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  • Debbono i Cristiani venerare le reliquie?

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  • Debbono i Cristiani venerare le reliquie?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
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  • DIA LA PAROLA DI DIO ULTERIORE RISPOSTA
  • ORIGINE PAGANA DEL CULTO DELLE RELIQUIE
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
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    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Perché il culto delle reliquie?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
w52 1/4 pp. 109-111

Debbono i Cristiani venerare le reliquie?

È STATO detto che “i tesori più preziosi” della Chiesa Cattolica Romana sono le sue numerose collezioni di reliquie, le quali sono altamente apprezzate e alle quali i fedeli tributano molta venerazione e onore. Tale devozione fu particolarmente manifesta quando venne esposto l’avambraccio destro di San Francesco Saverio, il primo missionario gesuita recatosi nel Giappone 400 anni fa.

Nella cattedrale di Nôtre Dame, a Parigi, è “la ritenuta autentica corona di spine portata da Cristo”, e a Bruges, nel Belgio, è una “reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore”. (Register cattolico di Denver) Un minuscolo pezzo della “Vera Croce” fu venduto all’asta a Londra per £600 nel 1945, e un paio di mesi prima di ciò il Catholic Herald di Londra disse che le supposte reliquie di Timoteo, compagno dell’apostolo Paolo, erano state trovate in una chiesa lungo la costa adriatica d’Italia. A Praga, in Cecoslovacchia, è una chiesa decorata con le ossa di 10.000 persone, raccolte in forma di scudi, corone, crocifissi, ecc. Altre chiese in Boemia e in Italia sono decorate con reliquie d’ossa di morti, le quali sono adorate. Mentre la Gerarchia, Cattolica Romana registra questa vasta collezione di antichità, essa è consapevole del fatto che le ossa dell’apostolo Pietro mancano. Da ciò, il loro fanatico zelo nell’invadere la pubblica stampa con storie intorno al modo in cui “suppongono”, “presumono,” “immaginano,” e “sospettano” che “forse”, “probabilmente,” o “possibilmente” le ossa di Pietro sono state trovate nel cimitero pagano su cui il Vaticano è edificato.

Ma per qual motivo tali vecchie ossa, sangue ed altri oggetti sono adorati? La Catholic Encyclopedia (vol. 12, pag. 734) dice: “L’insegnamento della Chiesa Cattolica riguardo alla venerazione delle reliquie è ricapitolato in un decreto del Concilio di Trento (Sess. XXV), che ingiunge ai vescovi e agli altri pastori d’insegnare alle loro gregge che ‘i santi corpi dei santi martiri e di altri ora viventi con Cristo, i cui corpi furono i viventi membri di Cristo “il tempio dello Spirito Santo” (1 Cor. vi, 19) e devono da Lui essere risuscitati alla vita eterna ed esser glorificati devono essere venerati dai fedeli, poiché per mezzo di questi [corpi] molti benefici sono prodigati da Dio sugli uomini’”. Gli scritti dei primi “padri della chiesa”, come Ambrogio e Agostino, erano citati come giustificazione del decreto del Concilio.

In quanto all’appoggio scritturale, la Catholic Encyclopedia dice: “Considerando le analogie della Scrittura, i compilatori [del “Catechismo Romano” emanato dal Concilio di Trento] argomentano ulteriormente: ‘Se gli abiti, i fazzoletti (Atti xix, 12), se l’ombra dei santi (Atti v, 15), prima ch’essi lasciassero questa vita, cacciavano le malattie e ridavano forza, chi può aver l’ardire di negare che Dio non operi miracolosamente lo stesso mediante le sacre ceneri, le ossa, ed altre reliquie dei santi?’”

Non è questione d’aver coraggio e audacia di difendere un dogma teologico, giusto o errato. Invece dell’ardire, chi ha l’onestà di esaminare la sacra e infallibile Parola di verità di Dio sull’argomento? Quelli che l’hanno troveranno che la Scrittura non sostiene affatto la pratica del culto delle reliquie. Nei singoli casi menzionati in Atti 5:15 e Atti 19:12 non v’è dubbio che Dio compì grandi miracoli con le mani di Pietro e Paolo. Tuttavia, quegli uomini non permisero che altre creature si prostrassero loro davanti, li adorassero o li venerassero finché furono vivi. Perché, dunque, vorrebbe qualcuno adorare le loro ossa dopo che son morti? (Atti 10:25, 26) La narrazione in 2 Re 13:21 dice come un morto tornò in vita dopo esser venuto in contatto con le ossa del profeta Eliseo, ma non v’è traccia che le ossa di Eliseo fossero adorate sia prima che dopo quel miracolo. Fu Dio che operò quel miracolo, non le ossa; perciò fu giusto che ogni venerazione, adorazione, gloria, onore e lode fossero tributate a Dio e non alle morte ossa.

