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  • g96 8/6 pp. 16-19
  • Una testimonianza della loro fede

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  • Una testimonianza della loro fede
  • Svegliatevi! 1996
  • Sottotitoli
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  • La mostra in Francia
  • Esperienze personali
  • L’inaugurazione
  • Le reazioni
  • Denunciati i crimini del nazismo
    Svegliatevi! 1995
  • L’Olocausto: Vittime o martiri?
    Svegliatevi! 1989
  • Attacchi nazifascisti contro i Testimoni
    Svegliatevi! 1985
  • Storia moderna dei testimoni di Geova: Neutralità cristiana durante . . .
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
Altro
Svegliatevi! 1996
g96 8/6 pp. 16-19

Una testimonianza della loro fede

LO SCORSO anno 1995 ricorreva il 50º anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti. In tutta l’Europa le vittime del nazismo hanno commemorato questo avvenimento con grandi raduni, ai quali hanno presenziato capi di stato, tenuti ad Auschwitz, Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau, Ravensbrück, Sachsenhausen e in altri campi. Un pensiero ricorrente era: “Non dimentichiamolo!”

Per questa ragione i testimoni di Geova hanno presentato delle mostre in Europa in occasione del cinquantenario. Molti di quei Testimoni erano stati internati dal governo di Hitler per il loro rifiuto di fare il saluto nazista e di sostenere lo sforzo bellico. A cominciare dal 1933 migliaia di essi vennero imprigionati e molti morirono come risultato del trattamento ricevuto.

Le loro esperienze sono però sconosciute al pubblico in generale. Da qui l’espressione “i dimenticati dalla Storia”. Un gruppo di sopravvissuti Testimoni ha espresso il desiderio di tener viva la memoria delle loro famiglie e dei loro compagni che vennero perseguitati, imprigionati, torturati o assassinati e di far conoscere la testimonianza di fede e coraggio lasciata da questi Bibelforscher, come erano denominati i testimoni di Geova nei campi di concentramento.

Il 29 settembre 1994 il Museo dell’Olocausto (Holocaust Memorial Museum) a Washington tenne un seminario sui testimoni di Geova nei campi di concentramento. In Francia i superstiti dei campi tennero due grandi convegni commemorativi, uno a Strasburgo il 28 marzo 1995 e l’altro a Parigi il 30 marzo. È stato molto commovente sentire questi uomini e donne ormai attempati, ancora fedeli a Dio dopo 50 anni, raccontare le loro vicende. Il 27 aprile fu tenuto un convegno simile nei pressi di Berlino, a Brandeburgo, dove molti Testimoni avevano subìto la pena della decapitazione. Il giorno dopo diversi superstiti furono presenti alle cerimonie organizzate dallo stato di Brandeburgo e visitarono vari campi.

La mostra in Francia

A questi convegni è stata presentata una mostra dal tema “Mémoire de Témoins” (Testimonianza di Testimoni). Dal maggio 1995 all’aprile 1996 questa mostra itinerante ha visitato 42 città della Francia e varie città del Belgio e della Svizzera francofona. Primariamente, gli uomini e le donne che hanno preso parte alla mostra sono testimoni di Geova Dio. Ma sono anche testimoni delle sofferenze che loro e altri hanno sopportato nei campi di concentramento. Sono la prova vivente dell’esistenza di una ideologia di intolleranza che causò sofferenze e morte a milioni di persone a motivo della loro razza o religione. Per di più, la testimonianza dei Testimoni denuncia in che modo cosiddetti cristiani preferirono uno pseudomessia, Hitler, a Gesù Cristo, l’odio all’amore del prossimo e la violenza alla pace.

La mostra consisteva di circa 70 pannelli, di cui i primi contenevano una rassegna cronologica degli avvenimenti: l’apertura dei campi a Dachau e a Oranienburg nel marzo 1933, le leggi di Norimberga emanate nel settembre 1935 per “la protezione del sangue tedesco”; l’Anschluss, o annessione dell’Austria alla Germania, nel marzo 1938; la Kristallnacht (notte dei cristalli), nel novembre dello stesso anno, durante la quale migliaia di negozi ebrei furono devastati e oltre 30.000 persone vennero arrestate e deportate; la progressiva messa al bando dei testimoni di Geova; l’invasione dell’Unione Sovietica nel giugno 1941; e l’eutanasia dei malati mentali dal 1939 al 1941.

Vari pannelli descrivevano l’indottrinamento dei giovani nella Gioventù Hitleriana e il fascino che esercitavano i giganteschi raduni tenuti per le masse a Norimberga. C’erano fotografie che ricordavano il rifiuto dei testimoni di Geova di giurare fedeltà al Führer e di fare il saluto nazista. Altri pannelli mostravano in che modo i testimoni di Geova furono vittime della disinformazione e come, a partire dal 1935, distribuirono riviste e volantini che denunciavano i crimini nazisti.

