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  • Potenza della speranza
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 1/2 pp. 69-76

Potenza della speranza

“Noi fummo salvati in questa speranza; ma la speranza che si vede non è speranza, poiché quando un uomo vede una cosa, spera egli forse per essa?” — Rom. 8:24, NW.

1. A chi dobbiamo la speranza, e in che modo questa speranza è una potenza?

LA SPERANZA non potrebbe mai esistere nell’universo senza Geova, la grande Sorgente di vita eterna, “l’Iddio che dona speranza”. (Rom. 15:13, NW) Nell’ora più tenebrosa della storia del genere umano, quando Adamo ed Eva si ribellarono contro il loro Creatore, recando peccato e morte alla loro progenie, Geova vide il bisogno di una speranza e nella sua benignità la provvide. Quella sublime speranza, rivelata per la prima volta quasi 6.000 anni fa, è oggi piena di potenza dinamica e protettrice per quelli che amano e ricercano la giustizia. La sua potenza, resa attiva dall’intendimento della Parola scritta di Dio, sprona il cristiano ad agire giustamente, lo sostiene nella prova e lo dirige con sicurezza lungo lo stretto sentiero che conduce alla vita senza fine nel nuovo mondo di Geova.

2. Perché l’aspetto del mondo appare tanto disperato?

2 Ma perché la prospettiva del mondo appare oggi così desolatamente disperata se Geova ha dato al genere umano una valida speranza? Perché un empio, Satana il Diavolo, ha reso cieca la grande massa dell’umanità alla vera speranza. Questo spirito astuto ha inventato false speranze, ingannando così i popoli di tutta la terra. Subdolamente, il Diavolo ha sedotto le nazioni trasformandosi in “un angelo di luce” di modo che ora “il mondo intero giace nella potenza del malvagio”. (2 Cor. 11:14; 1 Giov. 5:19, NW; 2 Cor. 4:4) La conseguenza? Un mondo pieno di gente che ha speranze vane, meschine e confuse. Chiedete a una persona qualunque quale sia la sua speranza. La risposta rivelerà quasi invariabilmente incertezza o una speranza vaga. Taluni ammettono che la loro speranza consiste nell’acquistare denaro, ma tali individui non posseggono la speranza che dà Geova, perché sono criminali agli occhi del Giudice supremo: “Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: ‘Tu sei la mia speranza’, se mi son rallegrato che le mie ricchezze fosser grandi e la mia mano avesse molto accumulato, misfatto anche questo punito dai giudici ché avrei difatti rinnegato l’Iddio ch’è di sopra”. — Giob. 31:24, 25, 28.

3. Spiegate perché non dobbiamo basare la nostra speranza su organizzazioni umane, e perché le nazioni sono prive di “allegrezza e pace”.

3 Quelli che basano le loro speranze sulle promesse degli uomini o anche su un’organizzazione di nazioni non possono dire con sicurezza: “Fummo salvati in questa speranza”. Infatti, come potrebbero avere una speranza salvatrice? Poiché le superbe promesse dell’uomo per un sicuro mondo di domani sono miserevolmente fallite. E trascurando la speranza che Geova ha dato, gli uomini hanno fatto oggetto della loro speranza una ragnatela: se vi si appoggiano, non resisterà. Come potrebbe un’organizzazione, sia pure composta dagli uomini più intelligenti, essere capace di creare una speranza salvatrice quando “ogni uomo, benché saldo in piè, non è che vanità”? (Sal. 39:5; Giob. 8:14, 15) Pertanto la migliore casa o organizzazione che l’uomo possa edificare, come base per una speranza salvatrice, non sarà altro che una ragnatela. “E tu annienti il suo desiderio come una ragnatela. Veramente, tutti gli uomini non sono che un soffio”. (Sal. 39:11, AT) Benché il clero abbia esaltato il presidente Eisenhower come “l’architetto d’una nuova speranza”, come fu chiamato alla sua elezione, e benché il clero, insieme ai politicanti, abbia esaltato le Nazioni Unite come l’unica speranza dell’uomo, sta di fatto che le nazioni non sono ripiene di “ogni allegrezza e pace”. E perché? Per il fatto che non conoscono “l’Iddio che dona speranza”. Udite le parole di Cristo Gesù: “Padre giusto, in verità, il mondo non ti ha conosciuto”. (Giov. 17:25, NW) Non essendo pervenuti alla conoscenza di Geova, l’unica Sorgente di vera speranza, le speranze del mondo, basate sulle ricchezze e promesse umane, sfumano e svaniscono.

