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Evocatore

Il termine ebraico e aramaico ʼashshàph (reso “astrologo”, Di) è giustamente definito evocatore, negromante, incantatore. “Evocare”, secondo il Dizionario Enciclopedico Italiano, significa: “1. Chiamare, far apparire per virtù magica o medianica anime di morti o esseri demoniaci, a scopo divinatorio”. Negromante è letteralmente uno che evoca i morti, che cerca di predire e determinare avvenimenti futuri mettendosi in comunicazione con i morti. ʼAshshàph deriva da una radice che secondo la definizione di C. F. Keil (Commentary on the Old Testament, Daniele, Vol. IX, p. 87) significa “respirare, soffiare, sussurrare; infatti praticavano i loro incantesimi mediante movimenti della respirazione”.

Qualsiasi presunta comunicazione coi morti era condannata da Dio. “E nel caso che vi dicano: ‘Rivolgetevi ai medium spiritici o a quelli che hanno uno spirito di predizione che bisbigliano e si esprimono in tono sommesso’, non dovrebbe un popolo rivolgersi al suo Dio? Ci si dovrebbe rivolgere a persone morte a favore di persone vive?” (Isa. 8:19) Benché dichiarata fuorilegge in Israele, la donna di En-Dor dotata di poteri medianici, che fu consultata dall’infedele re Saul, era un’evocatrice di morti che si metteva in contatto coi demoni. — I Sam. 28:7; Lev. 20:27.

Gli evocatori erano particolarmente numerosi in Babilonia. (Dan. 1:20; 2:2, 27; 4:7; 5:7, 11, 15) Nel suo libro, The Religion of Babylonia and Assyria (pp. 559, 560), Morris Jastrow jr. scrive a proposito di ciò che pensavano i babilonesi dei morti e della loro capacità di comunicare coi defunti: “La radice alla base di Shualu [soggiorno dei morti secondo i babilonesi] significa ‘domandare’. Shualu è un luogo in cui si fanno domande, e domande della natura di quelle rivolte a un oracolo religioso. Il nome stesso è dunque un’indicazione del potere attribuito ai morti di aiutare i viventi fornendo loro le risposte, come gli dèi forniscono oracoli per mediazione dei sacerdoti . . .. I morti non solo dimorano presso gli dèi ma, come gli dèi, possono dirigere le cose umane. Le risposte alle domande rivolte loro sono avallate dagli dèi”.

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