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  • Il sacerdozio reale

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  • Il sacerdozio reale
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
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  • LA BUONA NOTIZIA ALLE NAZIONI
  • LO SPIRITUALE SACERDOZIO REALE
  • ESIGENZE E RESPONSABILITÀ DEL SACERDOZIO REALE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
w54 15/9 pp. 557-564

Il sacerdozio reale

“Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi la morte seconda non ha alcun potere, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui come re per i mille anni.” — Apoc. 20:6, NW.

1. Chi costituisce il sacerdozio reale, e quali benefici si riceveranno in seguito alla sua istituzione e alla sua attività?

I MEMBRI di questo sacerdozio reale sono ministri di Geova che opereranno in tutte le questioni inerenti alla sua organizzazione universale, e un grande servizio sarà governare come re con Cristo Gesù per mille anni. Questo governo dominerà dal cielo sopra gli abitanti della terra, che allora vivranno sotto il regno di Dio. L’istituzione e l’attività di questo sacerdozio reale danno a persone di tutte le nazioni la speranza che Geova sia il loro Dio e che ci sia la speranza di essere riconciliati con lui. Il sacerdozio reale è costituito da Cristo Gesù, il grande Sommo Sacerdote, e da 144.000 sottosacerdoti. Esso sarà un sacerdozio eterno ‘simile a quello di Melchisedec’. (Ebr. 5:6) Coloro che formeranno questo ordine di sacerdoti avranno felicità e santità, poiché partecipano alla “prima risurrezione”, e su di essi la morte seconda non ha alcun potere”. Durante il governo di questo regno di sacerdoti pace, felicità e vita verranno date a tutti i benedetti del genere umano che saranno sudditi del Re sacerdote del Nuovo Mondo di Geova.

2. Quale dovrebbe essere l’attitudine mentale di quelli che conoscono il sacerdozio reale?

2 La scrittura di Apocalisse 20:6 indica due classi: i governatori, e i governati. Indipendentemente dalla classe a cui sperate di appartenere, l’ubbidienza e la fedeltà verso la verità sono esigenze continue. I futuri membri del sacerdozio reale devono tener chiara la loro visione e brillante la loro speranza, e devono fare completamente la volontà di Dio. Quelli che sperano di ottenere la vita eterna sulla terra nel teocratico nuovo mondo sono ansiosi di conoscere le esigenze e la fedeltà del corpo reale dei sacerdoti che governeranno per i mille anni, e vogliono imparare ad esser fedeli. Quelli che fanno parte degli unti sono felici di apprendere il proposito di Geova di benedire milioni di uomini dando loro la vita. E quelli che bramano di vivere sulla terra per sempre saranno quindi felici di conoscere il sacerdozio reale, a cui saranno soggetti.

3. Quando espresse Geova per la prima volta il suo proposito di avere un sacerdozio reale, e come fu esso una teocrazia?

3 Il proposito di Geova di avere un regno di sacerdoti fu espresso al suo popolo tipico d’Israele presso il Monte Sinai. Mosè fu ispirato perché li informasse: “Ora se ubbidirete attentamente alla mia voce e osserverete veramente il mio patto, diverrete di certo la mia speciale proprietà fra tutti gli altri popoli, perché tutta la terra appartiene a me. E voi mi diverrete un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Eso. 19:5, 6, NW) Israele sarebbe stato un regno sacro sotto Geova, una teocrazia reale, una reale nazione, vivendo secondo le norme e i riti dell’Altissimo. La parola “regno” che è usata in questo versetto ha il significato di regalità, dinastia, sovranità. Significava che Geova avrebbe stabilito una razza reale, sacerdotale, una dinastia di sacerdoti, ed ogni membro avrebbe avuto i requisiti e gli attributi di re e sacerdoti.

