Speranza
1. Fede, fiducia. 2. a. Desiderio unito ad aspettazione di ciò che si desidera o convinzione che sia realizzabile. b. Persona in cui si accentrano le speranze. c. La cosa che desta speranza; promessa. d. Qualcosa in cui sperare; oggetto di speranza.
NON ESISTE VERA SPERANZA SENZA DIO
La vera speranza, di cui si parla nella Bibbia, è più di un semplice desiderio, che potrebbe essere infondato o irrealizzabile. È meglio anche della semplice aspettazione, perché ciò che si aspetta non è sempre desiderabile. La Bibbia mostra che in generale le persone del mondo non hanno speranza vera, ben fondata; l’umanità è destinata a morire, e senza conoscenza del provvedimento preso da una fonte superiore non c’è speranza per il futuro. Lo scrittore del libro biblico di Ecclesiaste descrisse con queste parole la futilità della situazione umana senza l’intervento di Dio: “La più grande vanità! . . . ogni cosa è vanità”. — Eccl. 12:8; 9:2, 3.
Il fedele profeta Giobbe disse che perfino un albero ha speranza di rigermogliare, ma l’uomo, quando muore, è finito. Poi però precisa che parlava dell’uomo in se stesso senza l’aiuto di Dio, poiché esprime il desiderio e la speranza che Dio si ricordi di lui. (Giob. 14:7-15) L’apostolo Paolo tocca lo stesso argomento quando informa i cristiani che, avendo la speranza della risurrezione, non devono ‘rattristarsi come fanno anche gli altri che non hanno speranza’. (I Tess. 4:13) Un’altra volta, parlando ai cristiani gentili, Paolo fa notare loro che, prima di venire alla conoscenza del provvedimento di Dio mediante Cristo, non facevano parte dello stato di Israele, con cui Dio aveva agito in passato, ed essendo gentili ‘non avevano nessuna speranza ed erano senza Dio nel mondo’. (Efes. 2:12) Coloro che non hanno alcuna speranza in Dio e nella promessa di una risurrezione dei morti si esprimono più o meno come i disubbidienti abitanti di Gerusalemme i quali, di fronte alla minacciata distruzione della loro città per giudizio di Dio, invece di mostrare dolore e pentimento, si abbandonavano ai piaceri sensuali e dicevano: “Si mangi e si beva, poiché domani morremo”. (Isa. 22:13) L’apostolo avverte di non lasciarsi contagiare dalla loro disperazione. — I Cor. 15:32, 33.
FALSE SPERANZE
Paolo non negava che le persone del mondo nutrissero speranze ragionevoli, a volte encomiabili. Ma spiegò che, senza Dio, ogni speranza è illusoria; in fin dei conti è davvero vana.
Comunque, a parte le normali speranze umane, comuni e di poca importanza, ce ne sono anche di cattive: speranze nutrite con fini malvagi. In certi casi sembra che queste si avverino, ma in effetti la loro realizzazione è solo temporanea; infatti un proverbio dice: “L’aspettazione dei giusti è un’allegrezza, ma la medesima speranza dei malvagi perirà”. (Prov. 10:28) E anche: “Quando l’uomo malvagio muore, la sua speranza perisce; e perita è l’aspettazione basata sulla potenza”. (Prov. 11:7) Quindi le speranze egoistiche e quelle basate sul falso fondamento del materialismo, su menzogne, su azioni sbagliate oppure sul potere o le promesse di uomini, saranno certo deluse.
