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  • w50 1/7 pp. 201-205
  • Volgere a profitto il tempo che resta

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  • Volgere a profitto il tempo che resta
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
w50 1/7 pp. 201-205

Volgere a profitto il tempo che resta

1. A quali opportunità terrene rinunziò Gesù per il Regno?

GESÙ non predicò una cosa per farne un’altra. La sua linea di condotta fu coerente alle sue parole. Egli diede tutto quello che possedeva per amor del Regno, anche la sua stessa vita. Ma aveva rinunziato a una gran quantità di cose prima di dar la sua vita in sacrificio. Prima di tutto aveva rinunziato alla sua esistenza celeste come Artefice e Portavoce del Creatore. Si considerino quindi le prospettive terrene che gli si presentavano. Questo brillante giovane (la sua mente era davvero perfetta) avrebbe potuto dedicare il suo tempo a promuovere la scienza, a prolungare la durata della vita del popolo per mezzo di ricerche mediche e sociali; avrebbe potuto edificare grandi città con case modello o potenti organizzazioni commerciali. Col suo corpo perfetto avrebbe potuto dedicare il suo tempo a imprese fisiche nelle quali sarebbe certamente eccelso, un cacciatore senza pari, un artista di genio insorpassabile; certo, a qualunque cosa si fosse applicato, sarebbe stato senza dubbio il migliore. Egli era l’unico uomo perfetto sulla terra. Ma Gesù volse le spalle a tutte queste cose, e la sua decisione fece perno su ciò che, con perfetta percezione egli considerò come il più profittevole del tempo.

2. Perché Gesù è per noi un esempio in modo speciale nel redimere il tempo?

2 Gesù istruì i suoi seguaci di fare quello che fece egli stesso. Egli predicò. Sì, predicò relativamente al regno di Dio; sulla spiaggia del mare, nel deserto, sui monti, nel tempio, per le vie e nelle case private, in ogni occasione magnificò il nome e il proposito del Padre suo. Egli sapeva che per avere scelto questa linea di condotta i suoi giorni erano contati, ma redense il tempo, riscattò ogni opportunità, adoperò con profitto il tempo che gli restava. Poiché vediamo, quindi, che Gesù, il quale era dotato di tali potenzialità in ogni campo delle facoltà umane, scelse di dedicare il suo tempo al ministero di Dio, non ne deriva forse che il nostro primo obiettivo dev’essere lo stesso? È più che certo! Gesù. diede istruzione a chiunque ricercava il suo favore: ‘Prenda ogni giorno il suo palo di tortura e mi segua.’ (Luca 9:23) Il servizio giornaliero, sì, il servizio continuo dev’essere la meta di ogni servitore di Dio.

3. Quale dedizione di tempo approva Iddio? Ma qual è l’ideale?

3 È vero che non tutti possono raggiungere questa meta. Gesù era celibe; non aveva obblighi di famiglia, non aveva intralci. Iddio conosce le condizioni di ogni suo servitore, e si compiace del servizio di ciascuno, per quanto piccolo questo servizio possa essere, se il servitore fa tutto quello che può. Gesù mostrò questo. quando richiamò l’attenzione dei suoi discepoli sull’approvazione di Dio per la vedova che aveva dato tutto quello che possedeva quantunque fosse una somma piccolissima. (Marco 12:41-44) Questo non pregiudica tuttavia la verità, anzi conferma che il servizio continuo di Dio è la situazione ideale per qualsiasi Cristiano. Ciascuno, dunque, può profittevolmente occupare un poco del suo tempo per considerare con meditazione e preghiera le sue circostanze allo scopo di determinare se c’è la possibilità del servizio continuo per lui.