4. Chiedendo un re, che cosa faceva effettivamente Israele? Come trattarono il Figlio e Re di Geova?

4 Il popolo d’Israele divenne scontento, e chiese al giudice Gedeone di governare su di essi come re. Gedeone rispose: “Io non regnerò sopra di voi, né mio figlio regnerà sopra di voi. Geova è colui che regnerà sopra di voi”. (Giud. 8:23, NW) Ai giorni di Samuele gli anziani d’Israele gli dissero: “Or dunque stabilisci su di noi un re che ci amministri la giustizia, come l’hanno tutte le nazioni. A Samuele dispiacque questo. . . . E l’Eterno [Geova] disse a Samuele: . . . essi hanno rigettato non te, ma me”. (1 Sam. 8:5-7) In modo tipico Israele era il regno di Geova, ma essi erano infedeli e disubbidienti. In seguito, quando Geova inviò loro suo Figlio, Cristo Gesù l’erede del Regno, essi rigettarono la Pietra di Sion. Questa tipica casa d’Israele aveva perduto di vista il proposito di Geova, ed edificava contro la volontà di Dio. Gesù disse loro: “‘La pietra che gli edificatori hanno rigettata è quella che è divenuta la principale pietra angolare. Da Geova questo è stato adempiuto ed è meraviglioso agli occhi nostri.’ Perciò vi dico: Il regno di Dio sarà tolto a voi e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti.”— Matt. 21:42, 43, NW.

LA BUONA NOTIZIA ALLE NAZIONI

5. Come fu spiegato dagli apostoli Pietro e Paolo il proposito di Geova di annunciare la buona notizia del Regno ai Gentili?

5 Quando Geova respinse la nazione d’Israele e tolse loro il Regno, si aprì a persone delle nazioni la porta del grande privilegio di far parte della nazione sacerdotale. Cornelio degli incirconcisi Gentili fu il primo, e quando Pietro lo visitò disse: ‘Voi sapete bene che è illegale per un Giudeo unirsi o avvicinarsi ad un uomo di un’altra razza; ma Dio mi ha mostrato di non chiamare alcun uomo contaminato o impuro.’ . . . ‘Di certo io comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme ed opera giustizia gli è accettevole.’” (Atti 10:28-35, NW) Paolo ebbe l’ordine di andare alle nazioni, come disse a proposito Gesù: “Quest’uomo è per me un vaso scelto per portare il mio nome alle nazioni e a re e ai figli d’Israele”. E, ai Giudei, “Paolo e Barnaba dissero: ‘Era necessario che la parola di Dio fosse annunziata per prima a voi. Ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco! noi ci volgiamo alle nazioni. Infatti, Geova ci ha imposto comandamento con queste parole: “Io ti ho costituito come luce di nazioni affinché tu sia una salvezza fino alle più distanti parti della terra.”’” — Atti 9:15; 13:46, 47, NW.

6. In quale maniera cominciava Geova ad adempiere le promesse che aveva fatte ad Abrahamo?

6 Parlando delle nazioni, Paolo scrisse: È scritto: ‘Per questo ti confesserò apertamente [o Geova] fra le nazioni e canterò lode al tuo nome.’ E ancora dice ‘Rallegratevi, o nazioni, col suo popolo.’ Ed ancora: ‘Lodate Geova, voi nazioni tutte.’ Ai Colossesi Paolo disse: “Non essendo smossi dalla speranza della buona notizia che avete udita, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo. Di questa buona notizia io Paolo son divenuto ministro”. (Rom. 15:9-11; Col. 1:23, NW) “Ora la Scrittura, prevedendo che Iddio avrebbe dichiarato giuste persone delle nazioni a causa della fede, preannunziò ad Abrahamo la buona notizia, cioè: ‘Per mezzo tuo saranno benedette tutte le nazioni.’” Ancora: “La benedizione di Abrahamo pervenisse mediante Gesù Cristo alle nazioni”. (Gal. 3:8, 9, 14, NW) Geova si serviva del futuro sacerdote reale Paolo per adempiere il suo grande proposito concernente la buona notizia che veniva portata ora a persone di nazioni diverse dall’Israele secondo la carne.

