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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 214-215

Carro da guerra

Veicolo a due ruote trainato da cavalli, destinato più al campo di battaglia che al trasporto delle truppe nelle retrovie. Permetteva rapidi spostamenti durante il combattimento, offriva ai soldati una piattaforma mobile da cui tirare, e conferiva loro maggior forza d’urto psicologica quando attaccavano soldati a piedi. Carri di vari modelli sono ampiamente rappresentati su antichi monumenti, che ne attestano il largo uso e l’antichità.

Fondamentalmente il carro da guerra consisteva di una piattaforma semicircolare montata su un solo asse, con sponde alte fino alla coscia, curve sul davanti, aperto dietro per permettere di salirvi facilmente e in fretta. Era munito di timone e giogo a cui venivano attaccati veloci destrieri. Un piano di corda intrecciata offriva un miglior punto d’appoggio di una liscia superficie di legno. Spesso i carri erano muniti di attrezzatura supplementare che consisteva di una faretra e un sostegno per l’arco, scudi e lance. Un’ulteriore minaccia per i soldati a piedi erano falci di ferro che a volte sporgevano dai mozzi delle ruote. (Gios. 17:16, 18; Giud. 1:19) Quando sul carro c’era solo un soldato, durante la battaglia le redini venivano fissate intorno alla cintura o ai fianchi, per lasciare le mani libere di maneggiare le armi. Sui carri più grandi e pesanti con diverse pariglie di cavalli trovavano posto due, tre o quattro uomini, con un conducente, uno o due combattenti, e magari uno scudiero.

Velocità, manovrabilità e stabilità erano i fattori principali perfezionati con continui miglioramenti. Per esempio, spostando indietro l’asse, si ottennero maggior stabilità e manovrabilità. Sostituendo le ruote piene con ruote a raggi diminuì il peso e aumentò la velocità. (I Re 7:33) La ruota a sei raggi era la più comune, anche se c’erano ruote con quattro, otto o più raggi. Usando legno leggero, con i soli finimenti di cuoio, bronzo o ferro, i carri erano tanto leggeri che uno o due uomini potevano trasportarli su terreno accidentato o attraverso piccoli corsi d’acqua.

Fino al tempo di Salomone in Israele non esisteva un sostanziale reparto nazionale munito di carri da guerra. Ciò era dovuto in gran parte al divino avvertimento che il re non doveva moltiplicare i cavalli, come se la sicurezza della nazione dipendesse da loro. Questo limitava l’uso dei carri da guerra, dato che venivano trainati da cavalli. (Deut. 17:16) Ma Samuele aveva avvertito che i re umani avrebbero imposto degli oneri alla popolazione: “Prenderà i vostri figli e li metterà come suoi nei suoi carri . . . e alcuni dovranno correre dinanzi ai suoi carri”. (I Sam. 8:11) Sia Absalom che Adonia, nel tentativo di usurpare il trono, si fecero fare dei carri da guerra con cinquanta uomini che correvano davanti a ciascun carro. (II Sam. 15:1; I Re 1:5) Quando sconfisse il re di Zoba, Davide conservò in vita cento cavalli che tiravano i carri. — II Sam. 8:3, 4; 10:18.

Il re Salomone, per rafforzare l’esercito d’Israele, portò il numero dei carri a 1.400. (I Re 10:26, 29; II Cron. 1:14, 17) Oltre a Gerusalemme altri centri chiamati “città dei carri” avevano speciali attrezzature per il mantenimento di tutti questi mezzi da combattimento. — I Re 9:19, 22; II Cron. 8:6, 9; 9:25.

Dopo la morte di Salomone, i carri da guerra divennero comuni sia nel regno settentrionale che in quello meridionale. Il regno settentrionale aveva un “capo di metà dei carri”, quindi c’erano due divisioni principali di carri. (I Re 16:9) Gli archeologi ritengono di aver scoperto a Meghiddo i resti di grandi stalle, alcune forse dell’epoca di Salomone, altre ritenute del regno di Acab.

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