4. Con quale costante attitudine non ci lasciamo sfuggire le opportunità?

4 Per l’operaio in servizio continuo o per quelli che dedicano solo parte del loro tempo, i quali formano, la maggioranza di coloro che oggi predicano il regno di Geova, le esigenze scritturali sono le stesse. Iddio non rispetta le persone. Non tutti hanno le stesse opportunità, ma tutti possono riscattare le opportunità che hanno, essere sempre attenti alle occasioni che si presentano di illuminare qualcuno. Le occasioni per presentare o difendere la verità possono sorgere, non solo durante il tempo riserbato alla predicazione, ma anche durante l’attività giornaliera. Pietro dà al riguardo il seguente consiglio: “[Siate] pronti sempre a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto”. (1 Piet. 3:15) Non è forse questa costante prontezza l’unico modo di assicurarci che nessuna opportunità ci sfugga, che ogni momento sia adoperato con profitto? Frequentemente si prova una viva gioia parlando della verità a persone che avreste potuto essere propensi a lasciar andare senza farle entrare nella vostra conversazione. “Beati coloro che osservano ciò ch’è prescritto, che fanno ciò ch’è giusto, in ogni tempo”. — Sal. 106:3.

5. Perché non è giusto, quando non si predica, essere trascurati?

5 ”Osservare ciò ch’è prescritto” non significa che il Cristiano possa, dopo aver predicato in ogni opportunità, sentirsi libero di occupare altro tempo con leggerezza. Sotto questo rispetto Paolo così si esprime: “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato”. E ancora, dice: “Perciò, chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere”. (1 Cor. 9:27; 10:12) Non è il modo come si è occupato il tempo nel passato, che contrassegna se un servitore è utile o disutile, ma è il modo come viene occupato oggi e nel futuro. Non si può alternare il servizio di Dio con una vita disordinata. Il Diavolo è bene al corrente della debolezza congenita della carne umana; egli conosce ogni astuto stratagemma per far cadere nella rete i disattenti. Ecco perché Paolo mise in evidenza la necessità di tenere il corpo continuamente assoggettato, senza indulgere ai desideri egoistici e carnali né permettere alla mente,di fermarsi su queste cose.

6. Come dev’essere considerato il tempo che nel passato abbiamo occupato nel mondo?

6 È vero, alcuni di quelli che si sono uniti ai testimoni di Geova han dedicato nel passato tutto il loro tempo o a far progressi in questo mondo di grandi affari, nell’acquisto di case, oppure ad abbandonarsi ai piaceri che trascinano a peccati di ogni genere. Sul loro cambiamento a un uso più profittevole del loro tempo, Pietro dice: “Basta l’aver dato il vostro passato a fare la volontà de’ Gentili col vivere nelle lascivie, nelle concupiscenze, nelle ubriachezze, nelle gozzoviglie, negli sbevazzamenti, e nelle nefande idolatrie. Per la qual cosa trovano strano che voi non corriate con loro agli stessi eccessi di dissolutezza, e dicon male di voi. Essi renderanno ragione a colui ch’è pronto a giudicare i vivi ed i morti”. — 1 Piet. 4:3-5.

7. Perché ora sarebbe una perdita di tempo tornare a quella condotta?

7 Una volta liberati dalle opere della carne mediante la conoscenza della verità, ci si deve attenere ad essa saldamente”. Perché se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo spirito mortificate gli atti del corpo, voi vivrete”. (Rom. 8:13) Nella morte non rimane più tempo da adoperare con profitto o in qualsiasi altro modo. “Nel soggiorno de’ morti dove vai, non v’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza”. (Eccl. 9:10) Meglio è astenersi dal passare il tempo nelle opere della carne che passare l’eternità nel sepolcro. Ciascun passo che il Cristiano fa dovrebbe essere pesato alla bilancia secondo quanto Iddio esige.“I passi dell’uomo dabbene son diretti dall’Eterno”. (Sal. 37:23) È molto meglio impiegare un momento in una tranquilla riflessione, considerando pienamente che cosa Iddio esige prima di precipitarsi in un’azione che può provocare la riprovazione di Dio. “L’ardore stesso, senza conoscenza, non è cosa buona; e chi cammina in fretta sbaglia strada”. — Prov. 19:2.