Esperienze personali

Una quarantina di pannelli narravano le esperienze di uomini e donne comuni di tutta l’Europa che furono perseguitati e anche uccisi per la loro fede. Con la loro presenza alcuni superstiti hanno dato il proprio sostegno alla mostra e i visitatori li ascoltavano attentamente. I bambini rimanevano incantati mentre Louis Arzt narrava la sua storia. Originario di Mulhouse in Francia, fu strappato ai suoi genitori e spedito in Germania per aver rifiutato di dire “Heil Hitler!” a scuola. “Un soldato delle SS mi picchiò perché rifiutavo di fare il saluto nazista. Mi diede 30 colpi. Due giorni dopo mi mise una mano sulla spalla e cercò di far leva sui miei sentimenti. ‘Pensa a tua madre. Sarebbe tanto felice di vederti. Non devi far altro che dire “Heil Hitler!” e potrai riprendere il treno’. Non era facile per un bambino di 12 anni”, aggiungeva. Molti si commossero udendo le esperienze di Joseph Hisiger, che scambiò la sua razione settimanale di pane con la Bibbia di un compagno di cella protestante.

La mostra era inoltre arricchita da interviste videoregistrate a ex deportati. Alcune interviste erano state fatte proprio dove sorgevano i campi, ad esempio a Ebensee in Austria e a Buchenwald e Sachsenhausen in Germania. Altre interviste descrivevano vari aspetti della vita nei campi o narravano i ricordi di Testimoni che erano stati deportati da bambini.

L’inaugurazione

Di volta in volta la mostra è stata inaugurata con una breve cerimonia di apertura, durante la quale un rappresentante degli ex deportati ha dato spiegazioni sulla resistenza spirituale dei testimoni di Geova al nazismo. Anche deportati non Testimoni, nonché parecchi storici e funzionari, compreso un ex ministro francese, hanno gentilmente accettato l’invito a parlare.

Un ex deportato che conobbe i testimoni di Geova a Buchenwald disse riguardo a loro: “Non so di altre categorie di deportati, eccetto gli ebrei, che siano state trattate in maniera così ignominiosa: picchiati, umiliati, insultati, incaricati dei compiti più vili. Senza la loro fede non avrebbero potuto resistere. Nutro per loro immenso rispetto e ammirazione”.

Le reazioni

La mostra è stata visitata da oltre 100.000 persone. In alcune località centinaia di persone, tra cui molti giovani, hanno fatto la fila per accedervi. Molti visitatori hanno espresso i propri sentimenti scrivendo alcune parole nel libro degli ospiti. Per esempio, una ragazzina ha scritto: “Mi chiamo Sabrina. Ho 10 anni e vorrei essere coraggiosa come Ruth per piacere a Geova”.a

Anche i mezzi d’informazione hanno parlato della mostra. In generale in ogni città sono apparsi uno o due articoli sulla stampa locale. Oltre a questo, spesso stazioni radio locali hanno pubblicizzato la mostra e trasmesso programmi con interviste agli ex deportati. La televisione locale ha trasmesso brevi servizi di cronaca. Uno di questi servizi definiva la mostra “una storia semplice ma terribile che fa luce sull’indicibile. Una ‘Testimonianza di Testimoni’ che rende omaggio a una dignità indistruttibile”.

Il 50º anniversario della liberazione rimarrà a lungo scolpito nella mente dei superstiti. Anche se non sempre è stato facile rievocare dolorosi ricordi, parlandone e sottraendoli all’oblio i Testimoni sono stati in grado di rafforzare la fede di altri. Considerano un privilegio l’aver partecipato a questa mostra e dissipato in parte il pregiudizio e l’ignoranza che ancora permangono dopo 50 anni. Ciò che più conta, è stato per loro motivo di soddisfazione sapere che la loro testimonianza reca onore al loro Dio, Geova, e fa sì che altri non dimentichino ciò che essi hanno sopportato quali suoi Testimoni.

[Nota in calce]

a Ruth Danner fu deportata insieme ai genitori a nove anni e internata in sei diversi campi. Vedi l’Annuario dei testimoni di Geova del 1981, edito dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., pagine 103, 105.

[Immagine a pagina 16]

Articoli dell’“Età d’Oro” denunciarono i crimini del nazismo

[Immagine a pagina 16]

Circa 70 pannelli narravano la storia della persecuzione nazista di uomini, donne e bambini che non hanno voluto rinnegare la propria fede

[Immagine alle pagine 16 e 17]

Alcuni testimoni di Geova che erano stati deportati e internati dal governo di Hitler hanno narrato la loro storia

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