7. Che cosa significa ricevere la “buona notizia”? Menzionate alcuni benefici.

7 Questi ‘chiamati’ sono uniti a Cristo, il Sacerdote reale. Paolo scrisse: “Prima voi eravate persone delle nazioni secondo la carne; ‘l’incirconcisione’ . . . senza Cristo, alienati dallo stato d’Israele ed estranei ai patti della promessa, e non avevate alcuna speranza ed eravate senza Dio nel mondo. Ma ora in unione con Cristo Gesù voi che eravate un tempo lontani vi siete avvicinati mediante il sangue del Cristo”. E di nuovo dice: “Poiché siete tutti uno in unione con Cristo Gesù. Inoltre, se appartenete a Cristo, siete realmente progenie d’Abrahamo, eredi riguardo a una promessa”. (Efes. 2:11-13; Gal. 3:28, 29, NW) La buona notizia per le nazioni vuol dire essere messi in armonia con Geova Dio ed esser benedetti con la certezza della sua promessa. Questo è un vero servizio che viene compiuto dal grande Sommo Sacerdote di Dio, Cristo Gesù, poiché non soltanto egli avvicina le persone delle nazioni a Dio ma avvicina Dio a loro. Ne consegue una pura e santa associazione. Questa buona notizia è stata portata a tutte le nazioni, ma non tutte le persone l’accettano. Rispetto a quelli che l’accettano Geova adempie la sua promessa che “saranno benedette tutte le nazioni” a causa di Abrahamo e della sua progenie. Questa buona notizia continua ad esser dichiarata. Infatti, oggi viene proclamata in maniera metodica ed estesa come non mai. Attualmente la buona notizia trae un’altra classe dalle nazioni, ma l’opera viene ancora compiuta dal sacerdozio reale.

LO SPIRITUALE SACERDOZIO REALE

8. Spiegate come si è adempiuto il proposito di Dio di avere un sacerdozio reale, benché l’Israele naturale non riuscisse.

8 Il proposito di Geova di avere un sacerdozio reale si è adempiuto, benché l’Israele naturale non riuscisse. Paolo scrive: “Poiché non tutti quelli che vengono da Israele son veramente ‘Israele’. Né perché sono progenie d’Abrahamo son tutti figli. Avviene come egli dice anche in Osea: ‘Quelli che non sono mio popolo io chiamerò “mio popolo”, . . . saranno chiamati ‘Figli dell’Iddio vivente”.’” “Dio non ha rigettato il suo popolo, che aveva prima riconosciuto. . . . Ciò che Israele cerca ansiosamente non l’ha ottenuto, ma gli eletti lo hanno ottenuto. La sensibilità del resto è stata offuscata”. (Rom. 9:6, 7, 25, 26; 11:2, 7, NW) Essendo rigettati i Giudei, ad altri furon recate le ricchezze, perché sebbene alcuni del vero sacerdozio reale fossero eletti fra l’Israele naturale, la maggioranza doveva essere eletta fra le nazioni. In questo modo si adempie il proposito originale di Geova di avere una nazione reale di sacerdoti. Riguardo a loro Paolo scrisse: “Dio fa cooperare insieme tutte le sue opere per il bene di quelli che amano Dio, quelli che sono chiamati secondo il suo proposito; perché quelli ai quali ha dato il suo primo riconoscimento egli ha pure preordinati ad essere modellati secondo l’immagine di suo Figlio, affinché egli fosse il primogenito fra molti fratelli. Inoltre, . . . quelli che ha chiamati sono quelli che ha pure dichiarati giusti. Infine quelli che ha dichiarati giusti sono quelli che ha pure glorificati”. “E se siamo figli, siamo anche eredi veramente di Dio, ma coeredi di Cristo, se soffriamo insieme affinché insieme siamo glorificati”.— Rom. 8:28-30, 17, NW.

