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  • g98 8/10 pp. 18-19
  • Il valore della solitudine

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  • Il valore della solitudine
  • Svegliatevi! 1998
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  • Solitudine: Perché è preziosa?
  • Sfruttate la solitudine per avvicinarvi a Dio
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Svegliatevi! 1998
g98 8/10 pp. 18-19

Il punto di vista biblico

Il valore della solitudine

IN UN’OCCASIONE Gesù “salì tutto solo sul monte a pregare. Benché si facesse tardi, egli era là solo”. (Matteo 14:23) In un’altra occasione, “fattosi giorno, uscì e andava in un luogo solitario”. (Luca 4:42) Da questi versetti si nota che Gesù Cristo di tanto in tanto ricercava e apprezzava momenti di solitudine.

Nella Bibbia troviamo altri esempi di uomini che, come Gesù, riconoscevano il valore della solitudine. Era quando stava solo durante le veglie della notte che il salmista meditava sulla maestosità del suo grande Creatore. E quanto a Gesù Cristo, subito dopo aver saputo della morte di Giovanni il Battezzatore, andò “in un luogo solitario per isolarsi”. — Matteo 14:13; Salmo 63:6.

Oggi che la vita è chiassosa e movimentata la solitudine, dettata dalle circostanze o da una precisa scelta personale, non è molto ambita. Ricordate quando è stata l’ultima volta che siete stati per un po’ da soli? Una giovane moglie ha detto: “In tutta la mia vita non sono mai stata sola”.

Ma la solitudine è davvero necessaria? Se sì, come si possono impiegare in modo utile e soddisfacente i periodi di tranquillità? E che ruolo ha l’equilibrio nella ricerca della solitudine?

Solitudine: Perché è preziosa?

La Bibbia dice che in un’occasione un servitore di Dio dell’antichità, Isacco, cercava la solitudine “nel campo sul far della sera”. Perché? “Per meditare”. (Genesi 24:63) Secondo un dizionario, meditare significa “immergersi in pensieri e in riflessioni profonde, concentrarsi in considerazioni minuziose, attente; ragionare fra sé, a lungo, intensamente, con grande attenzione”. (Grande Dizionario della Lingua Italiana di S. Battaglia) Meditando in questo modo senza distrazioni Isacco, che stava per assumersi grosse responsabilità, avrebbe potuto chiarirsi le idee, organizzare i suoi pensieri e valutare a cosa dare la precedenza.

Un esperto di igiene mentale afferma che, “purché la solitudine sia tenuta entro certi limiti, l’assenza di altre persone permette di riordinare i propri pensieri, di concentrarsi meglio”. Molti possono confermare che questa esperienza può essere ristoratrice, corroborante e salutare.

Tra i risultati positivi della meditazione ci sono profondità di pensiero e riserbo, qualità che portano a parlare ed agire con discrezione, il che, a sua volta, favorisce l’armonia nei rapporti umani. Ad esempio, chi impara a meditare può anche imparare quando è il caso di rimanere in silenzio. Anziché parlare in maniera avventata, riflette prima sull’effetto che potrebbero avere le sue parole. “Hai guardato un uomo frettoloso nelle sue parole?”, chiede l’ispirato scrittore biblico. Poi dice: “C’è più speranza per qualche stupido che per lui”. (Proverbi 29:20) Qual è l’antidoto a questo modo sconsiderato di usare la lingua? La Bibbia risponde: “Il cuore del giusto medita per rispondere”. — Proverbi 15:28; confronta Salmo 49:3.

Per il cristiano, la quieta meditazione che si accompagna alla solitudine è un fattore essenziale per crescere verso la maturità spirituale. A questo riguardo sono pertinenti le parole dell’apostolo Paolo: “Pondera queste cose; sii assorto in esse, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti”. — 1 Timoteo 4:15.

Sfruttate la solitudine per avvicinarvi a Dio

Uno scrittore inglese ebbe a dire: “La solitudine è la sala delle udienze di Dio”. A volte Gesù sentiva il bisogno di isolarsi dagli altri esseri umani e accostarsi a Dio in solitudine. La Bibbia riferisce uno di questi casi: “La mattina di buon’ora, mentre era ancora buio, si alzò e, uscito fuori, si recò in un luogo solitario, e là pregava”. — Marco 1:35.

Nei Salmi si parla spesso di meditare su Dio. Rivolgendosi a Geova, il re Davide disse: “Medito su di te”. Analogamente, Asaf scrisse: “Certamente mediterò su tutta la tua attività, e mi occuperò di sicuro delle tue opere”. (Salmo 63:6; 77:12) Pertanto, riflettere sulle qualità e sulle opere di Dio reca molte ricompense. Fa apprezzare maggiormente Dio, permettendo di avvicinarsi di più a lui. — Giacomo 4:8.

Occorre moderazione

Naturalmente, bisogna essere moderati nella ricerca della solitudine. La solitudine si potrebbe definire un luogo bello da visitare ma in cui è pericoloso rimanere. Isolarsi eccessivamente va contro i bisogni umani fondamentali di stare insieme ad altri, comunicare ed esprimere amore. Inoltre, l’isolamento può essere un terreno fertile per le erbacce della stoltezza e dell’egoismo. Il proverbio biblico avverte: “Chi si isola cercherà la sua propria brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza”. (Proverbi 18:1) Per essere equilibrati nella nostra ricerca della solitudine dobbiamo riconoscere i pericoli dell’isolamento.

A somiglianza di Gesù e di altri uomini spirituali dei tempi biblici, oggi i cristiani apprezzano molto i propri momenti di solitudine. È vero che, con tante responsabilità e preoccupazioni, trovare il tempo e l’occasione per meditare in solitudine può non essere facile. Tuttavia, come per tutte le cose che hanno vero valore, dobbiamo ‘riscattare il tempo opportuno’. (Efesini 5:15, 16) In tal caso potremo dire anche noi, come il salmista: “I detti della mia bocca e la meditazione del mio cuore divengano piacevoli dinanzi a te, o Geova”. — Salmo 19:14.

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