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  • Singapore: infangato gioiello dell’Asia

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  • Singapore: infangato gioiello dell’Asia
  • Svegliatevi! 1997
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Svegliatevi! 1997
g97 8/6 pp. 21-26

Singapore: infangato gioiello dell’Asia

CLANG! Con rumore sinistro le pesanti porte di acciaio del carcere femminile di Changi a Singapore si richiusero sbattendo alle spalle di una fragile vedova di 71 anni, una cristiana. Essendo testimone di Geova, aveva cercato di spiegare la sua posizione al presidente della corte: “Io non costituisco una minaccia per questo governo”.

Clang! La prossima era una nonna di 72 anni, un’altra cristiana. Il suo reato? Il possesso di quattro pubblicazioni bibliche della Watch Tower Society, inclusa la sua copia della Sacra Bibbia.

In tutto 64 cittadini di Singapore, di età compresa fra i 16 e i 72 anni, furono arrestati e dichiarati colpevoli. Quarantasette rifiutarono per principio di pagare la multa e furono detenuti per periodi da una a quattro settimane. Come poté accadere questo in una città-stato definita uno dei migliori luoghi del mondo in cui vivere? Come poté accadere in una città-stato famosa nel mondo per la sua stabilità economica, il suo sviluppo fenomenale e gli edifici moderni nonché per la sua presunta tolleranza religiosa?

Una moderna città-stato

Prima una breve storia. La storia moderna di Singapore iniziò nel 1819 con l’arrivo di sir Thomas Stamford Raffles dalla Gran Bretagna. Raffles, emissario della Compagnia delle Indie Orientali, era in cerca di una base operativa in Oriente. Decise di prendere in considerazione Singapore. Così ebbe inizio un centro commerciale che ha influito sullo sviluppo dell’Asia orientale fino ai nostri giorni.

Prima dell’indipendenza Singapore era descritta come una città disordinata. Oggi nessuno direbbe che Singapore sia disordinata. Tutt’altro. Negli ultimi 30 anni la città è stata quasi interamente ricostruita ed è stato conservato dove era possibile il carattere della città vecchia, preservando la facciata degli edifici più vecchi o incorporando intere strutture storiche in edifici moderni. Singapore è diventata un crocevia del commercio marittimo dell’Oriente, avendo spesso in porto anche 800 navi contemporaneamente. La moderna attrezzatura industriale permette di scaricare e ricaricare in poche ore un’enorme nave portacontainer. Nel centro finanziario della città il prezzo di mercato degli immobili si aggira sui 5.000 dollari al metro quadro o più.

La popolazione, di circa 3.400.000 abitanti, è molto varia: ci sono cinesi, malesi, indiani, europei e altri. Fra le lingue parlate ci sono cinese mandarino, malese, tamil e inglese.

Singapore ha uno dei sistemi di trasporto più moderni ed efficienti del mondo con i suoi 83 chilometri di rete metropolitana. In tutta la città abbondano le aree verdi, che spezzano il panorama dei moderni grattacieli. Qualcosa che il turista che viene per la prima volta a Singapore non deve mancare di visitare è il Raffles Hotel completamente rimesso a nuovo, ora definito monumento nazionale essendo stato costruito nel 1889. Poi viene il parco di 52 ettari, 4 dei quali sono giungla protetta, dove un tempo vagavano le tigri.

Garantita la libertà religiosa

In aggiunta al progresso economico senza precedenti, Singapore promette libertà religiosa a tutti i residenti. Purtroppo non ha mantenuto la promessa. L’hanno riscontrato in particolare coloro che si associano alla congregazione dei testimoni di Geova.

La Costituzione della Repubblica di Singapore, nell’articolo 15(1), garantisce la libertà di adorazione: “Ogni persona ha il diritto di professare la propria religione e di diffonderla”.

