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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 66

Anello

Ornamenti di vario genere a forma di anello, portati sia dagli uomini che dalle donne, erano comuni presso ebrei, egiziani, assiri, babilonesi, greci, romani e altri popoli dell’antichità. Si portavano al naso, agli orecchi e alle dita. Potevano essere d’oro, d’argento, di ottone, di bronzo, di vetro, di ferro e d’avorio, alcuni con pietre incastonate.

Uno dei principali vocaboli ebraici usati per indicare un anello è tabbàʽath, da una radice che significa “affondare”. Questo termine può collegarsi all’uso principale di alcuni antichi anelli, cioè quello di lasciare un’impronta su argilla o cera essendovi ‘affondati’ o premuti contro. Simili anelli erano d’oro, d’argento o di bronzo, alcuni avevano incastonata una pietra con inciso il nome o il simbolo del proprietario, come il cartiglio dei faraoni d’Egitto. Tali anelli erano montati in modo da servire come timbro o da rotolare come un rullo. A volte erano infilati in un cordoncino ornamentale e portati probabilmente al collo. (Gen. 38:18, 25) Alcuni anni fa è stato scoperto un antico anello con sigillo appartenuto a Cheope, il faraone d’Egitto che costruì la grande piramide di Giza.

L’anello con sigillo di un sovrano o di un funzionario era segno della sua autorità. (Gen. 41:41, 42) Documenti ufficiali o cose che non si dovevano manomettere né alterare venivano sigillati con un anello del genere, come si fa in tempi moderni con timbri ufficiali e firme. – Est. 3:10-13; 8:2, 8-12; Dan. 6:16, 17.

Nell’illustrazione del figlio prodigo, Gesù disse che il padre clemente ordinò che si mettesse un anello alla mano del figlio. (Luca 15:22) Questo gesto rivelava il favore e l’affetto del padre e la dignità, l’onore e il posto che questo figlio tornò ad avere in seno alla famiglia. Giacomo, fratellastro di Gesù, consigliò ai cristiani di non mostrare favoritismo a coloro che indossavano vesti sontuose e portavano anelli d’oro alle dita (indicazione della loro ricchezza e condizione sociale). (Giac. 2:1-9) Anche l’apostolo Pietro, pur non condannando il fatto di adornarsi, mise in risalto che l’ornamento spirituale è ben più importante. – I Piet. 3:1-5.

USO FIGURATIVO

Nell’antichità un anello con sigillo sembra fosse sinonimo di un oggetto o persona cara. Conia (Ioiachin) re di Giuda fu paragonato a un ‘anello con sigillo sulla destra di Geova’, anello che Egli si sarebbe strappato di mano. Ioiachin fu deposto dopo un brevissimo regno. (Ger. 22:24; II Re 24:8-15) Invece del fedele Zorobabele Geova disse: “Ti prenderò; . . . e per certo ti porrò come anello con sigillo, perché tu sei colui che ho scelto”. Zorobabele era un principe della discendenza di Davide. Tale promessa voleva dunque significare che, come un anello con sigillo è considerato qualcosa di prezioso, così la sovranità della discendenza di Davide sarebbe stata preservata in Zorobabele. Anche se in quel tempo la dinastia reale era umiliata sotto la dominazione gentile (Nee. 9:36, 37), il patto di Dio con Davide era sicuro. (Ezec. 21:25-27) Il vero Erede al trono di Davide, Gesù Cristo, era effettivamente della linea di discendenza di Zorobabele. – Agg. 2:23; Matt. 1:12, 13; Luca 3:27.

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