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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 20-21

Abiu

(Abìu) [padre di lui; mio padre è egli].

Uno dei quattro figli di Aaronne avuti dalla moglie Eliseba; fratello di Nadab, Eleazaro e Itamar. (Eso. 6:23; I Cron. 6:3; 24:1) Nato in Egitto, Abiu, secondo figlio di Aaronne, doveva essere un uomo maturo all’epoca dell’esodo, dato che suo padre aveva allora ottantatré anni. — Num. 33:39.

Come figli maggiori, Nadab e Abiu ebbero da Geova il permesso di accompagnare il padre e settanta anziani d’Israele verso il monte Sinai e di avere da una certa distanza un’imponente visione della gloria di Dio. (Eso. 24:1, 9-11) Geova onorò i figli di Aaronne, affidando loro l’incarico di servire come sacerdoti insieme al padre, sommo sacerdote, e stabilendo che da loro venisse l’eventuale successore di Aaronne. Essi dovevano indossare abiti e copricapi sacerdotali “per gloria e bellezza”. Mosè doveva “ungerli e riempir di potere la loro mano e santificarli” per il servizio a Dio. (Eso. 28:1, 40-43) Il sacerdozio sarebbe spettato loro “come statuto a tempo indefinito” (Eso. 29:8, 9), infatti d’allora in poi furono sempre inclusi nelle istruzioni di Dio relative al sacerdozio e alle sue funzioni. (Eso. 29:10-46; 30:26-38) Inoltre Dio mise vigorosamente in risalto per loro, e per tutta la nazione, l’importanza vitale di rispettare la santità delle cose relative alla sua adorazione, inclusi l’altare dell’incenso e i suoi arredi. La loro vita dipendeva dal rispetto dei regolamenti divini.

Ora, un anno dopo l’inizio dell’esodo, era giunto il momento di erigere il tabernacolo e istituire il sacerdozio (1512 a.E.V.). L’intera nazione si radunò davanti all’ingresso della tenda di adunanza per le cerimonie dell’investitura e vide Aaronne e Abiu e i suoi fratelli, lavati e col capo coperto da un turbante, ricevere l’unzione come sacerdoti di Dio per rappresentare la nazione davanti a lui. Quindi i nuovi sacerdoti rimasero all’ingresso della tenda di adunanza per sette giorni onde si completasse la loro investitura e, come disse Mosè, “‘per riempine di potere la vostra mano’. . . . E Aaronne e i suoi figli facevano tutte le cose che Geova aveva comandate per mezzo di Mosè”. — Lev. 8:1-3, 13-36.

L’ottavo giorno Aaronne cominciò a officiare, con l’assistenza di Abiti e dei suoi fratelli (Lev. 9:1-24), e furono tutti testimoni della gloriosa manifestazione della presenza di Dio. Ma, evidentemente prima della fine della giornata, “Nadab e Abiu [i maggiori dei quattro figli] presero e portarono ciascuno il suo portafuoco e vi misero del fuoco e vi posero sopra dell’incenso, e offrivano dinanzi a Geova fuoco illegittimo, che egli non aveva loro prescritto. A ciò un fuoco uscì d’innanzi a Geova e li consumò, così che morirono dinanzi a Geova”. (Lev. 10:1, 2) Per ordine di Mosè i loro cadaveri furono portati fuori del campo dai cugini di Aaronne. Il padre e gli altri due fratelli ebbero da Dio il comando di non fare cordoglio per il fatto che erano stati così stroncati dalla congregazione. — Lev. 10:4-7.

Immediatamente dopo Dio avvertì Aaronne che né lui né i suoi figli dovevano bere bevande inebrianti mentre servivano presso il tabernacolo, “affinché non moriate”. Commentando questo versetto, The Pentateuch and Haftorahs, a cura di J. H. Hertz (Levitico, p. 446), dice: “I rabbini collegavano l’incidente di Nadab e Abiu con questa proibizione delle bevande inebrianti prima di officiare nel santuario”. Quindi può darsi che l’ubriachezza li abbia indotti a commettere quel grave peccato, ma la causa effettiva della loro morte fu la violazione dell’esigenza di Dio in materia di pura adorazione con l’offerta di “fuoco illegittimo, che egli non aveva loro prescritto”.

Abiu ebbe per breve tempo grande onore da Dio e notevole preminenza dinanzi a tutta la nazione; ma, sia per ambizione o superbia, o per leggerezza nei confronti delle istruzioni di Dio, non godette a lungo dei suoi privilegi, e morì senza figli. — Num. 3:2-4; 26:60, 61; I Cron. 24:1, 2.

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