9. Come è identificato dall’apostolo Pietro il sacerdozio reale?

9 L’apostolo Pietro scrive “agli eletti secondo la prescienza di Dio Padre” e dice: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una speranza vivente per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, in vista di un’eredità incorruttibile, incontaminata e imperitura. Essa è riservata nei cieli per voi, che siete protetti dalla potenza di Dio mediante la fede per la salvezza pronta ad essere rivelata nell’ultimo periodo di tempo”. Pietro dice ulteriormente ad essi: “Venendo a lui [Cristo] come ad una pietra vivente, rigettata, è vero, dagli uomini, ma presso Dio, eletta, preziosa, anche voi come pietre viventi siete edificati qual casa spirituale per essere un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio mediante Gesù Cristo. Poiché è contenuto nella Scrittura: ‘Ecco! io pongo in Sion una pietra, scelta, una pietra angolare di fondamento, preziosa; chi ripone la sua fede in essa non sarà affatto deluso.’” (1 Piet. 1:3-5; 2:4-6, NW) Questo edificio spirituale è la casa reale perché è edificata sul vero fondamento, l’unto Re di Geova, il Figlio reale, l’Erede di Dio. L’apostolo identifica qui la nazione reale di sacerdoti, il sacerdozio reale di Dio, formato da Cristo Gesù e dai membri del suo corpo, un sacerdozio dei cieli.

10. Mostrate con le scritture come alcuni ricevono la speranza d’esser parte del celeste sacerdozio reale.

10 Questa meravigliosa speranza è superiore all’immaginazione umana. Essa poteva essere ispirata solo da Geova e resa possibile dalla potenza dello spirito santo. È questo spirito del Creatore che stimola la mente, destandola alle speranze celesti. Quindi è scritto a quelli che hanno tale speranza: “Dio ha vivificato voi pure quantunque foste morti nel vostri falli e peccati”. “Se dunque foste destati con Cristo, continuate a cercare le cose di sopra, dove il Cristo è seduto alla destra di Dio,” e “a causa della speranza che è riservata per voi nei cieli”. Quelli che hanno questa speranza sono un tempio spirituale in Cristo: “In unione con lui l’intero edificio, essendo armoniosamente unito insieme, cresce in un tempio santo per Geova. . . . un luogo che Dio abiti mediante spirito”. Il santo e celeste tempio è il sacerdozio reale. — Efes. 2:1; Col. 3:1; 1:5; Efes. 2:21, 22, NW.

11. Perché dovrebbe tutto il popolo di Geova essere molto grato per il completamento del Regno? E quale sarà il suo posto nell’universo?

11 Tutti i componenti di questa classe che sono ancora sulla terra, insieme alle centinaia di migliaia d’altre pecore del Signore, sono profondamente grati di questo meraviglioso provvedimento dell’opera di Dio, cioè del regno dei cieli. Vuol dire un’abitazione per Geova mediante spirito, e questo è qualche cosa che l’Altissimo non ha posseduto prima. Sì, per quanto sia superiore alla nostra immaginazione, è vero. È il santo tempio celeste. Il regno di sacerdoti è il tempio e sarà il più eccelso luogo dell’universo, poiché riguardo a Cristo è scritto che Dio lo pose “molto al disopra d’ogni governo e autorità e potenza e signoria e ogni altro nome che si nomina, non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire. Egli ha pure assoggettato ogni cosa sotto i suoi piedi, e l’ha fatto capo sopra tutte le cose nella congregazione, che è il suo corpo”. Perciò la Bibbia lo chiama “Il Governatore dei re della terra”. L’apostolo Giovanni parla di lui come di uno “che ci ama e ci ha sciolti dal nostri peccati per mezzo del suo sangue — e ci ha fatti un regno, sacerdoti del suo Dio e Padre”. Notate in particolare l’espressione “e ci ha fatti un regno”, in realtà un regno di sacerdoti. Queste regali e sacre dignità sono le due più alte che possano esistere fra gli uomini e indicano con chiarezza lo stato superlativamente eccelso che apparterrà ai figli di Dio. — Efes. 1:21-23; Apoc. 1:5, 6, NW.