L’articolo 15(3) della Costituzione garantisce: “Ogni gruppo religioso ha il diritto:

(a) di gestire i propri affari religiosi;

(b) di istituire e mantenere organizzazioni per scopi religiosi e filantropici;

(c) di acquistare e possedere proprietà e di tenerle e amministrarle in armonia con la legge”.

Già nel 1936 i testimoni di Geova facevano parte della collettività di Singapore. Per molti anni tennero regolari adunanze di congregazione nella loro Sala del Regno situata al numero 8 di Exeter Road, proprio di fronte a un mercato molto frequentato. La congregazione prosperava, contribuendo nel contempo a suo modo alla stabilità della vita della collettività.

I testimoni di Geova al bando

Tutto questo cambiò il 12 gennaio 1972. Fu emanato un ordine di espulsione, in base al Decreto governativo di espulsione, capitolo 109, che ingiungeva al missionario cristiano Norman David Bellotti e alla moglie Gladys, da 23 anni residenti a Singapore, di lasciare il paese. Questo fu seguito presto da un ordine che revocava il riconoscimento della Congregazione dei Testimoni di Geova di Singapore. Nel giro di poche ore la Sala del Regno venne messa sotto sequestro dalla polizia che per entrare fracassò la porta principale. Seguì quasi immediatamente l’interdizione di tutte le pubblicazioni della Watch Tower Society. Così iniziò un periodo di repressione per i testimoni di Geova.

La Sala del Regno venne successivamente venduta dal governo come parte della stessa azione arbitraria, tutto senza una notifica, senza un’udienza, senza un processo, senza la possibilità di replicare.

Il governo di Singapore, per giustificare il bando, ha più volte citato il fatto che i testimoni di Geova non fanno il servizio militare. Solo il 29 dicembre 1995 il sig. K. Kesavapany, rappresentante permanente di Singapore presso le Nazioni Unite a Ginevra, in una lettera indirizzata a H. E. Ibrahim Fall, vicesegretario generale per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, affermò quanto segue:

“Il bando imposto dal mio governo al movimento dei testimoni di Geova deriva da considerazioni di sicurezza nazionale. La permanenza del movimento nuocerebbe al benessere pubblico e all’ordine di Singapore. Un necessario corollario della cancellazione dei testimoni di Geova dal registro ufficiale era che tutte le loro pubblicazioni fossero proibite al fine di avvalorare il bando imposto al movimento e di contenere la divulgazione e diffusione delle loro credenze”.

A proposito del presunto rischio per la sicurezza di Singapore, si noti che il numero di giovani che rifiutano il servizio militare è approssimativamente di cinque all’anno. Singapore ha un esercito di circa 300.000 uomini. Il governo si è rifiutato perfino di parlare di servizio civile nazionale per le poche persone a cui interesserebbe.

Soppressione palese

Dopo diversi anni di tolleranza precaria, nel 1992 un nuovo capitolo di soppressione dei diritti umani iniziava con l’arresto di diverse persone, accusate di possedere letteratura proibita dal Decreto delle pubblicazioni indesiderabili. Nel 1994 la Watch Tower Society mandò a Singapore il settantacinquenne W. Glen How, avvocato e testimone di Geova da una vita. La sua posizione di patrocinante per la Corona gli permetteva di presentarsi davanti ai tribunali di Singapore. Confidando nella libertà religiosa garantita dalla Costituzione, si ricorse in appello all’Alta Corte di Singapore, impugnando fra l’altro la validità degli arresti e del bando del 1972. L’8 agosto 1994 l’appello venne respinto da Yong Pung How, presidente dell’Alta Corte di Singapore. Tutti i tentativi di appellarsi contro la decisione furono vani.