SPRECO IN COSE NON ESSENZIALI

8, 9. Com’è male occupato il tempo nei malintesi fra le persone?

8 Ma non sono solo le cose importanti o più comuni che ostacolano l’opera del Cristiano o la congregazione cristiana. Sovente è una cosa insignificante, una piccolezza neppure degna del tempo che ci si spende. È certo che sorgeranno piccoli malintesi mentre gli uomini sono imperfetti. L’avversario farà si che non manchino. E quando si manifestano, nulla gli piace di più che vedere qualcuno cominciare ad immaginarsi qualche atto o osservazione con significato diverso da quello reale. Perché? Perché immediatamente il pensiero di quella persona comincia a diventar perplesso. Invece di pensare al modo di riscattare le opportunità di servire Dio, si ferma sui torti immaginari. Il tempo prima profittevolmente occupato è ora sprecato nel sentirsi rattristato.

9 Il Diavolo non si accontenta di lasciare che l’offeso stia a covare il suo rancore. Egli è avido del nostro tempo. Occorre ottener simpatia; se ne deve parlare ad altri; si deve consumare il tempo altrui. Una persona disattenta, all’udire il racconto del torto fatto, può aver disposizione a prender partito nella difficoltà sorta e ciò che prima era cosa insignificante può infiltrarsi rapidamente nella congregazione come una conflagrazione, sconvolgere l’ordinato e profittevole servizio di Dio e dar corso ad accuse e controaccuse, pubblicamente sventolate davanti a tutti. Fortunatamente, questa non è cosa solita fra i testimoni di Dio, ma se è possibile che accada, i servitori profittevoli, consci dell’importanza del tempo, faranno bene a premunirsi.

10. Come disse Gesù di regolare i torti personali?

10 È un confortevole contrasto considerare quanto tempo, preoccupazioni mentali e sforzi produttivi possono essere risparmiati seguendo la regola della Scrittura: “Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo. Se t’ascolta avrai guadagnato il tuo fratello; ma, se non t’ascolta, prendi teco ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. E se rifiuta d’ascoltarli, dillo alla chiesa, [ai suoi rappresentanti]; e se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, siati come il pagano e il pubblicano”. — Matt. 18:15-17.

11. Com’è profittevole una tale condotta relativamente al tempo?

11 Di solito le difficoltà possono essere risolte fra i due cui riguardano se ciascuno è disposto a considerare i suoi risentimenti di secondaria importanza e ama il suo fratello come se stesso. Non si deve neppur passare una sola notte nell’ansietà mentre il pensiero del torto, sia esso reale o immaginario, si addensa nella mente. “Il sole non tramonti sopra il vostro cruccio”. (Efes. 4:26) Il sonno è dolce e riposante per colui che confessa il suo torto al suo fratello o porta il suo cruccio davanti a colui che gli ha fatto torto e decide come si deve fare tra fratelli maturi. Destandosi al mattino, egli si reca gioiosamente al servizio del suo Dio invece d’indugiarsi con cuore pesante.

12. Come risparmia tempo chi evita d’immischiarsi negli affari altrui?

12 Il servitore di Dio attivamente occupato negli affari del suo padrone non si lascia immischiare nelle controversie altrui. Egli sa che “il passante che si riscalda per una contesa che non lo concerne, è come chi afferra un cane per le orecchie”. (Prov. 26:17) Egli impiegherà molto maggior tempo a districarsi dalla situazione di quanto pensasse e avrà la prova evidente che quel tempo non era speso con profitto. No, egli non ha tempo per stare ad ascoltare i particolari della questione; non ha tempo per ascoltarli e tanto meno per ripeterli.

