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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 312-315

DANIELE, LIBRO DI

AMBIENTE ED EPOCA IN CUI FU SCRITTO

Il libro è ambientalo a Babilonia, a eccezione di una delle visioni ambientata a Susan (Susa) presso il fiume Ulai. Non si sa se Daniele si trovasse a Susa in realtà o solo in visione. La stesura fu completata verso il 536 a.E.V. e il libro abbraccia il periodo che va dal 618 al 536 a.E.V. circa. — Dan. 8:1, 2.

SCRITTORE

Che Daniele ne fu lo scrittore e reso evidente dal libro stesso. (Dan. 7:1) Questo è dimostrato anche dal fatto che i capitoli da 7 a 12 sono scritti in prima persona.

I capitoli da 1 a 6 sono scritti in terza persona, ma questo non esclude che li abbia scritti Daniele, in veste di osservatore che sì limitava a riferire ciò che accadeva a lui stesso e ad altri. Un altro scrittore biblico, Geremia, lo fa spesso. (Vedi Geremia 20:1-6; 21:1-3 e capitoli da 26 a 36). Altre volte anche Geremia scrive in prima persona. — Ger. capp. 1, 13, 15, 18.

POSTO NEL CANONE

Nella Bibbia italiana il libro di Daniele si trova fra i profeti maggiori, subito dopo Ezechiele. Questo è l’ordine seguito nella Settanta greca e nella Vulgata latina. Nel canone ebraico Daniele si trova negli “Scritti” o “Agiografi”.

AUTENTICITÀ

Alcuni critici mettono in dubbio l’autenticità del libro di Daniele, anche se studiosi colti e competenti hanno smentito categoricamente le loro teorie, basate tutte su supposizioni. Coloro che ne mettono in dubbio l’autenticità assumono la posizione presa da Porfirio, filosofo pagano del III secolo e nemico del cristianesimo, il quale sosteneva che il libro di Daniele fosse stato contraffatto da un ebreo palestinese dell’epoca di Antioco Epifane. Secondo la sua teoria, costui aveva descritto avvenimenti passati spacciandoli per profezie. Da allora la genuinità del libro di Daniele non è più stata messa seriamente in dubbio fino all’inizio del XV1II secolo. Anche se le nozioni che i critici hanno degli avvenimenti storici e dei particolari della vita babilonese del VI secolo a.E.V. sono scarse, essi presumono di poter giudicare l’accuratezza di Daniele. Man mano che le scoperte archeologiche accrescono la nostra conoscenza su quel periodo, il libro di Daniele è rivendicato e i critici si dimostrano in errore. Comunque il fatto che Gesù Cristo stesso citò la profezia di Daniele è una prova ancor più eloquente della sua autenticità. — Matt. 24:15; Dan. 11:31

STORICITÀ

Tre manoscritti di parti del libro di Daniele e molti altri frammenti dello stesso sono stati scoperti in grotte presso il Mar Morto. Questi rotoli risalgono al I o II secolo a.E.V.; in quell’epoca il libro di Daniele era considerato parte delle Scritture ed era cosi noto agli ebrei che ne erano già state fatte molte copie. Che in quel tempo ne fosse riconosciuta la canonicità è confermato dallo scrittore del libro apocrifo, ma tuttavia storico, di I Maccabei (2:59, 60), che menziona la liberazione di Daniele dalla fossa dei leoni e quella dei tre ebrei dalla fornace ardente.

Abbiamo anche la testimonianza dello storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale afferma che le profezie di Daniele furono mostrate ad Alessandro Magno quando entrò in Gerusalemme. Questo avvenne prima del 323 a.E.V., oltre 150 anni prima del periodo dei Maccabei. Giuseppe dice di quell’avvenimento: “Quando gli fu mostrato il libro di Daniele, in cui Daniele dichiarava che un greco doveva distruggere l’impero persiano, egli pensò di essere il personaggio indicato’’. (Antichità giudaiche, Libro XI, cap. Vili, 5) La storia dice inoltre che Alessandro concesse grandi favori agli ebrei, e questo, si crede, a motivo di quanto Daniele aveva profeticamente detto di lui.

LINGUA

Sulla base delle lingue usate in Daniele sono state mosse al libro critiche infondate, mentre ci sono validi argomenti a sostegno delle dichiarazioni contenute nel libro stesso in quanto all’epoca in cui fu scritto. The International Standard Bible Encyclopaedia (Vol. Il, p. 785) dice: “Affermiamo però che la componente aramaica di Daniele, per ciò che riguarda ortografia, etimologia e sintassi, concorda quasi in ogni particolare con l’aramaico delle iscrizioni nordsemitiche del IX, VIII e VII secolo a.C. e dei papiri egiziani del V secolo a.C., e che il vocabolario di Daniele contiene termini ebraici, babilonesi e persiani come i papiri del V secolo a.C.; mentre differisce nella composizione dall’aramaico dei nabatei, pieno di arabismi, ma in cui sono assenti termini persiani, ebraici e babilonesi, e anche da quello di Palmira, che è pieno di termini greci mentre non contiene che una o due parole persiane, e nessuna ebraica o babilonese”.