All’inizio del 1995 fu evidente che l’impugnazione della sentenza basata sulla Costituzione di Singapore aveva fatto scattare misure ancora più repressive. Nel corso di un’azione di carattere militare chiamata Operazione Speranza, agenti in borghese della sezione società segrete del dipartimento della polizia investigativa piombarono su diversi gruppetti di cristiani radunati in case private. Una settantina di agenti e personale di supporto fecero irruzioni, con conseguente arresto di 69 persone. Tutti gli arrestati furono sottoposti a interrogatorio, alcuni per tutta la notte, e tutti furono accusati di partecipazione a adunanze dei testimoni di Geova e possesso di pubblicazioni bibliche. Alcuni furono tenuti in segregazione anche per 18 ore, senza poter neanche telefonare alla famiglia.

Le accuse contro gli stranieri furono lasciate cadere. Ma i 64 che sono cittadini di Singapore furono processati alla fine del 1995 e all’inizio del 1996. Tutti furono riconosciuti colpevoli. Quarantasette, di età compresa fra i 16 e i 72 anni, non pagarono le multe di migliaia di dollari e ricevettero condanne che andavano da una a quattro settimane di reclusione.

Prima di essere mandati nelle loro celle, uomini e donne furono denudati e perquisiti di fronte a diverse persone. Ad alcune donne fu ordinato di stendere le braccia, accucciarsi cinque volte e aprire la bocca e alzare la lingua. Almeno a una donna fu detto di aprirsi l’ano con le dita. In prigione alcuni uomini dovettero bere l’acqua dalla tazza del gabinetto. Alcune giovani furono trattate come pericolose criminali, tenute in isolamento per l’intero periodo di detenzione, con mezza razione di cibo. Alcuni carcerieri negarono ai Testimoni anche la loro Bibbia.

Ma ascoltiamo qualche commento di alcune donne imprigionate. Ciò che rivelano queste informazioni di prima mano è in netto contrasto con la facciata pulita di questa città moderna.

“La cella era sporca. Il lavandino e il gabinetto erano in uno stato deplorevole. Erano sdrucciolevoli e sporchi. Sotto la panca su cui sedevo c’erano ragnatele e immondizia”.

“Mi dissero di spogliarmi e mi diedero l’uniforme della prigione, un portasapone (senza sapone) e uno spazzolino da denti. Le altre detenute della cella mi dissero che chi aveva condanne brevi non riceveva né dentifricio né carta igienica”.

“Eravamo in 20 in una cella. Il gabinetto alla turca aveva la parete che arrivava fino alla cintola. Il bagno aveva una sola doccia e un lavandino con un rubinetto. Dovevamo lavarci in gruppi di sei: la mattina in mezz’ora dovevamo fare tutte la doccia”.

Nonostante il trauma dell’incarcerazione, tutti consideravano un privilegio servire Dio, non importa quando, dove e in quali circostanze. Sentite cosa ha detto un’adolescente:

“Dal momento che misi piede nella prigione, ripensavo sempre al motivo per cui ero lì. Ogni giorno pregavo Geova di ascoltare le mie preghiere e non abbandonarmi. Sentivo che esaudiva le mie preghiere perché era il suo spirito santo che mi aiutava a tener duro. Solo allora mi resi conto dell’intimità che avevo con lui, e questo mi rafforzò enormemente, sapendo che veglia su di noi. È un privilegio aver superato questa prova per amore del suo nome”.

I giornali in tutto il mondo vennero subito a conoscenza della cosa. In Australia, Canada, Europa, Hong Kong, Malaysia, Stati Uniti e in altri paesi la stampa continuò a parlarne. In Canada il Toronto Star riassunse lo sdegno del momento con il titolo “Nonnina condannata perché possiede la Bibbia”. Certo il mondo ha molti gravi problemi che riguardano molte più persone, ma in questo caso la domanda che si faceva ovunque la gente sbalordita era la stessa: “A Singapore?”

È difficile capire perché una religione praticata apertamente con la piena protezione della legge in più di 200 paesi in tutto il mondo debba essere oggetto di persecuzione a Singapore. È ancora più difficile da capire se si considera che nessun’altra religione è stata trattata in modo così irragionevole e arbitrario a Singapore.