12. Come sappiamo noi che la lode di Geova sarà cantata in cielo e sulla terra; e ci rende questo felici, e perché?

12 I futuri membri del sacerdozio reale hanno un consumante zelo di vedere l’edificio di Dio nei cieli al completo con se stessi come parte d’esso. Ed esso sarà il permanente santuario di Geova, il tempio, dove il suo nome sarà lodato per sempre, e si comprende che sarà un santo schieramento di 144.000 sacerdoti agli ordini di Gesù Cristo che canteranno le lodi di Geova. Tutto il cielo udirà il loro lieto e grato cantico e tutti gli abitanti della terra sentiranno parlare di questa melodia che sarà la più dolce dell’universo, perché tutti saranno guidati dal più dolce cantore della celeste Sion, il Signore Gesù, il Sacerdote reale. Questo sarà certamente il coro dei cori, adorando Geova con abiti santi, nella bellezza della santità, nella santità del suo santuario! In quel felice giorno ogni cosa sarà al suo giusto posto, poiché il governo teocratico si estenderà ad ogni cosa. Tutte le cose create parleranno della gloria e della maestà del Santo, dell’Altissimo Iddio, Geova. È ora molto vicino il giorno in cui tutta l’empietà sarà spazzata via, e ogni forma ed espressione d’iniquità cesserà, allorché non vi sarà alcun male! In quel fausto giorno pace, serenità e felicità saranno la porzione di tutti i viventi. “Tu sei degno, o Geova, nostro Dio, di ricever la gloria, l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furon create”. — Apoc. 4:11, NW.

13. (a) Che cosa volle dire il salmista quando desiderò trovare una “dimora per il Potente di Giacobbe”? (b) Come si adempie la figura profetica, e quali sono i santi desideri del popolo di Geova?

13 I membri del sacerdozio reale desiderano vedere l’adempimento di queste cose miracolose, e perciò operano con diligenza per conseguire tale fine. Non ci sarà soddisfazione, non ci sarà riposo, finché tutto ciò che vive non pronuncerà la lode di Geova, finché “ogni creatura che è in cielo e sulla terra e sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi [non diranno]: ‘A colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione e l’onore e la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.’ (Apoc. 5:13, NW) L’antico re di Sion, Davide, che rappresentò il grande Sacerdote reale, ebbe desideri simili che furono scritti per nostro beneficio. Egli desiderò e bramò di vedere l’arca di Dio, che rappresentava la presenza divina, messa al sicuro e a riposo nel santuario. Ascoltate le sue espressioni: “Certo, non entrerò nella tenda della mia casa, né salirò sul letto ove mi corico, non darò sonno ai miei occhi, né riposo alle mie palpebre, finché abbia trovato un luogo per l’Eterno [Geova], una dimora per il Potente di Giacobbe”. (Sal. 132:3-5) Sì, riposo per Geova! Qual meraviglioso pensiero che esalta e ispira! Lo spirito di Geova fa sorgere questi desideri nella mente e nel cuore. Il salmista prosegue: “Lèvati, o Eterno [Geova], vieni al luogo del tuo riposo, tu e l’Arca della tua forza. I tuoi sacerdoti siano rivestiti di giustizia, . . . Poiché l’Eterno [Geova] ha scelto Sion, l’ha desiderata per sua dimora. Questo è il mio luogo di riposo in eterno; qui abiterò, perché l’ho desiderata”.. (Sal. 132:8, 9, 13, 14) Sion è la città reale, la “capitale” dell’universo, formata dal Re Cristo Gesù e dalle 144.000 “pietre viventi”, ed è l’eletta di Geova, la sua permanente ed amata dimora. Ci son volute migliaia d’anni per preparare ed edificare la sua abitazione o tempio. Mediante il sacerdozio reale egli comunicherà con tutte le sue creature. Egli fa del sacerdozio reale di Sion un istituto di salvezza, poiché riveste i sacerdoti d’essa di salvezza. Tutta la loro apparenza proclama salvezza. I membri che oggi sono ancora sulla terra annunciano la salvezza a migliaia e migliaia di persone. “E dei liberatori saliranno sul monte Sion per giudicare il monte d’Esaù; e il regno sarà dell’Eterno [Geova]”. — Abdia 21.

ESIGENZE E RESPONSABILITÀ DEL SACERDOZIO REALE

14. Dichiarate la prima esigenza che Geova impone al suo popolo. Dovremmo servire forse soltanto a causa della ricompensa? Spiegate.

