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Svegliatevi! 1997
g97 22/11 pp. 24-27

Capire chi ha paura di balbettare

SAPETE distinguere tra una persona che parla scorrevolmente e una che ha paura di balbettare? Forse rispondete: ‘Beh, certo che sì’. Tuttavia notate cosa scrive Peter Louw nel suo libro in afrikaans intitolato Hhhakkel (B-b-balbuzie): “Per ogni balbuziente ‘dichiarato’ ce ne possono essere dieci che si sforzano di passare il più possibile inosservati e nascondono il loro impedimento di parola in vari modi”. Nascondere il loro impedimento? Com’è possibile?

Alcuni balbuzienti ci riescono pensando in anticipo alle parole che hanno dato loro problemi in passato. Poi, anziché dire quella parola, cambiano la frase o usano un sinonimo. Un uomo nascose la sua balbuzie alla moglie per 19 anni. Quando lei si rese conto del problema del marito, chiese a un logopedista: “Crede che è per questo che fa fare a me le telefonate, che devo essere sempre io a ordinare al ristorante, e che non fa mai commenti alle . . . adunanze?”

Prendete anche il caso di Gerard e Maria, una felice coppia sudafricana.a In varie occasioni Maria aveva cercato di spiegare al marito che non commentava alle adunanze di studio biblico per paura di balbettare. “È assurdo”, rispondeva dogmaticamente lui, “tu non sei balbuziente”. Gerard basava la sua convinzione sul fatto che la moglie ha un carattere loquace. Solo alcune situazioni le fanno venire paura di balbettare. Gerard se ne rese conto per la prima volta dopo cinque anni di matrimonio, e confessò: “Sono stato ignorante e insensibile”. Ora, anziché criticare la moglie, la loda tutte le volte che trova il coraggio di parlare davanti a un vasto uditorio.

Com’è comprensibile, molti balbuzienti sono schiavi della paura. “Una paura . . . a volte velata, spesso acuta”, spiega il balbuziente David Compton nel libro Stammering (La balbuzie). “Nel momento in cui più è vulnerabile, nel momento cruciale del contatto con i suoi simili, quando vuole esprimere loro qualcosa a parole, che si tratti di cose di ordinaria amministrazione o molto personali, in tali circostanze il balbuziente può aspettarsi di essere ferito, messo in ridicolo . . . Anche coloro che superano brillantemente questo problema devono ammettere che la paura li ha condizionati, e che non li abbandona mai del tutto”.

Situazioni che possono generare paura

Quando un balbuziente è chiamato a rispondere a una domanda in pubblico, come in un’aula scolastica, a una riunione di lavoro o a un’adunanza religiosa, questo può creargli uno stato d’ansia che scatena un grave attacco di balbuzie. In Sudafrica, nel corso di un’intervista radiofonica, fu chiesto a una balbuziente quindicenne di nome Rosanne: “Ci sono occasioni in cui pensi che è molto meglio rimanere zitta?” Lei rispose: “Sì, spesso; ad esempio, a volte in classe saprei dare una bella risposta che mi farebbe sicuramente prendere un bel voto, ma mi rendo conto che sarebbe troppo difficile da pronunciare”.

Nello stesso programma radiofonico fu intervistato anche Simon, un uomo d’affari. Come Rosanne, anche Simon ha fatto dei progressi grazie alla logopedia. A volte, però, gli capita ancora di balbettare molto. Il problema può essere aggravato dall’atteggiamento di chi lo ascolta. “Se si è a una riunione di lavoro e si hanno molte cose da dire ma non si riesce ad essere scorrevoli, le persone attorno al tavolo diventano molto, molto impazienti”, spiega.

