Acco
(Àcco) [focosità, sabbia rovente].
Città portuale situata sulla punta settentrionale dell’ampia baia di Acco (o Acri), formata dal promontorio del Carmelo che si protende verso S nel Mediterraneo per circa 13 km. Situata una cinquantina di km a S di Tiro, Acco era il più importante porto marittimo della costa palestinese povera di porti finché Erode il Grande non costruì il porto artificiale di Cesarea. Acco non poteva competere coi porti fenici più a N e offriva solo un misero riparo dai venti marini. Aveva però una posizione strategica vicino all’imboccatura della ricca pianura di Esdrelon, e diverse strade carovaniere collegavano il porto con la Galilea, la valle del Giordano, e altre località più a E. Legname, oggetti artistici e grano venivano esportati da Acco.
Acco apparteneva alla divisione territoriale assegnata ad Aser nella Terra Promessa, ma Aser non scacciò i cananei che vi abitavano. (Giud. 1:31, 32) Menzionato solo una volta nelle Scritture Ebraiche, il nome della città ricorre più spesso in documenti non biblici. Il nome si trova parecchie volte nelle Lettere di el-Amarna. Altri documenti ne ricordano la conquista da parte dei re assiri Salmaneser, Sennacherib e Assurbanipal. La città è menzionata negli Apocrifi come centro dell’opposizione durante il governo dei Maccabei. (I Maccabei 5:15, 22,55; 12:45-48; 13:12) A quell’epoca il suo nome era stato cambiato in Tolemaide da uno dei Tolomei che governavano l’Egitto.
Sotto l’imperatore Claudio la città di Tolemaide (Acco) divenne colonia romana, e al tempo degli apostoli vi si trovava un gruppo di cristiani. Di ritorno dal suo terzo viaggio missionario, Paolo fece scalo ad Acco e passò la giornata coi fratelli locali prima di proseguire per Cesarea e Gerusalemme. — Atti 21:7.
Attualmente l’importanza di Acco è eclissata dalla moderna città di Haifa, situata dalla parte opposta della baia.
[Figura a pagina 30]
Lungomare della città che sorge sul luogo dell’antica Acco