Gazzella, I
[ebr. tsevì; gr. dorkàs; arabo ghazàl (da cui deriva il sostantivo italiano “gazzella”); i nomi propri Zibia e Tabita significano “gazzella” (II Re 12:1; I Cron. 8:9; Atti 9:36)].
Genere di piccoli mammiferi graziosi e veloci. a Gazella orcas, comune in Arabia, Egitto, Palestina e Siria, era senz’altro nota agli antichi ebrei. Questo tipo di gazzella è lungo 1 m e alto alla spalla 60 cm circa. Sia il maschio che la femmina hanno corna anellate a forma di lira lunghe anche 30 cm. Di colore fulvo chiaro, ha strisce chiare e scure sul muso, l’addome e le parti posteriori bianchi. Il pelo è corto e liscio. Un’altra varietà di gazzella che poteva essere nota agli israeliti è la Gazella arabica, un po’ più grande e di colore fulvo scuro.
Le Scritture alludono all’andatura della gazzella, che è fra i mammiferi più veloci. (Cant. 2:17; 8:14) La velocità di Asael fratello di Gioab e di alcuni gaditi fu paragonata a quella delle gazzelle. (II Sam. 2:18; I Cron. 12:8) Fu predetto che la caduta di Babilonia avrebbe indotto i suoi sostenitori e parassiti stranieri a fuggire come una gazzella nei rispettivi paesi. (Isa. 13:14) Questo animale è citato anche come esempio di prontezza nell’evitare di essere presi al laccio. — Prov. 6:5.
Probabilmente a motivo della sua bellezza ed eleganza, la gazzella compare in alcune vivaci descrizioni del Cantico di Salomone. (2:9; 4:5; 7:3) La gazzella è menzionata anche nel giuramento che la Sulammita impone alle figlie di Gerusalemme, obbligandole in tal modo per tutto ciò che è bello ed elegante. — Cant. 2:7; 3:5.
Secondo la Legge promulgata per mezzo di Mosè, la gazzella era commestibile. (Deut. 12:15, 22; 14:4, 5; 15:22) Era una delle carni provvedute regolarmente per la sontuosa tavola di Salomone. — I Re 4:22, 23.
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Esemplare di gazzella