La paura che prova un balbuziente non va confusa con la paura di parlare con gli estranei che può avere una persona timida. Prendete il caso di Lisa, che da due anni frequenta le adunanze dei testimoni di Geova. Quando conversa normalmente con gli amici, spesso parla in maniera molto scorrevole. Partecipa anche con zelo all’opera di evangelizzazione, che richiede di prendere l’iniziativa nel rivolgere la parola agli estranei. Lisa, però, ha una paura comune a molti balbuzienti: parlare davanti a un folto numero di persone. “Alle adunanze”, spiega Lisa, “raramente riesco ad alzare la mano e a rispondere a una domanda. Se do una risposta, si tratta al massimo di una parola o di una frasetta. Non è molto, ma è il meglio che posso fare. Spesso ho le risposte in mente e sulla punta della lingua, perché mi preparo sempre in anticipo, ma la lingua si rifiuta di collaborare”.

Per alcuni balbuzienti è ancora peggio dover leggere ad alta voce. Questo li costringe a usare parole che normalmente eviterebbero. “A un’adunanza”, spiega ancora Lisa, “a volte ci viene chiesto di leggere a turno i versetti biblici che si stanno considerando. In tali circostanze mi prende la paura, e aspetto nervosamente il mio turno, non sapendo se ce la farò a leggere i versetti o no. A volte leggo ma non riesco a pronunciare una certa parola. Allora la salto e proseguo la lettura”.

Naturalmente, è il caso di pensarci bene prima di incoraggiare un balbuziente a leggere ad alta voce. Un simile “incoraggiamento” potrebbe farlo sentire peggio. Tale persona, invece, merita di essere lodata calorosamente per il fatto che fa del suo meglio.

Quando si cerca di dare aiuto

La balbuzie è un disturbo molto complesso. Quello che funziona per una persona può non funzionare per un’altra. Anzi, molti balbuzienti che per un certo periodo di tempo “guariscono” hanno in seguito una ricaduta. La balbuzie è, fra tutti i disturbi del linguaggio, quello su cui sono stati condotti gli studi più approfonditi. Eppure gli esperti non hanno identificato una causa specifica. Anzi, quasi tutti sono dell’opinione che la balbuzie dipenda da molti fattori. Una teoria formulata in base a studi recenti sostiene che è legata ad anomalie nell’organizzazione delle cellule cerebrali durante il periodo infantile. Stando a ciò che dicono il dott. Theodore J. Peters e il dott. Barry Guitar in un libro di testo sulla balbuzie, le opinioni attuali circa le cause di questo problema “verranno superate man mano che ulteriori studi colmeranno le enormi lacune delle attuali conoscenze nel campo della balbuzie”. — Stuttering—An Integrated Approach to Its Nature and Treatment.

Visto che si sa così poco sulla balbuzie, bisogna usare cautela quando si suggerisce a chi soffre di questo disturbo una delle numerose terapie disponibili. “La maggior parte dei balbuzienti gravi”, aggiunge il succitato libro di testo, “guariranno solo in parte. Impareranno a parlare più lentamente o a balbettare senza tanta ansietà, e senza farsene un grosso problema. . . . Per motivi che non comprendiamo, alcuni balbuzienti non fanno nessun progresso significativo durante la terapia”.b

Quando una terapia non funziona, alcuni terapisti danno la colpa al balbuziente, dicendo che non ci ha messo abbastanza impegno. Un terapista ha detto: “L’unica possibilità di insuccesso sta in un atteggiamento non risoluto da parte del balbuziente”. A proposito di queste affermazioni lo scrittore David Compton ha detto: “Non ho parole per esprimere la rabbia che commenti di questo tipo possono far provare ai balbuzienti. Primo, perché sono chiaramente falsi. Non esiste nessuna terapia che possa andare bene per tutti i balbuzienti, e anche la terapia giusta per un determinato balbuziente non è affatto infallibile. Secondo, perché i balbuzienti si sentono spesso frustrati . . . Qualsiasi cosa faccia aumentare inutilmente e ingiustamente [questa sensazione] è una vera e propria cattiveria”.

Come aiutarli

Di solito i balbuzienti non vogliono essere compatiti. Tuttavia, si può fare molto per aiutarli. Quando balbettano, non distogliete lo sguardo per l’imbarazzo. Anziché osservare la loro bocca, guardateli negli occhi. Di solito i balbuzienti sono molto attenti ai messaggi che i loro interlocutori trasmettono con il corpo. Se apparite rilassati, questo li aiuterà a dissipare i loro timori. “Mostrate alla persona che siete disposti ad ascoltarla come ascoltereste chiunque altro”, ha detto un logopedista.

