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Cammina coraggiosamente con Dio
wcg cap. 53 p. 236-p. 241

53 PAOLO

“Ora vi esorto a farvi coraggio”

Edizione stampata
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FU GESÙ stesso a rivelare che Saulo avrebbe sofferto molto a motivo dell’opera di predicazione. Quelle parole di Gesù si avverarono? Saulo, che diventò noto come l’apostolo Paolo, scrisse la sua seconda lettera ai Corinti una ventina di anni dopo. All’epoca della stesura di quella lettera aveva già subìto moltissime “percosse” e si era trovato “spesso in pericolo di morte”. Era sopravvissuto a tre naufragi e in un’occasione aveva trascorso un giorno e una notte in balìa del mare. Comunque, si sarebbe presto trovato coinvolto in un altro naufragio.

Paolo era in prigione a Cesarea da oltre due anni. Non veniva rilasciato perché un funzionario corrotto voleva del denaro da lui. Quando quel funzionario fu sostituito, Paolo fece appello a Cesare. Fu fatto imbarcare su una nave. Così cominciò il suo difficile viaggio verso Roma, un viaggio di oltre 3.000 chilometri. Insieme a Paolo, a bordo c’erano Luca, “l’amato medico”, e un altro compagno d’opera di nome Aristarco (Col. 4:14).

A Mira, in Asia Minore, il centurione Giulio fece imbarcare i prigionieri su una nave egiziana adibita al trasporto di cereali che era diretta in Italia. La nave salpò, ma a un certo punto iniziarono a soffiare venti contrari, e Luca dice due volte che la nave procedeva a fatica. Mentre si trovavano in un luogo chiamato Buoni Porti, Paolo capì che se non fossero rimasti lì per tutto l’inverno si sarebbero trovati in serio pericolo.

Con coraggio l’apostolo avvertì Giulio che, se avessero deciso di continuare la navigazione, questo avrebbe comportato “danni e gravi perdite”. Giulio però diede ascolto a chi diceva di proseguire. Sicuramente ben presto si pentì di quella decisione. Infatti “si scatenò [...] un vento tempestoso” e, come riferisce Luca, “la nave fu travolta”. Il vento soffiava sempre più forte e le onde diventavano sempre più spaventose. Giorno dopo giorno la nave continuava a essere “violentemente [sbattuta] dalla tempesta”. Per alleggerirla, i marinai gettarono in mare l’attrezzatura. Per giorni nessuno mangiò. Dopo quasi due settimane, “ogni speranza di salvezza cominciava a svanire”.

Mentre era prigioniero, Paolo aiutò quelli che si trovavano su una nave con lui a sopravvivere a una tempesta

La catastrofe sembrava inevitabile, ma Paolo disse a tutti quelli che erano a bordo: “Ora vi esorto a farvi coraggio, perché nessuno di voi perderà la vita; andrà perduta solo la nave”. Quando alcuni dei marinai cercarono di fuggire a bordo della scialuppa, Paolo disse che molti avrebbero perso la vita se quegli uomini non fossero rimasti sulla nave. Allora i marinai tagliarono le corde della scialuppa e la lasciarono cadere in mare.

Mentre la nave viene sbattuta da una violenta tempesta e i marinai sono spaventati, Paolo esorta a non fuggire a bordo della scialuppa.

Prima dell’alba, Paolo disse a tutti che quello poteva essere il momento giusto per mangiare il cibo che era rimasto sulla nave. E aggiunse: “Neppure un capello della vostra testa andrà perduto”. Poi ringraziò Geova davanti a tutti. Dopo che ebbero finito di mangiare, gettarono in mare il grano che era rimasto. Vedendo il coraggio di Paolo, “tutti si sentirono incoraggiati”. Alle prime luci dell’alba la nave si arenò su un banco di sabbia e iniziò a sfasciarsi per la violenza delle onde. Comunque le parole di Paolo si avverarono: giunsero “tutti sani e salvi a riva”!

Paolo e gli altri che erano a bordo con lui si gettano in mare mentre la nave si sfascia. Nuotano fino alla vicina isola di Malta.

I naufraghi scoprirono che quella su cui erano approdati era l’isola di Malta. Ben presto Paolo e i suoi compagni di viaggio si misero a predicare. Dio si servì di Paolo anche per compiere dei miracoli. Molti abitanti dell’isola furono così grati nei confronti di Paolo e dei suoi amici che fecero loro dei doni.