14 La prima esigenza è stata ed è ancora l’ubbidienza. Quando il sacerdozio reale fu menzionato per la prima volta agli Israeliti presso il Monte Sinai, Geova disse: “Or dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Eso. 19:5, 6) Geova disse al primo sommo sacerdote d’Israele, Aaronne: “Tu non avrai alcun possesso nel loro paese, e non ci sarà parte per te in mezzo a loro; io sono la tua parte e il tuo possesso”. (Num. 18:20) Quelli che compongono il fedele e reale sacerdozio non serviranno soltanto per ricevere la ricompensa celeste, nonostante che i loro cuori debbano attenderla. Ma la grande ricompensa celeste sarà ottenuta solo se servono Geova con assoluta ubbidienza e se fanno di Lui il loro possesso.

15. In quanto al sacerdozio tipico, quali erano alcuni difetti che squalificavano? Squalificano ora i difetti fisici? Se no, quale specie di difetti o empietà squalifica?

15 Nel sacerdozio tipico tutta l’apparenza del sacerdote rifletteva la massima purezza e l’esclusiva devozione a Geova. La legge era specifica rispetto alla condizione del corpo e alla regola della vita. I difetti fisici come la cecità, lo zoppicare, il naso schiacciato, i piedi rotti, la statura da nano, gli occhi macchiati, ecc., rendevano inabile per il sacerdozio. (Lev. 21:16-24) È stato detto che vi erano centoventi difetti che squalificavano un sacerdote. Quindi, se vi erano esigenze così rigorose per il sacerdozio tipico, quanto maggiori saranno quelle del sacerdozio antitipico? È vero che i difetti fisici non squalificano i membri del celeste sacerdozio reale, ma vi sono altri difetti che squalificano, poiché nulla di contaminato entrerà mai nel cielo. “Il Cristo pure amò la congregazione . . . nettandola col bagno dell’acqua mediante la parola, per presentare a se stesso la congregazione nel suo splendore, senza macchia o grinza o alcunché di simile, ma perché sia santa e senza difetto”. “Nessun fornicatore o impuro o avaro — il che vuol dire essere idolatra — ha alcuna eredità nel regno del Cristo e di Dio”. “Cercate la pace con tutti, e la santificazione senza la quale nessun uomo vedrà il Signore”. — Efes. 5:25-27; 5:5; Ebr. 12:14, NW.

16. Come resta il popolo di Geova in una condizione pura?

16 La sola considerazione che un membro possa essere squalificato dal sacerdozio reale è un pensiero pauroso e tremendo. Perciò i futuri membri devono prestare diligente, umile e dovuta attenzione alle esigenze di Geova. Tutti devono restare in una condizione purificata, in uno stato incontaminato mediante il prezioso sangue di Cristo Gesù e la sua accessibile giustizia. E per immeritata benignità del nostro celeste Padre, quelli che hanno la prospettiva del sacerdozio reale dovrebbero ricordare questo: “Dato che abbiamo ardire in quanto alla via per entrare nel luogo santo mediante il sangue di Gesù, la quale egli inaugurò per noi come una via nuova e vivente attraverso la cortina, cioè, la sua carne, e poiché abbiamo un grande sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuori sinceri nella piena certezza della fede, avendo avuto i cuori aspersi da una malvagia coscienza e i nostri corpi lavati con acqua pura”. (Ebr. 10:19-22, NW) Il grande Sacerdote reale, Cristo Gesù, è la nostra protezione.