13. Perché è uno spreco di tempo chiacchierare e trovar da ridire su altri?

13 Una storia ripetuta, anche se con buone intenzioni, diventa un intrigo e un pettegolezzo. La lingua, un piccolo membro del corpo ma così difficile da tenere a freno, non si accontenterà per lungo tempo di ripetere soltanto. Siate giudiziosi quindi; ‘fate attenzione alla vostra via per non peccare con la vostra lingua.’ (Sal. 39:1) La fonte non può gettare dalla medesima apertura acqua dolce e amara. (Giac. 3:11) La lingua non può lodare Iddio e al tempo stesso calunniare un fratello; non si può occupare il tempo a lodare Iddio mentre si pensa male di qualcuno o si sparla a proposito di qualche errore commesso. Il tempo può essere impiegato con più profitto esaminando i vostri propri errori i quali sarete in grado di correggere che occupandovi delle mancanze altrui che non potete cambiare. Inoltre Gesù disse: “Perché guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo? Ovvero, come potrai tu dire al tuo fratello: Lascia ch’io ti tragga dall’occhio il bruscolo; mentre ecco la trave è nell’occhio tuo?” (Matt. 7:3, 4) Evidentemente questo è uno spreco di tempo ed è molto probabile che in questo modo si faccia più male che bene.

14. Qual è, pertanto l’uso profittevole della mente? Perché?

14 Le cose sulle quali si permette alla mente di fermarsi determinano a lungo andare se l’individuo vuole tenere una condotta profittevole o rovinosa. “Come pensa nell’intimo suo, così egli è”, dice il Proverbio. (23:7, Am. Stan. Vers.) La mente colma di cose malvage dirigerà il corpo a far cose malvage. La mente colma di mali immaginari è pronta a cogliere l’occasione per litigare, calunniare o vendicarsi. Troncate la perversità e lo spreco di tempo dall’inizio tenendo la mente a freno, preparandola per un lavoro profittevole, dirigendola nella giusta via. “Del rimanente, fratelli,” scrisse Paolo, “tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e vedute in me, fatele; e l’Iddio della pace sarà con voi”. (Fil. Flp 4:8, 9) La mente che si riempie della verità e del desiderio di servire Iddio non cade subito in preda delle forze mortali scatenate dal Diavolo.

15. Quali discussioni sono uno spreco di tempo, e quali sono benefiche?

15 Argomenti su cose senza importanza, lunghe discussioni su situazioni ipotetiche e teorie personali, reclamano pure tempo prezioso da quelli che sono abbastanza stolti per abbandonarvisi. “Schiva le questioni stolte e scempie, sapendo che generano contese. Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev’essere mite inverso tutti”, scriveva Paolo a Timoteo. (2 Tim. 2:23, 24) “Chiudi la tua mente contro le stolte, popolari controversie”. (Moffatt) Certa gente, stolta nella sua vanità, non ha altro desiderio che far bella mostra della propria sapienza e non ha nessun desiderio di acquistare la vera sapienza della Parola di Dio. Costoro possono passare delle ore a discutere sulle loro teorie favorite; ma non hanno tempo per ascoltare l’evangelo. Colui che ‘riscatta ogni opportunità’ di predicare cercherà, naturalmente, di dirigere la conversazione o la discussione verso una conclusione più vantaggiosa, ma non occuperà il suo tempo senza necessità con coloro che sono ‘volontariamente ignoranti’ dei propositi di Dio. “Non date ciò ch’è santo ai cani” avvertì Gesù, “e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci, che talora non le pestino co’ piedi e rivolti contro a voi non vi sbranino”. (Matt. 7:6) Ce ne sono fin troppi nel mondo con i quali il tempo può essere occupato con profitto, che sono più ansiosi di ascoltare e apprendere che di parlare. È con queste persone mansuete che il predicatore può occupare il suo tempo profittevolmente, perché cercandole “guiderà i mansueti nella giustizia, insegnerà ai mansueti la sua via”. — Sal. 25:9.