Gli insegnanti che hanno un alunno balbuziente possono fare molto per aiutarlo a vincere le sue paure. Nel periodico specializzato sudafricano Die Unie veniva dato il seguente suggerimento agli insegnanti: “La maggior parte dei balbuzienti balbettano molto meno se sanno che chi li ascolta non si aspetta che parlino scorrevolmente”.

Secondo questa rivista, è anche importante che l’insegnante sappia cosa prova l’alunno. Anziché evitare questi alunni per imbarazzo, gli insegnanti dovrebbero parlare con loro e incoraggiarli ad esprimersi circa il loro problema. In questo modo possono scoprire quali sono le circostanze in cui l’alunno teme maggiormente di doversi esprimere. La rivista diceva: “La sua scorrevolezza nel parlare dipende per l’80 per cento da voi”. Se si sente accettato nonostante il suo problema, parlerà in maniera più scorrevole. Quella stessa rivista spiegava: “Mantenere in aula un’atmosfera rilassata che faciliti l’apprendimento sarà utile non solo al balbuziente ma anche al resto della classe”.

Non c’è dubbio che questi suggerimenti si possono adattare alle situazioni in cui ci si trova ad insegnare agli adulti.

Il nostro Creatore comprende

Il nostro Creatore, Geova Dio, comprende appieno l’imperfezione umana. Egli nominò Mosè suo portavoce per condurre gli israeliti fuori dall’Egitto. Fece questo pur sapendo perfettamente che Mosè aveva un impedimento di parola che gli rendeva difficile comunicare. Dio sapeva anche che il fratello di Mosè, Aaronne, era invece un oratore capace. “So bene che realmente egli sa parlare”, disse Dio. (Esodo 4:14) Tuttavia Mosè aveva altre qualità di gran lunga più importanti, come lealtà, benignità, fede e mitezza. (Numeri 12:3; Ebrei 11:24, 25) Nonostante le obiezioni di Mosè, Dio non cambiò idea su chi doveva essere il condottiero del Suo popolo. Nello stesso tempo, tenne conto dei timori di Mosè incaricando Aaronne di fargli da portavoce. — Esodo 4:10-17.

Possiamo imitare Dio essendo comprensivi. Trattate i balbuzienti con dignità e non permettete che un difetto di pronuncia vi impedisca di vedere il vero valore di una persona. L’esperienza di una bambina che aveva il padre balbuziente illustra questo punto. Il padre imparò un metodo per leggere in maniera più scorrevole. Una sera volle sperimentare questo metodo leggendo un racconto alla figlia di sei anni, e si sentì orgoglioso della sua scorrevolezza.

“Papà, parla per bene”, disse la bambina quando il padre ebbe terminato di leggerle il racconto.

“Sto parlando benissimo”, rispose lui, indignato.

“No”, insisté la bambina. “Parla come parli sempre!”

Sì, questa bambina amava il padre per quello che era, anche se aveva un difetto di pronuncia. Perciò la prossima volta che avete a che fare con una persona che balbetta, ricordate che essa può avere pensieri preziosi e qualità desiderabili. Di sicuro ha dei sentimenti. Siate pazienti e comprensivi.

[Note in calce]

a In questo articolo alcuni nomi sono stati cambiati.

b Per i bambini la prognosi è migliore che per gli adulti. Ann Irwin, esperta logopedista, spiega in un suo libro sulla balbuzie infantile: “Tre bambini su quattro risolvono spontaneamente il loro problema di balbuzie con la crescita. Se vostro figlio appartiene a quel 25 per cento che non lo risolve spontaneamente, è estremamente probabile che lo risolva con la terapia preventiva”. — Stammering in Young Children.

[Immagine a pagina 25]

Chi balbetta può aver paura di esprimersi in pubblico

[Immagine a pagina 26]

Siate pazienti se un balbuziente fa fatica a parlare con voi

[Immagine a pagina 27]

I balbuzienti di solito hanno paura di parlare al telefono

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