4, 5. (a) Quando gli uomini condannano Dio per la corruzione del mondo in che cosa sbagliano? (b) In che modo Geova sottopose la creazione alla vanità “sul fondamento della speranza”?

4 La promessa di Geova di un nuovo e durevole mondo di giustizia non svanirà mai. (Deut. 7:9; Isa. 66:22) Questa è una confortante, liberatrice speranza, malgrado che fino a questo momento “in Adamo tutti muoiono”. (1 Cor. 15:22, NW) In qual modo è una speranza liberatrice? Perché un nuovo mondo significa “che la creazione stessa sarà anche resa libera dalla schiavitù alla corruzione”. (Rom. 8:21, NW) Spesso gli uomini impetuosamente condannano Dio per l’attuale asservimento del mondo alla corruzione. Il male è ch’essi non esaminano le Scritture per acquistare il giusto intendimento. Fu solo per l’immeritata benignità di Geova che ad Adamo ed Eva fu permesso di procreare prima che fosse eseguita la loro sentenza di morte. Altrimenti noi oggi non saremmo vivi! Ma la creazione umana, in conseguenza del peccato di Adamo, fu generata nell’imperfezione e nella morte. (Rom. 5:12) Naturalmente noi non abbiamo voluto questo, ma la creazione umana non ebbe scelta al riguardo. Questo lo spiega l’apostolo Paolo in Romani 8:20 (NW): “La creazione fu sottoposta alla vanità, non per sua volontà ma per mezzo di colui che ve la sottopose, sul fondamento della speranza”. Ciò non significa che, nella speranza di poter fare qualche cosa per loro, l’Onnipotente Dio sottomise la creazione umana alla vanità. No! Dio non spera! Egli sa! “A Dio è nota fin dall’eternità l’opera sua”. (Atti 15:18, Ti) La perfetta conoscenza della sua opera da parte di Geova non dà adito alla speranza.

5 Ma allora, come Geova sottomise il genere umano alla vanità “sul fondamento della speranza”? Con la sua dichiarazione nel giardino di Eden, prima d’aver condannato a morte Adamo ed Eva. Come Giudice, Geova Dio si rivolse all’infedele cherubino protettore, la creatura spirituale conosciuta come Satana il Diavolo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei. Questa progenie ti ferirà la testa e tu le ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15, NW) Qui fu riassunta la suprema speranza di tutto il genere umano! Una promessa dell’Altissimo Iddio che il diabolico introduttore della malvagità, “colui che ha i mezzi per causare la morte, cioè il Diavolo”, sarebbe stato eliminato dall’esistenza per mezzo di un liberatore. (Ebr. 2:14, NW) Ecco la promessa di un nuovo mondo nel quale la creazione umana sarebbe stata libera dalla vana schiavitù alla corruzione e introdotta in una vita libera e gloriosa! — Isa. 65:17.