DIA LA PAROLA DI DIO ULTERIORE RISPOSTA

Oltre alle scritture citate sopra, il distinto teologo gesuita Bellarmino cita 2 Re 23:16-18, Isaia 11:10 e Matteo 9:20-22 come “prova” per l’adorazione delle reliquie. L’esame di questi testi, però, mostra che non hanno nessun peso o importanza. Nel primo caso, Giosia mostrò rispetto per il profeta del Signore lasciando le sue ossa indisturbate. Però egli non si prostrò dinanzi a quelle ossa, non le venerò o adorò, né ordinò o permise che qualche omaggio religioso fosse reso loro da altri. Giosia si preoccupò di spazzar via l’idolatria pagana e le pratiche demoniche dal paese, ed egli non avrebbe menomato il suo proposito istituendo il culto d’ossa di morti in luogo della pura adorazione di Geova. — 2 Re 23:16-18.

L’esame testuale rivela che la versione cattolica inglese Douay ha grossolanamente errato nel tradurre Isaia 11:10 quando dice riguardo a “la radice di Iesse” che “il suo sepolcro sarà glorioso”. Il termine originale ebraico reso qui per “sepolcro” dà l’idea di “riposo” o “luogo di riposo” e non ha alcuna attinenza col sepolcro o tomba. Nei 21 posti in cui la parola ricorre la Vulgata latina com’è indicato dalla Versione Douay traduce la parola in questo modo una volta sola. Nella maggior parte degli altri casi la traduce correttamente. Per esempio, esaminate Rut 1:9 e vedete come la Vulgata latina non osa tradurre erroneamente la parola come “sepolcro” invece di “riposo”. L’eminente autorità cattolica, mons. Ronald Knox, nella sua traduzione delle Scritture Ebraiche del 1950 corregge l’errore in Isaia e poi giustifica lo sbaglio della Vulgata. In una nota in calce egli dice che “il latino intende qui riposare nella tomba, ma questo non è suggerito dal testo ebraico”. Perciò Isaia 11:10 non sostiene in nessun modo l’adorazione della tomba.

È detto in Matteo 9:20-22 come una donna malata avesse una fede tanto grande che quando toccò la veste di Gesù fu guarita. Indubbiamente essa, come gli altri che vennero miracolosamente sanati da Gesù, diede gloria a Dio Onnipotente, non alla veste o a colui che l’indossava. (Matt. 9:8; Atti 3:8, 9) Non c’è nulla nella narrazione che sostenga il contrario. — Mar. 5:25-34; Luca 8:43-48.

Gl’Israeliti conservavano certe cose, come il vaso della manna, la verga fiorita d’Aaronne, le tavole di pietra della Legge, ma tutto ciò era conservato come un documento giudiziario, come una prova o una testimonianza davanti al popolo, e in nessuna occasione venivano tirate fuori, adorate e adoperate per operare guarigioni delle persone. (Ebr. 9:4; Eso. 25:10, 16; Num. 17:10; Deut. 31:26, 27) Indi ci fu la potente spada di Goliath, che venne involta in un panno e conservata nella casa del Signore come una testimonianza di ciò che Geova aveva fatto a quell’orgoglioso e superbo millantatore. Ma nessun Israelita adorava o venerava quell’insanguinata reliquia. — 1 Sam. 21:9.

Che tali “ricordi” non si dovessero venerare è dimostrato da ciò che avvenne per il serpente di rame che Mosè innalzò. Fu tenuto per molti anni come un simbolo della potenza salvatrice di Geova, ma quando la nazione si allontanò da Dio e cominciò a mostrare devozione e omaggio a quella reliquia, il buon re Ezechia, con piena approvazione di Dio, la distrusse. Questo è un caso che si riferisce direttamente alla questione del culto delle reliquie, ed esso condanna positivamente, irrefutabilmente e incontestabilmente tale specie d’idolatria. — Num. 21:8, 9; 2 Re 18:4-6.