16. Le aggressioni e l’indifferenza spesso ci fanno desiderare che cosa?

16 Molti che odiano la verità non si accontentano di ignorarla e di non tener conto di quelli che dedicano il loro tempo nella sua proclamazione. Essi agiscono frequentemente alla lettera, e come belve si rivoltano contro i testimoni di Geova tentando di ridurli al silenzio. Le loro inique aggressioni, con l’indifferenza per il messaggio di avvertimento da parte della maggioranza di questa empia e perversa generazione, mettono sovente alla prova i servitori di Dio. Essi sentono il desiderio di gridare: “Signore, fino a quando?” e ad augurarsi che il tempo durante cui devono continuare a predicare finisca presto. Pensando alle numerose benedizioni del Regno, vorrebbero affrettarne la venuta e anelano di veder tosto irrompere la furia di Harmaghedon.

TRAETE VANTAGGIO DALLA DIVINA PAZIENZA

17. Perché non dobbiamo stancarci di fare il bene sotto tali condizioni?

17 Per certo nessun servitore di Dio, neppure quelli che diventano impazienti, pensano che la loro opera di predicazione dell’evangelo sia sprecata. Essi tutti constatano i risultati del loro lavoro, vedono uomini che ascoltano e si danno all’ubbidienza dei comandamenti di Dio, una moltitudine sempre in aumento di predicatori dell’evangelo che fanno uso con profitto del tempo che resta. Parimenti ravvisano e provano l’evidenza dell’approvazione di Dio per la loro attività, la Sua assicurazione che hanno agito bene. Iddio ricompensa ciascun uomo secondo le sue opere, e la vita eterna è accordata a quelli che con perseveranza continuano a bene operare. (Rom. 2:7) Così l’apostolo esorta: “Non ci scoraggiamo nel far il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo”. — Gal. 6:9.

18. Di fronte a quale esempio non dobbiamo noi essere impazienti?

18 Tutto considerato, non abbiamo motivo di essere impazienti. A Iddio che fissa il tempo per ogni cosa, e il preoccuparsi indebitamente circa il tempo in cui verrà Harmaghedon non lo farà venire più presto. Geova è più consapevole di noi dell’empietà degli uomini. È principalmente il Suo nome ch’essi diffamano, è la Sua creazione che sono andati corrompendo per numerosi secoli. Se egli è abbastanza paziente da permettere ancora per poco tempo agli uomini di ascoltare e di abbandonare il loro vano modo di vivere, il loro spreco di tempo, certo anche noi dobbiamo aver la pazienza di darne loro l’opportunità ben sapendo che, se fosse possibile, Iddio vorrebbe che tutti gli uomini credessero e fossero salvati. — 1 Tim. 2:4.

19. Perché i lettori hanno motivo di rallegrarsi della pazienza di Dio?

19 La gran maggioranza di coloro che leggono queste pagine hanno motivo di rallegrarsi della pazienza di Dio. La giustizia sarebbe stata soddisfatta se la guerra che Cristo ha impegnato contro il Diavolo cacciandolo dai cieli fosse continuata finché tutti gli empi fossero stati eliminati dalla terra. (Apoc. 12:7-13) Ma l’amore e la pazienza di Dio hanno operato a nostro favore. Infatti Gesù disse: “Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a cagion degli eletti, quei giorni saranno abbreviati”. (Matt. 24:22) Oggi stiamo vivendo nel periodo che intercorre fra l’inizio del crollo dell’empio mondo e la sua completa rovina, e questo è un periodo di grazia reso possibile dal fatto che Iddio ha abbreviato “quei giorni”. Il popolo di Dio non si preoccupa, anzi, si rallegra della sua pazienza.

20. Poiché il tempo rimasto è stato così lungo, è Iddio lento? Perché?

20 Il fatto che il tempo rimasto è durato così a lungo non significa che Iddio sia lento o abbia dimenticato la data da lui fissata per la fine completa. “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi. Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse. Poiché dunque tutte queste cose hanno da dissolversi, quali non dovete voi essere, per santità di condotta e per pietà, aspettando ed affrettando la venuta del giorno di Dio?” — 2 Piet. 3:9-12.