6. Per quali ragioni Geova inviò il suo diletto Figlio sulla terra?

6 Quando venne sulla terra il diletto Figlio di Dio, Colui che Geova aveva scelto per essere il grande Liberatore, fu chiaro che la speranza di un nuovo mondo significava non soltanto la distruzione del serpente ma pure che il genere umano ubbidiente poteva essere “salvato in questa speranza” per la vita eterna. Gesù disse: “Io son venuto affinché essi abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. (Giov. 10:10, NW) Fu per il perfetto nuovo mondo che Dio diede il suo unigenito Figlio e permise che morisse sul palo di tortura. (Giov. 3:16) Il fondamento del nuovo mondo fu posto quando il risuscitato Cristo Gesù presentò il merito del suo sacrificio al Padre suo in cielo, e Geova lo accettò. Oggi coloro che di tutto cuore hanno fiducia nella speranza salvatrice dei nuovi cieli e della nuova terra di Geova compongono una società del Nuovo Mondo. La loro speranza, basata sulla promessa di Dio, che non può mentire, è fonte d’incitamento e potenza sostenitrice nella loro vita. Esaminiamo ora perché la speranza è una potenza.

ANALIZZIAMO LA POTENZA DELLA SPERANZA

7. Definite la speranza. Perché essa è più potente del semplice desiderio?

7 La speranza viene definita dal dizionario italiano, Il Novissimo Melzi, come “attesa d’un bene che si desidera”. La speranza dunque comprende due elementi: (1) il desiderio e (2) l’attesa della realizzazione o adempimento del desiderio. Perciò una persona potrebbe avere un vivo desiderio ma mancare di speranza. Infatti il desiderio con l’idea che ci sia poca o nessuna probabilità di realizzazione non è speranza. È vero che il desiderio può attirare ma la speranza fa molto di più: la speranza stimola, la speranza incita una persona, la speranza incoraggia a compiere uno sforzo.

8. Perché ci devono essere basi per la speranza?

8 Per credere nelle cose che si sperano ci devono essere salde e irremovibili basi, basi o fondamenta che diano fiducia e affidamento. Perché? Per il fatto che noi non vediamo quello per cui speriamo. “La speranza che si vede non è speranza, poiché quando un uomo vede una cosa, spera egli forse per essa?” (Rom. 8:24, NW) Qui la parola “vede” esprime il concetto che la speranza di un uomo sia adempiuta, poiché allora i suoi occhi vedranno la realizzazione. In Giobbe 7:7 leggiamo: “L’occhio mio non vedrà più il bene”, e il riferimento marginale della Versione Americana Autorizzata aggiunge “vedere, vale a dire, godere”.

9, 10. (a) La potenza della speranza conduce sempre al successo? Spiegate. (b) Perché era certo che la speranza del cherubino protettore l’avrebbe condotto alla delusione?

9 Dato che la speranza è ciò che noi non vediamo, può condurre al successo o al fallimento, secondo ciò su cui abbiamo basata questa speranza. Per dimostrare che la potenza stimolante della speranza non ha sempre per risultato il successo, prenderemo l’esempio del cherubino protettore che si trasformò in Satana il Diavolo. Questa potente creatura spirituale cedette all’ambizione di una vita di dominio. Quell’ambizione divenne la sua speranza, perché riteneva che ci fosse possibilità di riuscire. Fu effettivamente la potenza della speranza che incitò il cherubino protettore ad effettuare il suo ambizioso piano di azione. Egli si ribellò contro la sovranità universale di Geova, divenne traditore e quindi astutamente indusse anche Eva a diventare ribelle.

10 Ma la satanica mente direttiva che perpetrò la ribellione e tramò una separazione dalla santa organizzazione di Geova non realizzerà mai la sua più accarezzata speranza, quella di farsi simile all’Altissimo. Perché la sua speranza fu perversa. In primo luogo, costituiva un desiderio criminale; inoltre, l’idea che il desiderio potesse realizzarsi fu ispirata da un cieco orgoglio che corruppe la saggezza del cherubino. (Ezech. 28:17; 1 Tim. 3:6) Tale speranza suscitata da orgoglio poteva soltanto condurre al disastro. (Prov. 16:18) Già Satana è stato gettato giù dalle altezze celesti sulla terra insieme con le sue orde, i demoni. Presto ormai l’invisibile governatore di questo mondo sarà completamente sconfitto ad Harmaghedon, quando il Re Cristo Gesù lo getterà nell’abisso dell’inattività mortale. (Giov. 12:31; 14:30; Apoc. 12:7-9, 12; 20:1-3) Il caso del cherubino protettore illustra come la speranza, senza una solida base, non può mai condurre al successo e quanto è veramente potente il desiderio di qualche cosa insieme all’aspettazione di ottenerla.