Infatti un vicecommissario di polizia che comandava la squadra che fece irruzione in un luogo in cui si trovavano i testimoni di Geova ammise in tribunale che quella era la sola volta che lui e i suoi agenti avevano ricevuto l’ordine di disperdere una riunione religiosa. Le seguenti citazioni sono tratte dal verbale della deposizione:

Domanda: (al vicecommissario) A quanto le consta la sezione società segrete ha mai indagato qualche gruppo religioso non registrato e lo ha perseguito, a parte i testimoni di Geova?

Risposta: No che io sappia.

Allora l’interrogatorio proseguì.

Domanda: (al vicecommissario) Lei personalmente ha in qualche tempo eseguito una simile irruzione ai danni di un piccolo gruppo religioso, radunato in una casa privata e non registrato in base al Decreto sulle società?

Risposta: No.

Invito all’azione

Sia Amnesty International che l’Associazione Forense Internazionale inviarono il proprio osservatore speciale per controllare la regolarità dei processi. L’osservatore imparziale di Amnesty International, Andrew Raffell, lui stesso avvocato a Hong Kong, disse quanto segue: “Metto nel mio rapporto che aveva tutta l’apparenza di un processo da burla”. Egli spiegò ulteriormente che i funzionari del governo chiamati a testimoniare non furono in grado di spiegare alla corte perché le pubblicazioni dei testimoni di Geova fossero ritenute indesiderabili. Raffell elencò alcune pubblicazioni bibliche fra cui Come trovare la felicità e Come ottenere il meglio dalla tua giovinezza. Aggiunse che non si potevano davvero considerare indesiderabili sotto alcun aspetto.

L’osservatore dell’Associazione Forense Internazionale, Cecil Rajendra, disse quanto segue:

“Fin dall’inizio fu evidente all’osservatore che l’intero processo altro non era che una . . . farsa inscenata per dimostrare al mondo che a Singapore esiste ancora la democrazia.

“Il risultato era scontato e non ci fu mai ombra di dubbio prima, durante o alla conclusione del processo che tutti gli imputati sarebbero stati riconosciuti colpevoli.

“Benché il processo si svolgesse in un tribunale secondario e le accuse fossero in effetti lievi infrazioni del Decreto sulle società, nel tribunale c’era un’atmosfera di paura e intimidazione.

“Questa era in non piccola misura dovuta al fatto che c’erano di guardia almeno 10 poliziotti in uniforme (6 dentro l’aula e 4 fuori) e diversi uomini della sezione speciale in borghese seduti in galleria”.

Commentando lo svolgimento del processo stesso, Rajendra proseguì:

“Il comportamento del già citato giudice durante il periodo di osservazione (e anche durante l’intero svolgimento del processo, come risulta dai verbali) lasciò molto a desiderare. . . . Contro tutte le norme di un processo imparziale, il giudice intervenne più volte a favore dell’accusa e scoraggiò la difesa dal sottoporre a controinterrogatorio i testimoni dell’accusa riguardo alle prove presentate, per esempio la ‘Bibbia del re Giacomo’, presentata dall’accusa per dimostrare che gli imputati erano in possesso di pubblicazioni vietate!”

Tale è la preoccupazione internazionale per la soppressione dei diritti umani a Singapore che un periodico belga sui diritti dell’uomo (Human Rights Without Frontiers) ha pubblicato una relazione di 18 pagine interamente dedicata all’attacco del governo di Singapore contro i testimoni di Geova. Nell’editoriale Willy Fautré, redattore capo del periodico, ha definito in modo molto succinto la vera misura della libertà umana in qualsiasi stato politico:

“Per quanto la libertà religiosa sia una delle migliori indicazioni della condizione generale della libertà dell’uomo in qualsiasi società, pochissime organizzazioni secolari per i diritti dell’uomo hanno avuto un ruolo sia nell’eliminare quelle forme di discriminazione e intolleranza basate sulla religione o la credenza, sia nello sviluppo di politiche che salvaguardino e promuovano la libertà religiosa”.