In Daniele ricorrono alcuni termini cosiddetti persiani; ma questo non è strano dati i frequenti rapporti che gli ebrei ebbero con babilonesi, medi, persiani e altri. Inoltre quasi tutti i nomi stranieri usati in Daniele sono nomi di funzionari, di articoli di vestiario, termini legali e simili, per i quali l’ebraico o l’aramaico del tempo non aveva evidentemente termini altrettanto appropriati. Daniele scriveva per il suo popolo che in quel tempo si trovava in massima parte nella Babilonia, e molti erano dispersi in altri paesi. Perciò scrisse in una lingua che potevano comprendere.

DOTTRINA

Un’altra obiezione è che Daniele allude alla risurrezione. (Dan. 12:13) Questa secondo alcuni è una dottrina più tarda o derivata da credenze pagane, tuttavia le Scritture Ebraiche abbondano di dichiarazioni di fede in una risurrezione, per esempio in Giobbe 14:13, 15 e nel Salmo 16:10. Inoltre ci furono effettivi casi di risurrezione. (I Re 17:21, 22; Il Re 4:22-37; 13:20, 21) E da parte di una fonte autorevole come l’apostolo Paolo abbiamo la conferma che Abraamo aveva fede nella risurrezione dei morti (Ebr. 11:17-19), e che anche altri fedeli servitori di Dio dell’antichità attendevano con ansia la risurrezione. (Ebr. 11:13, 35-40; Rom. 4:16, 17) Gesù stesso disse: “Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘l’iddio di Abraamo, l’iddio d’Isacco e l’iddio di Giacobbe’”. — Luca 20:37.

Chi afferma che il libro non sia veramente profetico, ma che sia stato scritto dopo che gli avvenimenti erano già accaduti, dovrebbe spostare la data della stesura del libro fino a un’epoca posteriore al ministero terreno di Gesù, perché il nono capitolo contiene una profezia relativa alla comparsa e al sacrificio del Messia. (Dan. 9:25-27) Inoltre la profezia riguarda avvenimenti accaduti diversi secoli dopo Antioco Epifane, e narra la storia dei regni che avrebbero governato fino al “tempo della fine”, quando saranno distrutti dal regno di Dio retto dal suo Messia. — Dan. 7:9-14, 25-27; 2:44; 11:35, 40.

IMPORTANZA DEL LIBRO

Il libro di Daniele è noto per la descrizione di periodi di tempo profetici: le sessantanove settimane (di anni) dal decreto di ricostruire Gerusalemme fino alla venuta del Messia, gli avvenimenti che dovevano verificarsi nella settantesima settimana e la distruzione di Gerusalemme che doveva seguire poco dopo; i “sette tempi”, che Gesù chiamò “i fissati tempi delle nazioni” e indicò che erano ancora in corso all’epoca del suo soggiorno terreno, dato che sarebbero terminati in data molto più tarda; e i periodi di 1.290, 1.335 e 2.300 giorni, oltre a ‘un tempo fissato, tempi fissati e una metà’, tempi profetici che sono tutti molto importanti per comprendere quello che Dio fa per il suo popolo. L’ispirata interpretazione della profezia relativa alle bestie che rappresentavano potenze mondiali data dall’angelo (Dan. 8:20, 21) è di grande aiuto a chi studia la Bibbia per capire il simbolismo delle bestie di Rivelazione. — Dan. 4:25; Luca 21:24.

Daniele fornisce anche particolari relativi all’ascesa e alla caduta delle potenze mondiali che si succedono dal tempo dell’antica Babilonia fino al momento in cui il regno di Dio le eliminerà per sempre. La profezia richiama l’attenzione sul regno di Dio, retto dal suo re nominato e dai “santi” a lui associati, governo che durerà per sempre, per la benedizione di tutti coloro che servono Dio. — Dan. 2:44; 7:13, 14, 27.