PERCHÉ LA SPERANZA DI EVA FU ERRATA?

11. Fu la potenza della speranza che spinse Eva a mangiare dell’albero proibito? Come lo sappiamo?

11 Per mezzo del serpente, Satana invitò Eva a mangiare dell’albero proibito, adescandola con questo desiderio: “Voi non morrete certamente. Anzi Dio sa che nel giorno stesso che ne mangerete i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male”. (Gen. 3:4, 5, NW) Credette Eva effettivamente a questa promessa di poter ricevere la sapienza divina, come aveva sperato? Sì, Eva aveva tutti gli elementi che costituiscono la speranza: essa aveva il desiderio di ottenere maggiore sapienza e con tutto il cuore l’aspettava. Perciò il suo desiderio era divenuto fertile, aveva prodotto la speranza e tale potenza spinse Eva all’azione, non verso il successo, ma verso il disastro. (Giac. 1:14, 15) Il fatto che Eva abbia alimentato il suo desiderio fino a produrre il peccato, aspettandosi di ottenere sapienza, è reso evidente dalle Scritture: “Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione”. (1 Tim. 2:14, NW) Eva stessa ammise di aver creduto implicitamente al serpente: “Il serpente mi ha ingannata ed io ho mangiato”. — Gen. 3:13, NW.

12. Perché la speranza di Eva fu errata?

12 Perché la speranza di Eva la condusse alla morte? Perché la sua speranza non aveva una base solida; essa poteva sperare di ottenere la cosa desiderata peccando. La base della speranza fu il peccato. Eva non aveva basi per credere che il peccato producesse ciò che il serpente prometteva. Non c’era alcuna evidenza di nessun genere che dimostrasse il serpente leale e degno di fiducia. Come avrebbe potuto esserlo? La dichiarazione del serpente contraddiceva direttamente il Creatore di Eva, il quale aveva dichiarato: “Nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai”. (Gen. 2:17, NW) Il serpente non aveva dimostrato che la dichiarazione di Geova non fosse vera, né aveva stabilito l’evidenza che la sua propria dichiarazione fosse verità. Quindi Eva non ebbe basi solide per la sua fiducia. La sua base fu la credulità. E una speranza basata sulla credulità ha semplicemente la parola o l’opinione incerta di un’altra persona su quello che si attende nel futuro. Quale fu dunque l’errore lampante? Questo: la speranza di Eva non era basata su ciò che le Scritture chiamano “fede”.

13. Quale relazione ha la fede con la speranza?

13 Che cos’è la fede? “La fede è sostanza di cose sperate, e convinzione di cose che non si vedono”. (Ebr. 11:1, Ti) La parola qui tradotta “sostanza” indica il principale fondamento, ciò che diventa la base su cui è eretta un’altra cosa. Quindi la Versione Riveduta dice che la fede è “certezza di cose che si sperano”. Ora che cos’è la “certezza”? È essa convinzione, ferma credenza? Ancora di più! Sotto il titolo “fede”, il New Standard Dictionary di Funk e Wagnall ci dice: “La convinzione è una credenza che supera la portata dell’argomento”. Dunque possiamo sicuramente capire il ricco significato reso dalla Traduzione del Nuovo Mondo: “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate”. Eva non ebbe mai “certezza” o “sicura aspettazione” di quello per cui sperava. Pertanto la sua speranza basata sul peccato finì nella morte. Ma benché la speranza di Eva fosse errata, possedeva tuttavia una potenza stimolante. Quanto più potente deve quindi essere la speranza fondata sulla fede!

