore, ed egli ha cura di quelle persone mansuete che desiderano saperne di più su di lui e sulle sue creazioni. L’invito viene fatto in tutta la terra: “‘Vieni!’ E chi ode dica: ‘Vieni!’ E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l’acqua della vita gratuitamente”. — Rivelazione 22:17.

Che invito rincuorante ci rivolge Geova! L’universo non è stato creato da un’esplosione priva di intelligenza e di uno scopo, ma da un Dio infinitamente intelligente e dotato di uno scopo preciso che fin dall’inizio aveva in mente voi. Le sue illimitate riserve di energia sono ben controllate e sempre a disposizione per sostenere i suoi servitori. (Isaia 40:28-31) La vostra ricompensa per averlo conosciuto sarà senza fine, come è senza fine il maestoso universo!

[Nota in calce]

a Trad. di G. Paoli e R. Morelli, Mondadori, Milano, 1984, pagina 189.

“I cieli dichiarano la gloria di Dio; e la distesa annuncia l’opera delle sue mani”. — Salmo 19:1.

[Riquadro a pagina 13]

Alcune costanti fisiche necessarie per l’esistenza della vita

La carica dell’elettrone dev’essere uguale e di segno contrario a quella del protone; il neutrone deve avere una massa leggerissimamente superiore a quella del protone; la temperatura del sole e le proprietà di assorbimento della clorofilla devono essere “sintonizzate” perché possa aver luogo la fotosintesi; se la forza nucleare forte fosse solo un po’ più debole il sole non potrebbe generare energia attraverso le reazioni nucleari, ma se fosse solo un po’ più forte il combustibile necessario per generare energia diventerebbe violentemente instabile; se non fosse per due diversi e notevoli fenomeni di risonanza tra i nuclei atomici nel cuore delle stelle giganti rosse, non si sarebbe potuto formare nessun elemento più pesante dell’elio; se lo spazio avesse avuto meno di tre dimensioni le connessioni necessarie per la circolazione sanguigna e il sistema nervoso sarebbero impossibili, mentre se avesse avuto più di tre dimensioni, i pianeti non avrebbero potuto girare intorno al sole percorrendo orbite stabili. — The Symbiotic Universe, pagine 256-7.

[Riquadro a pagina 14]

Qualcuno ha visto la mia massa mancante?

La galassia di Andromeda, come tutte le galassie a spirale, ruota maestosamente nello spazio come un immenso ciclone. Gli astronomi sono in grado di calcolare la velocità di rotazione di molte galassie analizzando lo spettro della luce, ma i risultati che ottengono li lasciano perplessi. Le velocità di rotazione sembrano impossibili! Tutte le galassie a spirale sembrano ruotare troppo in fretta. Si comportano come se le stelle visibili della galassia fossero immerse in un alone molto più grande di materia oscura, invisibile ai telescopi. “Non sappiamo che forma ha la materia oscura”, ammette l’astronomo James Kaler. I cosmologi calcolano che il 90 per cento della massa mancante rimane un mistero. Si affannano per scoprirla, o sotto forma di neutrini dotati di massa oppure sotto forma di qualche tipo di materia sconosciuta ma abbondantissima.

Se vi capitasse di trovare la massa mancante, avvisate subito il cosmologo della vostra zona!

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