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  • Non vi volgete alla divinazione!
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
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    L’uomo alla ricerca di Dio
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 345-346

Divinazione

Dal latino divus, “divino”, a indicare che le informazioni provenivano dagli dèi. La “divinazione” abbraccia in genere l’intera gamma della conoscenza segreta, specie relativa ad avvenimenti futuri, acquisita con l’aiuto di poteri spiritici occulti.

ORIGINE

La divinazione ha avuto origine in Babilonia, il paese dei caldei, e di là con le migrazioni umane queste pratiche occulte si sono propagate in tutta la terra. (Gen. 11:8, 9) Si dice che della parte della biblioteca di Assurbanipal finora scoperta, un quarto sia costituito da tavolette contenenti presagi che pretendevano di interpretare tutti i fenomeni osservati nei cieli e sulla terra, e anche tutti gli avvenimenti prevedibili e imprevedibili della vita di ogni giorno. Il re Nabucodonosor prese la decisione di attaccare Gerusalemme dopo esser ricorso alla divinazione, infatti è scritto: “Egli ha scosso le frecce. Ha interrogato per mezzo dei terafim; ha guardato nel fegato. Nella sua destra la divinazione fu per Gerusalemme”. — Ezec. 21:21, 22.

L’epatoscopia alla ricerca di presagi si basava sulla credenza che ogni vitalità, sentimento e affetto fossero concentrati nel fegato, dove si trova un sesto del sangue umano. Le variazioni presenti nei lobi, condotti, legamenti, vene, solchi e segni particolari erano interpretate come auspici o presagi provenienti dagli dèi. (Vedi ASTROLOGI). Fra i numerosissimi modelli d’argilla di fegati che sono stati scoperti, i più antichi sono quelli babilonesi, contenenti presagi e formule in cuneiforme usati nella divinazione. Gli antichi sacerdoti assiri erano chiamati baru, che significa “colui che legge” o “colui che vede” per l’importanza data all’interpretazione dei segni desunti dal fegato nella loro religione basata sulla divinazione.

CONDANNATA DALLA BIBBIA

Tutte le varie forme di divinazione, indipendentemente da come vengono chiamate, sono in netto contrasto e aperto antagonismo con la Sacra Bibbia. Per mezzo di Mosè, più volte Geova avvertì con la massima severità Israele di non seguire queste usanze di altre nazioni. (Deut. 18:9-12; Lev. 19:26, 31) I sognatori che praticavano la divinazione non si sottraevano alla condanna anche se i loro segni e portenti profetici si avveravano. (Deut. 13:1-5; Ger. 23:32; Zacc. 10:2) L’estrema avversione della Bibbia per chi pratica la divinazione è manifestata dal decreto che senz’altro dovevano essere messi tutti a morte. — Eso. 22:18; Lev. 20:27.

Quando gli uomini si allontanano da Geova e si alienano il Solo che conosce la fine dal principio, cadono facilmente vittime di influenza spiritica demonica che pretende di rivelare il futuro. Saul è un esempio lampante; infatti prima si rivolgeva a Geova per acquistare conoscenza di avvenimenti futuri, ma poi, dopo essersi precluso ogni contatto con Dio a motivo della propria infedeltà, si rivolse ai demoni invece che alla guida divina. — I Sam. 28:6, 7; I Cron. 10:13, 14.

Esiste perciò una netta differenza fra la verità rivelata da Dio e le informazioni ottenute mediante la divinazione. Coloro che ricorrono a quest’ultima sono spesso colti da violente convulsioni prodotte da invisibili forze demoniche, a volte nel delirio provocato da musica strana e da certi stupefacenti. Il termine greco per “indovino” deriva dalla forma verbale màznesthai, che significa “infuriare, vaneggiare”, ed è usato per descrivere uno che ha la schiuma alla bocca e i capelli incolti e scarmigliati. Origene (III secolo E.V.), nel rispondere al filosofo pagano Celso che accusava ‘i cristiani di non dare alcuna importanza agli oracoli della sacerdotessa pitica’ dichiarava: “Così dunque suol narrarsi della Pizia, il cui oracolo sembra oscurare col suo splendore tutti gli altri, che seduta all’imbocco della caverna Castana la sacerdotessa di Apollo accoglie uno spirito attraverso il suo grembo femminile, ... Per di più, non è certo opera d’uno spirito divino il fatto che la detta profetessa pervenga in uno stato di estasi e di follia tale, da perdere completamente la coscienza;.. Se la Pizia perde la coscienza e non è più in sé, quando pronuncia gli oracoli, che razza di spirito dobbiamo pensare che sia questo, che diffonde le tenebre sulla sua mente e sui suoi pensieri? Non è forse simile per natura a quella specie di demoni, che non pochi Cristiani scacciano ...?” (Contro Celso, Libro VII, 3, 4, a cura di Aristide Colonna, ed. U.T.E.T.) Simili deformazioni fisiche o mentali non sono certo quello che provano i veri servitori di Geova quando sono spinti a parlare dallo spirito santo. (Atti 6:15; II Piet. 1:21) I profeti di Dio per senso del dovere parlavano liberamente senza farsi pagare; gli indovini pagani invece esercitavano il loro mestiere per egoistico guadagno personale.

Geova rende vana la divinazione

L’illimitata potenza di Geova in paragone col limitatissimo potere manifestato dagli indovini che praticavano la magia fu drammaticamente evidente quando Mosè e Aaronne si presentarono al faraone. Quando la verga di Aaronne si trasformò in un serpente i maghi egiziani riuscirono a ripetere il fenomeno. Ma che onta subirono poi quando la verga di Aaronne inghiottì quelle degli stregoni! Apparentemente i sacerdoti d’Egitto trasformarono l’acqua in sangue e fecero salire le rane su tutto il paese. Però quando Geova fece sì che la polvere diventasse culici, gli stregoni con le loro arti occulte dovettero ammettere che era avvenuto per mezzo del “dito di Dio”. — Eso. 7:8-12, 19-22; 8:5-11, 16-19; 9:11.

Per ordine del malvagio Aman “qualcuno [evidentemente un astrologo] gettò il Pur, cioè la Sorte,... di giorno in giorno e di mese in mese”, per determinare il momento più favorevole per sterminare il popolo di Geova. (Est. 3:7-9) “Nel ricorrere a questo metodo per accertare il giorno più propizio per mettere in atto il suo piano atroce, Aman si comportava come i re e i nobili persiani hanno sempre fatto, non iniziando mai alcuna impresa senza consultare gli astrologi, e senza esser sicuri che il momento fosse propizio”. (Jamieson, Commentary, Vol. II, p. 639) Basandosi sulla divinazione Aman diede immediatamente il via al suo piano iniquo. Ma ancora una volta fu dimostrato che Geova poteva liberare il suo popolo, e Aman, che aveva confidato nella divinazione, fu appeso allo stesso palo che aveva preparato per Mardocheo. — Est. 9:24, 25.

Un altro esempio della superiorità di Geova sulle forze occulte si ebbe quando i moabiti andarono in Mesopotamia “coi compensi per la divinazione nelle loro mani” e assoldarono Balaam affinché maledicesse Israele. (Num. 22:7) Benché Balaam cercasse di ‘ricorrere a sinistri presagi’, Geova gli fece pronunciare solo benedizioni. In uno dei suoi detti proverbiali Balaam, sotto l’irresistibile potere di Geova, ammise: “Non c’è nessun sinistro incantesimo contro Giacobbe, né alcuna divinazione contro Israele”. — Num. capp. 23, 24.

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