LA SPERANZA VIENE IN AIUTO

14, 15. (a) Di che cosa è esempio il capitolo undicesimo di Ebrei? (b) Quale speranza possedevano i precristiani testimoni di Geova?

14 Una speranza fondata sulla fede ha l’incontestabile promessa dell’eterno Iddio che le cose per le quali si spera hanno l’assoluta certezza di realizzarsi, se si resta fedeli sino alla fine. I primi testimoni di Geova ebbero tale ben fondata speranza. In Ebrei, capitolo undicesimo, l’apostolo scrive della loro speranza. Ma non è questo un capitolo che illustra la fede? Certo, ma è anche un esempio di speranza, di speranza basata sulla fede! Questi testimoni di Geova precristiani aspettavano il nuovo mondo. Di Abrahamo la Bibbia dice: “Egli aspettava la città che ha vere fondamenta e il cui edificatore e creatore è Dio”. (Ebr. 11:10, NW) Ciò non significa che Abrahamo e Isacco e Giacobbe si attendessero una speranza celeste, ma piuttosto che speravano in una risurrezione alla vita sulla terra sotto il governo dei nuovi cieli. Così scrive Paolo della loro speranza:

15 “Nella fede morirono tutti questi, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, ma le videro di lontano e le salutarono dichiarando pubblicamente d’essere stranieri e residenti temporanei nel paese. . . . ora aspirano a un posto migliore, cioè a un posto che appartiene al cielo”. (Ebr. 11:13, 16, NW) Mosè fu uno di quelli che sapevano che la loro speranza non era di andare in cielo ma di vivere sulla terra sotto il celeste regno di Cristo il Re. Possedendo tale speranza, Mosè coltivò una mentalità previdente. La speranza poteva sostenerlo nella tribolazione. Infatti, Mosè scelse “d’essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato, perché stimava la riprovazione del Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto, poiché aveva lo sguardo attentamente rivolto alla paga della ricompensa”. (Ebr. 11:25, 26, NW) Mosè aveva tutte le ragioni per tenere “lo sguardo attentamente rivolto” ad una terra piena della gloria di Geova. Poiché fu l’Onnipotente Dio stesso che, giurando sulla sua medesima esistenza, promise a Mosè: “Com’è vero che io vivo, tutta la terra sarà ripiena della gloria di Geova”. (Num. 14:21, NW) Mosè non dimenticò mai tale promessa. Come Sara, Mosè “aveva stimato fedele colui che aveva promesso”. — Ebr. 11:11, NW; Hab. 2:14.

16. Mostrate come la speranza era una forza nella loro vita.

16 Dato che il “gran nuvolo di testimoni” aveva una sicura speranza, essi dichiararono pubblicamente che non facevano parte del mondo. Per questo motivo furono perseguitati, talvolta torturati. S’infranse la loro integrità nella tortura? No! La speranza li aiutò e li liberò: “Altri furono torturati perché non vollero accettare la liberazione mediante qualche riscatto, affinché ottenessero una risurrezione migliore”. (Ebr. 12:1; 11:35, NW) Quale potenza sostenitrice scaturisce dalla speranza dovutamente fondata!

POTENZA DELLA SPERANZA NELLA RISURREZIONE

17. Perché essi “non ottennero l’adempimento della promessa”?

17 Evidentemente, una parte essenziale della speranza di quei primi testimoni fu la risurrezione. Essi volsero le spalle al vecchio mondo ed ebbero fede nella risurrezione alla vita sulla terra sotto il regno celeste senza mai più alcuna necessità di morire. Benché rimanessero fedeli fino alla fine, essi “non ottennero l’adempimento della promessa”. Perché? Perché “Iddio previde qualcosa migliore per noi, affinché non fossero resi perfetti senza di noi”. (Ebr. 11:40, NW) Non potrebbero essere “resi perfetti”, dice l’apostolo, senza la congregazione cristiana, la sposa di Cristo, che è limitata a soli 144.000 fedeli vincitori. (Apoc. 7:4; 14:1, 3) Non appartenendo alla congregazione cristiana che ebbe inizio con Cristo Gesù, quel “nuvolo di testimoni” non poteva sperare nella “prima risurrezione”, quella alla vita e gloria celeste. Gli uomini fedeli dell’antichità avranno, però, la risurrezione dei “giusti” venendo risuscitati dai morti nella prima risurrezione sulla terra e acquistando infine la perfezione assoluta mediante il regno di Dio sotto Cristo Gesù. — Atti 24:15; Matt. 22:32, 33.