Paolo non smise mai di mostrare coraggio. Arrivò a Roma la primavera seguente e rimase agli arresti per circa due anni, sempre sotto sorveglianza. Anche in quelle circostanze difficili, continuò a predicare e a scrivere lettere ispirate. Quando poi fu rilasciato, ricominciò a predicare liberamente. In seguito, però, tornò a Roma per quella che sarebbe stata la sua ultima prigionia. Sembra infatti che alla fine quell’uomo fedele e coraggioso sia stato messo a morte dai romani. Paolo comunque non aveva paura della morte. L’aveva definita “l’ultimo nemico”, e sapeva che Geova l’avrebbe eliminata (1 Cor. 15:26). Al tempo stabilito da Dio, Paolo avrebbe ricevuto la ricompensa che gli era stata promessa, la vita immortale nei cieli, dove avrebbe servito come re e sacerdote al fianco di Gesù Cristo.

Leggi questi passi della Bibbia:

  • Atti 9:16; 24:24-27; 25:11; 27:1-44; 28:1-10, 16, 30, 31

  • 2 Corinti 11:23-27

  • 2 Timoteo 1:16, 17; 4:6-8

Per parlarne insieme:

In quali modi Paolo mostrò coraggio in questa parte della sua vita?

Vai più a fondo

  1. 1. Perché Saulo potrebbe aver preferito usare il suo nome romano, Paolo? (w08 1/3 12 parr. 4-5)

  2. 2. I nove anni trascorsi tra il ritorno di Paolo a Tarso e il suo spostamento ad Antiochia sono stati chiamati “anni silenziosi”. Quali difficoltà potrebbe aver affrontato durante quel periodo? (w00 15/7 26-27, riquadro parr. 3-4)

  3. 3. Suggerendo di rimandare il viaggio in mare verso l’Italia, Paolo diede un consiglio saggio? (Atti 27:9, 10; wp17.5 9 parr. 3-4) Immagine A

    Immagine A: Nave mercantile del I secolo, simile a quella su cui Paolo si imbarcò a Mira

  4. 4. Perché gli abitanti di Malta dissero di Paolo: “Quest’uomo è [...] un assassino”? (Atti 28:4; w15 1/10 9 parr. 5-6)

Una storia che ti riguarda

  • Paolo disse a quelli che erano sulla nave con lui che grazie all’aiuto di Dio ‘neppure un capello della loro testa sarebbe andato perduto’ (Atti 27:22, 34). Cosa ci insegna questo riguardo a ciò che Geova ha il potere di fare, e come influisce sul modo in cui consideriamo l’opera di predicazione?

  • Dopo la preghiera di Paolo, “tutti si sentirono incoraggiati” (Atti 27:35, 36). In quali situazioni le nostre preghiere potrebbero incoraggiare altri? Immagine B

    Collage: Un fratello e due sorelle pregano per altri. Le immagini compaiono di nuovo in altri punti. Un fratello prega mentre è seduto accanto a un altro fratello che è in un letto di ospedale ed è pieno di lividi. Una madre si inginocchia e prega con i suoi due figli prima che vadano a scuola. Una giovane sorella, seduta alla scrivania, prega. Sullo schermo del suo tablet si vede un articolo che parla dei fratelli e delle sorelle in prigione per la loro fede.

    Immagine B

  • Come potresti imitare il coraggio mostrato da Paolo nelle vicende di questo racconto?

Una prospettiva più ampia

  • Cosa ti insegnano su Geova le vicende di questo racconto?

  • In che modo questo racconto si collega al proposito di Geova?

  • Pensando a quello che hai imparato su Paolo in questo racconto, perché sei felice che sia stato scelto per regnare con Cristo in cielo?

Scopri di più

Scopri perché i viaggi in mare erano importanti nel I secolo e come furono utili per la diffusione del cristianesimo.

“In pericoli nel mare” (w99 15/3 29-31)

In che modo alcuni anziani di congregazione hanno imitato la perseveranza e lo spirito di sacrificio di Paolo?

Imitiamo quelli che con la pazienza ereditano le promesse | Paolo (3:22)

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