La descrizione che Daniele fa della liberazione dei suoi tre compagni dalla fornace ardente, in cui erano stati gettati per aver rifiutato di inchinarsi davanti alla grande statua d’oro di Nabucodonosor (cap. 3), documenta che il diritto degli adoratori di Geova di rendergli esclusiva adorazione fu legalmente riconosciuto nel reame della prima potenza mondiale durante i “tempi dei Gentili”. Inoltre aiuta i cristiani a capire che la loro sottomissione alle autorità superiori, di cui si parla in Romani 13:1, è relativa, in armonia col comportamento degli apostoli descritto in Atti 4:19, 20 e 5:29. Ciò rafforza i cristiani nella loro posizione di neutralità nei confronti delle nazioni, rivelando che tale neutralità può metterli in difficoltà, ma sia che Dio in quei momenti li liberi, o permetta che siano uccisi per la loro integrità, i cristiani devono adorare e servire solo Geova Dio. — Dan. 3:16-18; vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 137-141.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I. Istruzione impartita ai regali prigionieri e ai nobili portati a Babilonia nel 617 a.E.V. (cap. 1)

A. Daniele e i tre compagni rifiutano vino e cibi prelibati del re; dieci giorni di prova dimostrano la superiorità della dieta a base di verdura e acqua (1-16)

B. Dopo tre anni di istruzione Daniele e compagni si dimostrano più saggi degli altri, grazie alla benedizione di Dio (17-21)

II. Sogno di Nabucodonosor dell’immensa immagine “spaventevole” (cap. 2)

A. “Saggi” di Babilonia incapaci di descrivere o interpretare il sogno di Nabucodonosor (1-13)

B. Daniele rivela e interpreta il sogno; attribuisce il merito a Dio (14-28)

1. Descrive potenze mondiali, iniziando da Babilonia fino alla distruzione da parte del regno di Dio (29-45)

2. Daniele elevato ad autorità superiore a tutti i saggi e nominato governante di tutto il distretto giurisdizionale di Babilonia; tre compagni ricevono incarichi amministrativi (46, 48, 49)

C. Nabucodonosor esalta il Dio di Daniele (47)

III. Integrità di Hanania (Sadrac), Misael (Mesac) e Azaria (Abednego) (cap. 3)

A. Viene eretta gigantesca statua d’oro alta 60 cubiti; tutti i funzionari invitati a inchinarvisi davanti (1-7)

B. Tre giovani ebrei rifiutano di. inchinarsi (8-18)

1. Gettati nella fornace surriscaldata; inservienti uccisi dal calore (19-23)

2. Uno simile a “un figlio degli dèi” visto insieme ai tre uomini nella fornace (24, 25)

3. Escono incolumi, senza la minima bruciatura (26, 27)

C. Nabucodonosor loda Dio; emana legge che vieta di dire alcunché contro Dio (28-30)

IV. Sogno di Nabucodonosor del grande albero (cap. 4)

A. Alto fino ai cieli; visibile in tutta la terra; provvede cibo e riparo (1-12)

B. Vigilante decreta che sia abbattuto; ceppo lasciato in terra, con legami di ferro e rame (13-17)

C. Daniele interpreta, applica a Nabucodonosor (18-27)

D. Si adempie nella pazzia di Nabucodonosor; questi diviene come bestia per “sette tempi” (28-33)

E. Riacquista sanità di mente; ristabilito sul trono, Nabucodonosor loda, esalta, glorifica Dio; riconosce che Dio domina fra esercito celeste e regno del genere umano e lo dà a chi vuole (34-37)

V. Scritta sul muro (cap. 5)

A. Baldassarre profana vasi del tempio nel banchetto con 1.000 grandi (1-4)

B. Appare mano che scrive sull’intonaco del muro parole che gli uomini della corte di Baldassarre non sanno leggere né spiegare (5-9)

C. Regina consiglia a Baldassarre di chiamare Daniele (10-12)

D. Daniele spiega significato delle parole: il regno di Baldassarre è dato a medi e persiani; Daniele reso terzo nel regno (13-29)

E. Baldassarre ucciso quella notte; regna Dario il Medo (30, 31)

VI. Daniele nella fossa dei leoni (cap. 6)

A. Alti funzionari e satrapi invidiosi del favore di cui gode Daniele presso il re Dario (1-3)

1. Cercano pretesti contro Daniele nella legge del suo Dio (4, 5)

2. Inducono Dario a ordinare che per trenta giorni non si faccia richiesta a nessun dio o uomo eccetto il re (6-9)

3. Integrità di Daniele messa alla prova

a. Continua a pregare ogni giorno nonostante il decreto (10-15)

b. Gettato nella fossa dei leoni; Dio lo libera chiudendo la bocca dei leoni (16-23)

4. Accusatori gettati con mogli e figli nella fossa dei leoni (24)

B. Editto di Dario che tutti temano Dio di Daniele (25-28)

VII. Marcia delle potenze mondiali (capp. 7, 8)

A. Potenze mondiali a partire da Babilonia raffigurate da leone, orso, leopardo e terribile bestia con dieci corna (cap. 7)