18. (a) Qual è la “speranza vivente”, e chi la possiede oggi? (b) Quali altre persone possiedono una speranza salvatrice, e a chi la devono?

18 La speranza della vita eterna nel cielo per la fedele congregazione cristiana dei seguaci delle orme di Cristo è chiamata dall’apostolo Pietro, una “speranza vivente”. “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una speranza vivente per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, in vista di un’eredità incorruttibile, incontaminata e imperitura”. (1 Piet. 1:3, 4, NW) C’è sulla terra ancora soltanto un piccolo rimanente di quei cristiani che hanno la vivente speranza di regnare in cielo con Cristo come re e sacerdoti per mille anni. (Apoc. 20:5, 6) Nell’attimo stesso della morte saranno istantaneamente risuscitati alla vita in ispirito, essendo “mutati, in un momento, in un batter d’occhio”. (1 Cor. 15:51, 52, NW) Ma la speranza nella salvezza è una potenza anche nella vita di una “gran folla” di persone di buona volontà: “Una gran folla, che nessun uomo poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di abiti bianchi, e con palme in mano. Ed essi gridano a gran voce, dicendo: ‘La salvezza appartiene al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. (Apoc. 7:9, 10, NW) Queste sono le “altre pecore” del Signore che attribuiscono la loro speranza di vita eterna su una terra paradisiaca a Geova ed anche all’Agnello, Cristo Gesù, perché “divenne causa di salvezza eterna per tutti quelli che gli ubbidiscono”. — Ebr. 5:9, NW.

19-21. (a) Perché è oggi essenzialmente necessaria la potenza della speranza nella risurrezione? (b) Come il mondo considera l’integrità della società del Nuovo Mondo?

19 Come mai la speranza nella risurrezione ha tale forte potenza nella vita degli unti rimanenti e dei loro compagni di buona volontà? Perché nessuna misura di persecuzione da parte dell’organizzazione del Diavolo può infrangere la loro integrità, neppure la tortura o la morte; la speranza nella risurrezione li sostiene. E come i primi testimoni da Abele a Giovanni Battista mantennero la loro integrità malgrado “scherni e sferzate, veramente più di questo, con legami e prigione”, così pure farà la società del Nuovo Mondo, se una tale prova si abbatterà su di essa. (Ebr. 11:36, NW) Veramente, ciò avverrà. Non predisse il Signore per questo giorno che “vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”? — Matt. 24:9, NW.

20 Durante la seconda guerra mondiale migliaia di testimoni di Geova imprigionati nei campi di concentramento di Hitler non accettarono la libertà rinunciando alla loro fede. Questo avrebbe significato la perdita della loro speranza. Nemmeno coloro che hanno la speranza del Nuovo Mondo vorranno “accettare la liberazione mediante qualche riscatto” benché siano imprigionati o torturati da dittatori comunisti o “democratici”. E siccome l’attacco dall’estremità del settentrione da parte di Gog di Magog è ancora futuro, i testimoni di Geova avranno bisogno della potenza sostenitrice della speranza di risurrezione. “Chi trova la sua anima la perderà, e chi perde la sua anima per amor mio la troverà”. (Matt. 10:39, NW) Dato che non comprende e non ha provato la potenza della speranza, il mondo è spesso stupefatto dell’inflessibile integrità della società del Nuovo Mondo. Ecco ciò che un tale scrisse sui testimoni di Geova esprimendo stupore:

