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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 440-441

Favola

[gr. mỳthos].

Falsa storia, fiaba mito, invenzione, fandonia. Mỳthos ricorre in I Timoteo 1:4; 4:7; II Timoteo 4:4; Tito 1:14; II Pietro 1:16.

Mỳthos è l’opposto di alètheia, “verità”, cioè l’espressa, vera essenza di un fatto. In Galati 2:5 “la verità della buona notizia” contrappone il vero insegnamento del vangelo a travisamenti dello stesso. Gli apostoli avvertirono i cristiani del pericolo di essere allontanati dalla verità volgendosi a false storie, che non hanno alcun fondamento reale ma sono immaginazioni di uomini. Il giudaismo era pieno di false storie del genere, le tradizioni degli anziani entrate a far parte della cosiddetta “legge orale” che fu incorporata nel Talmud. Il giudaismo, principale avversario del cristianesimo nel I secolo, aveva subito notevole influenza di filosofie e insegnamenti pagani, fra cui la dottrina della trasmigrazione delle anime. Secondo una di queste false storie l’anima di Adamo era passata successivamente nel corpo di Noè e di Davide e doveva passare anche in quello del Messia. Tale dottrina derivava dalla mitologia egiziana. Abraamo, dicevano, era il primo a cui fosse stata rivelata; e asserivano che era stato lui a insegnare che le anime degli uomini passavano in donne, bestie, uccelli e persino rettili, rocce e piante. Lo spirito di un uomo era punito passando in una donna; e se la condotta dell’uomo era stata pessima, assumeva la forma di un rettile o di un oggetto inanimato. Se una donna agiva rettamente, in un successivo stadio sarebbe diventata uomo. L’asina di Balaam, i corvi che nutrirono Elia, il pesce che inghiottì Giona, si supponeva che possedessero tutti anime trasmigrate, dotate della facoltà della ragione.

Gli scritti apocrifi abbondano di false storie immaginarie, come quella di Daniele che uccise un gran dragone con una mistura di pece, grasso e pelo (aggiunta al libro di Daniele, 14:22-26, Ma), e quella di Tobia che trasse poteri curativi ed esorcistici dal cuore, fiele e fegato di un pesce mostruoso. — Tobia 6:2-9, 19, Ma.

Altre fonti di pericolose false storie erano le diverse sette gnostiche, alcune delle quali cercavano di fondere cristianesimo, giudaismo e paganesimo. Altre sette gnostiche escludevano il giudaismo, ma tutte si basavano su credenze pagane e filosofia greca. Un’idea degli gnostici era che esistesse un dio, il Demiurgo, che occupava una posizione intermedia fra il Dio supremo e il mondo materiale. Per quasi tutti gli gnostici, che consideravano tutta la materia fonte del male e in opposizione a Dio, questo Demiurgo era solo un essere limitato e imperfetto. Era il creatore del cosmo e l’intero corso del mondo era in suo potere, benché fosse l’inconscio strumento di forze superiori. Secondo Ireneo, quando l’apostolo Giovanni era ormai avanti negli anni, un certo Cèrinto, un ebreo che si spacciava per insegnante, insegnava che il mondo non era stato creato dal Dio supremo ma dal Demiurgo, distinto dal Dio supremo, a cui era inferiore e che ignorava. Cèrinto sosteneva che Gesù non fosse nato da una vergine ma che fosse effettivamente figlio di Giuseppe e Maria, benché superasse tutti gli uomini per virtù, conoscenza e sapienza. Che al suo battesimo il Cristo fosse sceso su di lui da Dio (che è sopra tutti) sotto forma di colomba e che alla fine il Cristo avesse lasciato Gesù, altrimenti Gesù non avrebbe potuto morire. Insegnava anche che la redenzione non poteva avvenire mediante le sofferenze di Gesù, e riteneva la legge mosaica vincolante per i cristiani.

LE FAVOLE NON SONO PER I CRISTIANI

In I Timoteo 1:4, Paolo incoraggia i cristiani a non prestare attenzione a false storie. Queste possono indurre i cristiani a fare ricerche che non hanno alcuna vera utilità e possono distrarre la mente dalla verità. Alcune di queste false storie sono sul tipo di quelle narrate da vecchie donne che hanno trascorso la vita in pratiche mondane, e violano le giuste, sante norme di Dio. (I Tim. 4:6, 7; Tito 1:14) L’apostolo Pietro, in II Pietro 1:16, contrappone tali false storie (che non solo sono irreali, ma sono anche inventate con arte e astuzia per poter sviare il cristiano) alla vera, reale descrizione della trasfigurazione, di cui era stato testimone oculare. (Mar. 9:2) Paolo, in II Timoteo 4:3, 4, prediceva che in futuro alcuni si sarebbero volontariamente rivolti a false storie preferendole alla verità.

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