17. Spiegate le parole che Paolo scrisse in Ebrei 5:1 e come si applicano a Cristo Gesù.

17 Ora sono menzionate alcune delle responsabilità principali. Paolo scrive: “Poiché ogni sommo sacerdote preso di tra gli uomini è nominato a favore di uomini, sopra le cose relative a Dio, affinché offra doni e sacrifici per i peccati”. (Ebr. 5:1, NW) Questa descrizione indica un incarico divino del sacerdozio. e l’idea fondamentale è che serve a favore di Dio e di uomini decaduti, il che costituisce l’essenza del sacerdozio. È ulteriormente dichiarato: “Difatti ogni sommo sacerdote è nominato per offrire doni e sacrifici; per cui era necessario che questo pure avesse qualche cosa da offrire”. “Quando Cristo venne come sommo sacerdote delle buone cose che sono avvenute per mezzo della tenda più grande e perfetta non fatta con mani, cioè non di questa creazione, egli entrò nel luogo santo una volta per sempre, no, non col sangue di capri e di giovani tori, ma col suo proprio sangue, ed ottenne per noi un’eterna liberazione”. “Cristo entrò . . . nel cielo stesso, per comparire ora davanti alla persona di Dio per noi”. (Ebr. 8:3; 9:11, 12; 9:24, NW; Ebr. 10:12) Il sacrificio che offrì fu la sua vita ceduta volontariamente, e il valore della perfetta vita umana presentò al suo celeste Padre, e tutto questo per la lode di Geova e perché noi ricevessimo il favore divino.

18. Mostrate come “le labbra del sacerdote son le guardiane della scienza”.

18 “Quelli che componevano il sacerdozio reale dovevano essere maestri e custodi della legge di Dio. “Poiché le labbra del sacerdote son le guardiane della scienza, e dalla sua bocca uno cerca la legge, perch’egli è il messaggero dell’Eterno [Geova] degli eserciti”. “E possiate insegnare ai figliuoli d’Israele tutte le leggi che l’Eterno [Geova] ha dato loro per mezzo di Mosè”. (Mal. 2:7; Lev. 10:11; Deut. 33:10; 17:9-11) Questi nominati maestri dovevano insegnare teocraticamente, perché una tremenda responsabilità pesava sulle loro spalle, e Dio aveva affidato loro questa responsabilità. Essi amministravano la legge di Geova; quindi egli era il vero giudice d’Israele. I sacerdoti fedeli insegnavano la legge e guidavano il popolo di Geova in sentieri diritti. Essi ebbero veramente cura delle “pecore”.

19. Mostrate come il sacerdozio ha il dovere di insegnare la legge alla nazione santa di Dio.

19 Il sommo sacerdote aveva nella nazione santa di Dio i doveri di istruttore della legge in virtù del principio della teocrazia, poiché tutti i poteri dello stato sono uniti in Geova. Anche quando la congregazione agisce, essa opera in nome di Geova. Egli è il Legislatore. “Poiché l’Eterno [Geova] è il nostro giudice, l’Eterno [Geova] è il nostro legislatore, l’Eterno [Geova] è il nostro re, egli è colui che ci salva”. (Isa. 33:22) Come il potere legislativo fu esercitato mediante Mosè e fu valida solo la legge fondamentale, così nell’incremento della teocrazia il Profeta più grande di Mosè, Cristo Gesù, amministra la legge di Geova. “Dovrete ascoltarlo secondo tutte le cose che vi dirà. Veramente, ogni anima che non ascolterà questo Profeta sarà completamente distrutta di mezzo al popolo”. (Atti 3:22, 23, NW) Oggi si esige una gioiosa ubbidienza.

20. Menzionate alcuni requisiti del sacerdozio e perché noi li dovremmo considerare.

20 Considerate con attenzione i requisiti e i doveri del grande Re Sacerdote, che dà l’esempio ai suoi sottosacerdoti. Egli poté trattare moderatamente con quelli che erano ignoranti e con quelli che erravano’; fu in grado di salvare completamente quelli che per mezzo suo si accostano a Dio, poiché egli è sempre vivente per intercedere a loro favore. E un sommo sacerdote come questo ci voleva per noi, con amorevole benignità, innocente, incontaminato, separato dai peccatori”; uno che era sempre disposto a servire perché “ogni sacerdote è di giorno in giorno al suo posto per rendere pubblico servizio”. Anche i suoi sottosacerdoti devono offrire sacrifici: “Mediante lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome. Inoltre, non dimenticate di fare il bene e di condividere le vostre cose con altri, poiché Dio si compiace di tali sacrifici”. — Ebr. 5:2; 7:24-26; 10:11; 13:15, 16, NW.

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