LA FONTE DI SPERANZA
Geova Dio è la Fonte di vera speranza, e il solo in grado di adempiere tutte le sue promesse e le speranze di coloro che confidano in lui. Per immeritata benignità ha dato al genere umano ‘conforto e buona speranza’. (II Tess. 2:16) In ogni epoca è stato la speranza degli uomini retti. Veniva chiamato “speranza d’Israele” e ‘speranza degli antenati di Israele’ (Ger. 14:8; 17:13; 50:7), e nelle Scritture Ebraiche ci sono molte espressioni di speranza, fede e fiducia in lui. Nella sua amorevole benignità verso il suo popolo, gli israeliti, anche quando stavano per andare in esilio a motivo della disubbidienza a lui, disse: “Io stesso conosco bene i pensieri che penso verso di voi, . . . pensieri di pace, e non di calamità, per darvi un futuro e una speranza”. (Ger. 29:11) La promessa di Geova tenne viva la fede e la speranza degli israeliti fedeli durante l’esilio in Babilonia; rafforzò enormemente uomini come Ezechiele e Daniele, poiché Geova aveva detto: “Esiste una speranza per il tuo futuro, . . . e i figli torneranno per certo al loro proprio territorio”. (Ger. 31:17) Quella speranza si realizzò nel 537 a.E.V. col ritorno di un fedele rimanente di ebrei per ricostruire Gerusalemme e il suo tempio. — Esd. 1:1-6.
È CORRETTO SPERARE IN UN PREMIO
La speranza di ricevere una ricompensa che hanno i servitori di Dio non è egoistica. Per avere un’idea esatta e giusto intendimento di Dio, bisogna sapere che l’amorevole benignità e la generosità sono spiccate qualità di Dio; si deve credere non solo che Dio è, ma anche “che è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebr. 11:6) La speranza permette al cristiano di essere equilibrato e attivo nel servizio di Dio, sapendo che Geova provvederà alle sue necessità quotidiane. — Matt. 6:33.
LA SPERANZA CRISTIANA
La speranza del cristiano e, in realtà, del genere umano, dipende da Gesù Cristo. Nessun essere umano aveva la possibilità di avere vita eterna in cielo o sulla terra finché Cristo Gesù non “ha sparso la luce sulla vita e sull’incorruzione per mezzo della buona notizia”. (II Tim. 1:10) Dei fratelli di Cristo generati dallo spirito viene detto che hanno speranze celesti grazie alla grande misericordia di Dio, che li ha “rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti”. (I Piet. 1:3, 4; Col. 1:5, 27; Tito 1:1, 2; 3:6, 7) Questa felice speranza si doveva realizzare “alla rivelazione di Gesù Cristo”. (I Piet. 1:13, 21; Tito 2:13) Perciò l’apostolo Paolo chiama Cristo Gesù “nostra speranza”. — I Tim. 1:1.
La speranza di vita eterna e incorruttibilità per coloro che sono “partecipi della chiamata celeste” (Ebr. 3:1) è ben fondata ed è qualcosa in cui avere completa fiducia. È sostenuta da due cose nelle quali è impossibile che Dio menta, cioè la sua promessa e il suo giuramento, ed è riposta in Cristo che ora è immortale nei cieli. Perciò viene detto che questa speranza è “un’àncora per l’anima, sicura e ferma, ed essa penetra entro la cortina [come il sommo sacerdote entrava nel Santissimo il giorno di espiazione], dove un precursore è entrato a nostro favore, Gesù, il quale è divenuto sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. — Ebr. 6:17-20.
Dev’essere accresciuta e conservata
La necessità che i cristiani non abbandonino l’“unica speranza” (Efes. 4:4) viene continuamente sottolineata nella Bibbia. Ciò richiede operosità e libertà di parola e “vanto” per la speranza stessa. (Ebr. 3:6; 6:11) La speranza viene accresciuta perseverando nella tribolazione; questo produce una condizione approvata agli occhi di Dio, da cui proviene la speranza. (Rom. 5:2-5) Insieme alla fede e all’amore è una delle tre qualità che caratterizzano la congregazione cristiana dopo la scomparsa dei doni miracolosi dello spirito presenti nella congregazione del I secolo. — I Cor. 13:13.