Inoltre, la legge di Dio in Numeri 19:11-13 definisce chiaramente i corpi morti come impuri, non “santi”. Le ossa di Giacobbe e di Giuseppe, in dovuto rispetto ai loro desideri al riguardo, furono seppellite nella terra promessa anziché in Egitto. Si noti, tali ossa non furono appese nel tabernacolo o impiegate per decorare il tempio di Salomone o custodite in qualche nicchia nella speranza che avrebbero guarito le malattie di coloro che sarebbero andati in pellegrinaggio a vederle. No, le loro ossa furono sepolte nella terra. (Gen. 50:5-13, 25, 26; Eso. 13:19; Gios. 24:32; Atti 7:15, 16) Come il Diavolo avrebbe voluto impossessarsi delle ossa di Mosè! Ma il Signore Iddio ne prese cura e le seppellì in un luogo che, nessuno conobbe, affinché il Suo popolo eletto non inciampasse e cadesse nella pratica pagana dell’adorazione delle reliquie di Mosè. (Deut. 34:5, 6; Giuda 9) Similmente, nel caso del corpo umano di Gesù, ne prese cura il Signore in modo che i collezionisti di reliquie non ci misero mai le mani sopra. — Matt. 28:5, 6; Mar. 16:6; Luca 24:1-3.

Non esiste la minima prova che il corpo del primo martire cristiano, Stefano, o le ossa del martire Giacomo, fossero distribuite o mandate in giro come reliquie dai primi Cristiani. Al contrario, la scrittura dichiara precisamente che Stefano fu seppellito nella terra. (Atti 8:2) Questi fatti scritturali, perciò, non offrono alcun sostegno o appoggio a coloro che insegnano che si debbono riverire e adorare le ossa dei “santi” e dei martiri, e perciò la Gerarchia fa appello alla tradizione e alle usanze pagane per sostegno.

ORIGINE PAGANA DEL CULTO DELLE RELIQUIE

Oltre a ciò che la sacra Parola di Dio la Bibbia dice in materia ci sono altre ottime ragioni per cui i veri Cristiani non dovrebbero venerare o adorare le reliquie. La pratica e il costume non ebbero origine con Cristo o i suoi apostoli o con la nazione eletta di Dio, Israele. Evidentemente si tratta di un’invenzione pagana e perciò del Diavolo, pura e semplice, e la Catholic Encyclopedia lo ammette. Essa dice che la venerazione delle reliquie è un “istinto primitivo” ed è praticata da molte altre organizzazioni religiose oltre al Cattolicesimo. Prosegue dicendo come gli antichi Greci adorassero superstiziosamente le ossa e le ceneri dei loro eroi, come i Persiani “trattassero con la venerazione più profonda” i resti di Zoroastro, e come “tra i buddisti d’ogni setta il culto delle reliquie sia un fatto indiscutibile”.

Altre autorità hanno dimostrato che gli antichi Egiziani, Assiri e Babilonesi similmente veneravano le reliquie dei loro signori e principi. “Nei regni del paganesimo lo stesso culto aveva fiorito per secoli prima che i santi o i martiri cristiani fossero apparsi nel mondo. . . . Dai primi tempi il sistema del Buddismo è stato sostenuto dalle reliquie, che hanno operato dei miracoli almeno tanto ben proclamati quanto quelli fatti dalle reliquie di S. Stefano, o dai ‘Venti Martiri’ [menzionati da Agostino],” (Le due Babilonie, inglese, di Alessandro Hislop, pagine 177,178) A Kandy, Ceylon, un tempio vecchio di 400 anni contiene ciò che si dice che sia il dente di Budda, “venerato da molti milioni di persone?’ (Daily News di Ceylon, 1º aprile 1950) Alla presenza di questa reliquia il ministro degli esteri britannico, Ernesto Bevin, fu condotto il 1º gennaio 1950, nella speranza ch’essa potesse sanare miracolosamente la sua malattia. — Times di Nuova York, 16 gennaio 1950.

Il concetto pagano d’attribuire a ossa, teschi, denti e pelle poteri magici è tanto più antico della Cristianità, che l’autorità cattolica citata sopra preferisce chiamarlo “un istinto primitivo”. In realtà esso non è altro che feticismo, riguardo al quale l’Encyclopedia Americana (ediz. del 1942, vol. 11, pag. 158) dice: “È la più bassa delle forme non sistematiche di culto riscontrate fra le tribù non civilizzate, ed esiste specialmente fra i negri dell’Africa, ma anche fra i nativi delle due Americhe, Polinesiani, Australiani, e Siberiani”. Quando cattolici marinai portoghesi navigavano lungo la costa occidentale dell’Africa poterono scorgere poca diversità fra il culto di “sacre” ossa, teschi e incantesimi da parte dei nativi, e il loro stesso culto di reliquie e amuleti religiosi che chiamavano feitiços, e da cui abbiamo il nome feticcio.

La Cyclopaedia di M’Clintock & Strong (vol. 8, pag. 1028) ben riassume l’intera questione allorché dice: “Non v’è dubbio che il culto delle reliquie è un’assurdità, privo della garanzia della Scrittura, decisamente contrario alla pratica della Chiesa primitiva, e inconciliabile col buon senso”.

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