21. Come possiamo noi affrettare la venuta del giorno di Dio?

21 No, Iddio, per il quale ‘mille anni sono come un giorno’, non ritarda permettendo che questi pochi anni d’intervallo siano adoperati per l’uso profittevole della predicazione evangelica. Per lui son come brevi istanti; e i giorni che rimangono possono passare rapidamente anche per voi. Voi potete ‘affrettare la venuta del giorno di Dio’ partecipando all’opera per la quale questi giorni sono stati riservati. “Questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora [non prima] verrà la fine”. Se i giorni che rimangono sono occupati nel profittevole servizio, essi non si trascineranno per voi con difficoltà; fuggiranno come se avessero le ali.

22. Qual è, l’immediato uso più profittevole dei tempo da parte dei nuovi ascoltatori del messaggio?

22 Se sei una delle persone di buona volontà verso Dio che non aveva ancora udito parlare delle benedizioni del Regno, l’immediato uso più profittevole che puoi fare del tuo tempo è quello di studiare e apprendere in che cosa consiste ora, mentre la pazienza del Signore trattiene ancora l’opera di distruzione in attesa. Non lasciarti cullare nel sonno dal falso senso di sicurezza del mondo e non pensare che la pazienza di Dio continui per sempre. Anche se la maggioranza del genere umano si fa beffe della possibilità di un cambiamento così grande o schernisce quelli che fanno uso del tempo che resta per predicare un tale messaggio, questa maggioranza può aver torto.

23. Che cosa dimostra che una maggioranza può aver torto, facendo cattivo uso del tempo?

23 Fu la maggioranza che non ebbe tempo per ascoltare quello che diceva Noè, che ne ebbe meno ancora per ravvedersi della sua empietà e unirsi a lui per fare quello che era considerato come un’insensata perdita di tempo, costruire un grande battello e predicare la condanna di quella generazione. Potrai da te stesso giudicare quale tempo fu occupato con maggior profitto. Ed ecco di nuovo una generazione ‘troppo affaccendata’ per cessare di servirsi del tempo che resta nel modo abituale. Molti pagheranno ad alto prezzo la conoscenza che hanno sprecato i giorni che loro restano quando la loro vita sarà strappata via dalla giusta indignazione di Dio.

24. Come fanno uso del tempo oggi i ministri, per non rimpiangerlo mai?

24 Ciascun giorno rende il “tempo fissato” più breve. Ciascun giorno presenta opportunità di proclamare il nome ed il proposito di Dio che non si presenteranno più. E ciascun giorno i ministri fedeli riscattano le loro opportunità, col risultato che una folla sempre in aumento cessa di avanzare sventatamente verso l’abisso nel quale le nazioni corrono a precipizio. Appena si fermano e ascoltano e apprendono la verità essi consacrano con gioia la loro vita al servizio di Geova e partecipano all’attività più profittevole che mai si sia presentata all’uomo. A loro il tempo che resta non sembra troppo lungo; piuttosto, è estremamente breve per compiere l’opera che deve ancora esser fatta. “Ben è la messe grande, ma gli operai son pochi”. (Luca 10:2) Ma quantunque il tempo sia breve Geova promette: “Il più piccolo diventerà un migliaio; il minimo, una nazione potente. Io, l’Eterno, affretterò le cose a suo tempo”. (Isa. 60:22) Una moltitudine senza numero darà ancora ascolto al messaggio di avvertimento e uniranno la loro voce nella lode del nome di Geova, e può esser vostra la felice sorte di aiutarli ad apprendere la verità. Nelle migliaia d’anni a venire nei quali potrete godere le benedizioni che Geova ha in serbo per quelli che lo servono, non avrete mai motivo di rimpiangere d’essere stati fra quelli che non agivano sventatamente, ma, come uomini che riflettono, avrete fatto il miglior uso delle opportunità che vi si presentavano in questi tempi malvagi, prossimi alla fine.

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