Lo stesso periodico ha pubblicato in neretto un elenco di raccomandazioni nell’ultima pagina della relazione.

I testimoni di Geova giovano a Singapore. Essi rispettano i diritti dei loro vicini e non commetteranno nessun reato contro di loro. Nessun cittadino di Singapore deve temere di ritrovarsi con la casa svaligiata o di essere rapinato, picchiato o stuprato da un testimone di Geova.

Il loro ministero pubblico volontario rafforza e migliora la vita familiare e favorisce il civismo. Tengono studi biblici gratuiti con chiunque desideri imparare gli edificanti princìpi della Bibbia e il modo di applicarli nella propria vita. Le adunanze di studio biblico e preghiera fanno parte della loro educazione cristiana. Questo ha fatto di loro degli ottimi cittadini.

I cittadini di Singapore che rispettano la loro repubblica e desiderano il meglio per il suo futuro dovrebbero sollecitare il governo a riconsiderare il posto legittimo che spetta ai testimoni di Geova nella società di Singapore. È tempo di togliere le sanzioni contro di loro e restituire loro quello a cui ha diritto ogni cittadino: la libertà di culto.

[Riquadro a pagina 26]

Il mondo osserva

1. “Quando una sera dello scorso febbraio la polizia di Singapore ha fatto un blitz di stile militare in cinque case, 69 uomini, donne e adolescenti sono stati arrestati e trascinati al comando di polizia. Non è il modo in cui si suppone terminino le adunanze di studio biblico”. — The Ottawa Citizen, Canada, 28 dicembre 1995, pagina A10.

2. “Sarebbe una bella soddisfazione per tutti coloro che si interessano di libertà religiosa e dei diritti di coscienza se il Governo di Singapore rettificasse la propria posizione nei confronti di queste persone innocenti e innocue e consentisse loro di praticare e diffondere la loro fede senza timore o ostacoli”. — Professor Bryan R. Wilson, Università di Oxford, Inghilterra.

3. “In una serie di processi che hanno scatenato proteste da parte di gruppi internazionali che si battono per le libertà civili, i tribunali di Singapore hanno condannato dallo scorso novembre 63 testimoni di Geova”. — Asahi Evening News, Giappone, 19 gennaio 1996, pagina 3.

4. “I testimoni di Geova dovrebbero poter radunarsi e praticare pacificamente la loro religione senza pericolo di essere arrestati o imprigionati. La libertà di religione è un diritto fondamentale che è garantito dalla Costituzione di Singapore”. — Amnesty International, 22 novembre 1995.

5. Chan Siu-ching, presidente della Commissione per la giustizia e la pace della diocesi cattolica di Hong Kong, in una lettera a Lee Kuan Yew, Senior Minister, Ufficio del Primo Ministro, datata 1º giugno 1995, dichiarò: “Il problema principale è che anche se il governo di Singapore pensa che coloro che rifiutano il servizio militare violano la legge e vanno condannati, ciò non dovrebbe riguardare coloro che partecipano solo a riunioni religiose per l’adorazione. . . .

“Scriviamo dunque per richiedere che il vostro Governo:

1. non lasci al bando i testimoni di Geova affinché possano godere della libertà di culto e di coscienza;

2. smetta di condannare gli appartenenti ai testimoni di Geova che solo assistono alle riunioni di carattere religioso;

3. rilasci gli appartenenti ai testimoni di Geova che di recente sono stati arrestati semplicemente per aver partecipato ad attività religiose”.

[Immagine a pagina 23]

Testimoni di Geova incriminati nel tribunale

[Immagine a pagina 23]

Questa Testimone di 71 anni disse al giudice: “Io non costituisco una minaccia per questo governo”. Eppure fu imprigionata

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