21 “Quando in principio cominciai a studiare i Testimoni di Geova, fui così fortunato da procurarmi il valido aiuto di un legale dell’American Civil Liberties Union (Associazione Americana per le libertà civili). Presentandomi l’indagine egli disse, in effetti: ‘Probabilmente non avete mai visto nessuno che sia disposto a morire per le sue convinzioni religiose. Col nostro modo artificioso di fare le cose, e con le nostre mentalità che sembra non ci facciano mai agire con assoluta certezza, noi moderni pensiamo che non ci sia nulla per cui un uomo debba dare la sua vita. Ma conoscendo i Testimoni, troverete, forse per la prima volta, persone che sono disposte ad essere perseguitate, perfino uccise, per la loro fede religiosa’. A quel tempo non ero del tutto convinto. Ora lo sono”. E perché il mondo è tanto stupito per l’integrità dei testimoni di Geova? Perché i mondani hanno speranze vaghe, “mentalità che sembra non ci facciano mai agire con assoluta certezza”? Perché il mondo non è pervenuto a conoscere Geova, “l’Iddio che dona speranza”.

22. (a) Descrivete l’aspettazione del rimanente e delle “altre pecore”. (b) Se la morte può avvenire prima di Harmaghedon, in che senso la speranza è una potenza per i superstiti?

22 Mentre gli unti rimanenti si attendono di servire sulla terra per un periodo di tempo dopo Harmaghedon, secondo la volontà di Geova, e mentre le altre pecore si attendono di servire Geova senza alcuna interruzione nella vita, fino al termine di questo sistema di cose ad Harmaghedon e in seguito nell’eterno nuovo mondo, tuttavia la morte per cause naturali o per la preservazione dell’integrità potrebbe aver luogo prima di Harmaghedon. Per il rimanente fedele la morte significa l’immediata realizzazione della speranza celeste. Per le altre pecore la morte significa un breve sonno finché non risorgano “a una risurrezione di vita”. (Giov. 5:29, NW) Nell’uno e nell’altro caso la potenza della speranza nella risurrezione elimina la tristezza, l’isterico affanno tanto comune nel mondo: “Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza circa quelli che dormono nella morte, affinché non vi rattristiate come gli altri che non hanno speranza”. (1 Tess. 4:13, NW) Pertanto sia con una vita ininterrotta attraverso la guerra di Harmaghedon o con la risurrezione dai morti dopo Harmaghedon, la “gran folla” dei compagni di buona volontà del rimanente spirituale spera fermamente nella promessa di raggiungere la perfetta immagine e somiglianza di Dio nella perfezione.

23. È la speranza indispensabile? Spiegate.

23 Perciò la speranza, giustamente fondata sulla fede mediante l’accurata conoscenza della Parola di Dio e la conoscenza di Lui e delle Sue opere passate e presenti, è veramente una potenza! Essa approfondisce il nostro amore per il Datore della vita, Geova. Provvede conforto in tempi di distretta. Dona la pace della mente in questo tempo in cui “gli uomini vengono meno per la paura e l’aspettazione delle cose che verranno sulla terra abitata”. (Luca 21:26, NW) Essa ci fa serbare l’integrità ed opera per la nostra finale salvezza. “Poiché noi fummo salvati in questa speranza”. La speranza è essenziale. Non possiamo riuscire senza di essa. Se si potesse, Paolo avrebbe ridotto l’indispensabile a due qualità basilari: la fede e l’amore. Invece no! Egli trovò indispensabile anche la speranza: “Rimane la fede, la speranza, l’amore, queste tre”. (1 Cor. 13:13, NW) L’apostolo non qualificò la fede in modo da far comprendere in essa ciò che costituisce la speranza. Egli sapeva che la prova della perseveranza esisteva ancora. E sapeva che la speranza era una potente forza per metterci in grado di perseverare, tenendo fissi “i nostri occhi, non sulle cose vedute, ma sulle cose non vedute”. — 2 Cor. 4:18, NW.

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