B. Piccolo corno supera altri tre, pronuncia cose grandiose (7:8)

1. Intende cambiare tempo fissato da Dio per il dominio del regno (7:20-22, 24, 25)

2. Combatte santi di Dio. Essi sono dati nelle sue mani per tre tempi e mezzo (7:25)

C. Regno dato al figlio d’uomo dall’Antico di Giorni; terribile bestia e suo piccolo corno esautorati, bestia data al fuoco; Regno domina per sempre su ogni dominio e regno (7:9-14, 26-28)

D. Montone, capro e piccolo corno rappresentano potenze mondiali succedute a Babilonia (8:1-7)

1. Montone con due corna = impero medopersiano (8:20)

2. Capro = impero greco (8:21)

3. Impero greco suddiviso in quattro regni (8:8, 22)

4. Piccolo corno s’innalza fino al Principe dei principi (8:9-11, 23-25)

a. 2.300 giorni dall’abolizione del “sacrificio continuo” e dalla “trasgressione che causa la desolazione” fino a che il luogo santo ritorni nella giusta condizione (8:12-14)

b. Corno rotto “senza mano” (8:25b)

c. Angelo Gabriele spiega che la visione non doveva esser rivelata allora, ma è “per molti giorni ancora” (8:26, 27)

VIII. Settanta settimane (di anni) (cap. 9)

A. Daniele capisce che al termine di settantanni la liberazione degli ebrei è vicina (1, 2)

B. Confessa a Dio peccati della nazione, implora perdono per amore del nome di Geova (3-19)

C. Gabriele spiega visione delle settanta settimane, a partire dal decreto di ricostruire Gerusalemme (20-25)

1. Sette settimane fino alla completa ricostruzione di Gerusalemme (25)

2. Altre sessantadue settimane fino all’avvento del Messia (26)

a. Fine della trasgressione; fatta espiazione (24a)

b. Recata giustizia eterna; unto Santo dei Santi (24b)

3. Patto (abraamico) in vigore per una settimana per soli ebrei; Messia stroncato, a metà della settimana fa cessare sacrificio e offerta di dono (26a, 27a)

4. Poi città e luogo santo sono desolati (26b, 27b)

IX. Angelo mandato a portare a Daniele visione della “parte finale dei giorni’’ (capp. 10, 11)

A. Angelo contrastato da principe (demonico) di Persia per ventun giorni; aiutato da Michele (10:13)

1. Daniele rafforzato per ricevere visione dall’angelo che deve poi combattere col principe di Persia e affrontare anche il principe di Grecia (10:7-12, 15-20)

2. Michele, principe del popolo di Daniele, è al fianco dell’angelo di Dio (10:21)

B. Re del nord e re del sud (cap. 11)

1. Dopo la caduta del successore della Persia (Alessandro Magno), il regno è diviso, il re del sud acquista forza; sconfigge il re del nord (11:1-12)

2. Lungo dominio del re del nord (11:13-26)

3. Re del sud sconfigge re del nord (11:27-30a)

4. Re del nord si allea con quelli che lasciano il patto santo e combatte popolo di Dio, ma non riesce a distruggerlo (11:30b-31a, 32)

5. Stabilita la cosa disgustante che causa desolazione (11:31b)

6. Popolo di Dio sottoposto a dure prove, ma riceve aiuto (11:33-35)

7. Re del nord diventa potente, parla contro Dio, vuol essere adorato ma adora lui stesso il dio delle fortezze (11:36-39)

8. Nel tempo della fine il re del sud s’impegna in uno scontro col re del nord (11:40a)

a. Re del nord inonda molti paesi, invade paese dell’Adornamento (del popolo di di Geova) (11:40b-43)

b. Notizie da est e nord turbano il re del nord; egli pianta le tende fra il monte santo e il mare, giunge alla sua fine (11:44, 45)

C. Aspetti del tempo della fine (cap. 12)

1. Sorge Michele, principe del popolo di Daniele (1-3)

a. Peggior tempo d’angustia del mondo (1)

b. Molti destati a vita di durata indefinita oppure a biasimi e aborrimento (2)

c. Quelli che hanno perspicacia risplendono; volgono molti alla giustizia (3)

2. La conoscenza del libro, sigillato per molto tempo, diverrà abbondante (4-9)

a. Molti si purificano; raffinati (10a)

b. Malvagi non comprendono (10b)

3. Periodi di tempo

a. Tre tempi e mezzo per finire di frantumare popolo santo (7)

b. 1.290 giorni dalla rimozione del sacrificio continuo e istituzione della cosa disgustante (11)

c. Felicità alla fine di 1.335 giorni (12)

4. Daniele morrà, riceverà la sua parte alla fine dei giorni (13)

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