Qualità e benefici
La speranza è indispensabile al cristiano, insieme alla gioia, alla pace e al potere dello spirito santo. (Rom. 15:13) Permette di avere libertà di parola nel rivolgersi a Dio per la sua immeritata benignità e misericordia. (II Cor. 3:12) Consente al cristiano di perseverare rallegrandosi, in qualunque situazione si trovi. (Rom. 12:12; I Tess. 1:3) Come l’elmo proteggeva la testa del guerriero, così la speranza della salvezza protegge l’integrità del cristiano. (I Tess. 5:8) La speranza rafforza perché, anche se sulla terra il cristiano unto non è ancora in possesso del premio della vita celeste, il suo ansioso desiderio è così forte che, per quanto gravi siano le prove e le difficoltà, continua ad aspettare pazientemente ciò che spera con perseveranza. — Rom. 8:24, 25.
La speranza aiuta a condurre una vita pura, perché il cristiano sa che Dio e Cristo, nei quali ripone la speranza, sono puri, e che non può sperare di essere simile a Dio e ricevere il premio se pratica impurità e ingiustizia. (I Giov. 3:2, 3) È strettamente legata alla massima qualità, l’amore, perché chi ha vero amore per Dio nutrirà pure speranza in tutte le promesse di Dio. E inoltre spererà il meglio per i suoi fratelli in fede, amandoli e confidando nella loro sincerità di cuore in Cristo. — I Cor. 13:4, 7; I Tess. 2:19.
Superiore alla speranza sotto la Legge
Prima che venisse data la Legge a Israele, i fedeli antenati della nazione avevano speranza in Dio. (Atti 26:6, 7; Gen. 22:18; Mic. 7:20; II Tim. 1:3) Attendevano il provvedimento di Dio per la vita. Quando venne la Legge, in un primo momento sembrò che fosse l’adempimento della loro speranza. Ma al contrario la Legge rivelava che tutti erano peccatori davanti a Dio e, rendendo manifeste le trasgressioni, condannava a morte tutti quelli che erano sotto di essa. (Gal. 3:19; Rom. 7:7-11) La Legge stessa era santa, niente affatto cattiva; eppure per la sua stessa santità e giustizia rivelava le imperfezioni di quelli che le erano sottoposti. (Rom. 7:12) Come Dio aveva predetto per mezzo dei profeti, era necessario che Lui introducesse una “speranza migliore” mediante Gesù Cristo, mettendo da parte la Legge, e permettendo a coloro che ripongono fede in Cristo di accostarsi a Dio. — Ebr. 7:18, 19; 11:40; confronta Geremia 31:31-34.
Speranza per tutta l’umanità
Secondo le parole di Paolo in Romani 8:20, 21, Geova Dio non distrusse l’antenato dell’uomo, Adamo, al momento del peccato, ma permise che da un padre imperfetto nascessero uomini soggetti a futilità non per una loro colpa volontaria, ma a motivo dell’imperfezione innata. Tuttavia Dio non li lasciò senza speranza, ma benignamente offrì una speranza mediante il promesso “seme” (Gen. 3:15; 22:18), che è Gesù Cristo. (Gal. 3:16) Senza dubbio a motivo del fatto che l’epoca della prima venuta del Messia era stata prevista nelle profezie, la predicazione di Giovanni il Battezzatore risvegliò le aspettative della nazione di Israele. (Luca 3:15; Dan. 9:24-27) Gesù con la sua presenza realizzò quella speranza. Ma la grande speranza per l’umanità in generale, per i vivi e per i morti, dipende dal regno di Cristo, quando lui e i suoi coeredi presteranno servizio quali celesti re e sacerdoti. Allora gli esseri umani che manifesteranno fede saranno finalmente liberati dalla corruzione dell’imperfezione e del peccato e godranno pienamente della condizione di “figli di Dio”. La loro speranza è rafforzata dal fatto che più di 1.900 anni fa Dio risuscitò il Figlio suo. — Atti 17:31; 23:6; 24:15.
Per tutti coloro che desiderano la vita Geova Dio ha provveduto la sua Parola, la Bibbia, che contiene insegnamenti ed esempi, affinché tutti gli uomini possano avere speranza. (Rom. 15:4; I Cor. 10:11; II Tim. 3:16, 17) Coloro che hanno questa speranza la devono proclamare ad altri; così facendo salveranno se stessi e quelli che li ascoltano. — I Piet. 3:15; I Tim. 4:16.